Fake
Ill.
Era
sera inoltrata ed ognuno di noi si stava dirigendo verso la classe
per seguire regolarmente le lezioni.
Come
sempre la stanza che si presentava era buia, data l'ora, ma nessuno
si era mai azzardato ad accendere una luce, per evitare malevole
conseguenze.
Dopotutto,
nelle mie veci di vice-capo dormitorio, era mio compito evitare
consumazioni fuori pasto da parte di ciascuno.
In
attesa del professore di lettere, il quale era stato sostituito da un
Vampire Hunter con laurea in materia da un paio di notti, ognuno se
ne stava per proprio conto.
Kaname
era il solito in disparte, elegantemente appoggiato alla finestra
dalla quale io mi affacciavo : a parere di qualunque altro sguardo
avesse incrociato la sua figura, era immerso in una lettura, ma da
quello che potei dire conoscendolo, la testa e tutti i derivanti
pensieri erano rivolti alla sua cara Yuuki.
Sentii
la porta sbattere.
Era
entrato il professore.
<
bene cari signori vampiri ... siete pregati di prendere i vostri
posti > .
La
frustrazione di non poterci uccidere, era solito sfogarla attraverso
l'amarezza dalle parole e della voce.
Prese
a fare l'appello chiamando per cognome e nome, poi controllandone la
posizione.
<
Shiki Senri >
Non
ricevette alcuna risposta.
L'unico
suo occhio in grado di vedere analizzò l'aula.
<
Shiki Senri ? ... sapete dirmi dov'è o ha subito un destino
troppo crudele da poterlo rivelare ad un Vampire Hunter ? >
Nessuno
apriva bocca, perciò decisi di prender parola io. < ha
detto di essere stanco. Non è mai uscito dal dormitorio > .
<
grazie dello sforzo, Ichijou. Potresti andare a verificare se la sue
condizioni sono così “gravi” ? >
<
certo, professore > detto fatto.
Mentre
vagavo per i corridoi, pensai a come fortunatamente aveva dato
l'incarico a me : se, ipoteticamente, avesse richiesto in tal modo
qualcosa ad Aidou, avrebbe dovuto tirar fuori il fucile per legittima
difesa.
Mi
trovai quindi davanti alla porta della stanza di Shiki, indeciso se
bussare o no.
Decisi
infine di entrare nel modo più educato possibile, ma senza
ricevere risposta dall'interno.
Aprii
lentamente la porta ed intravidi la sua figura rannicchiata sotto le
coperte.
Mi
avvicinai fino a toccare il suo letto e con la mano gli arruffai i
capelli già disordinati per conto loro, per fargli aprire gli
occhi.
Sembrava
immerso in un sonno profondo.
Provai
a chiamarlo più volte, appoggiandomi col braccio in modo da
sovrastarlo, senza risultati.
Mi
sorpresi però a fissarlo senza più fare appello alla
sua attenzione.
Con
quell'aria angelica e innocente avrebbe incantato chiunque ... no,
Kaname a parte.
Decisi
che se dovevo disturbarlo, non l'avrei fatto solo in parte : mi
avvicinai al suo orecchio e a voce piena dissi < Shiki sveglia !!
> .
Quello
che capitò ancora prima che mettessi l'esclamazione alla fine
della frase, non l'avevo assolutamente calcolato come possibile
conseguenza.
Con
la forza di tutto il corpo mi aveva scaraventato dall'altra parte del
letto, facendomi sfiorare il muro con la testa.
La
situazione si era decisamente ribaltata.
Lui
era distrattamente seduto sul mio bacino e con le mani mi teneva la
braccia schiacciate contro il materasso.
<
ma cosa ... ?! > non finii la frase tanto ero stupito.
Ma
che cavolo gli era preso ?
Nella
luce lunare che penetrava dalla finestra, vidi i suoi occhi diventare
lentamente più scuri e brillare scarlatti nella notte.
Un
senso di timore mi invase inconsapevolmente.
Non
stava facendo niente, ma supponevo di poter prevedere le sue
intenzioni.
Tentai
di liberarmi con calma dalla sua presa : non l'avevo mai visto usare
la violenza su qualcuno, era sempre parso un tipo pacifico a tutti,
anche se si era notata la sua deplorevole passione per il sangue.
Cercava
sempre di sottrarne a tradimento, soprattutto a me, ma non era mai
stato eccessivamente aggressivo.
Mi
chiesi perchè questa volta si stesse comportando così.
