Questi
personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della CW;
questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
Tradimento.
Lexa rimase immobile a fissare i due ospiti, per lei, in
quel momento, indesiderati.
<< Titusa, Anya….che ci fate qui?
>> chiese, dopo essersi ripresa dalla sorpresa.
Il suo sguardo si posò subito su sua moglie, che
sospirò alzandosi in piedi ed avvicinandosi.
<< Li ho trovati sulla spiaggia…
>> disse la bionda, prendendo il cesto della frutta dalle
sue mani.
Lexa la guardò negli occhi, poi le accarezzò il
braccio.
<< Grazie >> disse, per il cesto.
<< Lexa! Meno male che stai bene, eravamo tutti
così preoccupati! >> disse Anya alzandosi e
andando verso la bruna, che evitò il suo mentore con
freddezza e si avvicinò di più alla bionda.
<< Perché siete qui? >> chiese
subito, fissandoli con sguardo duro.
In quel momento, Titus notò le due donne insieme.
<< Il tuo popolo ha bisogno di te, Heda e anche di
Wanheda >> aggiunse, serio.
<< Io non sono più Heda, Titus
>> rispose glaciale la bruna.
L’uomo sospirò.
<< Quello che è successo è
irrilevante, siete Heda finché non sarà scelto un
successore >> spiegò.
<< Allora sceglilo! Io non sono più il
Comandante, sono stata sconfitta! >> disse Lexa,
incominciando ad arrabbiarsi.
<< Lexa tu sarai sempre la nostra Heda >>
disse Anya, stupita dalla sua reazione.
<< Non puoi scappare dai tuoi doveri! Come Wanheda non
può rimanere segregata su quest’isola!
>> disse brusco, Titus.
All’improvviso, il pugno di Lexa colpì il tavolo,
facendo calare il silenzio nella stanza.
<< NON chiamarla così…Mai
più!! Lei è Clarke! Non Wanheda! NON ME LA
PORTERETE VIA! >> urlò piena di rabbia.
Il braccio della bionda, le circondò le spalle. Il suo viso,
fra i suoi capelli.
<< Ai Houmon , calma >> le
sussurrò all’orecchio, per calmarla.
Titus e Anya assistettero sconcertati alla reazione della bruna.
Lexa si calmò, posò la mano sul braccio della
bionda e si voltò a guardarla.
<< Sarete stanchi per il viaggio, potete rimanere per
riposare >> disse, sempre voltata verso la bionda, poi si
girò verso i suoi ospiti.
<< Poi ve ne andrete…lasciateci in pace
>> e con queste parole uscì, sbattendo la
porta.
Clarke rimase a fissare l’uscita per un po’, poi
emise un leggero sospiro e si voltò verso di loro.
<< Mi dispiace, non si aspettava una vostra
visita…neanche io a dire il vero. Sapevi che ero qui?
>> chiese la bionda all’uomo.
<< Una volta hai parlato di questo posto, ho solo sperato
di non sbagliarmi. Wanheda, la missione… >>
provò Titus, ma venne interrotto, immediatamente, da Anya.
<< Sta bene? >> chiese, riferendosi alla
bruna.
Clarke le sorrise, tristemente.
<< Ne ha passate tante…vedrete che le
passerà >> disse, rassicurandoli, poi fece un
cenno di scuse col capo e uscì, andando dalla bruna.
Trovò Lexa seduta sull’erba, poco lontano dalla
loro casa, ammirando il panorama.
Clarke si sedette di fianco a lei.
<< Non dovremo accogliere i nostri ospiti, invece di
urlargli contro? >> domandò ironica la bionda.
Lexa si voltò verso di lei, lo sguardo serio.
<< Vogliono portarti via da me >>
Clarke sorrise.
<< Nessuno riuscirebbe ad allontanarmi da te
>> disse, portandole una ciocca di capelli dietro
l’orecchio.
<< Solamente tu potresti farlo >>
continuò, rassicurandola.
<< Sono cambiata, non sono più la stessa
>> confessò, abbassando lo sguardo.
Clarke le alzò il mento.
<< Allora mostraglielo >> le rispose.
Lexa annuì, avvicinandosi per farsi abbracciare. Le braccia
di Clarke l’avvolsero subito, forti e sicure.
Quando rientrarono, Lexa si scusò e invitò i suoi
ospiti ad accomodarsi per la cena.
Anya osservò attentamente, come le due interagivano tra
loro. C’era qualcosa di diverso, sembravano come due
calamite, attirate l’una all’altra.
Osservò il sorriso di Lexa, spontaneo e radioso, come non
l’aveva mai visto prima. Lo sguardo si spostò
sulla bionda, anche lei con un’espressione simile, ma Anya
notò nel suo sguardo, un velo di tristezza.
Poi osservò il ciondolo che portava la bruna al collo, aveva
già visto quel blu intenso, il suo sguardo si
posò su Clarke, che con attenzione e cura aiutava Lexa a
mettere la carne e l’insalata, sul piccolo tavolo di legno di
fronte a loro.
Era il colore dei suoi occhi. E all’improvviso,
capì.
Si erano appena seduti a tavola quando il giovane generale diede voce
ai suoi pensieri:
<< Siete sposate adesso >> non era una
domanda, ma una constatazione.
