Je t'aime, petit

di Soul_light04
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Il ragazzino davanti a lui si asciugò le lacrime con il fazzoletto porpora che gli aveva ceduto; poi, tirò su col naso e, finalmente, gli regalò un timido sorriso. Adorava vederlo sorridere, un calore si espandeva dentro il suo petto e raggiungeva il bassoventre, che veniva invaso da un uragano di farfalline.
"Grazie" Mormorò. Si scostò una ciocca di capelli biondi dal viso. Sentì le guance avvampare, seguite da quelle del ragazzino. Non poté udire la sua risposta che vide il ragazzino scomparire dalla sua vista.
Francis aprì lentamente gli occhi, ancora in uno stato di tepore. Si portò una mano al cuore che sembrava volergli uscire dal petto e prendere il volo, come ogni volta. Abbandonando del tutto il ragazzino che lo tormentava tutte le notti ormai da mesi, Francis si alzò dal letto. Guardò il paesaggio dalla finestra della sua camera d'hotel senza vederlo davvero.
Dopo aver consumato la sua colazione à la française ed essersi preparato a dovere, indossando vestiti d'alta moda che contraddistinguevano lui e poche altre nazioni, Francis si recò nell'edificio dove si sarebbe tenuta la conferenza mondiale.
Sospirò, udendo fin dall'inizio del corridoio il gran trambusto che stavano creando le altre nazioni all'interno della sala conferenze.
Appena entrato nella sontuosa sala, Francis si accomodò e si guardò intorno: al suo fianco, Inghilterra, cercava di calmare America, salito su una sedia con la posa di uno dei supereroi per cui aveva un'ossessione, allo scopo di urlare al mondo - letteralmente - i suoi "eroici buoni propositi per tenere al sicuro il globo". Poco più avanti Lituania annuiva al ciarlare interminabile di Polonia sui pony rosa, di tanto in tanto controllando che Russia non lo stesse congelando con lo sguardo.
Improvvisamente la voce di Italia sovrastò le altre: "Ve', Ludwig, cosa stai facendo?" Disse avvinghiandosi al bracco del biondo che, imbarazzato, arrossì. Il tutto sotto lo sguardo di Giappone e Ungheria, che fotografavano e filmavano i due.  Francis sorrise felicemente alla neocoppia ripensando a come, con l'aiuto di Prussia, li aveva spinti a dichiararsi a vicenda. Alla fine era pur sempre la nazione dell'amore.
Dall'altra parte della sala si sentirono dei passi pesanti e spaventosi, seguiti da un ringhio: Lovino Romano Vargas, fratello maggiore di Italia, era pronto a lanciarsi su Ludwig, quando venne fermato da due braccia forti che lo abbracciarono da dietro. Spagna appoggiò la testa sulla sua spalla, lasciandoli un bacio sul collo.
"Lasciami, devo castrare quel maledetto crucco mangia patate stupratore di fratelli ingenui!" Tentò furiosamente di dimenarsi, ma si calmò ascoltando le parole dolci e rassicuranti di Antonio.
Volgendo per l'ennesima volta lo sguardo da un'altra parte, incrociò lo sguardo a cui mirava fin dall'inizio. Un paio d'occhi tra il blu e l'ametista si posarono su di lui, mozzandogli il fiato.
Uno sguardo.
Bastò un semplice sguardo a fargli perdere il suo equilibrio interiore - ed esteriore - e a farlo barcollare pericolosamente. Tese la schiena, facendola combaciare completamente allo schienale morbido. Si trattenne dal sussurrare il suo nome, tenendolo per sé.
Matthew.
"Fate tutti silenzio!" Tuonò Germania, spaventando Italia e dando inizio alla conferenza. America scese dalla sedia e finalmente si zittì. Tirò fuori un hamburger dal nulla e lo addentò.
