Eternal.
“Se
ci fosse
un altro modo, credi che ti proporrei una cosa
del genere?”
Ci
aveva pensato
molto, Aquarius, prima di rivelare a Lucy una cosa
simile, soppesando altre soluzioni possibili.
Aveva sempre mal sopportato quella ragazzina che mai
– mai, nella sua intera esistenza – avrebbe creduto
sarebbe arrivato il momento in cui si sarebbe sacrificata pur di
aiutarla a salvarsi e vincere lo scontro.
Nonostante fosse uno spirito
celeste la sirena si rese conto di possedere una parte profondamente
umana: con dei sentimenti – spesso repressi –,
delle emozioni altalenanti, dei pensieri... e con la paura per
l'ignoto.
Cosa sarebbe successo,
dopo che la sua chiave sarebbe andata
distrutta?
Cosa ne sarebbe stato di lei?
La magia che le aveva proposto
era qualcosa di sconosciuto, perché raramente uno Spirito
Celeste provava un affetto ed una devozione tali verso il possessore
della propria chiave da rivelare quella magia; e ancor più
raro era il fatto che il mago possedesse un potere magico abbastanza
grande da poter fare una cosa del genere.
Non era una cosa da tutti.
Ma
Lucy non era tutti.
Aquarius cercò di fare spazio nella
propria mente che spesso era stata troppo irruente e scorbutica come i
suoi comportamenti.
Provava un tale
sentimento verso quella ragazzina piangente tanto da
volerla salvare?
Da qualche parte nella sua mente – o forse
era il suo cuore? – qualcosa le disse di si.
Si.
Era sicura
avrebbe funzionato, perché a farlo sarebbe stata Lucy, e
Lucy – Lucy, quella ragazzina maldestra di cui sempre aveva
mal sopportato la vista ogni volta che la evocava – in tutti
quegli anni era sempre riuscita a sorprenderla.
Forse sarebbe ritornata
nel mondo degli spiriti stellari... o forse la sua chiave sarebbe
rimasta distrutta per sempre.
Ma andava bene
così.
“Distruggere
la mia chiave non significa che
morirò... significa solo che non saremo più in
grado di vederci.”
Aquarius
digrignò i denti, sentendo il tempo stringere e il
suo potere magico farsi sempre più flebile.
Era una sua
decisione, ma non ne conosceva pienamente le conseguenze. In quel
momento temette di dover essere per sempre relegata solo alla sua
dimensione, venendo meno al compito per cui era nata e su cui si
fondava la sua magia. Combattere al fianco di un mago.
Lucy piangeva,
piangeva disperata, come se quella separazione fosse già
avvenuta. Sentiva nel cuore quel vuoto incolmabile che la perdita di
una persona cara lascia, la scia di sofferenza che si porta dietro
inesorabile.
L'aveva provato con sua madre e forse un po' anche con suo
padre – un padre stato sempre lontano e irraggiungibile
–, conosceva fin troppo bene quelle sensazioni. Sperava non
ci avrebbe più dovuto avere a che fare per molto, molto
tempo.
Per quanto scontrosa ed isterica, ogni volta che l'aveva
evocata, Aquarius c'era. Era sempre arrivata. Era sempre stata al suo
fianco, nonostante tutto.
Lucy non poteva nemmeno immaginare una vita
senza di lei, senza più sentirla gridarle contro, senza
più dirle quanto non fosse femminile, senza più
essere immersa in quel mare d'acqua che riusciva a creare ogni volta.
Aveva imparato ad amare tutte quelle cose, fare tesoro di tutti quei
rimproveri che negli anni le erano sempre arrivati addosso. Era
riuscita a trasformarli in carezze, aveva visto sotto la superficie il
loro significato – sapeva che, in fondo, era il modo di
Aquarius di dirle che le voleva bene e prendersi cura di lei.
“All'inizio
ero lo Spirito Celeste di tua madre. Quando
morì, la mia chiave fu passata a te. Ero così
contrariata. Non avevi nulla della grazia di Layla.”
Dover
stare a fianco
di quella bambina le era sempre pesato. Era
maldestra, capricciosa e ignorante. La evocava dalla vasca o dalla
boccia dei pesci pur sapendo che era una cosa che odiava.
Era sempre
stata una zuccona.
Aquarius si era sentita legata a lei solo dalla
devozione per Layla, ma stare dietro a quella ragazzina era stata la
cosa
che più aveva odiato al mondo. Non aveva mai voluto quel
compito. Così simile a sua madre eppure così
diversa.
Lo spirito celeste ammise a se stessa che aveva sempre odiato
Lucy perché le ricordava Layla – Layla che l'aveva
lasciata sola, provocandole un vuoto incolmabile e lasciandola nelle
mani di una bambina ignara su come fare uso del suo potere.
La sirena
si era ripromessa che non si sarebbe mai più legata ad un
possessore della sua chiave, perché lei era una figura
eterna, una creatura che avrebbe vissuto oltre lo spazio ed il tempo.
Frutto di una magia che gli uomini probabilmente non avrebbero mai
potuto raggiungere.
Aveva sempre conosciuto maghi nuovi, ma era stanca.
Forse restare per sempre nel mondo degli spiriti stellari le avrebbe
dato quella pace che da tempo cercava. Si sarebbe tolta la
responsabilità di dover vegliare su quella ragazza.
“Per
tutto
questo tempo ti ho sempre odiata.”
“Puoi
odiarmi, non mi interessa! Io ti ho sempre voluto bene,
Aquarius. Sei stata la mia prima amica.”