Le due, rimasero soprese, da quelle parole improvvise. Lo sguardo di
Titus si posò, immediatamente, sulla bionda.
<< Sì, io e Clarke ci siamo sposate
>> rispose la bruna, guardando incantata e con amore la
bionda, che era intenta, di rimando ad osservare, di sottecchi la
reazione dell’uomo.
Anya sospirò, le sorrise e rispose:
<< Mi congratulo con entrambe allora >>
Lexa la ringraziò, poi il suo sguardo si spostò
sul suo maestro, che aveva la testa china e stava in silenzio.
Mentre Anya e Lexa rimasero dentro, Clarke e Titus, uscirono, con la
scusa di tagliare un po’ di legna.
Anya camminava lentamente per il piccolo soggiorno, notando i veri
ritratti e i disegni, appesi alle pareti.
<< Questi sono bellissimi >>
affermò, fermandosi ad osservarne uno in particolare: Lexa
sorridente con un fiore tra i capelli sciolti, mossi dal vento.
<< Li ha fatti tutti Clarke, per non
dimenticare… >> disse, chinando il capo,
tristemente.
<< Hai dimenticato però, i tuoi guerrieri, la
tua gente…la tua famiglia >> la
rimproverò, quasi.
Lexa si voltò, verso il ritratto di Aden e degli altri
Natblida.
<< Non potrei mai dimenticare…
>> poi si voltò verso la donna.
<< Ma non sono più quella di prima, quel
giorno, si è spezzato qualcosa dentro di
me…credevo di essermi persa per sempre >>
spiegò, ricordando quei giorni.
<< Quel vuoto che sentivo, però, si
è riempito, Clarke mi ha aiutato a farlo, ha preso i vari
pezzi di me e li ha rimessi insieme, poco a poco, piano e con pazienza
>> disse, guardandola negli occhi.
<< Non credevo di avere più il diritto di
stare qui, su questa terra, dopo aver deluso tutti voi, il mio
popolo…ma Clarke ha combattuto per me, ogni
giorno…mi ha mostrato che dovevo qualcosa alle persone che
avevo perso, dovevo continuare a vivere >> disse,
accarezzando il ritratto con le dita.
<< Concedermi la possibilità di vivere davvero
e essere realmente felice… >>
sussurrò, sorridendo.
Anya sospirò, capiva il suo secondo perfettamente, aveva
sempre sognato questo per lei.
Continuò a camminare, osservando la piccola casa. Percepiva
calore e amore in ogni singolo angolo. Si avvicinò al
piccolo tavolo e notò un piccolo vaso di terracotta con
dentro dei bellissimi fiori colorati. Sfiorò i petali,
delicatamente, con le dita.
<< Clarke li raccoglie per me, tutte le mattine
>> spiego la bruna.
E Anya capì, che la sua Heda non avrebbe più
fatto ritorno.
<< Sposate! >> disse Titus, adirato.
<< Dal tuo tono capisco che non ne sei compiaciuto
>> disse sorridendo, la bionda.
Titus le si parò di fronte, arrabbiatissimo.
<< Che cosa ti è preso?? Come hai potuto fare
una cosa simile?! Non hai pensato alle conseguenze?! >>
continuò, sbraitando.
Clarke rimase lì a fissarlo un attimo.
<< Mi rendo perfettamente conto, Titus
>> sospirò, rassegnata.
<< La missione è fallita! Non sono riuscito a
trovare un altro Natblida! >> urlò frustato,
mettendosi le mani in testa.
<< Lo so Titus, va bene così >>
disse calma la bionda.
L’uomo si voltò guardandola sconcertato.
<< Va bene così…va bene
così?! Vuoi andartene è questo che vuoi?? Ci
lascerai nel momento che abbiamo più bisogno di te? Lascerai
Lexa ad una vita vuota?! >> urlò furioso.
<< Lexa prenderà il suo posto di Comandante e
avrà te, Anya e Indra ad aiutarla, andrà tutto
bene Titus >> cercò di calmarlo, ma sembrava
inutile, la sua ira sembrava aumentare.
<< Vuoi morire? È questo che vuoi? Allora
perché sposarla? Non hai idea di come si sentirà
dopo? Beh io si, sopravvivrà ad una vita fatta di ombre e di
oscurità, ti odierà! >>
continuò irato.
Clarke lo guardò negli occhi e disse:
<< Ricordi un momento, dove sei stato inspiegabilmente e
meravigliosamente felice? Quella felicità da toglierti il
fiato… >> chiese all’uomo, che a
quelle parole si calmò, ricordando quel momento.
<< Si… >>
<< Quel giorno è stato il più bel
giorno della mia intera esistenza >> confessò
la bionda, avvicinandosi.
<< Sono qui da moltissimo tempo, Titus…ho
visto e fatto tantissime cose, ma non mi sono mai, MAI, sentita
così prima di quel giorno >> disse con
più foga.
<< Lexa mi fa sentire…reale! >>
disse mentre calde lacrime le bagnavano il viso.
<< Lei mi guarda e vede me! ME, Titus! >>
disse, toccandosi il petto.
Il Fleimkepa a quelle parole iniziò a piangere.
