Come
mantenere buoni rapporti con i regni vicini ed uscirne illesi o quasi
***
La sala del Valholl era
scintillante d'oro, argento, cristalli e magia.
Odino aveva predisposto
tutto nella tradizione degli Aesir, con lunghe tavolate dove gli
ospiti fossero rigorosamente seduti su panche senza schienale.
Era la tradizione ase.
Era tutto il contrario
di ciò a cui erano abituati i Vanir, che durante i loro
banchetti usavano mangiare semisdraiati.
L'unica eccezione erano
scranni per i re e le regine dei due popoli; anche quelli di legno,
ricavati da un unico tronco ed intagliati con scene di caccia e di
lotta.
Le tavole e le panche
erano di legno di quercia, ed alcuni oggetti erano stati prelevati
dalla sale delle reliquie per fare mostra di sé sulle mura
della sala.
In gran parte erano
armi, sempre in onore della tradizione ase, non perché i Vanir
fossero poco inclini alle armi ed allo scontro fisico.
Tutto per impressionare
gli ospiti venuti da sud, abituati a lusso, raffinatezza ed eleganza.
Il re dei Vanir,
Njordr, sarebbe stato seduto a tavola accanto ad Odino, e suo figlio
Freyr allo stesso tavolo dei principi di Asgard, segno di grande
onore e rispetto per gli ospiti venuti dal regno di Vanaehim.
Odino sapeva che un
banchetto avrebbe potuto essere più decisivo di tutte le
battaglie mai combattute.
E dato che gli invitati
erano rappresentanti del popolo Vanr, avrebbe potuto essere anche più
pericoloso.
***
Il re Njordr si ammirò
ancora una volta nel grande specchio d'argento lucidato.
Aveva più mila
anni di quanti ci tenesse a contare e li portava tutti bene.
Lui, non lo specchio.
La sua carnagione bruna
era quella di chi passa molto tempo all'aria aperta, e lui sapeva
valorizzarla con i giusti unguenti piuttosto che lasciare che si
rovinasse.
Aveva impiegato una
cura particolare nel sistemarsi la barba, per dimostrare a quel
popolo di primitivi presso cui sarebbe stato in visita cosa fosse
davvero la cura di sé.
Sapeva bene che gli
Aesir raramente tagliavano le loro barbe, e quando lo facevano era
con un colpo di spada prima della battaglia e solo per offrire un
punto di presa in meno ai nemici.
Che ribrezzo!
Se non ci fosse stata
di mezzo la pace tra i due popoli Njordr non avrebbe mai e poi mai
accettato l'invito alla corte degli Aesir, ma lì si trattava
di mantenere rapporti di cortesia e di buon vicinato.
E magari una lezione di
buongusto, pensò il sovrano Vanr mentre sistemava il
drappeggio della sua tunica blu pavone.
***
La sorella gemella di
Freyr, Freya, era stata accolta al tavolo delle donne, tra Frigga,
Idunn e le dame della corte di Asgard.
Lei spiccava al tavolo
di certo per la bellezza, ma ancora di più per il suo vestito.
Un pessimo esempio per
le ragazze di Asgard, secondo Frigga.
Una fascia di tessuto
d'oro era incrociata sul petto della vasinne lo stretto necessario
per coprire il seno, e la gonna era lunga tanto da arrivare a terra,
ma era indecente anche quella perché aveva due profondi
spacchi che giungevano fino alla cintura e lasciavano vedere le gambe
della donna ad ogni passo.
Nessuna Asinne sarebbe
mai andata in giro così scoperta, per questo Freiya era
oggetto di sguardi più che curiosi.
I suoi capelli non
erano acconciati, nonostante il diadema che si intravedeva tra i
boccoli biondi.
Quale donna di
buonsenso avrebbe mai indossato un gioiello senza acconciarsi i
capelli?
Per quanto quelli di
Freiya fossero belli, tenerli in quel modo durante un'occasione
ufficiale era proprio di cattivo gusto.
La fata dei Vanir era
cosciente dello scalpore che stava suscitando, per questo si trovava
così bene tra di loro.
Freya non poteva fare a
meno di essere seducente, anche se si trovava tra sole donne.
Con Freiya al tavolo,
le donne presto dimenticavano le raccomandazioni di Frigga circa il
contegno da mantenere in quanto fiere Aesinne.