Forse
gli negavo il mio sangue da troppo tempo ... ma insomma ! Neanche
fossi un distributore ambulante.
Agendo
sempre in gesti improvvisi, mollò la presa da un braccio e
strappò dalla divisa il fermacravatta argentato buttandolo
dietro di sé : senza esitare, tirò fuori la cravatta e
allentò tanto violentemente il nodo da farmi credere che
stesse pianificando di strozzarmi.
Non
riuscivo a trovare il senso logico.
Approfittai
del braccio libero e tentai di impedirgli altri movimenti, ma era
troppo tardi.
Tornò
a fare pressione sul mio braccio e con l'altra mano prese la parte
sinistra del colletto. L'abbassò fino a scoprire tutto
l'incavo tra il collo e la spalla.
Mi
puntai sul braccio destro, deciso a farlo tornare in sé.
<
Shiki basta !! > .
Non
sembrava sentirmi.
Lottammo
a pari forze, nessuno dei due riusciva ad avere la meglio.
Il
senso di disagio che si era accumulato nel mio petto, si stava
espandendo creando uno stretto nodo alla gola che mi mozzava il
respiro.
L'avevano
dovuto dare per malato, per giustificare la stanchezza che si portava
dietro da qualche giorno.
Ma
questa non era giustificabile.
Nessuno
mi avrebbe raccontato che quella a cui stavo assistendo – e
subendone gli effetti – io era una malattia.
Abbassai
la guardia, preso dai miei perchè e sentii il suo fiato sul
collo.
Passò
la lingua su un lembo di pelle e affondò i denti nella mia
carne.
Non
riuscivo a calcolare quanto mi sentissi idiota in quel momento :
morso da un mio coetaneo, i suoi canini che affondavano
percepibilmente di mm in mm e io non facevo nulla per respingerlo.
Sentii
il sangue fluire principalmente in un punto.
Niente
dolore, non avrei mai potuto sentire dolore.
Provai
ad irrigidire i muscoli del collo per contrastare anche solo
minimamente il suo attacco, invano.
Portai
il mio braccio a circondargli la testa e passai la mano nei suoi
capelli rossicci.
Non
avevo idea quanto sangue mi avesse già sottratto, io
continuavo solo a sentire il suo corpo sul mio, la sua destra
immobilizzarmi il braccio e la sua sinistra allontanare sempre di più
la camicia e la giacca dalla mia spalla.
La
cosa più stupida sarebbe stato dire che mi piaceva.
Mi
aveva sempre fatto piacere stare con lui, ma non era mai successo
niente del genere.
Ora
però mi stavo rendendo conto che mi piaceva.
Mi
sentii tremendamente incoerente e ripetitivo.
Cercai
di prendere la situazione nel modo meno drammatico possibile e usai
la mano libera per allontanarlo pian piano dalla sua bramata bevanda.
Docilmente
si lasciò allontanare e la luce illuminò di nuovo il
suo viso : un paio di occhi rossi come rubini ne incrociarono un
altro paio color smeraldo e vennero inghiottiti da questi, si
spensero, lasciando al loro posto due cristalli puri.
Rimasi
fermo ad analizzare il suo cambiamento.
Lui
non era cambiato, eccetto le sue iridi, ma dentro ora era decisamente
diverso.
Vidi
il mio sangue sul suo viso e portai la mia mano a coprire il morso.
In
poco tempo sarebbe guarito e anche le macchie che aveva lasciato
sarebbero sparite.
<
Shiki ... stai bene ? > non era il caso di arrabbiarmi, quel che
era stato fatto, era stato fatto.
Continuava
a fissarmi imperterrito.
Probabilmente
non sapeva rispondere alla domanda.
Mi
puntai sui gomiti e mi tirai su, ma lui non ne volle sapere di
muoversi.
Sembrava
una statua di sale.
Provai
a sorridere per sdrammatizzare. < Shiki ci sei ? ... ti
dispiacerebbe alzarti ? >
Come
se percepisse la mia voce a rilento, solo qualche istante dopo si
mosse e si sedette sul cuscino.
Mi
spostai e mi sedetti sul bordo del letto, tentando di sistemarmi :
trovai sotto i miei piedi la cravatta che mi era stata sottratta con
violenza e cercai di conseguenza il fermacravatta.
In
mezzo a quel buio non vedevo niente, perciò decisi di
occuparmi di ciò che avevo già trovato.
Riallacciai
così la cravatta rossa facendo riprendere alla divisa la
posizione originaria.
