Conchiglie Rotte

di Hembrant
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Martedì 22 Maggio

Mi ricordo quando ti aspettavo. 
Mi mettevo a letto serena, la maggior parte delle volte, e chiudevo gli occhi sperando di addormentarmi, così saresti arrivato più in fretta e non avrei dovuto aspettare troppo il calore del tuo abbraccio. Ricordo come mi salutavi e mi raccontavi della serata appena trascorsa con la voce un po’ assonnata, già a metà tra la realtà ed il mondo onirico. Ricordo come mi baciavi la schiena quando ero girata sul fianco e come invece allungavi il braccio per farmi spazio sul tuo petto quando ero rivolta verso di te. Ricordo la morbidezza della tua pelle quando ti accarezzavo i fianchi prima di dormire, ricordo le tue spalle larghe che troneggiavano su di me ogni volta che mi abbracciavi. Mi stringevi così forte che sentivo il mio cuore fondersi con il tuo…e ora è come se l’avessi portato via con te quando hai attraversato quella porta. Non so più cosa fare…vorrei dei chiarimenti, ma allo stesso tempo ho paura che non mi ami più e che non vuoi più provare a tener viva la nostra storia. Questa paura è devastante. Lo è, perché non riesco a lasciarti andare. Lo è, perché il mio posto è accanto a te e da quando te ne sei andato non sono più riuscita a sentirmi a casa da nessuna parte. Il mio posto nel mondo è dove sei tu…e tu sei andato via. E senza di te non ho un posto in cui tornare. 
Tempo fa ti dicevo che tu sei la mia ancora e tu rispondevi che io sono la tua nave. E infatti tu hai preso il mio cuore e hai preso il largo, mentre io sono inevitabilmente bloccata qui, in questo posto, in questo istante. Immobile, come la sirena sulla scogliera di Copenaghen. 
Tornerai a prendermi?





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