Essere cortesi con
l'ospite bionda dal vestito che sembrava oro liquido andava bene, ma
avrebbero dovuto stare attente a dove dirigere la conversazione,
perché Freya poteva essere molto pericolosa.
Tempo sprecato, perché
la nobile regina di Asaehim non fece in tempo ad azzittire Fulla che
chiedeva alla Vasinne -Dunque è vero ciò che si dice
della collana Brisingamen?-
“Oh, no... no,
per favore! Non la storia della collana!”.
-Perché? Cosa si
dice della mia collana?-
Era una provocazione;
una provocazione bella e buona, e dato che la storia della collana
era nota in tutti e nove i regni era impossibile che proprio la
proprietaria non ne fosse a conoscenza.
Frigga sapeva che Freya
provava un gusto particolare a scandalizzare, specialmente se aveva
di fronte un pubblico che voleva essere scandalizzato.
-Credo sia un manufatto
ricco di magia, nobile Freya- intervenne la regina -È davvero
ammirevole-
Sperava che il
complimento placasse l'egocentrismo di Freya, e sperò che
Fulla avesse compreso e tacesse.
Freya la guardò
con un sorriso furbo.
-Ah, sì, puoi
ben dirlo, signora degli Asi. Molta arte, rune, magie ed incantesimi
sono state necessari per forgiarla. Potrebbe essere l'opera più
mirabile del popolo delle fucine-
Frigga era abbastanza
intelligente da non cogliere né l'allusione al popolo delle
fucine né la frecciatina a proposito del fatto che il miglior
manufatto dei nani fosse in possesso di Vanaehim e non di Asgard.
-L'arte del popolo
delle fucine non ha eguali. È impossibile confrontare un
manufatto con l'altro-
Rispose lei.
Freya alzò il
calice d'argento ed un sorriso le curvò le labbra rosse.
-Un brindisi, allora!
Al popolo delle fucine ed alle sue straordinarie capacità
manuali-
L'atteggiamento di
Freiya lasciava ampio spazio ai sottintesi, ma Frigga, donna saggia,
finse di prendere il commento alla lettera e per il momento gli animi
furono placati.
Tutta via la regina era
anche abbastanza intelligente da capire che la discussione non era
finita lì.
***
Lady Sif era davvero
stufa.
Le donne di Vanaehim la
additavano apertamente.
Loro erano belle,
esotiche, alcune bionde e dalla pelle chiarissima, altre brune, con
capelli scuri ed occhi neri come l'ossidiana.
Lei era di un'eleganza
sobria, merito delle ancelle che Frigga in persona le aveva assegnato
per aiutarla, e non era per niente a suo agio con l'acconciatura ed
il vestito.
Per un po' le era
piaciuto essere guardata da loro come qualcosa che loro non avevano
mai visto, ma poi era iniziato il vero disastro.
“Perché
combatti come un uomo? Vuoi difenderti da sola? Potresti conquistare
un uomo che ti protegga dai pericoli. Potresti padroneggiare il
seidr. Magia, malia, mistero e fascino, questo è il vero
potere delle donne! Perché scendere al livello dei rozzi
guerrieri che si sporcano di polvere e sangue, quando puoi avere le
stesse cose senza rovinarti le mani?”
Quando aveva capito che
per loro lei non era un modello da ammirare ma qualcosa da compatire,
si era congedata da quel tavolo prima di compromettere l'opera
diplomatica di Padretutto.
E non vedeva l'ora che
le ospiti tornassro da dove erano venute, con le loro scollature
indecenti ed i gioielli elaborati.
***
I principi dei
rispettivi regni erano seduti uno accanto all'altro, e man mano che
il vino, la birra e l'idromele scorrevano Thor iniziava a detestare
Freyr.
Il Vanr aveva iniziato
a chiamarlo “Asathor”, cioè “Thor che
riunisce in se tutte le qualità degli Aesir”.
I complimenti non
lasciavano indifferente il figlio di Odino, almeno finché non
aveva compreso che quelli di Freyr erano piuttosto allusivi e non
dettati dal tipo di ammirazione che lui apprezzava.
Eppure non avrebbe
detto che Freyr, con la mascella squadrata ed il corpo muscoloso
potesse avere certe tendenze.
Ma sui Vanir se ne
dicevano tante, e Thor ne stava avendo la prova diretta.
Aveva dato di gomito a
suo fratello accanto a sé in cerca di aiuto, ma Loki si era
limitato a ridacchiare dietro la sua coppa di vino.
