Quando il grosso portone blindato del loro rifugio si richiuse alle
loro spalle con un forte tonfo, tutti quanti si sentirono rabbrividire.
Il colpo secco che aveva prodotto non era stato rassicurante come le
altre volte. Non gli aveva dato l’aria di un qualcosa che si
chiudeva per proteggerli e tenerli al sicuro, quanto più che
altro per nasconderli dal mondo ostile che c’era lì fuori.
Del resto, come poteva essere diversamente, considerando tutto quello a
cui, meno di un’ora prima, erano stati costretti ad assistere?
Nessuno aveva la minima voglia di parlare in quel frangente. Si
sparpagliarono in silenzio nell’ampio spazio del capannone,
ciascuno di loro ad occupare un angolino diverso in cui poter rimanere
immerso nei propri pensieri. Amy andò a sedersi sopra ad una
grossa cassa di legno. Si cinse le ginocchia con le braccia e
cominciò a fissare un punto imprecisato del pavimento con aria
assente. Silver, invece, prese a gironzolare frettolosamente per il
capannone, come per sfogare una grande tensione accumulata.
I
tre membri del Team Chaotix si misero a parlottare a bassa voce, con
aria tutta seria, e a sottolineare la drammaticità della
situazione c’era il fatto che Charmy non ronzava attorno ai suoi
colleghi, come sempre, ma li ascoltava parlare, mogio e quasi
disinteressato. Knuckles si era, a sua volta, posizionato di fronte ad
una parete, rimanendo rigido come la pietra e sfogando la rabbia
prendendo occasionalmente a pugni il muro e facendo trasalire gli
altri. Shantal, nel frattempo, tentava di mormorare parole di conforto
a Megan, nonostante queste non sembrassero sortire alcun effetto sulla
ragazza, ancora troppo scioccata.
Shadow e Rouge, per non parlare dell’impassibile Omega, erano gli
unici che erano riusciti a mantenere un invidiabile autocontrollo. Il
riccio nero, su consiglio di Rouge, lasciò agli altri qualche
minuto per sfogarsi e ricomporsi, prima che decidesse di prendere in
mano le redini della situazione, più traballante e incerta che
mai.
Per quanto potesse o volesse negarlo, però, neanche lui era
rimasto impassibile, poco prima, alla vista del gigantesco Egg Emperor,
forse una delle più diaboliche e implacabili creazioni del
dottor Eggman, venire smembrato pezzo per pezzo dai quattro
Purificatori. Con una terrificante precisione e rapidità, i
quattro, su comando di Seth, avevano attaccato il colossale robot,
coordinati come un perfetto squadrone di soldati, colpendolo in quattro
punti diversi.
Ciascuno di loro aveva sfruttato i propri talenti e lo aveva ridotto in
pezzi nel giro di pochissimi minuti, senza che Eggman avesse neanche il
tempo di sferrare un solo colpo. Sonic aveva corso a velocità
supersonica, sfrecciando letteralmente sulla superficie del robot e
percuotendo ogni centimetro della sua superficie metallica che riusciva
a raggiungere. Blaze aveva scagliato un fiotto di fiamme bollenti sulla
parte frontale del robot, rendendone incandescenti le lamiere e
indebolendole quel tanto che bastava alla forza possente di Mighty di
staccarne di netto gli arti uno alla volta. Tails aveva completato
l’opera, volando verso la parte posteriore della cabina di
pilotaggio e manomettendone, con impressionante maestria, i circuiti e
i componenti interni perché questa si sganciasse dal robot e
piovesse clamorosamente al suolo.
Tutti coloro che avevano assistito alla scena, da entrambe le fazioni,
erano rimasti a bocca aperta alla vista di una simile azione,
così rapida, così coordinata e così diabolicamente
spietata. Seth aveva sorriso malignamente, godendosi fino
all’ultimo istante dell’operato dei quattro Purificatori. I
suoi seguaci erano rimasti in religioso silenzio, a contemplare
allibiti quella dimostrazione di potenza.
Senza aggiungere altro al suo sguardo carico di collera, ma che
nascondeva un’inaspettata paura, il dottor Eggman si era lasciato
in fretta alle spalle i rottami di quella che doveva essere la sua arma
più inarrestabile ed era volato via con la coda tra le gambe,
con una scioccata Levine che lo seguiva a ruota.
Shadow comprendeva appieno come quello a cui avevano assistito potesse
aver lasciato il segno, a maggior ragione che a compiere quel brutale
assalto erano stati i loro compagni. Il riccio nero avrebbe persino
potuto giurare che, in qualche modo, le loro abilità individuali
fossero state potenziate, rendendoli ancora più pericolosi.
Nei minuti di tregua che aveva deciso di concedere ai membri della
Resistenza rimuginò su tutto questo, prima che la sua pazienza
si esaurisse e decidesse di richiamare il gruppo all’ordine.
