Roma

di Chiaroscura69
(/viewuser.php?uid=337869)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Roma riposa placida
fra le pieghe della sua gloria,
la tempesta non la bagna,
una coltre di antichità,
incosistente come la polvere,
resistente come una corazza,
la protegge come un gladio appuntito.
Roma non si pavoneggia,
sa che gli sguardi
non possono evitarla,
si stiracchia leggera
voluttuosamente si illumina,
quando qualcuno la paragona
ai greci eccelsi
urla di sdegno e offesa:
l'allievo supera sempre il maestro!
Roma si veste di scuro
quando vuole completare
il gioco della seduzione,
ipnotizza con i suoi occhi seminascosti
nella cavea del Colosseo,
afferra con le braccia nude
di marmo e di fregi arzigogolati,
si insinua con i suoi alti e bassi
rilievi.
Non sai più chi sei
quando ti specchi nel Tevere,
ti sembra di allungarti
e improvvisamente sei un mattoncino
rosso imperiale
della Villa Augustea.




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3790235