A demon

di Winterwings
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Evangeline amava fare lunghe passeggiate nel cuore della notte. La sua era una città sicura, pensava, e non immaginava quanto si sbagliasse. Quella notte infatti, perfino l’aria estiva sembrava diversa dal solito, con un che di inquietante e misterioso, eppure lei non lo percepì. La strada era illuminata da lampioni, e di tanto in tanto capitava che qualcuno lampeggiasse o si spegnesse del tutto. Camminava tranquilla, immersa fra i suoi pensieri da diciassettenne, quando lui la notò. Xavier era un predatore nato, e quella piccola, dolce ragazzina dai capelli platino, la sua preda. Gli occhi neri del giovane guizzavano, seguendo la figura della ragazza. “Ucciderla o portarla con me?“ Questo era il pensiero del demone, ma un assassino, rimane pur sempre un assassino. Apparve alle sue spalle, e raggiungendola in silenzio la sorprese. Evangeline non ebbe neanche il tempo di urlare o emettere il minimo suono, poiché i lunghi denti del demone le affondarono sul collo. Prima di morire, squarciata da quei denti affilati in preda al dolore, cedendo la sua vita al demone, vide la morte in faccia. Vide proprio Xavier, con i suoi occhi scuri, luccicanti, carichi d’adrenalina, tanto diversi dai suoi azzurri, limpidi e innocenti. Xavier amava tutte le sue prede, le sceglieva con cura, e amava il loro sangue, dolce nettare. Amava anche uccidere, portare con sé quell’ultimo briciolo di vita dai loro corpi, e bere fino all’ultima goccia di sangue. Tutto quello lo faceva sentire umano, lui che umano, forse, non lo era mai stato. Non aveva bisogno di una compagna, né di amici, ad ogni luna nuova, mieteva la sua nuova vittima, e per quel breve tempo in cui le strappava la vita a forza dal corpo, la amava, amava profondamente e gli bastava. Era un assassino, un predatore, e a modo suo, anche un amante. Ma per quanto ancora avrebbe vissuto all’ombra della sua maledizione e in solitudine?




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