<< So che sono stata egoista! Io, ne sono consapevole e
mi ODIO per questo! Ma è stato così
bello…essere reali per qualcuno, anche solo per un momento!
>> continuò tra le lacrime.
Titus alzò lo sguardo verso di lei, spalancò gli
occhi terrificato.
<< Wanheda… >>
sussurrò, osservando metà del corpo della bionda
scomparire per un attimo.
Clarke cadde in ginocchio, subito Titus si precipitò,
afferrandola per le spalle. La sua figura compariva e scompariva a
intermittenza.
<< È già incominciato, vero?
>> chiese l’uomo, sconcertato.
Clarke si strinse su sé stessa, ansimando, dolorante.
<< D-devi lasciarmi a-andare….t-ti prego,
ragazzo >> supplicò la bionda, afferrandogli
le spalle.
<< Sono tanto stanca…lasciami andare
>> supplicò.
Titus l’abbracciò forte, temendo che potesse
scomparire da un momento all’altro.
Mentre stavano rientrando, ormai tutto era passato.
<< Lexa non sa nulla, vero? >> chiese,
Titus.
Clarke annuì col capo.
<< Partiremo domani, vi lasceremo in pace. Ma Wanheda,
dovete dirglielo prima o poi >> disse preoccupato.
Tirò fuori la fiamma dalla sua tunica mostrandola alla
bionda.
Clarke la prese e la guardò.
<< Sembra che non abbiate così tanto tempo.
Non ho mai capito il vostro legame… >>
commentò, indicando la fiamma.
Clarke continuò ad osservare quell’oggetto
minuscolo.
<< Questa è la mia maledizione
>> sussurrò, ripensando alle parole di Becca.
“ Se la fiamma
continuerà ad esistere in Heda, tu continuerai il tuo
compito…non sai quanto mi dispiace, per questo “.
La bionda alzò lo sguardo verso Titus.
<< Lexa non dovrà saperlo…se solo
immaginasse, beh…mi preoccupa ciò che potrebbe
fare >>
Lexa porse una tazza al suo mentore.
<< È forte, gli uomini del villaggio lo
ricavano da una pianta >> spiegò, poi
osservò la donna.
<< Indra sta bene? >> chiese Lexa, ansiosa
di sapere del suo generale.
Anya sorseggiò la bevanda, fece una smorfia, era davvero
forte, pensò, poi continuò a bere, compiaciuta.
<< Sì, Octavia è diventata il suo
secondo, lei e Lincoln stanno facendo davvero molto. Ma
Ontari… >> si fermò appena disse
quel nome e guardò la bruna che non si scompose minimamente.
<< Ha preso possesso di Polis, la città ora
è sotto il controllo di Azgeda. È molto cambiata
>> confessò, amaramente.
<< Riuscite ad entrare? >> chiese Lexa.
<< Il ragazzo Skaikru, Bellamy e gli altri hanno trovato
dei passaggi. Poi Raven sta costruendo ogni tipo di esplosivo per
poterne creare altri… >>
<< Raven? >> chiese Lexa, arcando un
sopracciglio.
<< Si, beh…la Skaikru…BOM! Hai
presente? >> disse incerta e imbarazzata.
Lexa sorrise.
<< Si, ricordo Raven. È una donna forte
>> disse, sorridendo.
Anya arrossì leggermente e scosse il capo.
<< Non finirò come te e la tua bionda
>> disse rapidamente.
Lexa rise alle sue parole, poi tornò seria.
<< Mi dispiace…per tutto. Per non essere stata
la Heda che meriti… >> disse tristemente.
Anya le prese la mano.
<< Lexa…tu sei e sarai sempre la mia Heda
>> disse con orgoglio.
<< Ora non so che piani abbia il Fleimkepa, ma io
ritornerò e combatterò ancora per la mia Heda
>> dichiarò con decisione.
<< Perché, che cosa c’entra Titus?
>> chiese curiosa Lexa.
<< Beh, ora che la sua missione è “
fallita “, non faceva che ripeterlo in questi
giorni… >> divagò, non notando il
volto confuso della bruna.
<< Quale missione? >>
Anya la guardò.
<< Trovare un altro Natblida che ti succeda, sembrava
impazzito quando non ne abbiamo trovato nessuno, era devastato
>> raccontò.
Gli occhi di Lexa si allargarono e la preoccupazione affiorò.
Quando Titus e Clarke fecero ritorno, Lexa notò il volto
pallido e l’atteggiamento taciturno di Titus.
Anya e il Fleimkepa si addormentarono, Clarke e Lexa uscirono per
andare al lago.
Mentre camminavano, fianco a fianco, mano nella mano, Lexa chiese:
<< Titus e Anya stavano cercando un Natblida, ne eri al
corrente? >>
Clarke si voltò subito a guardare la bruna.
<< Titus è il Fleimkepa,
Lexa…è suo dovere proteggere la fiamma e
assicurarsi una discendenza >> spiegò.
<< Non ne ha trovato nessuno…questo vuol dire
che il tempo degli Heda è finito? >> chiese
preoccupata.
Clarke si fermò, alla riva del lago, si mise di fronte a lei
e le prese il volto tra le mani.