- Adesso basta frignare! - esclamò, con rudezza - Vedete di
ricomporvi. Abbiamo molto lavoro da fare! -
Tutti quanti, ad eccezione di Amy e di Knuckles, si voltarono subito a
guardarlo, chi indispettito e chi lievemente spaventato.
- Non so se ti sei reso conto di quanto è accaduto poco fa -
protestò Silver, andando incontro a Shadow con ostinata
risolutezza - Devi darci un momento per affrontare la cosa -
- Non abbiamo un momento - replicò il riccio nero, impassibile -
Hai visto in quanto tempo loro quattro hanno fatto a pezzi il robot di
Eggman. Gli ci vorrà ancora meno per trovarci e sterminarci
tutti, se non cominciamo da subito a darci da fare per fermarli -
- Che possibilità abbiamo? - intervenne Vector, abbattuto -
Siamo solo noi contro quelle furie scatenate e tutti gli altri della
combriccola di Seth. Senza contare che abbiamo perso anche Sonic e
Tails -
- Non avevo mai visto una cosa del genere - commentò Charmy, impaurito.
- Non possiamo arrenderci adesso! - protestò Espio - Ci siamo
riuniti e preparati a dovere per combattere, non per gettare la spugna
alla prima occasione -
- Esattamente quello che penso io - confermò Shadow -
Sarò morto prima di permettere a Seth di averla vinta. Dobbiamo
organizzarci, ragionare a mente fredda e trovare il modo di liberare
Sonic e gli altri dal suo influsso -
- Ehm… credevo che fosse Knuckles il capoccia del nostro
gruppetto - commentò Rouge, sforzandosi di sembrare casuale, ma
alzando appositamente la voce quel tanto che bastava a farsi sentire
dall’echidna.
Il guardiano, però, non aveva dato alcun cenno di reazione. Era
ancora piantato di fronte alla parete, con il capo chino e le mani
appoggiate. Shantal si avvicinò piano a lui, ma nessuno degli
altri poteva udire la quieta conversazione che avvenne tra di loro.
- Non pare essere in grado di fare nulla al momento il cosiddetto
leader - rispose Shadow, non mancando di sottolineare l’ultima
parola con una punta di velenoso sarcasmo.
- E suppongo che tu dia per scontato di dover essere tu a prendere il
suo posto - ribatté Silver, con irritazione.
- Qui dentro sono io il più forte di tutti. E chiunque non ne
sia convinto si faccia pure avanti per averne una dimostrazione -
- Ehi-ehi-ehi! Non devi dimostrare proprio un bel niente! -
esclamò in fretta Vector, mettendo le mani avanti - A maggior
ragione che fa poca differenza se verremo carbonizzati da te o da Seth,
a questo punto delle cose -
- Non è con questo atteggiamento che ne verremo fuori, Vector! -
lo rimproverò Espio, aspramente.
- Abbiamo stabilito una precisa gerarchia qui - continuò a lamentarsi Silver, rivolto a Shadow.
Gli animi si surriscaldarono in fretta, tanto che la maggior parte di
loro cominciò a litigare e ad alzare la voce, bisticciando tra
di loro e ritrovandosi, inconsciamente, a sfogare in quel modo tutta la
loro inquietudine e il loro spavento.
Rouge roteò gli occhi, sentendosi come una maestra d’asilo
alle prese con un branco di marmocchi iperattivi. Omega fece un passo
avanti e le si fermò accanto, sollevando un braccio, corredato
per l’occasione del suo fucile mitragliatore.
- Vuoi che li riempia di buchi? - domandò.
- Ne sarei quasi tentata - mormorò la ragazza, infastidita, ma a sua volta indecisa su cosa fare.
All’improvviso, nel pieno del caos, si udì un fortissimo
tonfo sul pavimento, tanto che alcuni di loro pensarono di essere
già stati trovati da Seth e dal Cenacolo. Si era trattato,
però, soltanto di Amy, la quale aveva estratto il martello e
aveva dato una poderosa mazzata per terra. I suoi occhi lampeggiavano
furiosi e ci si poteva aspettare che le uscisse il fumo dalle narici
per quanto sembrava adirata.
- Piantatela! Piantatela tutti in questo istante! - sbraitò, con la voce arrochita dalla rabbia.
Si ammutolirono tutti in quello stesso istante.
- Nessuno di voi qui sta considerando la cosa più importante! -
continuò, abbassando leggermente il tono, ma senza abbandonare
l’aria minacciosa - Sonic! Tails! Blaze! Mighty! È a loro
che dobbiamo pensare, prima che a tutto quanto il resto! Non ha nessuna
importanza chi sia il leader di chi o quanto sia rischioso quello che
ci aspetta. Dobbiamo lottare e dobbiamo farlo per il bene dei nostri
amici! Ora, se c’è qualcuno di voi qui che la pensa
diversamente, si faccia avanti, così lo butto fuori a martellate
in meno di un secondo, ve lo posso garantire! -
Nessuno osò proferire parole o obiettare alcunché.
