Filo Rosso, Legame Assurdo

di Theaeht
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Stavamo semplicemente in macchina. Il nostro silenzio ci circondava in maniera opprimente ma non imbarazzante. Stavamo semplicemente in silenzio cercando di capirci, ascoltandoci. Era un bel silenzio, questo. Il silenzio dei chiarimenti, il silenzio dei “ho capito, quando vuoi sono qui”. Ci fermammo ad un bar, e un po’ stanca di questa situazione dolorosa durata anche troppo a lungo, decisi che si doveva divertire stasera. Presi velocemente le chiavi della macchina. Sapevo cosa gli piaceva, cosa avrebbe voluto fare, così attaccai l MP3 alla radio della nostra carrozza e presi l’autostrada. “Atena dove stiamo andando?” “ Thomas non ti preoccupare ora basta musi lunghi e depressione, ora ci andiamo a divertire” Anche se era un uomo di 47 anni, voleva vivere, voleva essere tranquillo nei suoi momenti fuori dal lavoro, e la sua famiglia non lo permetteva, almeno io dovevo cercavo di farlo star bene. “Ora stai zitto e goditi il viaggio!” Lo senti ridere e alzai la musica. Si mise a cantare le canzoni che l’MP3 aveva in memoria, le sapeva tutte. Era tranquillo finalmente, fumava la sua sigaretta come niente potesse colpirlo o affliggerlo. Era tranquillo nel suo essere, ed era davvero perfetto davanti ai miei occhi. La camicia blu scuro faceva risaltare i suoi occhi azzurri e le spalle larghe e potenti. Era bello, davvero l’uomo più bello del mondo. Uscimmo dall’autostrada e impostai come arrivo un locale che frequentavo quando ero un po’ più piccola. Era un locale tranquillo e mi piaceva per quello, lui si guardava in torno cercando di capire dov’eravamo diretti. Il suo sguardo era curioso e cerca una scintilla nuova, che non riuscivo ancora bene a capire. Mi faceva strano vederlo così, euforico, così pronto a vivere. Parcheggiai la macchina e scendemmo velocemente. Facemmo un giro nella nuova città, che era abbastanza lontana da farci scordare i dolori, ma vicina per ricordarci il presente. Ci guardavamo mentre parlavamo e scherzavamo. Lui aveva capito che stavamo andando in un locale e voleva sapere per forza quale fosse. Continuai a camminare cercando di evitarlo, anche se era davvero difficile. Finalmente arrivammo. Era sempre uguale, leggermente spento da fuori, ma dentro c’era un mondo intero. Mi ci ero sempre rivista. Quando entrammo dentro lui rimase senza parole “È stupendo” disse Le pareti di colore rosso erano intense e forti, mentre i tavoli neri mettevano una certa distanza fra i clienti, creando una situazione intima. I quadri facevano capire l’amore per l’arte e la musica di tutti i generi. Il banco del bar, invece, trasmetteva amore per il lavoro. Era sempre perfettamente pulito ed ordinato. Quel locale era davvero bellissimo. Trovammo un tavolino e ordinammo da bere e qualcosa da mangiare. Mi sembrava di essere in un sogno. Eravamo dentro il locale ormai da un bel po’, stavamo bevendo un drink e lui mi prese la mano, mi tirò a se e mi mise la mano infondo alla schiena. Voleva ballare. Cominciammo a muoverci lentamente, il cuore mi scoppiava nelle orecchie, mentre lui si muoveva con me ascoltando delle note leggere. Cominciò a ridere e i nostri movimenti si fecero sempre più rilassati. I nostri corpi entrarono in simbiosi. Ci scordammo dell’orario, del telefono, di tutto. Stavamo appoggiati uno all altro cercando di sostenerci e rallegrarci. Ballavamo per scordare tutto e cercare di ricominciare tutto da capo. “Alla fine il sole sorgerà anche per noi Thomas”. Gli sussurrai all’orecchio




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