La mia regina

di Amber56
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«Sii la mia regina».
Quel ragazzo sarebbe stato la sua morte, ne era certa.

Erano amici da anni, si erano incontrati la prima volta quando il principino era andato alla fiera con la sua governante. Aveva visto una bambina con delle caramelle in un sacchetto e ne aveva volute un po’ per sè, quindi le avevanoa toccato la spalla e gliele aveva “chieste”. La ragazzina l’aveva guardato storto e gli aveva detto di no, poi si era girata e aveva ripreso a camminare. Il bambino si era lamentato con la governante, che gli aveva proposto di andargliele a comprare, ma non c’era stato verso. Lui voleva le caramelle di quella ragazzina.
L’unico problema era che l’aveva persa di vista in mezzo a tutta quella gente. Si era imbronciato, ma non aveva pianto. I futuri re non piangono. Si era imbronciato, e aveva aspettato la fiera del mese successivo, nella certezza di ritrovare la ragazzina con le caramelle. Non l’aveva trovata subito. Era rimasto fermo vicino al negozio delle caramelle per aspettarla e lei era arrivata verso metà mattina. Lui le si avvicinò (le corse incontro, più che altro) le toccò la spalla e le chiese una caramella. Lei disse di no nuovamente, ma stavolta il piccolo principe era pronto. Tirò fuori uno dei suoi giocattoli (una rana di peluche) e le propose un baratto. La bambina accettò.

Era andata a finire che ogni mese per diversi anni avevano barattato caramelle con giocattoli, poi avevano cominciato a chiacchierare e a passare più tempo insieme (più tempo di quello che occorreva per i loro “commerci”) ed erano diventati amici. Emil, il principe, e Hana, la figlia della sarta.

E Hana, dopo anni di amicizia, era convinta che il suo migliore amico fosse intelligente. A quanto pareva, si era sbagliata.
A lei Emil piaceva, sul serio. E le sarebbe piaciuto accettare, davvero. Ma trovava veramente improbabile il fatto che lui potesse ricambiare, per questo era convinta che lui volesse farla diventare la sua regina perché erano migliori amici. 
Hana sbuffò, irritata.
«Mi dispiace che sia io a dirtelo, o gran principe, o futuro re, ma la tua regina deve essere qualcuno che ami, non la tua migliore amica, o gran caprone!».
«Ma tu sei già bravissima a regnare! Mi serve il tuo aiuto!».
«Cosa ne sai tu, se sono brava o no?».
«Beh, lo fai ogni giorno!».
«Ah si? E quando, di grazia? A meno che tu non ti riferisca ai fili e agli aghi, non ho idea di cosa tu stia parlando!».
«Tu… tu regni sul mio cuore!».
Silenzio tombale. Hana ci mise un po’ a capire cosa diavolo Emil avesse appena detto.
Poi gli si buttò addosso, stritolandolo in un abbraccio.
«Razza di scemo!».

 




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