Persino Shadow non trovò nulla da dire, nonostante si sforzasse
di mantenere il suo severo contegno. Rouge si ritrovò a
sorridere lievemente.
- Forse so da dove possiamo cominciare - intervenne una debole voce, in quel frangente.
Era quella di Megan. Reggeva in mano una piccola scheda di memoria.
L’attenzione di tutti fu subito rivolta a lei. Aveva l’aria
spenta e provata, ma fu chiaro a tutti che stava facendo quanto in suo
potere per sembrare decisa e determinata.
- Questa me l’ha data Tails qualche giorno fa. Mi ha
detto… che se alla fine fosse venuto fuori che era lui uno dei
Purificatori avrei dovuto usarla. C’è solo un problema -
- E sarebbe? - chiese Shadow, scettico.
- Che non so come si usa - rispose lei, piano - Non conosco questi aggeggi -
Amy si sentì immediatamente intenerita. Non avrebbe saputo dire
se ciò che più l’aveva colpita era la cristallina
semplicità di quella ragazza o il modo in cui stava cercando di
tenere duro, nonostante la pesante sorte che era toccata
all’unico suo familiare ancora in vita. Si avvicinò subito
a lei e le strinse una mano sulla spalla, per comunicarle la sua
vicinanza. Sapeva quello che stava provando… perché anche
lei, tramite Sonic, stava vivendo la stessa cosa.
- Ci penso io, non ti preoccupare - le sussurrò, prendendo
delicatamente la scheda di memoria dalla sua mano, per poi dirigersi
verso il computer centrale.
Fu in quel momento che un’ondata di consapevolezza
attraversò la mente di Shadow. Sentì automaticamente di
essere stato troppo duro con gli altri e capì, quasi subito
dopo, che era molto difficile anche trovarsi dall’altra parte, da
quella cioè di parenti e amici di chi rimane vittima
involontaria della grande insensatezza che si chiama guerra.
- Pensa se fosse toccato a Maria - gli mormorò Rouge in un
orecchio, quasi come se gli avesse letto nel pensiero.
L’unico, vero affetto di Shadow. Con il tempo aveva forse
dimenticato cosa si prova ad averne uno? Quale sarebbe stata la sua
reazione se fosse stata Maria a diventare la marionetta di forze oscure
e impenetrabili? Era un destino peggiore della morte?
Senza indugiare oltre, Amy inserì la scheda di memoria
nell’apposito lettore e aprì il file al suo interno, che
si rivelò essere una registrazione. Sul grande schermo
principale apparve l’immagine di Tails, di fronte alla
telecamera, lievemente imbarazzato.
- Ehm… bene. Se state vedendo questo mio messaggio, allora
probabilmente non posso essere lì con voi in quel momento. Spero
che il motivo sia perché mi sto godendo una rilassante vacanza
al mare e non perché sono al servizio di un pazzo scellerato -
Megan si ritrovò a sorridere, anche se aveva dei lucciconi che premevano agli angoli degli occhi.
- Nel caso in cui non possa essere con voi ad aiutarvi, ho lasciato
comunque qualcosa per ogni evenienza. In fondo al capannone, nascosta
dietro ad una pila di cassoni, c’è la porta di un altro
locale. È blindata e potrete aprirla soltanto con il ciondolo di
Megan. Se si fosse trovata lei al mio posto, a quest’ora la
starei aprendo con il mio ciondolo -
Le mani della ragazza si strinsero automaticamente sul ciondolo appeso al suo collo.
- Dietro quella porta troverete un’armeria. Ci sono delle armi
particolari, a cui lavoro da un po’ di tempo in caso avessimo
dovuto affrontare un pericolo come questo. Le ho create studiando la
tecnologia delle armi delle Black Arms1, anche se ho fatto a meno del loro potere distruttivo. Io le chiamo Wispon2
e le ho progettate perché possano imbrigliare il potere dei Wisp
in modo che possa essere usato virtualmente da chiunque e non solo da
Sonic. Scusami, Sonic… niente di personale! -
1 Recuperate al termine dell'invasione delle Black Arms, avvenuta in Shadow the Hedgehog (2005).
2 Le
stesse armi appaiono in Sonic Forces (2017), essendo gli eventi
raccontati in quel gioco direttamente successivi a Legacy of Argus.
Amy sorrise, divertita, prima di realizzare che Sonic non era lì
con loro e che, quindi, non aveva potuto ridere anche lui della
battuta. Il viso di Tails, nel video, si fece di nuovo serio.
