Quel giorno, Duncan, non era l’unico a trovarsi in aula
punizioni, c’era altre due facce conosciute…
Fra Duncan e i due compagni di punizione non scorreva esattamente buon
sangue.
La ragazza per cui lui aveva provato antipatia fin
dall’inizio, Leshawna, inizialmente aveva avuto una buona
quantità di curiosità nei suoi confronti,
curiosità che si era trasformata in forte astio quando aveva
fatto amicizia con l’altro ragazzo presente, Harold. Si
trattava di uno sfigato che lui prendeva spesso in giro, dopo che i
tentativi della ragazza di farli convivere pacificamente erano falliti
lei si era apertamente messa a prendere le difese del quattrocchi dai
capelli rossi.
Non erano degli assidui frequentatori dell’aula di punizione,
anche se per Duncan era facile immaginare che la ragazza fosse
lì per averle date a qualcuno. Sapeva essere violenta e poco
aperta al dialogo se veniva provocata e nonostante fosse in apparenza
grossa e poco atletica era decisamente forte...
Il professore che avrebbe dovuto tenerli d’occhio
uscì dall’aula per fare delle fotocopie.
-Come mai qui? - domandò annoiato Duncan ai compagni.
-Niente di troppo grave… - rispose vaga Leshawna, Harold la
guardò storto. -Non dare la colpa a me. -
sospirò. -Sei stato tu, di tua iniziativa, a far scattare
l’allarme anti-incendio. - gli ricordò.
-Avrei evitato di farlo se non avessi dovuto interrompere la stupida
rissa fra te e il fanclub di Alejandro. - disse il ragazzo
guardandola di traverso.
-Non c’era bisogno di preoccuparsi per me, tanto sarebbe
stato un massacro unilaterale. - disse con una nota di orgoglio nella
voce.
-Infatti non ero preoccupato tanto per la tua incolumità, ma
più per la punizione che avresti potuto ricevere se fossi
riuscita nel tuo intento! -
-Però ammettilo, la faccia del professore quando ti ha
scoperto era davvero grandiosa. - disse la ragazza ridendo. Anche il
ragazzo rise dopo che la sua espressione si ammorbidì.
-Già… ma lo era anche la tua espressione delusa
quando la tua rissa è stata interrotta
dall’evacuazione! - finito di ridere, il ragazzo si
ricompose. -Però dovresti ringraziarmi, se non mi fossi
messo in mezzo non te la saresti cavata con così poco. -
disse con aria saccente.
-E va beh, significa che la prossima volta sarò io a farti
da spalla. - scherzò la ragazza, Harold inizialmente la
guardò un po' schivo.
-Guarda che io sono un soggetto tranquillissimo... - poi ci
riflettè. -Però... potrebbe farmi comodo... non
si sa mai... - Per quanto riguardava Harold, neanche lui era innocuo o
rispettoso delle regole come appariva e una volta era stato in grado di
rubare e sostituire i test nella borsa del professore con degli altri
tanto per fare un dispetto a Duncan che li aveva rubati il giorno per
controllare le domande. Un’altra aveva sabotato il computer
di un insegnante che secondo lui gli aveva messo un voto ingiustamente
basso avendolo preso in antipatia… Insomma, quando si alzava
col piede sbagliato, al quattrocchi veniva voglia di sabotare qualcuno.
Duncan aveva spesso avuto un problema con i genitori delle ragazze che
frequentava, di solito era considerato una potenziale pessima
influenza, però guardando quei due...
-Non saprei dire chi di voi due sarebbe la cattiva influenza. - Harold
indicò Leshawna che sorridendo si stava già
indicando da sola.
-Tu invece? Perché sei qua? - domandò poco dopo
la ragazza.
-Niente di che, una semplice zuffa… le solite
cose… - rispose svogliatamente il ragazzo.
-Te la sei presa con Trent, giusto? - chiese con interesse la ragazza.
-Si. - rispose infastidito Duncan. Leshawna si girò verso
Harold che si era messo a giocherellare con un cubo di rubik.
-Ricordami che Tyler mi deve quindici dollari. - gli disse trionfante.
-Sarà fatto. - il ragazzo sollevò lo sguardo e le
sorrise divertito.
-Ancora scommesse? - domandò Duncan tirando a indovinare.