Gli
lanciai un'occhiata obliqua e lo vidi guardare assente le coperte,
immobile, seduto a poca distanza da me.
In
un gesto veloce feci quello che mi aveva appena dettato il pensiero :
infilai una mano nella tasca dei pantaloni e arrivai a contatto con
una scatolina di plastica, di relative dimensioni.
La
tirai fuori e, aprendola, misi in bocca 4 o 5 pasticche ematiche,
badando a non mandarle giù.
Mi
sentivo ancora leggermente frustrato da quanto Shiki aveva fatto
prima, perciò senza troppe cerimonie mi avvicinai, posai il
palmo della mia mano sotto il suo orecchio alzandogli la testa, gli
sorrisi e lo baciai.
Inizialmente
non pensai neanche a quanto stavo facendo e mi limitai a convincerlo
ad aprire la bocca.
Chissà
cosa stava pensando.
Dopo
un paio di tentativi per fagli rilassare i muscoli facciali, con mio
grande stupore lui rispose al bacio.
Non
era esattamente l'effetto che desideravo.
Ne
approfittai però per lasciare nella sua bocca le pasticche
ematiche, che diversamente non avrebbe mai preso.
Continuai
a baciarlo senza rendermene conto, anche quando le prime pasticche
vennero inghiottite.
Passai
più volte la lingua sulle sue labbra, attirato dal sapore del
mio sangue.
Avevo
sempre avuto un autocontrollo invidiabile, ma quell'insieme poteva
portarmi alla pazzia.
Quando
sentii che anche l'ultima parte di finto sangue scomparve, capii di
dover smettere : mi staccai dalla sua bocca ed evitai accuratamente
di guardarlo, ancora influenzato dai pensieri che mi erano nati poco
prima.
Passai
il dorso della mano a pulire i minuscoli residui di saliva e mi
alzai.
<
dirò al professore che sei ancora stanco, ma mi raccomando
riprenditi, ok ? >
Iniziai
ad interrogarmi su quanto tempo avevo trascorso lì dentro, non
appena formulai la domanda.
Non
me ne preoccupai gran che : se Yagari-sensei miracolosamente si fosse
accorto del fatto che non ero ancora rientrato, avrebbe solo potuto
essere più felice essendosi tolto dalla scatole un altro
vampiro.
Gli
rivolsi un ultimo sorriso, convinto solo in parte, e lasciai la
stanza.
*§*§*§*§*
Le
lezioni più lunghe alle quali abbia mai assistito.
Forse
per il fatto di non aver prestato la minima attenzione al libro
davanti a me o al professore che si atteggiava per poter risultare
più convincente nell'argomento.
Avevo
fissato un punto vuoto d'innanzi a me per gran parte del tempo.
Il
ricordo di cosa era successo in quella stanza si proiettava a flash.
Salutai
educatamente i due Guardians che anche per stanotte avevano finito il
loro lavoro.
Yuuki
mi guardò un po' stranita ; probabilmente ero più
silenzioso del solito.
Dirigendomi
su per la scalinata del Dormitorio Luna, feci per allentarmi la
cravatta, cercando di pensare a qualcos'altro pur di prender sonno al
più presto.
Chissà
se anche Shiki ... oh no, probabilmente stava già dormendo
della grossa.
Bombardato
di immagini, di ricordi di sensazioni, il morso, il sangue, il bacio
: emozioni forti, a cui spesso conseguivano azioni non calcolate.
Perchè
avevo pensato subito a baciarlo ?
Mi
trovai davanti alla porta della mia stanza.
Augurai
una buona notte convincente ad Hanabusa ed Akatsuki e girai il
pomello della porta.
Ma
la porta non si aprì.
Qualcosa
la bloccava, probabilmente da sotto.
Mi
piegai facendo scorrere le dita nell'intercapedine tra la soglia e il
telaio e trovai ciò che bloccava l'entrata.
Dal
materiale sembrava metallico e con un poco di sforzo riuscii a
sbloccarlo.
Lo
fissai stupito : non mi ero nemmeno accorto di non aver rimesso al
suo posto, sulla divisa, il fermacravatta.
Commento di
Alec :
<
Perry, sei in grado di rendere pornografica qualunque cosa >
xDxD
Compatitelo
poverino,
è
un maschio è non comprende *-*
Spero
che questa abbia reso giustizia alle ShikixIchijou,
dopo
l'obbrobrio che è venuto fuori nella precedente xD
Un
GRAZIE ai lettori (:
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