- Ho sempre pensato che prima o poi avremmo avuto bisogno di formare un
esercito per difendere quello in cui crediamo. E ad un esercito servono
delle armi. Dovremmo tutti avere la possibilità di combattere
per ciò che è giusto. Spero che possano essere
d’aiuto e… spero che tutto vada per il meglio. Vi voglio
bene, ragazzi! -
Non appena il video terminò, Megan si catapultò
letteralmente dall’altro lato del capannone, seguita a passi
lenti da tutti gli altri, ad eccezione di Shantal e Knuckles. Omega e
Vector spostarono la pesante pila di cassoni, pieni di attrezzature di
vario tipo, fino a scoprire una doppia porta metallica che non
avrebbero mai potuto scoprire se Tails non ne avesse fatto menzione.
Accanto, sulla parete, c’era un lettore digitale, con un piccolo
incavo sulla parte frontale.
Megan si sfilò dal collo il ciondolo e lo inserì
nell’apposito alloggiamento, con mano tremante. Si udirono un
paio di segnali acustici di conferma e le doppie porte si spalancarono
immediatamente. Si accalcarono tutti all’ingresso del locale
nascosto per sbirciarne il contenuto. Si trattava di una vera e propria
armeria, con lunghe scaffalature illuminate da luci al neon in cui
erano appoggiate le armi più strane che avessero mai visto.
Alcune neanche sembravano armi, ma avevano più la forma di
bizzarri elettrodomestici di piccola taglia dai colori sgargianti. Ce
n’erano alcune che ricordavano dei grossi martelli o dei trapani
elettrici, mentre altre, più inusuali, erano semplicemente delle
sfere circondate da anelli dorati o, addirittura, potevano essere
scambiate per degli stravaganti aspira-molliche.
- Avevamo sotto al naso un intero arsenale e non ne sapevamo niente! - commentò Espio, sbalordito.
- Se questo lo chiami arsenale… - lo rimbeccò Shadow,
guardando scettico quello che sembrava il manico divelto di
un’aspirapolvere.
- Tails non ci ha mai deluso finora - sentenziò Amy, risoluta -
E non lo farà neanche questa volta, anche se non è qui
con noi a combattere -
- Con queste armi potremo radunare un esercito - disse Silver,
emozionato, prima che la consapevolezza di un pensiero scalfisse la sua
positività - Anche se non sarà per niente facile. Non
saranno in molti quelli che saranno disposti a rischiare la vita per
opporsi a Seth -
- Allora saremo noi a dargli forza! - esclamò una voce autoritaria alle loro spalle.
Knuckles era piantato al centro della stanza, con le braccia conserte e
un fuoco vivo che bruciava nei suoi occhi, come mai chi lo conosceva
aveva visto. Shantal era subito dietro di lui, con la testa bassa e un
sorriso soddisfatto ad illuminarle il volto. Anche Rouge si
ritrovò a sorridere leggermente, facendo ben attenzione a non
mostrare a nessun altro la contentezza che ben le si poteva leggere in
viso.
- Abbiamo molto da fare e tanto vale toglierci subito di torno le rogne
più grandi - continuò l’echidna, con voce forte -
Mi avete scelto come vostro leader e sono pronto a fare la mia parte
fino in fondo, nel bene o nel male. A chiunque questo non stia bene,
è pregato di farsi avanti adesso e togliersi dai piedi, per
quanto mi riguarda. La priorità sono i nostri amici e
sarò morto prima di lasciarli nelle grinfie di quel mostro! -
Nessuno di loro emise un fiato, neanche Shadow, il quale rimase
impassibile, con la sua solita aria imbronciata, anche se segretamente
colpito e soddisfatto dalla piega che avevano preso gli eventi. Amy si
sarebbe quasi messa a piangere dalla gioia, ma decise di contenersi e
si ripromise di dare a Knuckles tutto il supporto di cui aveva bisogno.
Silver scattò quasi sull’attenti, mai come prima di allora
convinto delle capacità di Knuckles, mentre il Team Chaotix
espresse la sua approvazione esibendo dei larghi sorrisi. A Vector
tornò subito in mente il breve periodo in cui Knuckles era stato
il loro leader, in seguito al loro primo incontro e alla loro
primissima avventura insieme 3.
In quell’occasione c’era anche Mighty con loro e avrebbe
tanto voluto che anche lui fosse lì ad ammirare la
determinazione di Knuckles, il loro più vecchio amico.