-Durante i nostri
banchetti gli invitati possono accomodarsi su lettighe foderate di
cuscini e stoffe pregiate- baterava Freyr -ed i nostri coppieri sono
le ragazze ed i ragazzi più belli della corte, così che
ognuno possa scegliere a suo piacimento-
Thor avrebbe dato
chissà cosa per poter zittire Freyr ed i suoi velati
suggerimenti, ma era troppo imbarazzato persino per mostrare la
propria indignazione.
Fortunatamente Loki
decise di andare in suo soccorso.
-Qui ad Asgard invece
le coppiere dei banchetti ufficiali sono le Valkyrjur. Sono
sacerdotesse guerriere, vergini votate alla battaglia, nobile Freyr.
Nessun Aesir penserebbe mai di rivolgere a loro le sue attenzioni
perché sarebbe estremamente irrispettoso-
-Vergini votate alla
battaglia, principe Loki? Non capisco... che bisogno c'è per
delle donne di combattere? E soprattutto perché votarsi alla
verginità? Mi sembra un terribile spreco-
-Gli usi ed i costumi
di Asgard sono molto diversi da quelli di Vanaehim-
Concluse secco Loki.
Thor sapeva che quando
suo fratello chiudeva la discussione in quel modo c'era un solo
motivo: disprezzava il suo interlocutore così profondamente
da non sprecare il suo intelletto nemmeno per prenderlo in giro.
***
Odino ne
sapeva parecchio sul popolo dei Vanir.
Conosceva
abbastanza bene le loro usanze, conosceva le loro stesse rune (per
quanto non gli piacesse rievocare il metodo cruento con cui ne era
entrato in possesso), sapeva che i loro costumi erano diversi da
quelli di Asgard e che il loro territorio aveva molta più
diversità di paesaggi, etnie e caratteristiche di quello di
Asaehim.
Dopo decenni
di frequentazione al limite della tolleranza reciproca, Odino poteva
dire di sapere molte cose sul popolo Vanr.
E tuttavia
non riusciva ancora a piegarsi come mai il loro re Njordr dovesse
essere calvo per scelta, perché dovesse indossare il paradosso
dei baffi e di una barba cortissima, perché dovesse truccarsi
gli occhi e le sopracciglia, e soprattutto perché dovesse
portare un orecchino d'oro all'orecchio destro che risaltava sulla
pelle bruna.
Il fatto che
Odino conoscesse i costumi dei Vanir non voleva dire che non li
considerasse fuori di testa uno per uno, a cominciare dal loro re.
***
Una volta che la regina
di Asgard si fu allontanata per onorare altri ospiti con la sua
presenza, Freya ebbe di nuovo il campo tutto per sé.
Le dame la osservavano
con una curiosità morbosa, e lei non aveva certo intenzione di
perdersi l'occasione di scandalizzare un po' il fiore della nobiltà
di quella società così frigida e mentalmente chiusa.
Con garbo, grazia e
delicatezza, portò l'argomento di conversazione sui commerci
di Vanaehim, descrivendo a profusione cibi, profumi, stoffe, gioielli
delle culture più disparate.
E le incantò
descrivendo gli uomini bruni delle regioni del sud, dalla pelle
talmente scura che, quando cospargevano il loro corpo di oli,
sembravano sculture di bronzo o d'ebano.
Capì di averle
incuriosite, e sarebbe stato comprensibile, perché tutto ciò
che le donne degli Aesir conoscevano erano i loro uomini pallidi e
con le barbe crespe.
Le barbe erano segno di
virilità tra gli Aesir, ma più di una ragazza ammise
che la barba poteva essere molto fastidiosa a volte.
Freiya riusciva a farle
parlare di ciò che lei voleva, e siccome sapeva cosa volevano
chiederle, con grazia diede un'ulteriore spinta alla conversazione.
-Però alcuni
popoli hanno un vero a proprio obbligo di tenere la barba. Ad esempio
i nani. Un nano senza barba sarebbe qualcosa che non vorrei mai
vedere-
Cinguettò
allegra, il calice di vino sempre in mano.
A quell'ennesima
allusione, Fulla, la ragazza che prima era stata zittita da Frigga,
non si trattenne più.
-Nobile Freya, devo
farvi una domanda molto personale-
-Chiedi pure, mia cara.