<< Anche se la fiamma non dovesse trovare un altro
Natblida, non è detto che sia la fine degli Heda. Lexa, una
volta ti ho detto che la fiamma amplifica, solamente, quello che
già c’è…un vero leader,
rimarrà tale, anche senza la fiamma >> spiego,
dandole un bacio sulla fronte.
<< E tu? >> chiese Lexa.
<< Io cosa? >> chiese Clarke, alzando un
sopracciglio.
<< Cosa accadrà a Wanheda? >>
chiese, seria.
Clarke si allontanò e iniziò a spogliarsi.
Sorrise.
<< Io sono solo Clarke ora, giusto?
>> disse ridendo, lanciando i vestiti addosso la bruna e
correndo per tuffarsi in acqua.
Lexa dopo un attimo di sorpresa, sorrise e seguì subito la
bionda.
Dietro la piccola cascata, si notavano le due sagome, muoversi in
sincrono. I loro gemiti e respiri si confondevano con i rumori della
notte.
Lexa era sopra aggrappata alle spalle ampie della bionda, i suoi seni
all’altezza del suo viso. La bruna inarcò la
schiena, portando indietro la testa.
Clarke la guardò, estasiata da quell’immagine.
<< N’è valsa la pena….
>> sussurrò, attirando l’attenzione
della bruna.
<< …sopravvivere
all’eternità per incontrarti >>
disse, guardandola negli occhi, con un intensità tale, che
il cuore di Lexa, sembrò scoppiare.
La bruna le prese il viso tra le mani:
<< Ai hod yu in ai houmon >>
sussurrò, prima di baciarla con passione e desiderio.
Lexa si svegliò, si voltò ad osservare sua moglie
che dormiva profondamente, accanto a lei.
Aveva notato che il suo sonno non era più agitato, ma
profondo e duraturo. Clarke si alzava sempre molto presto, ma in
quest’ultimo periodo, la bionda dormiva moltissimo, sembrava
sempre stanca.
Le scostò una ciocca bionda dal viso e posò un
leggero bacio sul suo capo.
Si alzò, silenziosamente, andando fuori, a prendere un
po’ d’aria. Sul piccolo portico,
incontrò Titus, intento ad osservare qualcosa che aveva
nella mano.
Appena si accorse della bruna, la nascose, velocemente, nella sua
tunica.
<< A quanto pare non sono la sola a non riuscire a
dormire >> esordì la bruna, sedendosi affianco
al suo maestro.
<< La notte porta consigli che durante il giorno non
arrivano >> rispose Titus, guardando le stelle.
<< Questo posto è molto antico
>> sussurrò, sempre osservando il cielo scuro.
<< Si, la vecchia del villaggio è una donna
molto misteriosa e criptica…mi ricorda te >>
confessò Lexa, sorridendo leggermente.
<< Misterioso e criptico? Non è la prima volta
che mi chiamano così >> disse accennando un
lieve sorriso.
<< Non devi colpevolizzarti, se la tua missione
è fallita… >> disse Lexa,
voltandosi verso di lui.
Titus la guardò, sconcertato e sorpreso.
<< Anya mi ha detto che stavate cercando un altro
Natblida, per diventare il mio successore >>
spiegò.
Titus, deglutì, poi riprese a fissare lontano.
<< Clarke mi ha detto che si può essere un
Leader anche senza la fiamma…credi abbia ragione?
>> chiese curiosa.
<< Wanheda è saggia, sicuramente
c’è fondatezza nelle sue parole >>
rispose, velocemente e amaramente.
<< Sei arrabbiato per il matrimonio? >>
chiese poi.
Titus si girò a guardarla negli occhi, emettendo un lieve
sospiro.
<< No Lexa, ho sempre voluto la completa
felicità per te…e mi dispiace, che a causa della
tua posizione, non sei riuscita ad ottenerla, pienamente, prima
>> spiegò, seriamente.
<< Appena ti ho vista, ho capito che eri destinata a
grandi cose…pensavo di fare il meglio per te, ma forse avrai
dovuto salvarti da questa vita >> confessò,
rammaricato.
<< Titus, grazie a te ho conosciuto la saggezza, la
disciplina e il controllo…sono diventata più
forte e ho potuto conoscere persone straordinarie…
>> disse ricordando Gustus e Luna.
<< Ho incontrato l’Amore della mia vita
>> continuò, sorridendo, pensando alla bionda.
Titus, si voltò, verso di lei, il suo volto era bagnato da
calde lacrime e la sua espressione era tormentata.
<< Mi dispiace…. >>
sussurrò, guardandola con un’espressione
così affranta, che Lexa non aveva mai visto.
La bruna era confusa da quella reazione.
<< Mi dispiace così tanto…. ai
goufa >>
Lexa non riusciva a capire.
<< Perché mi chiedi scusa? Che cosa mi stai
nascondendo Titus? >> chiese la bruna, agitandosi.
<< Diglielo! >> disse Anya,
all’improvviso.
Lexa si voltò verso il generale, non si era accorta della
sua presenza alle loro spalle.
<< Dirmi cosa? >> chiese, stavolta con
più autorità.