Francis rimase distratto per tutta la conferenza, aspettando che arrivasse il momento di Canada. Naturalmente tutti si erano scordati di lui. Si chiese come fosse possibile scordare qualcuno dallo sguardo così dolce, il profumo di sciroppo d'acero e i modi gentili. Il ragazzo teneva il suo orso polare tra le braccia, e nemmeno lui aveva idea di chi fosse il suo padrone, a volte.
La conferenza era ormai finita da mezz'ora, ma Francia non si era mosso di un centimetro.
"Fratellone Francia, come mai continui a fissare il posto di Canada?" Disse Italia posandogli una mano sulla spalla. 
"Cosa? Io..." Fece per dire, ma Italia lo interruppe stritolandolo in un abbraccio spaccaossa.
"Ve', sono così felice che ti piaccia qualcuno!" Il ragazzo quasi strillò e per poco Francis non soffocò con la sua stessa saliva.
Piacergli Canada? Il ragazzino che aveva visto crescere e a cui voleva un bene dell'anima? Certo, doveva ammettere che provava una certa attrazione nei suoi confronti, ma non si era mai spinto oltre i baci sulle guance o ad un abbraccio prolungato, ma non significava assolutamente nulla! Forse.
"Italie, ma cosa stai farneticando?" Disse con gli occhi fuori dalle orbite, che poi, da quando il ragazzo era così perspicace? Si aggiunse anche Giappone alla conversazione, uno sguardo stranamente determinato e le mani strette a pugno, da vero fan dello yaoi.
"France-san, posso confermare le parole dette da Italia-kun. Sembra innamorato perso di Canada-san" Replicò con calma.
Inventando al volo una scusa plausibile, Francis lasciò i due e tornò nella sua camera d'hotel. Rivedere Matthew dopo due mesi era stato folgorante, una secchiata di ghiaccio in testa. Si era anche sentito bene, felice.
Si buttò sul letto con uno sbuffo. Provò una certa nostalgia quando nella sua mente riaffiorarono certi ricordi: lui e Canada che cucinavano i suoi amati pancake allo sciroppo d'acero, lui che inumidiva la sua fronte bollente, febbricitante, lui che osservava Canada sfoggiare le sue abilità nella lacrosse, Matthew che faceva un'espressione soddisfatta nell'assaggiare un Macaron . L'ultimo, doloroso ricordo, fu di quando Matthew lasciò casa sua.
Una lacrima solitaria gli scivolò sulla guancia, ma presto tutto si placò, e Francis cadde in un sonno profondo, risucchiato nel mondo dei sogni.
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Il mattino dopo Francis Bonnefoy non era esattamente in forma smagliante: aveva lo sguardo assonnato, e delle scure occhiaie sotto gli occhi spenti gli solcavano la pelle più pallida del normale, tanto da eguagliare il colorito di Germania. Inutile dire che, dopo tre sospirate ore di sonno profondo, si era svegliato d'improvviso e ogni tentativo di riaddormentarsi era stato vano.
Arrivato davanti alla sala conferenze sorseggiando l'ennesimo caffè schifoso di America - quello di Italia era molto meglio -, si fermò a lato e si appoggiò al muro freddo dietro di lui.
Proprio quando stava per assopirsi, una timida e calda voce spezzò la bolla di silenzio che Francis aveva creato intorno a lui. Ed era maledettamente familiare.
"E-Ehi Francis, non sembri sta - stare molto bene... è successo qualcosa?" Balbettò. Francis aprì gli occhi si scatto, facendoli incontrare con quelli blu - violetto dell'altro. Matthew si torturò impacciatamente le mani, chiedendosi se avesse fatto bene a seguire il consiglio di Italia.
"Oh oui cher,va tutto bene, merci. Ho solo dormito poco stanotte" Disse Francis sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi. Doveva fare assolutamente bella figura con Canada.
"E a te come vanno le cose, mon cher?" Domandò.
"Tutto bene in Canada, thanks. E' da tanto che non ci vediamo... sai, sono migliorato molto a lacrosse ultimamente, sono quasi imbattibile!" Disse Matthew con un grande sorriso. Dopotutto gli era sempre risultato difficile parlare senza balbettare - le rare volte in cui parlava con qualcuno . Ed era come se volesse risollevargli il morale.
