Compiti

di Whiteskull16
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"Baaaaah! Da grande detective, relegato a fare i compiti dei bambini di scuola elementare"

Una voce lamentosa riecheggiava nel salotto del Dottor Agasa. Un bambino occhialuto stava esprimendo il proprio disappunto con una bambina seduta sul divanetto opposto al suo. Entrambi avevano in mano un blocco da disegno, con annessa matita e colori.

"Cosa c'è, Kudo, ti sei alzato con il piede sbagliato stamattina?" rispose Ai, tagliente come al solito.

"Capirai che preferirei fare altro piuttosto che i compiti di Arte" si adeguava al tono sarcastico anche Shinichi Kudo, ancora imprigionato nei panni del bambino Conan Edogawa.

Entrambi si trovavano a casa del Dottor Agasa, al momento assente. Con il necessario per il disegno a portata di mano, i due stavano svolgendo quelli che erano i compiti per casa: ogni bambino della classe avrebbe dovuto disegnare qualcosa che per lui avesse un significato speciale. L'indomani, tutte le "opere" sarebbero state presentate e commentate dai rispettivi autori.

Ai, aka Shiho Miyano, non aveva risposto al detective in miniatura. Si era limitata a delineare i contorni di un fiore che, quanti più dettagli venivano aggiunti, rassomigliava sempre più all'Iris.

"Quel fiore è..." accennò Conan, ma venne immediatamente zittito.

"Sì. Ora pensa a disegnare. Sei qui da un'ora e non hai tracciato mezza linea" sentenziò Ai, guardando di sbieco il foglio ancora bianco dell'amico. 

Conan sospirò, e posò il foglio accanto a sé. Rannicchiò le gambe e unì le mani all'altezza del petto. Ai inarcò un sopracciglio.

"Addirittura scomodi la posizione di Sherlock Holmes per un banale disegno? Non ti facevo così disperato, Kudo" ridacchiò, in un mix di sarcasmo e pietà "Devi solo trovare qualcosa da disegnare, non serve la tua abilità di investigatore. Guardati attorno; poi trova qualcosa che ti piaccia veramente, e disegnala. Persino un bambino ci riuscirebbe... Non a caso è un compito da scuola elementare"

Alla ramanzina di Ai, Conan rispose con un'occhiata indecifrabile, ma non c'è dubbio che le avesse tirato un paio di insulti mentali. In ogni caso, si rimise composto sul divano e ruotò il capo a tratti per qualche minuto. Poi incominciò a disegnare, e Ai non riuscì più a scorgere il suo foglio. 







Quando il Dottor Agasa rientrò, si chiuse la porta alle spalle e annunciò il suo arrivo.

"Sono tornato!" disse, permettendo alla sua voce di raggiunge le orecchie di Ai.

Ella stava sorseggiando tranquillamente una tazza di tè mentre ciabattava verso il divano. 

"Shinichi se n'è andato?" domandò Agasa, sistemando la spesa dall'apposita busta che aveva portato con sé. 

Aì fece cenno di sì con la testa, poi si sedette sul divano. "Uh?" Emise uno strano suono quando si accorse di essersi seduta su qualcosa di ben più solido e duro del cuscino. "Ma che..." posò la tazza sul tavolino antistante il sofa e si spostò.

Sul punto dov'era assisa si trovava un blocchetto di fogli. Era impossibile sbagliarsi, poiché li aveva visti fino a poco prima. Erano la "tela" di Conan.

Mossa dalla curiosità, deglutì e aprì il blocchetto. Mentre lo faceva, il suo cuore batteva all'impazzata e lei non riusciva davvero a spiegarsi il perché. Stava solo guardando cos'avesse disegnato quell'imbranato che era riuscito a dimenticarsi il blocchetto!


 

Guardati attorno; poi trova qualcosa che ti piaccia veramente, e disegnala.



Ai era disegnata così bene che le sembrava di guardarsi allo specchio. 




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