Ad
Alex,
Buon
compleanno (in ritardo)
A Midsummer Night’s Dream
1. Prima sera
La
prima sera in cui l’aveva vista danzare sotto la luce della luna, Kakashi aveva
pensato si trattasse di un’allucinazione. Nudo, il corpo snello si muoveva
flessuoso al ritmo delle onde sulla battigia. Non era un ballo sensuale né
coinvolgente, ma era così naturale e spontaneo che non aveva potuto fare a meno
di restare a osservare quella fanciulla muoversi, celato dietro gli scogli.
Aveva
seguito con lo sguardo i piedi nudi lasciare impronte sulla sabbia, lo spazio
tra le dita mischiarsi ai piccoli granelli.
Profumava
di spensieratezza, giovinezza e vita… tutto ciò che lui non aveva più.
2. Seconda sera
La
seconda sera l’aveva scorta davanti a un falò, a ridere e scherzare con un
gruppo di ragazzi. I capelli tinti di rosa rilucevano delle sfumature aranciate
del fuoco e l’odore dolciastro dei marshmallow impregnava l’aria frizzante
della notte. In un silenzio quasi religioso, aveva contemplato il suo chinarsi
a prendere una bottiglia di birra, l’inclinare leggero del capo e la risata soffusa
che si stendeva agli occhi verdi… quegli occhi che sembravano fissare un punto
più lontano rispetto agli altri, sempre in qualche modo rivolti alle stelle che
vegliavano su quella notte bianca da adolescenti.
3. Terza sera
La
terza sera, non fu la luce pallida della sera, ma quella accecante del giorno a
regalarla alla vista dei suoi occhi stanchi. Stava passeggiando lungo il
bagnasciuga, nel tentativo di scuotersi dal torpore della calura estiva, quando
la scorse in lontananza, un piccolo puntino rosa travolto dalle onde assieme a
una tavola da surf troppo grande per lei. Il suono cristallino della risata
mentre, incurante dello schiaffo del mare, si rigettava tra i cavalloni lo
accompagnò per il resto della giornata, assieme al ricordo di mille e più gocce
d’acqua salmastra a rilucere sulla pelle bruciata dal sole.
4. Quarta sera
La
quarta sera la colse seduta al bar della spiaggia, avvolta in pantaloncini
troppo corti e in una maglia troppo larga che lasciava scoperte le braccia
abbronzate. Il naso arrossato e un po’ spellato si arricciava sbarazzino ogni
volta che il liquore del cocktail ambrato le bruciava la gola. Sorrideva a due
ragazzi in bermuda e maglietta, i muscoli guizzanti tesi in pose troppo adulte
per la sua giovane età. Col volto da bambina, Kakashi si chiese quante volte il
corpo da donna avesse giocato al gioco dell’amore e si rimproverò per il calore
che invase le proprie viscere.
5. Quinta sera
La
quinta sera la vide in un sogno. Ballava sotto la luna come il primo giorno e
mentre danzava rideva di quel riso spensierato della gioventù. Gli tendeva la
mano e Kakashi la afferrava, titubante, prima di gettarsi assieme nelle acque
del mare. Il reflusso delle onde fu testimone di carezze e baci al sapore di
salsedine, d’estate e di freschezza. Il mattino fu pregno di vergogna assieme
allo specchio, implacabile riflesso delle rughe disegnate attorno agli occhi e sulla
fronte. Quel giorno non andò in spiaggia, troppo occupato a recriminare se
stesso e il tempo che scorreva inesorabile.
6. Sesta sera
La
sesta sera fu lei a scorgerlo in mezzo alla folla di turisti che si prodigavano
in saluti e promesse vacue di restare in contatto. Kakashi incrociò i suoi
occhi luminosi solo dopo che questi lo avevano squadrato per diversi minuti;
notò le labbra sorridenti suggere maliziose la cannuccia del cocktail, le gambe
tendersi nell’ atto di alzarsi, i muscoli guizzare sotto la pelle brunita. A
ogni passo della ragazza sentì il peso dei suoi anni farsi più grave sulle
spalle; spaventato dalla propria età, tradì ogni promessa racchiusa in quell’ancheggiare
deciso e voluttuoso. Scappò prima che potesse raggiungerlo.
7. Settima sera
La
settima sera lei partì. Kakashi la osservò salire sul battello assieme ai suoi
amici; piccoli ciuffi di capelli rosa si agitavano al vento sotto un cappello
di paglia. La luce del tramonto illuminava la pelle abbronzata, facendo
rilucere le bianche strisce di sale dell’ ultimo bagno su di essa; la valigia
stretta in una mano e lo sguardo rivolto al cielo tinteggiato di colori caldi
dal sole che andava pigramente a dormire sulla linea dell’orizzonte. La scia
della nave la portò via con sé, lasciando indietro solo ricordi e rimpianti di
una notte di mezz’estate mai vissuta.
Se noi ombre vi siamo
dispiaciuti,
immaginate come se veduti
ci aveste in sogno, e come una visione
di fantasia la nostra apparizione.
[W. Shakespeare; A Midsummer
Night’s Dream, Explicit]
N/A: questa… beh, questa
cosa è un tentativo di KakaSaku per il compleanno di Alex. Volevo scrivere un’altra
storia, ma poi questa ha preso il sopravvento, per quanto di Kakashi e Sakura
ci sia molto poco. È più il racconto di un uomo adulto che rivede la propria
giovinezza perduta nella spensieratezza di un’adolescente.
Spero
ti sia piaciuta. Mi dispiace per il ritardo immondo <3