運命の赤い糸 Unmei no akai ito: il filo rosso del destino

di Saku90
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Naruto
 
Erano passati mesi da quando tutto era ritornato alla normalità. Gli eroi del mondo ninja erano tornati ad essere tre.
 
Rivedere Sakura, dopo aver vissuto per un intero anno con la sua assenza, fu come prendere una rigenerante boccata d'aria dopo una lunga immersione. Riabbracciarla mi aveva fatto sentire nuovamente integro. Ma è stato solo un attimo. Lei aveva scelto Sasuke, e questa volta, a differenza del passato, Sasuke voleva lei, la vedeva realmente per quello che era, e non per una smorfiosa lagnona.
 
Quando vidi la sua schiena voltarsi verso di me, l'oscurità ritornò a prendermi, a distendere i suoi tentacoli su di me.
 
I mesi passarono velocemente, e altrettanto velocemente mi resi conto che, in realtà, nulla sarebbe tornato come prima. Il trio era pur sempre diventato un duo. Avevo assistito alla loro felicità, al loro matrimonio, ma non avevo gioito con loro. No, ero invidioso di quella felicità e spensieratezza che mi era stata strappata. Loro non avevano più bisogno di me.
 
Guardai il filo rosso che mi cingeva il polso. Era comparso il giorno dopo il ritorno di Sakura.
 
"Naruto", mi chiamò la vecchia.
 
"è arrivato il momento, vero?", le chiesi malinconico lanciando un ultimo sguardo a Sakura e Sasuke che ridevano spensierati.
 
"Sì. È giunto il momento che anche tu paghi il tuo prezzo", mi ricordò.
 
Già, il mio prezzo, perché in realtà, contrariamente alle accuse che in passato avevo mosso a Sakura, lei non aveva sacrificato la sua vita solo Sasuke, ma anche per me.
 
"Non ho sofferto abbastanza?", chiesi rabbiosamente.
 
I suoi occhi tristi e sconsolati mi risposero.
 
"Naruto-kun?", ci interruppe la voce di Hinata.
 
"Non ora Hinata", la interruppi bruscamente voltandole le spalle, incapace di sostenere i suoi occhi carichi di stima e ammirazione.
 
"Andiamo", dissi alla vecchia.
 
Quando arrivammo alla valle dell'epilogo si fermò, lo sguardo rivolto al cielo, dove uno stormo di uccelli stavano transitando.
 
"Allora?", brontolai, ormai stufo di quell'attesa.
 
"è ora che anche tu vada incontro al tuo destino", proferì.
 
Il rombo di una violenta esplosione mi distrasse dalle sue parole. Un enorme nuvola di fumo avvolse il centro del villaggio, proprio dove fino a pochi minuti fa si trovavano Sakura e Sasuke.
 
"Buona fortuna Naruto", mi sussurrò la morte.
 
Corsi nuovamente dentro il villaggio.
 
"Naruto!", mi chiamò Sasuke con in braccio Sakura.
 
"State bene?", chiesi sollevato e perplesso.
 
"Sì ma.... Naruto....", mi rispose Saura piangendo.
 
"Cosa? Il bambino, non sta bene?".
 
"Io ho cercato di fare tutto il possibile... tutto...ma... Hinata...", singhiozzò.
 
Hinata. Si trattava di lei allora. In quell'attimo realizzai tutto.
 
"Ci penso io", la rassicurai.
 
"Naruto, è morta!", esclamò fuori di sé, sotto lo sguardo serio e imperturbabile di Sasuke.
 
"Forza, vai!", mi incitò quest'ultimo.
 
E rieccomi qui, alla valle d'epilogo, ad attendere il crepuscolo. Ad attendere colei che era stata sempre al mio fianco, senza che la notassi.
 
"Naruto-kun?", mi chiamò.
 
"Hinata!", la chiamai alzandomi in piedi ed andando verso di lei.
 
"Io... credo di essere morta", mi disse calma.
 
"Tranquilla Hinata. Sistemerò tutto", le dissi carezzandole il viso.
 
Guardai quegli occhi sempre gentili, e vi lessi, per la prima volta, tutto l'amore che contenevano per me. Non ero mai stato solo, neanche quando lo credevo. Lei era sempre stata accanto a me, come Sakura lo era stata per Sasuke.
 
"Perdonami Hinata", le dissi abbracciandola. Poi, con lo sguardo sempre fisso nel suo, slegai il filo rosso dal mio polso e lo legai in quello esile di lei.
 
"Sistemerò tutto, te lo prometto Hinata", le giurai. Un sorriso ebete mi distendeva il volto. Ora toccava a me lottare per il mio destino.
 




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