Il principe Playboy

di HyeSeok
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Sungminstava flirtando con il pericolo, lo sapeva. Con il disastro. Perché aveva rivolto a Kyuhyun una domanda così provocatoria? Non voleva un coinvolgimento personale con il principe. Non voleva conoscerlo. Voleva solo fare il suo lavoro e farlo bene, come sempre. Il lavoro gli dava la sensazione di avere uno scopo e lo rendeva felice, e l’ultima cosa che desiderava era che il principe Kyuhyun sconvolgesse entrambe quelle sensazioni.
Il problema era che quell’uomo continuava a confonderlo. Da una parte era talmente bello e affascinante che non era difficile credere a quello che dicevano i rotocalchi. Tuttavia, non aveva esattamente l’aria di un playboy, o di un giocatore di casinò. O forse era solo un’ingenuo, perché una parte di lui non voleva che lui fosse proprio quell’uomo?
«Il mio sogno... be’...» iniziò Kyuhyun, posando il bicchiere, «non è mai stato il mio desiderio essere l’erede al trono di Montvidant.»
«Ma deve averlo sempre saputo...»
«No. Ahra, mia sorella maggiore, avrebbe dovuto diventare regina. In Montvidant il primogenito sale al trono, non importa di che sesso sia.»
«Molto avanzato come modo di pensare.»
Lui piegò la testa in cenno di assenso. «Ma mia sorella ha abdicato tre anni fa per poter continuare la sua carriera di medico.»
«Medico?» Non ricordava di aver letto nulla di simile sui giornali. Per la verità, ora che ci pensava, non rammentava di aver letto niente riguardo Montvidant prima che il principe Kyuhyun apparisse sulla scena, fotografato in tutta Europa con splendide donne al braccio.
«Ha preso la sua prima laurea in Medicina a Cambridge, diventando ricercatrice. Ma quando la salute di nostra madre ha cominciato a degenerare, avrebbe dovuto dedicarsi in prima istanza ai suoi doveri di futura regnante. Invece voleva continuare a dedicarsi alla ricerca, così ha abdicato rendendo me l’erede al trono.»
«E lei come si è sentito?» domandò Sungmin, a dispetto del suo proposito di non coinvolgersi personalmente con il principe.
Lui si strinse nelle spalle. «Accettai.» Il che non gli diceva molto. Lui sorrise, chinandosi in avanti. «Adesso, le domande più importanti. Verrai con me domani alla Morgan Library, Sungmin?»
Cercò di ignorare il flusso di calore provocato dal suono del proprio nome sulle sue labbra, e il fatto che recarsi con lui alla biblioteca esercitava un’attrattiva fin troppo forte su di lui. «Sono sicuro che il signor Leeteuk vorrà incontrarsi con lei...»
«E io con lui. Ma voglio anche rivedere... te.»
Il cuore di Sungmin precipitò in caduta libera fino ai piedi. Lo sguardo grigio-azzurro di Kyuhyun era intento su di lui, così non poté distogliere gli occhi. «Perché...me?» domandò dopo un momento, la voce poco più che un sussurro.
«La risposta più facile è che sei l’unica persona che conosco in città» rispose Kyuhyun. «Ma la risposta vera è che voglio trascorrere più tempo con te.»
Sungmin non aveva una risposta. Il cuore sprofondò di nuovo e la gola si seccò, mentre ancora non riusciva a distogliere gli occhi da quelli ipnotici di lui.
«E tu, Sungmin?» domandò Kyuhyun, la voce bassa, l’accento debole ma percepibile. «Tu desideri passare altro tempo con me?»




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