Per me la parola personale non è limitante-
-Ecco... dunque...-
Fulla si guardò intorno alla ricerca dell'approvazione delle
sue compagne, che la incoraggiarono con cenni affermativi.
Freya sorrise della
loro ingenuità e ritrosia, ma in fondo provò anche
tenerezza per loro.
-Nobile Freya, da dove
proviene realmente la collana Brisingamen?-
-Oh, questa? È
un gioiello di famiglia. Apparteneva a mia madre-
-Te l'ha donata lei,
dunque?-
-No: l'ho vinta ad una
scommessa-
-Che scommessa?- Chiese
subito un'altra ragazza di cui Freya non ricordava il nome.
-Volevamo scoprire chi
di noi due sarebbe riuscita a sedurre più uomini nell'arco di
una luna. Ho vinto io, come potete vedere-
E sollevò la
collana come prova.
Nessuna di loro ebbe il
coraggio di chiederle la cifra esatta, però.
Peccato.
***
-Alla bellezza virile
degli uomini di Asgard!-
Proclamò
solennemente Freyr sollevando il calice.
Thor e Loki si
scambiarono un'occhiata.
Sì: ospitalità
o meno, quel tipo insistente meritava una lezione!
***
Dopo alcuni minuti di
silenzio imbarazzato, la curiosità di Fulla non era ancora
appagata a proposito della domanda principale che le ronzava in
testa.
-Nobile Freya, sai che
i nani si vantano di aver giaciuto con te in quattro per cederti
quella collana? Dicci, è vero?-
Lei si portò una
mano alla scollatura come se fosse profondamente offesa.
-Certo che no! Questa è
una menzogna!-
-Perdonaci, signora! È
che si dice questo in giro, e noi... noi credevamo...-
-Mie care ragazze, se
mi conosceste bene, sapreste perfettamente che non mi sarei
accontentata di quattro di loro, né il mio prezzo sarebbe
stato una sola collana- disse con il tono più amabile.
Le ragazze lanciarono
qualche gridolino scandalizzato, si tapparono la bocca con le mani ed
arrossirono tutte sotto la loro pelle chiarissima fino a far
scomparire le lentiggini, chi ne aveva.
***
-Padretutto, chiedo la
tua attenzione!-
Odino si voltò
verso Loki, in piedi accanto al suo scranno.
Era strano che Loki si
esponesse in quel modo, considerato quanto era schivo in occasioni
come quella, per cui decise di ascoltarlo con più attenzione
di quanta lui ne avesse chiesta.
L'ultima cosa di cui
avrebbe avuto bisogno sarebbe stata un fuori programma di quei due
scapestrati dei suoi figli.
-Dimmi pure, figlio
mio-
-Io e mio fratello, il
principe Thor, chiediamo il permesso di offrire di persona i doni ai
nostri nobili ospiti-
Chiese Loki con la
perfetta educazione che gli aveva impartito la casa reale di Asgard.
Odino guardò
Njordr accanto a sé, ma il sovrano di Vanaehim si guardò
bene dal mostrare qualsiasi reazione.
Le sue sopracciglia,
spesse ma sistemate con una cura maniacale, non si mossero di un
millimetro.
Solo il suo sguardo
bistrato di nero si fissò insistentemente su Loki.
Bè, in fondo
quella poteva essere una buona idea, riflettè Odino.
Dopotutto era stato lui
stesso ad incoraggiare Loki e Thor a prendersi delle responsabilità,
e quel semplice atto diplomatico avrebbe potuto essere un buon punto
di inizio.
-Molto bene, Loki. Tu e
tuo fratello potrete procedere quando riterrete più opportuno-
Sì: era una
buona idea.
Per una volta.
Loki prese congedo
inchinandosi ad entrambi e poi si voltò per tornare al tavolo
con Thor, Freyr e gli altri rampolli della nobiltà dei due
regni.
***
-La nave Skidbladnir è
un oggetto magnifico- disse Loki.
Il cuore gli batteva
forte in petto.
In lui si mischiavano
paura, esaltazione ed una buona dose di idromele.
-Ma un altro dono è
parimenti eccezionale-
La sua voce stava per
diventare stridula ma riuscì a controllarla.
Fece cenno a Thor, che
fece il suo ingresso trionfale trascinando per una corda un maiale
selvatico che strillava a più non posso.
Sull'intera corte calò
un silenzio di gelo. A parte il maiale.