<< Il Fleimkepa nasconde qualcosa, parla! Per tutta la
nostra ricerca non ha fatto altro che nascondere qualcosa, non sono
stupida! Che cosa ti ordinato Wanheda? >> chiese Anya
avvicinandosi.
Il volto di Titus si fece duro, sigillò le labbra e non
rispose.
Lexa si voltò verso il suo maestro:
<< Cosa c’entra Clarke? Rispondi Titus!
>> ordinò autoritaria.
Il volto dell’uomo rimase imperturbabile.
<< Che cosa mi stai nascondendo?! >>
chiese, ora furiosa, Lexa.
Titus la guardò, dritta negli occhi.
<< Non tradirò un’altra volta la
fiducia di Wanheda…anche se così facendo,
tradisco la mia amata Heda >> dichiarò,
solennemente.
A quel punto, successe una cosa inaspettata: Lexa, spinse Titus contro
la piccola staccionata e gli puntò un coltellino alla gola.
<< LEXA! >> disse, sorpresa Anya.
Titus era impietrito.
<< Dimmi cosa sta succedendo, ADESSO! >>
disse furiosa, la bruna.
Titus non si scompose e disse:
<< Tu sai già la risposta a questa domanda,
devi solo accettarlo >> rispose il Fleimkepa.
Lexa frugò nella tasca della sua tunica e tirò
fuori la fiamma, al suo tocco brillò leggermente, con una
luce spenta.
La bruna guardava con occhi spalancati la fiamma, ormai quasi del tutto
nera. La mano tremò.
<< Clarke…sta, sta morendo >>
disse, con voce rotta.
Anya rimase sconcertata da quelle parole.
<< Ma Waneda non può morire >>
disse, ricordando il corpo della bionda dopo la caduta.
<< Senza deporre la fiamma in un nuovo Natblida,
Clarke….la mia dolce Clarke… >>
disse, ormai sotto shock, Lexa.
<< Wanheda scomparirà >>
decretò Titus.
<< È già cominciato
>> finì, con le lacrime agli occhi.
<< Ci sono io, usa me >> disse subito Lexa.
L’uomo scosse il capo.
<< Non funziona così….serve un
involucro inutilizzato…un Natblida ancora non segnato
>> disse Titus, Lexa continuava a pensare, la sua mente
correva, vedeva Clarke ridere in spiaggia, pescare, mentre dormiva
tranquilla, accanto a lei, mentre facevano l’amore…
<< NO! >> disse con rabbia, la bruna.
<< Non permetterò che accada! >>
Titus, la guardava, distrutto.
<< Non c’è nulla che tu possa fare,
Wanheda ha già preso la sua decisione >>
dichiarò infine Titus.
Lexa lo guardò sconcertata e impietrita.
<< Che decisione? No, non vorrà…no!
Lei non può fare questo! >> disse Lexa,
iniziando a piangere, il suo respiro si fece più veloce.
Stava per venirle un attacco di panico.
Anya andò subito al suo fianco, posando la mano sulla sua
spalla.
<< Lexa, calmati >>
<< Lei non può…lei mi-mi ha detto,
che dovevo vivere… >> disse tra le lacrime.
Titus la guardava, aveva causato così tanto dolore alla sua
amata pupilla.
<< Lexa, devi capire…Clarke si è
unita a te. Per lei legarsi con un nuovo Heda sarebbe come tradirti!
È stanca Lexa, ha vissuto per moltissimo tempo e adesso che
non ci sono altre possibilità, ha accettato la sua fine, ti
prego….lasciala andare >> supplicò
il suo maestro, ormai sfinito.
Lexa continuava a fissarlo, incredula da quello che stava accadendo. La
sua mente era un groviglio, confuso, di pensieri, era ansiosa e
spaventata. Non poteva perdere Clarke, non poteva perdere la sua unica
ragione di vita, la persona che l’aveva slavata
più e più volte, la persona da quel sorriso
splendente e rassicurante, dagli occhi caldi e amorevoli. No! La sua
mente vagò, fin quando una soluzione, amara e orribile le si
palesò.
<< Ti supplico Lexa >> le parole di Titus
la fecero risvegliare dai suoi pensieri.
Calde lacrime le rigavano il viso e lentamente annuì. Si
alzò e iniziò a camminare nella notte.
Ad un tratto sentì una mano afferrarle il braccio, facendola
voltare.
Anya la stava chiamando già da un po’, senza
ricevere risposta.
<< Lexa! >> disse, il suo mentore
preoccupato. Poi occhi verdi la raggiunsero.
<< Devi fare una cosa per me…è un
ordine, mi sono spiegata! >> disse decisa, la bruna.
<< Cos’hai in mente Lexa? Che vuoi fare?
>> chiese Anya, preoccupata dalla risposta della bruna.
<< Voglio che riferisci un messaggio ad una persona per
me >> ordinò la bruna.
Lexa ritornò a letto, si sedette, voltandosi a guardare la
figura della bionda che ancora dormiva profondamente.
Le accarezzò i capelli biondi e si stese al suo fianco. I
suoi occhi piangevano lacrime silenziose, mentre continuava ad
analizzare ogni centimetro del suo viso.
<< Perdonami…. >>
sussurrò, flebilmente.