-Sì, sì… - lei annuì. -Da
quando Gwen ti ha lasciato a inizio anno, la situazione con Trent che
continua a girarle attorno come una mosca mi è sembrata
piuttosto tesa, così ho scommesso con Tyler che vi sareste
scontrati entro la fine di Febbraio e guarda un po’...
è il ventiquattro! - gli spiegò. -Comunque
tranquillo, lei e il chitarrista non torneranno a frequentarsi. Lui
è troppo appiccicoso e patetico e lei non ha un debole per
questo tipo di ragazzi… -
-A differenza di te a quanto pare. - ribattè Duncan, facendo
l’indifferente.
-Farò finta di non aver sentito! - disse Harold a voce alta
non staccando gli occhi dal suo cubo, poi si alzò e
uscì dall’aula. Duncan sembrò divertito.
-Comunque che si metta pure con chi vuole, chi se ne frega? Tanto non
stiamo più insieme. - disse con fare disinvolto dondolandosi
sulla sedia.
-Meglio così, tanto non sareste durati. - disse la ragazza e
nonostante Duncan non le avesse risposto a giudicare dalla sua
espressione era certa che stesse abboccando. “E’
facile… facile ma comunque divertente...”
-Già… lo so perché la conosco
bene…-
-Fidati, per come è cambiata ultimamente non la
riconosceresti più. - sbuffò Duncan.
Già, la sua Gwen da un po’ non sembrava
più lei… non era più la sua allegra
compagna di avventure, improvvisamente aveva cominciato a farsi
problemi sull’idea che gli altri avevano di lei e sul fatto
che gli altri non la considerassero una ragazza gentile e
corretta… Lei? Proprio lei che aveva fatto di tutto per
apparire quella tetra, a cui non importa di nessuno e che in quegli
anni di superiori si era praticamente cucita quel personaggio addosso?
Una volta la ragazza lo aveva anche aiutato a rubare il progetto per il
concorso di scienze di Harold. Era stato anche questo ad allontanarla
da Leshawna che era stata la sua migliore amica, anche se Gwen sembrava
ancora chiedersene il motivo... Non aveva neanche capito che era stata
proprio Lei a rubare il suo progetto per il concorso d’arte
per ripicca. Quando si trattava delle motivazioni della fine delle sue
amicizie, Gwen sembrava farsi tonta tutto ad un tratto e far finta di
non capire che colpe poteva avere. Anche il motivo per cui Courtney,
l’ex ragazza di Duncan che quest’ultimo aveva
tradito proprio con la dark, aveva cominciato ad odiarla non
era per lei del tutto chiaro e giustificato…
-Il giorno prima sembravamo affiatatissimi, il giorno dopo non gliene
fregava più nulla di me, non credevo che fosse questo tipo
di ragazza eppure… -
-Forse nonostante la complicità iniziale fra voi due alla
fine sei risultato troppo poco… emh troppo poco…
- Leshawna stava cercando la parola giusta. -Romantico…
Galante… - Duncan scoppiò a riderle in faccia.
-Fidati, potrà anche non piacerle il livello di patetismo
che raggiunge Trent quando lei è nei dintorni, ma nonostante
l’apparenza, quella ragazza ha un cuore da fanciullina
romantica che sogna un mondo fiabesco e rosa. - spiegò la
ragazza ridendo anche più forte di lui. -A parte lo scherzo,
perché credi che si sia innamorata di un chitarrista
sdolcinato come Trent? Beh, si… poi ha cominciato a dare i
numeri e a quel punto lei ha avuto bisogno di disintossicarsi
rivolgendosi a un cattivo ragazzo… - disse indicandolo.
-Resta il fatto che secondo me, lei è il tipo che si
scioglie per i gesti romantici… in caso fossi ancora
interessato, a buon intenditor poche parole… -
-E si tratta di informazioni gratuite? -
-Andiamo Duncan, per colpa di qualche scommessa da due soldi ti sei
fatto l’idea che io abbia un bisogno così
disperato di denaro? Scommetterei ben più di quindici
dollari, tanto non scommetto mai se non sono sicura di vincere. -
ridacchiò la ragazza.
-E tutti quei lavori partime in cui ti sei cimentata con Tyler? -
chiese in contropiede Duncan. La famiglia della ragazza non era mai
stata particolarmente benestante, anche se non si poteva dire neanche
che fossero un caso disperato, e la cosa era risaputa nonostante
Leshawna non volesse farsi dare una mano da nessuno.