Loki dovete farsi
forza. Adesso che era sotto gli occhi di tutti quell'idea gli
sembrava una colossale cazzata, tuttavia ormai non aveva altra scelta
che continuare la farsa.
-Questo è...
questo è Gallinburstri. Le sue setole brillano nel buio per
rischiarare il cammino del suo padrone, e può correre sulla
terra, sull'acqua o persino in aria-
Dovette sopprimere una
risata isterica, mentre il suino strillava a pieni polmoni e Thor
faceva fatica a trattenerlo.
-Ma questo non è
il posto adatto a lui... il principe Freyr potrà riaverlo più
tardi-
Thor, al contrario di
lui che sapeva di essere terreo in volto, aveva le guance arrossate
per l'alcol e rideva a crepapelle.
Odino era immobile ed
ovviamente era furioso.
Njordr lo guardava con
quelle sue strane sopracciglia truccate inarcate in un modo
impossibile.
Freyr sembrava più
che altro intontito, e Loki pensò che, se loro fossero stati
fortunati, il principe dei Vanir aveva in corpo già abbastanza
idromele da non fargli ricordare con troppa precisione di aver
ricevuto come “dono ospitale” un porco.
***
Era finita.
Grazie alle norne ed a
tutti i suoi antenati, era tutto finito.
Gli ospiti Vanir se ne
erano andati ed Asgard era tornata più o meno normale.
Odino adesso poteva
concentrarsi sulle cose davvero importanti, ovvero su Thor e Loki in
piedi davanti al trono ed a testa bassa.
-Voi sapete che la
diplomazia è una parte importante dei rapporti con i regni
vicini. Vi ho sempre detto che più possibile devono essere
nostri amici ed alleati piuttosto che nemici sottomessi con la forza.
Non vi ho insegnato questo?-
I due annuirono.
Almeno i due screanzati
avevano la decenza di non far sentire la loro voce.
-Adesso voglio sapere
una sola cosa, e badate di rispondermi con sincerità-
Li guardò a
lungo e loro per fortuna rimasero inchiodati sul posto come due
ragazzini.
-Di chi di voi due
sconsiderati è stata l'idea del maiale?-
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Cantuccio
dell'Autore
Dopo parecchio tempo torno a pubblicare nella sezione
“Thor”.
Non so bene nemmeno io cosa pensare di questa storia
scritta di getto, per cui vi sarei davvero grata se mi lasciaste un
parere.
Vi devo qualche spiegazione, quindi se volete qualche
chiarimento leggete le note.
1
- L'idea di questo scontro tra civiltà tra gli Aesir ed i
Vanir viene direttamente dalla fanfiction “Altro
che Ragnarok: Vanir e parenti, gioie e lamenti” di Shyliss, che
saluto e quoto con tanto affetto e sperando che non si arrabbi.
2 - Mi è venuta
voglia di scrivere in questo fandom dopo l'ultima puntata della serie
“Vichinghi – il regno perduto” di Focus.
3 - Ho immaginato
Njordr come Ben Kingsley e Freya come Cameron Diaz. E Freyr come Brad
Pitt qualche anno fa, ai tempi di “Intervista col vampiro”.
4 – Thor è
decisamente omofobo. Nella cultura degli uomini del nord
l'omosessualità era una vergogna assoluta e lui si adegua ai
suoi tempi.
5 – Per le
differenze tra Aesir e Vanir, io immagino che i rapporti fossero più
o meno quelli tra Romani ed Etruschi, tra Romani e civiltà
ellenistica o tra Greci e Persiani: un popolo duro e puro ed un'altro
di costumi molto più liberi. Quelli duri accusano gli altri di
mollezza, mentre gli altri li accusano a loro volta di essere dei
rozzi e degli zoticoni. Niente di nuovo sotto il sole, insomma.
6 – La storia del
maiale (o cinghiale) regalato a Freyr è vera. E mi ha sempre
fatto ridere. Lo so che Freyr è un archetipo serio e che il
cinghiale è un animale simbolico, ma mi fa ridere lo stesso.
7 – la collana
Brisingamen è il simbolo di Freya. Ad occhio così
collegherei l'etimologia alla stessa radice dell'inglese “bright”
e “blaze”, cioè qualcosa che scintilla.
8 – In cinque
pagine ho demolito ciò che restava dell'Edda dopo il passaggio
della Marvel. Non so se sentirmi in colpa oppure andarne fiera.
Makoto
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