Conquest

di Forneus
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Acqua. Macerie. Era solo quello. “No, non voglio morire. Non adesso” pensò la leonessa. Cercava di tenersi a galla ma la corrente era troppo forte e lei aveva una zampa rotta, “stupidi tronchi”. Continuava a farsi trascinare dalla corrente. Minuti? Ore? Non lo sapeva. Poi batté la testa su qualcosa di solido. “Terra”. Cercò di alzarsi. Pessima idea. Provò ad aprire gli occhi e vide solo terra e puntini neri, “no, non svenire o rischi di morire” pensava. Cercò di chiamare aiuto ma aveva la voce ridotta a un sussurro. Fece appena in tempo a sentire una voce -RAGAZZI! AIUTO!- che svenne. *** Ruggiti. Probabilmente un combattimento tra due branchi. Ma che importava a loro, quelli delle terre del branco gli odiava, quelli delle terre di nessuno gli erano completamente indifferenti. -Cosa succede?- chiese una leonessa, Ester. -Un combattimento tra i due branchi, Ester, ce ne sono stati molti ultimamente- rispose il leone vicino a lei, Earth, -o sbaglio?- era titubante dopo aver visto quello che era successo poco prima, la loro amica Flare che intrappolava un gruppo di zebre in un cerchio di fuoco. Tutti loro avevano usato i loro poteri. Ma mai su uno spazio così ampio. -No, hai ragione, su tutto, però…- rispose la leonessa fuori dalla grotta -però questo è stato il peggiore, probabilmente “l’ultimo”- pronunciò quell’ultima parola con sarcasmo come se lei sapesse che non era affatto l’ultimo. -RAGAZZI! AIUTO!- Dafne. I due leoni all’esterno della grotta si scambiarono un messaggio muto ma chiaro “quella ragazza si mette sempre nei guai” e scattarono verso la pozza d’acqua dove si trovavano i due leoni. *** Quando rinvenne sentì qualcuno parlare poco distanti da lei -non può stare qui- -era in pericolo, cosa ci costa aiutarla?- -Va bene ma poi dovrà andarsene-. “Ha ragione non posso stare qui” pensò la leonessa. Ma sapeva che non poteva semplicemente alzarsi e andarsene. Non sapeva se quei leoni erano ostili. Non aprì gli occhi, prima provò a muovere la zampa rotta, no, non era rotta “com’è possibile?” allora aprì gli occhi. -Non possiamo rischiare, dovrà tornare da dove è venuta, senza discussioni e…- si interruppe e si girò verso la nuova arrivata, che si stava svegliando in quel momento -Oh, buongiorno- esordì. La leonessa balzò in piedi e sguainò gli artigli -Chi siete? E cosa volete?- chiese. Contò 8 leoni in tutto, metà maschi e metà femmine. Avevano tutti un mantello abbastanza chiaro come quello dei ghepardi ma senza macchie. I maschi avevano delle criniere con colorazioni particolari (rosso acceso, biondo, marrone e bianco) e le femmine avevano dei ciuffi di pelo lungo sull’occhio destro, eccetto una che lo portava sul sinistro (quella rossa, che le aveva dato il buon giorno) -Allora- cominciò il leone con la criniera bionda -in quanto al “cosa volete”, noi non vogliamo proprio niente da te, piuttosto sei tu che sei finita davanti alla nostra tana, almeno ringrazia mia sorella Dafne che ti ha guarito- indicò la leonessa con il ciuffo biondo -Grazie- disse la rinnegata con un tono molto duro, per niente grato -comunque…- -Aspetta- era stata la prima leonessa a parlare, la rossa -non possiamo rischiare, dicci tu chi sei e poi magari noi risponderemo alla tua prima domanda- “È giusto” pensò lei. Era finita nel loro territorio e li stava fronteggiando in posizione d’attacco anche se sapeva che non era in grado di batterli (non le faceva male nulla ma era ancora debole), si arrese, rinfoderò gli artigli e rispose -Io sono il capo-branco delle rinnegate. La prima cacciatrice di Scar. Io sono Zira-.




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