-Gli davo solo manforte, quell’imbranato è davvero
maldestro, un caso disperato, forse anche peggio del mio Harold.
Così visto che volevo trovarmi qualche lavoretto anche io,
ho deciso di tenergli compagnia in modo che non venga licenziato in
tempi record. -
-Mah, badare ai casi umani sembra essere diventata la tua vocazione. -
l’espressione di Leshawna si fece dura. -Comunque non
capisco, perché cerchi di darmi consigli? Io non piaccio a
te e tu non piaci a me, no? -
-In realtà, finché non tocchi Harold, di te non
potrebbe fregarmene di meno… ma comunque l’hai
detto tu stesso: Badare hai casi umani è diventata la mia
vocazione, no? - gli sorrise.
La verità era che voleva fare una sorta di esperimento. Gwen
dopo un primo periodo di indifferenza gli era sembrata abbattuta per la
rottura e visto che, sotto, sotto, anche Duncan gli era sembrato dello
stesso avviso, voleva vedere se riusciva a far migliorare la
situazione. Non era conosciuta per essere la migliore delle amiche, ma
Leshawna si era molto affezionata a Gwen. Riteneva che dato il suo
prendere in giro Harold facendo comunella con il punk, andare
d’accordo fosse ormai quasi impossibile, sopratutto da quando
Harold era diventato una sorta di suo “protetto”...
beh certo, quando non era occupata a sbavare dietro qualche bel ragazzo
distraendosi... Ma alla fine, nonostante si fossero allontanate, voleva
tirarle su il morale di quella ragazza.
Harold rientrò con una bottiglietta d’acqua e un
bicchiere di carta, mentre Leshawna e Duncan parlavano.
-Di cosa state parlando? - domandò incuriosito.
-Donne... è un discorso da uomini, ma visto che non ne vedo
altri in questa stanza mi accontento di Leshawna, torna pure ai tuoi
quadratini colorati. - Anche Leshawna lo trovò divertente,
ma l’unico a cui fu versato in faccia il contenuto del
bicchiere fu Duncan. Harold riempì di nuovo il bicchiere e
lo porse gentilmente a Leshawna.
-Tieni, ti ho portato l’acqua. -
Quando l’insegnante tornò in classe
trovò Duncan che sollevava per colletto Harold e Leshawna
intenta a minacciare Dunca di disarticolargli la spalla mentre gli
bloccava saldamente il braccio libero.
-Un'altra ora di punizione per tutti e tre. - disse freddo
l’uomo. -O magari volete continuare ed essere bocciati per la
condotta... - sorrise. -Tanto l’anno prossimo non ci sono, ho
chiesto il trasferimento quindi non me ne frega nulla se voi
piantagrane sarete nuovamente in quinta, non sarà
più compito mio sopportarvi… - I ragazzi si
rimisero seduti al loro posto. -Bravi, se vi impegnate siete
digeribili… - sussurrò prendendo un sorso di
caffè. -Quasi... -
Il giorno dopo, Duncan, di ritrovò a giocherellare con una
bustina di plastica azzurra che aveva portato, indeciso sul da
farsi… Non poteva credere di stare realmente seguendo un
consiglio di Leshawna, né di star cercando di rimettere
insieme i cocci di quella relazione. Non era affatto sicuro che quella
mossa avrebbe funzionato o avrebbe potuto cambiare qualcosa, ma ormai
che ci aveva pensato sentiva il bisogno di provarci, in fondo cosa gli
costava? Del resto, fra le ragazze da lui frequentate, Gwen era quella
con cui si era ritrovato più in sintonia e nonostante non lo
avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura per mantenere la sua immagine,
pensava spesso con nostalgia e affetto ai momenti passati insieme...
Inoltre non era esattamente nuovo ai ritorni di fiamma, con Courtney
aveva avuto una lunga storia di tira e molla ad esempio.
Dentro la busta si ritrovava un souvenir della prima volta che si era
introdotto in casa di Gwen di nascosto per poi essere preso dalla
polizia chiamata dal padre. Al tempo erano in terza liceo e i loro
genitori non volevano che si frequentassero dato che, secondo loro,
rappresentavano l’uno per l’altra una cattiva
compagnia. Ok… forse la capacità di Duncan di
fare gesti romantici sarebbe risultata più utile per
ispirare uno stitico ad andare in bagno, ma alla fine si lavora su
quello che si ha.
