Diademi di Quetzal

di fervens_gelu_
(/viewuser.php?uid=932619)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Cuciture velenose sulla pelle

 
Quando la sera scivola via
sulla cute
di carezze che dilaniano l’autostima,
di ovattate richieste di aiuto,
baratto la coscienza con l’incoscienza,
la curiosità poca nel cuore
mi sfogli dolce maturo
scorza lapidaria di morsi
frettolosi,
 
Un tremore di nulla
che non sei te,
rondini estroflesse dai loro
disagi,
 
Medico attraverso te, me
mai cosa più sbagliata
Fu
in quelle primavere uggiose,
lasciarsi andare dentro nodi
che non sanno di felice consonanza,
ma solo da archi di sambuco
le frecce,
 
Raccolgo i miei resti e li ripongo
in quella danza schizzata
in involontarie sciocche
Emarginazioni




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3775058