<< Ma non posso vivere senza di te >>
La mattina di Clarke era iniziata come tutte le altre, il sole che
entrava dalla piccola finestra le illuminava il viso, sentiva il rumore
flebile e distante delle onde e l’odore del mare.
Pace. Era da un po’ di tempo che risvegliarsi non era
più un tormento, ma una gioia irrefrenabile,
l’attesa di trascorrere una giornata con la bruna, Titus e
Anya le donava un sentimento di euforia.
Appena si voltò trovò due occhi verdi ad
osservarla, c’era qualcosa di diverso però, ma, in
quel momento non ci badò. Subito catturò quelle
labbra gustose che amava così tanto, le sorrise.
<< Buongiorno ai houmon >> disse Clarke
dolcemente.
Gli occhi di Lexa continuavano a fissarla, sorrise leggermente e le
rispose dandole un bacio più appassionato.
Quando uscì di casa, si aspettava di vedere Titus e Anya ma,
invece, non trovò nessuno. Sorpresa si voltò
verso Lexa, che aveva un’espressione indecifrabile.
<< Dove sono Titus e Anya? >> chiese,
corrucciando la fronte.
Poi notò la stranezza della bruna, si avvicinò e
le accarezzò il viso.
<< Che hai? >>
Lexa la guardò negli occhi e poi sussurrò:
<< Mi dispiace, ma era l’unico modo
>> disse, guardando dietro la bionda, la quale si
girò subito.
Ontari e un paio di uomini erano lì, assieme ad Anya, di
fronte a loro.
Subito la bionda si mise di fronte a Lexa, protettiva.
<< TU! >> disse con rabbia, guardando Anya.
Lexa le prese il braccio, cercando di calmarla.
<< Wanheda, finalmente ci rincontriamo >>
disse Ontari, aveva il simbolo di Heda sulla fronte, le mancava la mano
tagliata da Titus.
<< Oh non prendertela con il Generale, lei è
solamente il messaggero. È stata la tua ragazza a condurmi
qui da te >> disse, con un ghigno beffardo.
Clarke si girò un attimo verso la bruna, poi
ritornò a guardare di fronte a lei, analizzando la
situazione.
<< A quanto pare, hai bisogno di me, Wanheda
>> disse Ontari, seria.
<< Che… >> Clarke, si
voltò ancora verso la bruna.
<< Che cosa hai fatto? >> chiese,
sconcertata.
<< Perché mi hai mentito? Avevi detto che
dovevo vivere, ma poi scopro che stai morendo?? >> chiese
Lexa, quasi impazzita.
<< Non posso permetterlo! Non permetterò che
tu muoia! >> urlò, con decisione.
Clarke la guardò, in colpa per non averle detto la
verità.
<< Questa non è la soluzione Lexa! Ti prego,
ai houmon, ascoltami! >> pregò Clarke, ma
mentre stava per continuare, udì la voce di Titus gridare:
<< Lasciatemi! >> l’uomo
sbraitava, in volto, un evidente livido.
<< Titus! >> gridò Clarke,
andando verso di lui, ma un guerriero puntò subito un
coltello alla gola del Fleimkepa.
<< Ferma, altrimenti il tuo caro Fleimkepa
morirà >> disse Ontari.
La bionda, ora, aveva un espressione furiosa.
<< Come osi minacciare il tuo Fleimkepa! >>
disse.
<< Oh…lui non è il mio Fleimkepa,
il mio ci sta aspettando a Polis, a casa tua >> disse,
allungando la mano e i suoi uomini le porsero la fiamma.
<< Vieni con me Wanheda, non rimanere molto tempo ormai
>> disse seria, la ragazza dai capelli neri.
Clarke osservò Titus e poi Lexa, subito, la bruna, si mise
di fronte a lei.
<< Devi andare con lei Clarke, così vivrai! Io
ti verrò a prendere, te lo prometto! >>
sussurrò.
Il respiro di Clarke, agitato dalla rabbia si calmò.
Guardò negli occhi Lexa.
<< Come hai potuto? Proprio tu…mi stai
allontanando da te >> disse con voce rotta.
Lexa negò col capo, ma la bionda continuò:
<< Perché? Perché non vuoi
lasciarmi libera? >> chiese e una lacrima le
rigò il viso.
<< Allora? >> disse Ontari.
<< Clarke, no…ascolta >> disse
Lexa, cercando di spiegarle, ma la bionda si scostò e la
superò.
<< Verrò con te, ma non far loro del male
>> disse, con sguardo deciso.
Ontari sorrise.
<< Hai la mia parola, voglio solo aiutarti, Wanheda
>> disse sinceramente.
<< NO! WANHEDA!! >> urlò Titus,
cercando di scappare.
Clarke si voltò verso di lui, intimandogli di smetterla con
lo sguardo.
<< Titus, ti prego….proteggila
>> supplicò la bionda.
Titus la guardava sconcertato.
<< Clarke! >> la chiamò Lexa,
andando verso di lei, ma prima che potesse afferrarle il braccio, la
bionda si voltò. Lexa non aveva mai visto gli occhi della
bionda, così spenti e feriti.
<< Devi stare lontana da me! La prossima volta che ti
rivedrò…ti ucciderò >>
A quelle parole, Lexa si gelò, immobile, vide la propria
sposa andare via col nemico.