Duncan era ancora un po’ titubante, ma alla fine si convinse
a dare il regalo alla ragazza poco prima della fine delle lezioni.
-Che cos’hai là? - domandò curioso
Scott, Duncan era stato troppo occupato per rendersi conto che lo stava
osservando già da un po’. -Un regalo per Gwen? Ma
non vi eravate lasciati? - chiese indicando il biglietto che Duncan
coprì troppo tardi.
-Non è qualcosa che ti riguardi. - rispose schivo Duncan.
-Tu piuttosto… perché hai dei trucchi che ti
escono dalla borsa? - Scott guardò lo zaino e
sospirò.
-Per sbaglio mi sono portato lo zaino di mia sorella, avrei dovuto
capire che non era il mio dal peso. - disse dando la dimostrazione
della forza che ci voleva per sollevarlo. -Qui dentro
c’è tutto quello che le serviva per stare qualche
giorno dal fidanzato… - Duncan guardò
l’orario dal telefono e si alzò.
-Ok, ora devo andare. - doveva essere veloce se voleva lasciare il
regalo alla ragazza prima che se ne andasse. Peccato che proprio il
regalo fu scordato sul banco.
Scott non resistette alla tentazione e guardò di cosa si
trattava.
“Umh… strano oggetto da regalare ad una
ragazza… O forse no, visto che anche mia sorella ne aveva un
paio nella borsa solo più femminili.” Scott decise
di sostituire il contenuto della busta di Duncan con
l’oggetto nella borsa della sorella ritenendo che il solo
fatto che fosse di colore rosa lo rendesse un regalo più
idoneo. “Duncan dovrà essermi grato per questo e
magari si convincerà a parlare male di me a Courtney che
convinta di fargli un dispetto o ingelosirlo comincerà a
uscire con me. Sono sicurissimo che le basterà cominciare a
frequentarmi per capire che siamo fatti l’uno per
l’altra.” pensò Scott, convintissimo che
i consigli della sorella fossero più che validi.
Duncan accortosi della dimenticanza tornò indietro per
recuperare la busta.
La mattina seguente, il punk, si diresse furioso verso Leshawna e la
afferrò per un braccio.
-Per colpa tua ora Gwen mi odia! -
-Che?! - esclamò sorpresa Leshawna.
-Ho seguito il tuo consiglio e guarda che messaggio mi ha inviato lei
in risposta! - si lamentò il ragazzo che a quanto pareva era
convinto che sventolandole davanti agli occhi il telefono, Leshawna,
sarebbe sicuramente riuscita a leggere il messaggio.
-Hey bello, datti una calmata! Ora dimmi, cosa è successo? -
-Ho pensato di regalarle un paio di manette. - la
perplessità di Leshawna ricominciò a crescere
esponenzialmente. -Non un paio di manette qualsiasi, quelle che mi
hanno messo i poliziotti quando mi sono intrufolato in casa sua. -
-Ah, ah… questo cambia tutto… - rispose Leshawna
cercando di trattenere il sarcasmo. All’improvviso il ragazzo
che la teneva cominciò a fare degli strani e innaturali
movimenti che faceva pensare che stesse prendendo una scossa e cadde a
terra rivelando, dietro di lui, Harold con un taser.
-Che c’è? Ti stava aggredendo. - si
giustificò il ragazzo. -Mica l’ho
accoltellato… -
-Da dove l’hai preso quello?- domandò prontamente
la ragazza.
-Emh… l’ho preso in prest… - il taser
fu ripreso dalla ragazza a cui l’aveva rubato che lo
utilizzò su di lui. Anche Harold si ritrovò a
terra come Duncan.
Leshawna prese il telefono di Duncan e lesse il messaggio.
-Porco? - Nel frattempo passò Gwen, decisamente di pessimo
umore, Leshawna tentò di fermarla per farle qualche domanda,
ma lei si limitò a gettare con forza sulla testa di Duncan
un oggetto rosa e peloso e se ne andò.
-Ma con che diamine di manette ti hanno arrestato?! -
esclamò stupita Leshawna. -Sembrano provenienti da un sex
shop… - commentò incredula.
