Solo i tuoi occhi

di Out Of The Blue
(/viewuser.php?uid=568952)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Molti asseriscono che la prima cosa che notano di una persona sono gli occhi. 

Occhi blu di mare in tempesta; occhi azzurri come ridenti stralci di cielo; occhi grigi, cupi e sfuggenti come un funerale; verdi occhi speranzosi di vita e libertà; falò castani e accoglienti come l’intimità di una baita di legno; pozzi senza fondo, magnetici come la nera belladonna. Occhi languidi che si lasciano ghermire con sensualità; occhi penetranti che leggono nel cuore; occhi preoccupati che abbracciano e piangono di empatia; occhi accesi d’ira che si vorrebbe dimenticare per sempre. 

 

Ma io non riesco più a guardarli ed emozionarmi, maschili o femminili che siano. Non conosco altri occhi che i tuoi, dorati come sorgenti d’ambrosia; estemporanei come la dea della Sorte. Non mi conosci né mai ti parlerò. Ti vidi solo una volta, di sfuggita, in un’altra squadra dell’oratorio estivo; l’anno dopo non c’eri già più. Avevo sette anni, forse otto. Ho dimenticato il tuo volto, il colore dei tuoi capelli e la robustezza della tua figura, ma i tuoi occhi sono impressi indelebilmente nei miei ricordi. Quando, in metropolitana o per strada, incrocio per caso uno sguardo altrettanto biondo, non è della rarità dei suoi occhi che mi stupisco. È di rivedere i tuoi. 

 

Come ha osato appropriarsi dei tuoi occhi ammaliatori? Che non mi guardi mai più!

 

 

Angolino delle chiacchiere

In verità non è proprio una double drabble: la prima parte ha 92 parole, ma la seconda 115, a quanto dice il mio contatore. Ma vabbè, non intendevo crearla come drabble e preferisco lasciarla così, anche se formalmente è imperfetta.

La base è vera: gli occhi dorati/ambrati sono gli unici che immancabilmente mi lasciano senza fiato. La vicenda ha sfondo autobiografico, ma ho scelto di non chiarire se questi fantomatici occhi appartenevano ad un bambino o ad una bambina, ecco perché il doppio tag Het/Shoujo-ai. Gli occhi sono occhi, non sono né maschi né femmine. A dirla tutta, non conosco neanche il nome della persona che li possedeva, dev’essere per questo che li ho mistificati così. Ma adesso basta, se no finisce che divento come Leopardi e mi creo una mia “Silvia” personale. 

 

Un bacio a tutti, spero di ritrovarvi nei commenti! <3

Out Of The Blue 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3784803