"Ma petit, sei sempre stato imbattibile!" Rispose con affascinante enfasi Francis, tant'è che Matthew non riuscì a trattenersi dall'arrossire. Un risolino imbarazzato uscì dalle sue labbra e si grattò il retro del collo. Francis era solito a riempirlo di complimenti, che sortivano sempre un certo effetto sull'altro.
Poco dopo la conferenza iniziò e neanche stavolta Canada riuscì a parlare. Ci era rimasto visibilmente male, e quando tutto terminò uscì di corsa dalla sala, seguito da Francis.
Delle piccole lacrime fecero capolino dai suoi occhi con forza e gli bagnarono le guance arrossate.
Senza dire nulla, Francis si avvicinò a Matthew e lo circondo in un caldo abbraccio, cogliendolo alla sprovvista.
Matthew spalanco gli occhi, poggiando la testa sulla spalla di Francis, bagnandogli la giacca. Aveva un forte odore di colonia, ma non lo infastidiva, anzi. Inspirò profondamente, godendo ancora del suo profumo, mentre l'altro gli accarezzava dolcemente la nuca e i capelli dorati.
"Hai un buon profumo" Sussurrò Canada, facendogli balzare il petto in gola. Fece per allontanarsi per non disturbarlo troppo, ma Francis strinse la presa sull'altro.
"E tu sai sempre di sciroppo d'acero. Sfogati pure, petit" Sussurrò Francis in risposta. Sentì Matthew strofinare la guancia contro la spalla.
"Non capisco... perché nessuno mi vede? E' come se fossi un fantasma, anzi, peggio! E se mi vedono, mi ignorano, e se non mi ignorano, mi confondono per quel megalomane di mio fratello! Francis davvero non capisco... a nessuno importa di me?" La voce di Matthew si fece sempre più acuta, per poi trasformarsi in piccoli singhiozzi che lo scossero violentemente.
"Oh, Matthew... a me importa di te, io ti vedo. Mi dispiace che gli altri non capiscano il tuo valore, non sanno cosa si perdono. Matthew, tu sei una persona fantastica: sei così dolce, bravo negli sport, intelligente, bello, adorabile..." Francis si portò una mano alla bocca, avendo parlato troppo. Matthew era arrossito ulteriormente e lo fissava con stupore e dolcezza.
"Davvero... tu pensi questo?" Disse imbarazzatissimo Canada. Francis annuì, accarezzandogli la guancia. Gli scoccò un leggero e veloce bacio sulle labbra salate a causa delle lacrime.
"Je t'aime, petit Mathieu"
"Ora, che ne dici di comprare del gelato e di gustarcelo nella tua camera guardando una partita di hockey?" Gli occhi di Matthew si illuminarono, mentre Francis lo prese per mano e lo condusse fuori dall'edificio.
"Possiamo prendere anche lo sciroppo d'acero, s'il te plaît?" Disse Canada. Francis rise dolcemente, e gli rispose: "Tutto quello che vuoi, petit".
I due si avviarono verso il supermercato più vicino non sapendo che, in quello stesso momento, Ungheria e Giappone stavano caricando sul loro blog "La bibbia dello Yaoi" delle foto del loro timido e casto bacio, con annessa descrizione inquietantemente dettagliata della loro confessione d'amore, sotto lo sguardo soddisfatto del non-così-ingenuo Italia.
Beh, da quel giorno Canada sarebbe stato al centro dell'attenzione per un bel po' di tempo, era poco ma sicuro.


Angolo della neo-autrice:
Allora, anche se non è la prima storia che scrivo e ho l'account da più o meno un anno, non ho mai pubblicato nulla. Ho paura di aver reso Francis OOC ): Voi che dite? Spero vi sia piaciuta. Qualsiasi recensione (anche critica o neutrale, ovviamente) è ben accetta! E mi scuso in anticipo per eventuali errori grammaticali. 
Grazie per aver letto/recensito la storia (:

Soul.

 
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