3 Come raccontato in Knuckles' Chaotix (1995).
- Bene - mormorò l’echidna, lasciandosi andare ad un lieve
sorriso e cercando in tutti i modi di non incrociare lo sguardo di
Rouge, inconsapevolmente ansioso com’era di darle una buona
impressione - Dobbiamo metterci subito all’opera e dobbiamo
essere veloci e precisi. Amy, ho bisogno che tu ti occupi delle
comunicazioni. Usa tutti gli aggeggi che ci sono qui dentro per
allertare e radunare tutti gli alleati che abbiamo. Molti di loro sono
già stati allertati da Sonic, ma devono essere messi al corrente
dell’identità dei quattro Purificatori, in modo da essere
pronti a tutto. Megan e Shantal ti potranno aiutare -
Amy annuì subito con la testa e corse immediatamente
dall’altro lato del capannone, verso la strumentazione per le
radiocomunicazioni, con Megan e Shantal sulla sua scia. Quando
passò accanto a Knuckles, gli diede un amichevole buffetto sulla
spalla. Il guardiano lo apprezzò più di qualunque altra
parola potesse essere pronunciata.
- Vector, Espio e Charmy. Le vostre doti investigative serviranno per
rintracciare il maggior numero possibile di Wisp ancora in
circolazione. Se davvero quelle armi sono alimentate dal loro potere,
avremo bisogno necessariamente del loro aiuto. Credo che basterà
scovarne un paio almeno all’inizio, poi saranno loro stessi a
condurvi dai loro simili -
- Io non ho mai visto questi Wisp! - replicò Charmy, incuriosito
- Che lingua parlano? Mangiano quello che mangiamo noi? Sanno fare dei
giochetti particolari? -
- E, soprattutto, come facciamo a rintracciarli? - gli fece eco Espio, in tono più serio.
Knuckles sentì vacillare la sua fermezza, di fronte ad una
legittima domanda a cui, però, non aveva pensato. Fu Amy a
toglierlo subito d’impiccio, cosa per cui le fu immensamente
grato.
- Il PAD di Tails! - esclamò la riccia rosa, avvicinandosi a
loro con in mano uno schermo portatile giallo che riportava la dicitura
“Miles Electric” - Ti ricordi, Knuckles? Lo abbiamo usato
anche noi, poco tempo fa, per comunicare con Sonic e Tails quando erano
sull’Esamondo! 4 Tails mi disse che con questo riusciva a rintracciare e a comunicare con gli Wisp! -
4 Il
PAD "Miles Electric" è apparso per la prima volta in Sonic
Colors (2010), usato da Tails come mezzo di comunicazione con gli Wisp,
e infine in Sonic Lost World (2013).
Amy lo porse a Vector e questi lo prese con circospezione, grattandosi
la testa squamosa e trattando l’oggetto con lo stesso
atteggiamento che avrebbe avuto per un cubo di Rubik. Espio glielo
strappò di mano, senza troppe cerimonie, proferendo nel
contempo: - Questo è meglio che lo tenga io -
Knuckles strizzò l’occhio ad Amy, in segno d’intesa,
e si schiarì la voce per proseguire.
- Rimanete solo voi. Shadow, Rouge, Omega e Silver. In mancanza della
G.U.N. voi siete le uniche figure di autorità rimaste sul
pianeta. In qualità di agenti, ho bisogno che voi reclutiate il
maggior numero di mobiani possibile e distribuiate loro le armi per
aumentare le fila della Resistenza. Credete di poterci riuscire? -
- Non so quanto possa valere la mia autorità, dato che
l’Intragenzia non sarà fondata prima di un secolo, ma
conta pure su di me - rispose Silver.
- Sono sicuro che Omega avrebbe preferito tutt’altro tipo di
missione - commentò Rouge, divertita - Ma ci penserò io a
tenerlo buono. Magari potrà insegnare ai pivellini come si
maneggia un’arma. Credo che per questo non avrebbe obiezioni -
- La bellezza delle armi è fuori dalla comprensione dei sacchi
di carne - fu la pronta risposta del robot.
- Negativo! - fu invece la brusca risposta di Shadow - Ho cose
molto più importanti di cui occuparmi che fare da baby-sitter a
un branco di mammolette. Ci penseranno gli altri tre -
Knuckles si irrigidì in un istante, ma Shadow si limitò a
dirigersi a passo lento verso l’uscita. Non sembrava avere
intenzioni bellicose.
- E che cosa avresti intenzione di fare, allora? - domandò l’echidna, seccato.
- Andrò a recuperare qualcosa di più potente di tutte le
cosiddette armi che sono stipate lì dentro -
E, detto questo, uscì dal loro rifugio, senza aggiungere una sola parola.
Rimasero tutti un po’ spiazzati da quella reazione, tanto da non
sapere più cosa dire, prima che Knuckles riprendesse le redini
della situazione.
- A me toccherà il compito più ingrato di tutti -
continuò - Dovrò rintracciare Eggman e vedere di
rimettere insieme i suoi pezzi. Ci serviranno anche il suo aiuto e le
sue risorse questa volta -
- Attento a non farti prendere di nuovo per i fondelli, però -
lo rimbeccò Rouge, con un sorrisetto affabile - Non vogliamo
perdere il nostro impavido leader proprio adesso che è saltato
fuori dal guscio -
Knuckles le rispose, sorridendo a sua volta.
