Empathy

di Wolfirea
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Le lacrime gli caddero copiose sulle gote nivee, bagnando i profondi solchi scavati in prossimità del viso, dove il mento, piuttosto deformato, appariva più appuntito del solito.
Arrivò lì senza accorgersene.
I passi strascicati udibili fino a molti metri di distanza, il respiro strozzato, le braccia che tremavano.
Era più forte di lui, non poteva continuare così e una soluzione ormai non c'era più.
Venne scambiato per un fantasma, i quadri quasi risero additandolo.
La sua vita era il meno, aveva capito di essere insignificante nel momento esatto in cui aveva smesso di essere padrone di se stesso.
Lui non era più il purosangue di ricca famiglia, il nobile rampollo che ambiva ai piani alti, ad un futuro più che roseo.
Era diventato il servo devoto di uno scellerato e dalle sue azioni ne dipendeva la vita di persone che lui non poteva proteggere.
Draco si sporse dalla torre di astronomia, sputando saliva scarlatta giù dal davanzale.
Il labbro sanguinava, martoriato più del necessario.
Non poteva uccidere Silente, non ne aveva nessuna intenzione.
Nonostante tutto stimava quell'uomo e privarsi di quei pochi insegnamenti che gli aveva donato sarebbe stato come bruciare al vento ogni possibilità di salvezza.
Ma era troppo tardi ormai, non poteva fare più niente per tornare indietro; suo padre aveva fatto una scelta sbagliata che a tutti loro sarebbe costata la vita. 
Perché l'avrebbe ucciso, il Signore Oscuro non si sarebbe fatto alcuno scrupolo, era inutile illudersi di false speranze.





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