-Cosa? - sussurrò Duncan mentre lentamente si riprendeva,
guardando il paio di manette che Gwen gli aveva restituito gentilmente
si ammutolì senza capire cosa fosse successo.
Nel frattempo Harold vide Scott allontanarsi con fare sospetto e gli
tornò in mente di aver visto un paio di manette uguali nella
borsa del ragazzo, il giorno prima, in mezzo ad altre cose che non si
sarebbe aspettato di trovare tipo rossetti, vestiti da donna e
saponette profumate… ma va beh, lui non era tipo di
giudicare i passatempi altrui, se stava frugando nella borsa del
compagno era solo per assicurarsi se ad avergli rubato il portafogli
fosse stato lui o meno, mica per impicciarsi...
Decise che avrebbe parlato di quello strano fatto con Leshawna. Duncan,
probabilmente non gli avrebbe dato il tempo di spiegarsi e avrebbe
sospettato che l’artefice di tutto fosse lui.
Poco prima che potesse alzarsi per uscire dall'aula, Duncan venne
raggiunto da Gwen, in un primo momento fu sorpreso di vedere il suo
umore migliorato rispetto alla mattina, ma c’era qualcosa in
lei che comunque non lo riempiva di aspettative positive.
-Ciao… - lo salutò timidamente lei -Posso? -
domandò indicando la sedia vicino alla sua.
-Fa pure… -
-Senti, Leshawna mi ha spiegato il malinteso... -
-Ottimo, gradirei che spiegasse anche a me quello che è
successo con quelle dannate manette. - disse con un accenno di
frustrazione.
-E’ stato un pensiero molto gentile da parte tua. - sorrise
la ragazza.
-Ma? - disse il ragazzo rispondendo con lo stesso sorriso.
-Non ho intenzione di cambiare idea su di noi. - sospirò la
ragazza. -Diciamo che… non c’è
più chimica… mi spiace, ma è anche
normale cambiare, magari eravamo fatti l’uno per
l’altra in terza, ma non lo siamo più in quinta...
-
-E tu sei cambiata parecchio, non è così? -
sospirò Duncan. -La ragazza ribelle ed introversa era tutta
una maschera? -
-Beh… era il modo in cui mi sentivo di comportarmi in quel
momento. Forse mi sono effettivamente creata uno scudo, oppure avevo un
temperamento effettivamente diverso quando ero più giovane.
- disse facendo ridere debolmente Duncan.
-Al solo sentire “quando ero più
giovane” da una coetanea, mi sento già vecchio. -
anche Gwen sorrise.
-In effetti… - tra i due per qualche momento calò
il silenzio, la ragazza credeva di avere molto altro da dirgli,
invece… -Beh, l’hai presa bene. -
scherzò alla fine.
-In realtà non avevo grandi speranze fin
dall’inizio, poi dopo stamattina ormai mi ero rassegnato,
anche quando ti sei avvicinata a me ho intuito dalla tua faccia che non
potevo aspettarmi molto altro che delle scuse. - disse alzandosi e
avviandosi verso la porta. -E va beh, e andata così! Buona
giornata, Gwen. - La salutò con fare disinvolto
“Infondo è partito tutto da uno stupido consiglio
di Leshawna, non era niente di più che un tentativo fatto
tanto per...” pensò arrendevole.
-Sai anche tu sei cambiato. - gli disse lasciando il ragazzo un po'
interdetto. -Non so... hai l'aria più matura e pacata. -
scherzò lei, Duncan non sapeva se doveva considerarlo un
insulto... la ragazza gli diede un pugnetto sul braccio,
così per giocare.
-A domani! - lo salutò.
Angolo dell'autrice:
Il professore sadico è un po' una versione più
maligna di Sweeney di Ned scuola di sopravvivenza(mi ha sempre fatto
simpatia con quel suo essere malvagio, ma non del tutto) non era una
cosa prevista, diciamo che mi è venuto così!
Da notare i danni fatti da Alberta pur non essendo neanche presente
nella storia...
Credo che questo sia il primo AU che faccio su questo fandom, spero che
sia venuto bene… non ho molta confidenza con questo tipo di
storie in cui cambia il contesto di base…
Chissà se mi capiterà mai a scrivere una storia
in cui per Duncan e per Gwen finisce bene… improbabile?
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