- Quel pericolo è cessato ormai -
Sonic era sempre stato d’accordo con la massima che diceva che
bisogna sempre provare tutto almeno una volta nella vita, almeno fino
al momento in cui era stato costretto a vivere l’esperienza
più tremenda della sua giovane vita. Quella era una cosa che mai
e poi mai avrebbe voluto sperimentare in prima persona, la sensazione
di sentirsi intrappolato nel suo stesso corpo.
Era una cosa tremenda, disgustosa, umiliante, probabilmente la peggiore
che avesse mai provato. Uno come lui, perennemente con l’argento
vivo addosso, così indomito e veloce da poter arrivare ovunque
in un solo istante… costretto a rimanere fermo, come un cane da
guardia al servizio di qualcun altro. Era stato sufficiente un solo
ordine di Seth ed eccolo lì, in balia del controllo di qualcuno
che non era lui, a lottare contro il suo stesso corpo, contro i suoi
stessi muscoli, per cercare di infrangere la terrificante magia che lo
teneva in totale schiavitù.
Tutto quello che riusciva a fare era soltanto guardarsi intorno.
Accanto a lui c’erano i suoi tre amici che avevano avuto la sua
stessa malaugurata sorte. Tails, Blaze e Mighty erano anche loro
sull’attenti, in una posa così rigida da far credere che
fossero stati imbalsamati. Sul loro volto, Sonic riusciva a leggere
stanchezza, sconforto e disperazione. Il cuore gli si stringeva nel
vederli in quello stato. Avrebbe tanto voluto poter parlare, poter dir
loro una qualunque parola di conforto, anche se, probabilmente, avrebbe
avuto il sapore di menzogna. Le sue labbra, però, erano come
incollate, per il puro e semplice motivo che non gli era stato concesso
di proferir parola.
L’unico pensiero a cui Sonic poteva saldamente aggrapparsi, per
evitare che la disperazione prendesse il sopravvento, era che Knuckles,
Amy e gli altri suoi compagni avrebbero trovato un modo per liberarli.
Doveva confidare in loro, con tutte le sue forze, come, probabilmente,
loro avevano fatto tutte le altre volte in cui i ruoli erano invertiti
ed era lui ad avere il delicato compito di trarli in salvo. Doveva
continuare ad alimentare quel pensiero di speranza, in tutti i modi
possibili, perché ciò che aveva di fronte era tutto
fuorché confortante.
Era Seth, semplicemente all’apice del suo potere. Aveva tutto
dalla sua parte. In una mano l’antico scettro con cui poteva
comunicare con Argus e nell’altra il diamante con cui poteva
controllare ogni movimento dei suoi quattro, riluttanti Purificatori.
Dalla sua aveva una schiera di pericolosi alleati, assetati quanto lui
di sfogare la loro crudeltà ed imporre la loro legge.
Apparentemente non c’era niente che potesse più fermarlo e
di questo lui ne era perfettamente consapevole.
Fu con voce stentorea e carica di profonda soddisfazione che si rivolse
alle sue truppe, dando le spalle a Sonic, Tails, Blaze e Mighty, i
quali potevano solo sferrargli occhiate infuocate e velenose.
- È giunto il momento, miei seguaci, di diffondere la parola di
Argus in lungo e in largo per ciò che rimane di questo pianeta -
proferì, in tono solenne - Metà dell’opera è
stata già compiuta. Ogni singolo essere estraneo al nostro mondo
è stato scacciato e tocca a noi rivolgerci ai mobiani rimasti
per mostrar loro la strada del nostro futuro insieme -
Senza esitazione, puntò l’estremità ricurva dello
scettro davanti a sé e sollevò il diamante, suscitando un
moto di paura nei suoi quattro inermi schiavi.
- Luba e i suoi Steel Scorpion torneranno nella zona di Apotos e
diffonderanno lì il verbo, accompagnati dal Purificatore dalla
forza indomita -
Il cuore di Mighty fece un buffo sobbalzo quando le sue gambe
cominciarono a muoversi, senza che lui ne avesse dato l’ordine, e
lo portarono ad un passo di distanza da Luba e T. Talon, tanto da poter
incrociare con lo sguardo i loro sorrisi compiaciuti.
- Il dottor Eggman Nega guiderà il suo drappello di Gizoidi
verso la zona orientale delle United Federation, scortato dal
Purificatore col potere del fuoco -
Blaze venne avanti a sua volta, nonostante stesse dibattendo con tutte
le sue forze per rimanere ferma. Un ghigno crudele si allargò
sotto ai baffi di Eggman Nega, mentre si sfregava le mani alla stregua
di un ragno che aveva appena intrappolato una mosca.
- Oh, che superba ironia! - commentò, gongolando alla vista di
una delle sue più grandi nemiche, totalmente alla sua
mercé.