Durante il viaggio, Ontari le si avvicinò.
<< Fra poco, sarai finalmente libera, Wanheda
>> disse, solennemente, inchinando il capo in segno di
rispetto.
Clarke guardò lontano, lo sguardo perso.
<< Quella non è libertà
>>
<< Che cosa hai fatto? >>
ripeté, quasi a se stesso, Titus.
Si avvicinò a Lexa, che stava in ginocchio.
<< HAI IDEA DI COSA HAI FATTO??!! >> le
urlò, con rabbia.
Lexa si voltò, in lacrime.
<< So benissimo cosa ho fatto!!! Le ho salvato la vita!
>>
Titus la guardava sconcertato.
<< Tu non hai proprio capito, vero? Ragazzina ignorante!!
Ci hai condannati tutti!! Specialmente Clarke!! >>
urlò, strattonandole il braccio.
<< Di cosa parli? >> chiese Anya.
<< Quando la fiamma si insidierà in quella
bestia, Wanheda sarà libera! >>
spiegò, toccandosi il capo.
<< Ho fatto quello che dovevo per salvare Clarke!
>> urlò Lexa.
<< Non ci sarà più nessuna Clarke!
>> urlò, l’uomo.
<< Cosa? Che stai dicendo? >> chiese
spaventata Lexa, non capendo.
<< Ontari vuole la VERA Wanheda, e credimi se ti dico che
quella che avete visto finora era solo una pallida immagine
>>
<< La vera Wanheda? >> chiese Lexa.
<< Pensi che fosse Clarke quella che hai visto alla
Montagna? Quella che hai visto, per tanto tempo, nei tuoi sogni? Beh
non era lei, io l’ho vista la Morte… e credimi,
non si controllerà, non si
placherà…finché non rimarrà
più nessuno!! >> spiegò Titus.
<< La fiamma controlla Wanheda, se Heda liberasse quel
potere, non potremo più tornare indietro! Hai scatenato una
piaga su tutti noi…una piaga talmente terribile che fermarla
è impossibile! >> disse Titus in lacrime.
<< Le avevo promesso… che non si sarebbe mai
più persa…. >> sussurrò
l’uomo, toccandosi il volto con tutte e due le mani,
singhiozzando.
<< Come hai potuto tradirla in questo modo?!
>> le urlò addosso, poi si
allontanò.
Lexa rimase impietrita e stravolta in ginocchio, piangeva, ripetendo:
<< Mi dispiace >>
Appena arrivate a Polis, a Clarke le si presentò di fronte,
uno spettacolo che aveva già visto in passato, ma che
sperava, di non rivedere mai più.
Corpi martoriati appesi a dei pilastri che formavano delle X. Per le
strade, non più la gente e i bambini correre spensierati,
solo tanto sangue. La città era ripiombata nelle tenebre, ma
la cosa che più la terrorizzava era che di lì a
poco, sarebbe diventata la Regina di
quell’oscurità.
Titus stava preparando la sua roba, in tutta fretta.
<< Titus dove stai andando? >> chiese Lexa.
<< Dobbiamo sbrigarci! Questo è il primo posto
dove ci cercherà.. >> disse, affrettandosi.
<< Titus mi vuoi spiegare! >>
urlò Lexa, facendolo voltare.
Titus le afferrò le spalle e la fissò,
spaventato, negli occhi.
<< Lexa, appena Ontari diventerà Heda, Wanheda
ti troverà e stai certa che quando accadrà
nessuno sopravvivrà! Quando Clarke mi ha detto di
proteggerti….intendeva da se stessa. Lei mi ha affidato il
suo cuore e io non la deluderò! >> promise.
<< Diventerà davvero così?
>> chiese, distrutta, la bruna.
<< Peggio…quando è morta Sha-ri ha
raso al suolo un’intera città, uccidendo chiunque
le si presentasse davanti >> spiegò
alla bruna.
<< Non possiamo fare nulla? >> chiese,
preoccupata.
<< Forse… >> rispose, Titus,
evasivo.
<< Dimmi Titus! Ti prego! >>
implorò la bruna.
<< Una volta lessi in uno dei diari di Heda, che esisteva
un luogo di verità, così diceva il
libro…credo che risalga al tempo di Becca Pramheda, forse
lì troveremo delle risposte >>
spiegò, finendo i preparativi.
<< Se qualcuno sa come fermare Wanheda, quella
è Becca >> sentenziò, sicuro Titus.
<< Con te si è fermata
però…non ti ha ucciso >> le
sfuggì.
Titus smise di muoversi e si girò a guardarla,
ricordò gli occhi neri e vitrei della bionda, la spada
puntata al petto.
<< Mi
dispiace….non sono riusciti a proteggerli >> .
Ricordò la lacrima che solcò il viso della bionda
e quegli occhi neri, ridiventare blu, come il cielo.
<< Non so perché…ma mai,
più che in quel momento, ho meritato la morte
>>
Appena arrivate nella sala del trono, Clarke notò una figura
incappucciata ad aspettarle.
<< È un onore rincontrarti, Wanheda
>>
<< Gaia? >> chiese Clarke, sorpresa.