Aquarius
si trattenne
dal sorridere ma una parte di sé si
sentì sollevata. Lucy non sarebbe cambiata mai. Sarebbe
sicuramente diventata una grande donna anche senza i suoi continui
sbeffeggiamenti sul suo essere imbranata e le frecciatine riguardanti
la sua scarsa sensualità.
Ma a Lucy tutto quello sarebbe
mancato. Sarebbe mancato terribilmente. Non poteva tradire in quel modo
una sua amica.
Non poteva farlo.
Era anche uno dei pochi ricordi
concreti che la legavano a sua madre. Layla aveva affidato quella
chiave a lei. Non poteva staccarsene. Non poteva distruggerla. Non
poteva non vedere mai più Aquarius.
Non poteva.
Era una
possibilità che non voleva nemmeno vagliare con il
pensiero. Il solo immaginare di farlo le spaccava il cuore.
“Cos'è
importate, i ricordi? Le chiavi? Un
sentimento di rimorso? No! E' il potere di salvare i tuoi
amici!”
Glielo
aveva insegnato
lei. Lo aveva insegnato a tutti loro.
Lucy era
riuscita a farsi voler bene perfino dal Re degli spiriti stellari per
la sua determinazione e la sua lealtà verso di loro. Li
aveva sempre considerati amici e non oggetti da usare.
Internamente,
Aquarius dovette ammettere che quella ragazza assomigliava a sua madre
più di quanto immaginasse.
L'aveva vista crescere sempre
sola, sempre rinchiusa in quella villa, lontana dalla vita che una
bambina della sua età avrebbe dovuto poter vivere.
Forse per
quel motivo teneva tanto in considerazione il valore dell'amicizia
– come tutti, in quella gilda a cui tanto aveva sognato di
unirsi. Una persona che è sempre stata privata di una cosa
desiderata, quando la trova sa darle il giusto valore.
L'aveva
osservata porsi degli obiettivi, prendersi le sue
responsabilità, riuscire a lasciarsi alle spalle gli
obblighi e le costrizioni. L'aveva vista maturare, riuscire a scappare,
trovare quegli amici tanto desiderati, vivere avventure: l'aveva vista
ridere, piangere, imbarazzarsi, combattere, cadere e rialzarsi.
E,
dopotutto, stare al suo fianco non era stato poi così male.
“Fallo
Lucy!
Distruggi la mia chiave!”
Aquarius
sputò fuori quelle parole. Lucy piangeva e non si
decideva a evocare il Re degli spiriti stellari. Se continuava
così, c'era il rischio che per tutti loro sarebbe stata la
fine. Non potevano permetterselo.
Lucy era l'unica che in quel momento
poteva salvare tutti i suoi compagni e doveva sbrigarsi, doveva
lasciarsi dietro i rimorsi e la sofferenza.
Non c'era più
tempo e Aquarius lo sapeva. Sapeva che anche la maga ne era consapevole
– e per questo, probabilmente, piangeva sempre più
disperata.
Avrebbe dovuto dire addio ad una delle persone a cui teneva
di più – avrebbe voluto più tempo,
più tempo per parlarle, per dirle ciò che
pensava, più tempo per accettare quel dolore che le stava
annebbiando la mente e trovare la forza di fare quel gesto.
Nonostante
fosse la stessa Aquarius ad averglielo chiesto, Lucy si
sentì tremendamente in colpa e bloccata. Ma... non voleva
deluderla. Le stava facendo un regalo troppo grande perché
potesse rifiutarsi. Stava dando la sua vita per lei.
“Io...
ti
voglio bene, Aquarius.”
Aquarius
venne avvolta
dalla luce dorata e pianse, sentendo il petto
bruciare, scoprendo quella parte di sé tenuta sempre
relegata nel profondo della sua anima senza vergognarsene. Aveva sempre
fatto la dura, ma in quel momento non c'era più nessun
motivo per doverlo
essere.
Solo se il legame era
abbastanza forte avrebbe funzionato...
Il
petto bruciava, faceva male, ma lo sguardo che rivolse alla ragazza era
pieno di orgoglio. Lucy era cresciuta e maturata più di
quanto si sarebbe mai immaginata e mai come in quel momento le
ricordò Layla. Sua madre sarebbe stata sicuramente fiera di
sua figlia, come, senza mai riuscire ad ammetterlo, lo era anche lei.
Avrebbe funzionato.
Tra le lacrime Aquarius sorrise, consapevole che
non si sarebbe mai dimenticata di quella ragazza e di come le aveva
cambiato la vita. Avrebbe sempre avuto un posto speciale nel suo cuore,
e per questo... andava
bene così.
“Mi
mancherai, Lucy. Hai fatto per me più di
quanto tu possa immaginare. Grazie.”
Ciao
a tutti
:)
Torno dopo moltissimo tempo con un'altra delle mie one-shot, questa
volta su Aquarius/Lucy. Ho rivisto l'episodio e non ho potuto farci
niente, l'ispirazione è venuta da sola.
C'è da
dire che Aquarius è sempre stata la mia preferita tra gli
spiriti, forse per come si presenta o forse perchè
è il mio segno zodiacale, non saprei lol Quindi questa scena
mi ha sempre spezzato dentro. Spero di essere stata IC.
Doveva essere un'introspezione interamente sullo spirito celeste ma poi
mi è sembrato giusto dare un po' di spazio anche a Lucy.
Le
frasi in corsivo tra le virgolette sono prese dall'episodio dell'anime.
"Eternal", come
eterno è il legame che lega le due ragazze. Ovviamente non
tengo conto di quello che succederà in futuro (e che per me
tecnicamente è ancora spoiler perché sono ferma a
inizio Alvarez)
E niente... vi
ringrazio per esservi fermati a leggere e ringrazio in anticipo chi
apprezzerà questa mia breve creaturina.
D.
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