- Zephir e i suoi migliori Tekkadron, invece, marceranno alla volta di
Adabat, insieme al Purificatore dalla mente vulcanica -
Tails, completamente rassegnato, lasciò che le sue membra, ormai
aliene a sé stesso, lo trascinassero vicino a Zephir. La parte
ancora organica del suo viso non poté esprimere meglio il suo
disappunto per ciò che le era stato assegnato, quando avrebbe
preferito di gran lunga avere a che fare con Sonic. Seth, tuttavia,
aveva altri piani per il riccio blu.
- E, come ciliegina sulla torta - concluse Seth, con voce melliflua,
voltandosi verso l’ultimo Purificatore rimasto - Avrò
personalmente il piacere di essere accompagnato dall’ultimo, e
più inaspettato, dei Purificatori per diffondere il verbo nelle
immediate vicinanze di Central City. Drake, Getara e Mr. Trick saranno
al mio fianco nell’impresa -
Sonic si sentiva rabbrividire, ma non diede a Seth la soddisfazione di
abbassare lo sguardo nel momento in cui lo sciacallo cominciò a
scrutarlo, malignamente.
Seth si voltò nuovamente e tornò a rivolgersi a tutta la sua armata.
- Il vostro compito sarà quello di reclutare nelle nostre fila
tutti i mobiani dotati di eccezionali abilità, le stesse che
Argus ci ha concesso. Il nuovo ordine mondiale ci vedrà a capo
di tutti gli altri, in modo che possiamo costruire insieme un
meraviglioso nuovo capitolo della storia di questo mondo! E tutti
coloro che si opporranno dovrete spazzarli via senza esitazione, in
modo che la loro morte sia d’esempio a tutti gli altri! -
Scattò subito un applauso e una gigantesca ovazione tra tutti i
suoi alleati, schierati fedelmente di fronte a lui e mai come prima di
allora fedeli a quella causa. Seth attese con pazienza che
l’acclamazione cessasse, prima di concludere il suo discorso.
- E per rendere il vostro compito ancora più semplice… -
Il diamante che stringeva in pugno cominciò a levitare piano,
fino ad arrivare all’altezza della sua testa. La gemma sulla
fronte dello sciacallo e il diamante iniziarono a splendere
all’unisono e le pupille di Seth sparirono nel bianco dei suoi
occhi.
Il Quartier Generale della Resistenza era in pieno fermento, dopo gli
ordini impartiti da Knuckles. Ognuno stava svolgendo celermente
l’incarico che gli era stato affidato. Amy, con Shantal e Megan,
stava contattando, uno dopo l’altro, tutti gli alleati che Sonic
e Tails avevano allertato, per metterli al corrente della situazione.
Il Team Chaotix stava pianificando il percorso da seguire e i punti da
visitare dove speravano di scovare degli Wisp. Silver, invece, stava
cercando di ragionare con Omega, ripetendogli per l’ennesima
volta che la loro missione era di reclutare, non di distruggere.
Knuckles osservava l’impegno e lo sforzo di tutti con silenziosa
soddisfazione, accorgendosi solo in quel momento che Rouge mancava
all’appello. Se la ritrovò alle spalle, quando la ragazza
gli bussò scherzosamente sulla spalla.
- Perché non sei col tuo gruppo? - domandò, burberamente,
l’echidna - Pare che a Silver farebbe comodo una mano -
- Ci tenevo a congratularmi con te per il modo in cui hai ripreso le
redini del gruppo - replicò Rouge - Non sembravi così
sicuro di te nel momento in cui siamo tornati qui dentro -
- Perché non lo ero - confessò il guardiano - E il merito
è tutto di quella ragazza - e indicò con il pollice
Shantal.
- Knuckles, che cosa ti prende? - domandò Shantal, preoccupata
nel vedere il guardiano in quelle condizioni.
Aveva la testa poggiata sul muro e il respiro affannoso. I suoi occhi
erano chiusi e la sua faccia era contratta in una smorfia di dolore.
- Sta andando tutto in malora… - mugugnò, frustrato - E
contano tutti su di me per trovare una soluzione… non posso
farcela… non posso… è troppa responsabilità
per uno solo… Sonic ha avuto torto. Non doveva affidare a me il
ruolo di leader! -
- Non è stato Sonic. Sono stati tutti quanti a sceglierti -
ribatté Shantal, in tono duro - E c’è un motivo ben
preciso per questo. Sei l’unico che può farlo. Hai
trascorso tutta la vita in compagnia di un’enorme
responsabilità perché questa ti possa spaventare proprio
adesso. Sei il guardiano designato del Master Emerald e tuo padre ti ha
addestrato per tutta la vita perché tu fossi pronto. E tu sei
pronto! Lo sei sempre stato! -
- Non per una cosa del genere. Non per… avere il peso del mondo sulle spalle -
Shantal lo afferrò per le spalle e lo costrinse a guardarla negli occhi.