<< Non ti aspettavi di rivedermi, vero? >>
disse, una donna di colore dell’età di Titus, con
lunghi capelli bianchi.
Clarke spostò lo sguardo da lei ad Ontari.
<< Quindi ci sei tu dietro a tutto questo
>> disse, vedendo la ragazza andare subito al cospetto
della donna.
<< Ho trovato una Natblida degna di diventare
l’ Heda che hai sempre aspettato, quella che finalmente, ti
libererà >> disse, compiaciuta.
<< Titus è il Fleimkepa, Gaia, non tu
>> disse la bionda, suscitando, subito l’ira
della donna.
<< Il tuo pupillo ha fallito! Guarda a cosa ti ha
portato! Wanheda sta per scomparire grazie a lui…ma non
temere, io e Ontari ti riporteremo alla tua antica gloria
>> dichiarò, prendendo la fiamma.
<< Non sei cambiata molto, ecco perché
Notorius non scelse te come suo successore >> -
<< Non mi ha scelto solamente perché sapeva
che Titus era il tuo preferito, aveva paura di offenderti! Ero io la
più preparata, l’onore doveva essere mio!!
>> disse con rabbia.
<< Essere il Fleimkepa non è un onore, ma un
sacrificio…tu questo non l’hai mai compreso,
è per questo che non sei adatta >> le rispose,
con cruda sincerità.
Gaia incassò il colpo, senza controbattere.
<< Non importa, Ontari ti servirà bene adesso,
ti riporterà indietro, così che tu posso portare
a termine il tuo compito >> disse, sorridendo.
<< Sarebbe? >> chiese beffarda, la bionda.
<< Riportare l’equilibrio sulla nostra terra,
sterminando gli empi e i non meritevoli >>
dichiarò, la donna.
Clarke la fissò, per qualche secondo. La sua pazzia era
aumentata. Sospirò, ancora una volta, doveva ritrovarsi di
fronte un’invasata, ubriaca di potere.
<< Il mio compito è di servire Heda, non il
contrario…sono stata creata solo per questo >>
dichiarò, poi guardò Ontari e con sguardo triste
le disse:
<< Non voglio più uccidere, sei ancora in
tempo per vivere la tua vita, non sprecarla in questo modo
>>
<< I miei genitori mi hanno abbandonata quando ero ancora
in fasce, Nia mi ha presa con sé e non è stata
affatto gentile…poi Gaia mi ha trovata. Mi ha insegnato le
sacre scritture, mi ha fatta diventare più forte, mi ha resa
degna di te >> disse avvicinandosi alla donna.
<< No, ti ha resa solo un mostro…e quando
riceverai la fiamma, desidererai di essere morta >> le
disse, conoscendo bene, l’effetto che aveva sulle menti
deboli, come quella di Ontari.
<< La tua ragazza ti ha abbandonata, ti ha tradita! Non
meritava un simile potere, ora, le farò vedere cosa vuol
dire essere Heda! >> disse con rabbia, poi si
inchinò, dava le spalle a Gaia, che pronunciò
subito le parole:
<< Ascende
superius >>
Dalla fiamma uscirono dei piccoli tentacoli che si andarono ad
insinuare dentro il collo della ragazza.
Ontari urlò di dolore, Clarke guardava la scena come aveva
fatto tantissime volte in passato. Sentì quella strana e
familiare sensazione. Si inginocchiò, una lacrima le
solcò il viso e, dopo, chiuse gli occhi, ripensando alla
bruna che camminava felice in riva al mare.
Ontari perse conoscenza, per un momento. Gaia si precipitò,
subito, al suo fianco.
Lexa, Titus e Anya cavalcavano veloci, verso Tondc. Ad un tratto
udirono il suono del corno.
Si fermarono, sotto la pioggia.
<< Quel suono >> disse Anya.
<< L’ascensione ha avuto successo
>> disse lapidario, Titus.
Lexa guardò lontano, verso la torre.
<< Clarke >> sussurrò
preoccupata.
<< Non abbiamo più molto tempo….
>> disse Titus.
Ontari era seduta sul trono, accanto a lei, Gaia. Al loro cospetto,
ancora inginocchiata, stava la bionda.
<< Alzati, Wanheda, ora sei finalmente libera
>> proclamò Ontari.
<<… lei sta arrivando >>
finì Titus.
La bionda si alzò, ergendosi in tutta la sua potenza,
aprì gli occhi, rivelando due pozze di ossidiana nere.
Note
dell'Autrice: Salve
a tutti carissimi lettori e lettrici!! Ancora una volta mi devo scusare
per il terribile ritardo! Ma il lavoro mi ha totalmente
sommersa questo periodo e non ho davvero molto tempo libero. Le ferie
non so manco che sono! Comunque ecco a voi questo nuovo capitolo, spero
vi piaccia! Vi aspettavate quello che è successo?? Adesso
sono guai davvero grossi per Lexa e i nostri friends! Almeno sappiamo
che Clarke è salva ma non sarà più la
stessa! Manca ormai pochissimo alla fine, credo sui due capitoli! Ne
vedrete delle belle! Grazie mille per chi continua a lasciarmi un
commento anche dopo i miei ritardi...vi chiedo ancora scusa! Grazie per
la pazienza!
Spero alla prossima!
|