Stava aiutando sua cugina a curare i bambini che dei loro conoscenti
avevano lasciato loro mentre si godevano un pomeriggio libero. Aveva
appena messo a letto uno dei piccoli quando sua cugina lo
avvisò che
sarebbe andata qualche istante in bagno. Lui le sorrise e la
rassicurò che sarebbe andato tutto bene.
Si era seduto sul bordo del letto occupato da uno dei bambini quando
vide un corvo entrare dalla finestra. Stupito, si alzò e con
mani
tremanti, lo prese e lo lanciò fuori in giardino, senza
curarsi dove
andasse a finire.
Era tornato al suo posto quando cominciò a sentire dei versi
da
fuori la finestra, dove si trovava il campo da calcio nel quale una
squadra di ragazzi si stava allenando.
Si alzò una seconda volta e guardò fuori dalla
finestra. Davanti a
lui, sopra la rete che copriva il campo, c'era uno stormo di corvi
che non appena lo individuarono, cominciò a gracchiare e a
sbattere
all'impazzata le ali.
Fece qualche passo indietro lentamente, sentendo su di sé lo
sguardo
di centinaia di volatili che, da come li vedeva, sembravano volerlo
far fuori. Pestò un paperotto di gomma che fece svegliare un
bambino, facendolo urlare.
I corvi si alzarono subito in volo e si precipitarono giù,
dritto
verso la finestra che aveva lasciato aperta.
Fece uscire di corsa i bambini prima di trovarne un altro
rannicchiato nel letto che non voleva muoversi. Si lanciò
verso di
lui e gli fece da scudo.
In quel momento, i corvi entrarono e…
“... innie. Jiminnie”, sentì Yoongi che
lo svegliava,
scuotendogli delicatamente le spalle.
Il minore spalancò gli occhi e si trovò a fissare
quelli scuri del
suo ragazzo che lo guardavano preoccupato, con le sopracciglia
inarcate.
Senza dargli il tempo di reagire, Jimin gli si lanciò tra le
braccia, stringendolo forte mentre nascondeva il viso nell'incavo del
collo del contrario.
Yoongi gli accarezzò dolcemente i capelli, continuando a
sussurrargli all'orecchio che niente di quello che aveva sognato era
vero, che era solo un incubo.
Quando finalmente sentì il suo ragazzo calmarsi, lo
allontanò di
poco da sé per lasciargli un bacio sulle labbra, togliendo
il
broncio che aveva.
“Io… Ti va di dormire insieme a me?”
Domandò rosso in viso il
più piccolo.
Nonostante stessero insieme da quasi un anno, il castano si
imbarazzava ogni volta che condividevano il letto.
“Non me lo faccio ripetere due volte”, rispose
prontamente il
maggiore mentre si sdraiava sul letto e guidava il suo ragazzo a
posare la testa sul suo petto.
Con un braccio lo stringeva mentre la mano libera giocava con i suoi
capelli, cercando di rilassarlo al punto da farlo addormentare.
Jimin posò la mano sull'addome del suo ragazzo e strinse la
stoffa
della sua maglietta tra le dita. Sollevò il mento e
incrociò lo
sguardo del maggiore.
Avvicinò il suo viso a quello del contrario e gli
depositò un bacio
sulla guancia, arrossendo fino alle punta delle orecchie.
“È incredibile come arrossisci ancora adesso, dopo
che ci siamo
già visti senza vestiti addosso”,
commentò divertito Yoongi.
“Lo so che è strano ma… sono
così”, ribatté Jimin mettendo
il broncio.
Il moro non ci pensò due volte prima di baciare le sue
labbra,
togliendogli con la forza il broncio. Quando si staccò gli
sorrise
dolcemente.
“E chi ha detto che non vai bene così? Mi fai
venire solo voglia
di corromperti ancor di più.”
“Certo, così Jin hyung può trovare la
scusa per farti fuori? No
grazie…”
“Awwwww, sei così tenero quando ti preoccupi per
me”, disse
Yoongi portandosi una mano sul cuore.
“E tu quando fai il deficiente", replicò Jimin
sollevando
nuovamente il viso per baciare sulle labbra il moro.
Yoongi posò la mano libera su quella con cui Jimin gli
stringeva la
maglietta e intrecciò le loro dita. Poi girò la
testa verso il suo
ragazzo e gli baciò la punta del naso.
“Sappi che, ogni volta che avrai un incubo, io
sarò al tuo fianco
a tirartene fuori”, mormorò Yoongi cercando di
nascondere le
guance rosse al minore, ma questi le notò.
“Il mio cavaliere senza armatura?”
“Sì.”
“E se dovessi cadere in un sonno profondo, dal quale non
riesci a
svegliarmi?”
“Allora ti riempirò di baci fino a quando non
vedrò i tuoi occhi
posarsi nuovamente su di me”, rispose con serietà
il moro.
Jimin gli mise una gamba di traverso, avvicinandosi ancor di
più al
suo corpo, sollevò il mento e cominciò a posare
baci delicati sul
collo del maggiore.
Più i minuti passavano, più i loro occhi si
chiudevano sempre di
più e i loro respiri si facevano regolari, finché
il sonno non ebbe
la meglio e finalmente si addormentarono.
Jimin aveva trovato un lato positivo agli incubi. Il suo ragazzo,
poco propenso ad atti sdolcinati o molto romantici, lo coccolava per
calmarlo, e se per sentirsi così, tattato con cura, riempito
di
affetto e amore, doveva fare dei brutti sogni… Allora
sperava che
gliene capitassero sempre di più.
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