- Quando Lord Ix ha invaso Angel Island tu hai deciso di combatterlo a
testa alta per proteggere le persone che ami. Lo hai fatto con forza,
con coraggio e con sprezzo del pericolo. Questa volta non è
tanto diverso. Hai la stessa forza e lo stesso coraggio che avevi
allora. E poi non sei da solo. Siamo tutti qui con te, per aiutarti e
seguirti. Sei l’unico che può riuscirci! -
Knuckles fu come attraversato da una scossa elettrica. Ebbe come la
fugace impressione di scorgere negli occhi e nella voce di Shantal la
dolcezza di Tikal, mista alla determinazione di Shade. La sua mente
tornò indietro a mesi prima, a quando era presente agli ultimi
aliti di vita di Shade. Ricordò perfettamente quali erano state
le sue ultime parole: “Non sei solo. E non lo sarai mai”.
Un fuoco divampante si accese all’improvviso nel suo stomaco e si
sentì invadere da una sferzata di coraggio, che fluiva in lui
come un torrente in piena. Prese delicatamente le mani di Shantal, la
guardò negli occhi e le mormorò un sincero:
“Grazie”.
- Sono state le sue parole ad aprirmi gli occhi e a farmi rendere conto
che non serve a niente lasciarsi andare alla disperazione. Non in un
momento come questo -
Knuckles stava guardando Shantal, dalla distanza, con uno sguardo
intriso di dolcezza che raramente gli si era visto in volto.
- Non capita certo tutti i giorni di vederti guardare una ragazza in
quel modo - puntualizzò Rouge, attenta a non lasciar trasparire
dalla sua voce un significato che voleva appositamente celare.
- Sei forse gelosa? - ribatté Knuckles, con un ghigno divertito.
Rouge sbuffò piano e si ravviò vanitosamente le punte bianche della sua chioma.
- Dolcezza, per tua informazione non ho mai temuto alcun tipo di
competizione - lo informò, con aria di superiorità -
Anzi, rende di sicuro la sfida ancora più stimolante. E poi,
dubito che ci sia qualcosa che possa competere con questo -
Prima che Knuckles potesse interrogarsi su quello di cui Rouge stesse
parlando, si ritrovò il volto della ragazza più vicino a
sé di quanto non fosse mai stato. Le sue narici registrarono di
colpo un dolce e inebriante profumo e, senza che neanche se ne
accorgesse, il guardiano sentì le labbra di lei premute contro
le sue in un intenso bacio. Knuckles chiuse istintivamente gli occhi e
assaporò l’emozione del momento, ben consapevole che
avrebbe preferito affrontare dieci Seth piuttosto che riaprire gli
occhi e affrontare, faccia a faccia, il significato di quel gesto.
Dopo quella che sembrò una vita intera, oppure un solo istante a
seconda dell’emozione che in Knuckles prevaleva in quel vortice
confuso in cui si era ritrovato, Rouge interruppe il contatto e gli
sorrise in un modo in cui mai aveva fatto, con rispetto e sincero
affetto. L’echidna era sicura, in quel frangente, di avere
l’espressione più stupida che si fosse mai vista sulla
faccia del pianeta, ma era ancora troppo sorpreso, e paralizzato, per
preoccuparsene.
- Consideralo un portafortuna - disse il pipistrello - E, poi, in
fondo, era proprio qui che eravamo rimasti prima di essere interrotti,
o sbaglio? -
Una montagna di parole e pensieri, per la maggior parte insensati, si
accavallarono in un istante nella sua mente e presero all’unisono
la via della sua bocca, incastrandosi tutte insieme in gola, come
imbottigliate nel traffico dell’autostrada. La fatica di mettere
due parole in fila, però, fu risparmiata a Knuckles da un evento
improvviso, quanto inquietante.
Un forte dolore esplose di colpo sulle sue tempie, costringendolo a
piegarsi in due e a tenersi la testa tra le mani. Nello stesso identico
istante, anche tutti gli altri che erano presenti nel capannone
accusarono lo stesso strano malore. Vector lasciò cadere la
tazza di caffè che stava sorseggiando, mandandola in frantumi
sul pavimento, tanto fu fulmineo il dolore da costringerlo a tenersi la
testa.
Nella mente di tutti e, a loro insaputa, di tutti quanti gli altri
mobiani rimasti sul pianeta, rimbombò una voce, con la stessa
intensità di un megafono che risuonava direttamente nel loro
cranio. Per alcuni di loro, quel tono freddo e strascicato era
terribilmente familiare.
- Miei fratelli e sorelle mobiani. Non c’è motivo di avere
paura - recitò Seth, quasi in un sussurro, ma amplificato
così tanto da essere forte e chiaro alla stregua di un grido -
Tutto quello che sta accadendo intorno a voi non è che il
prologo di una nuova era di splendore per tutti quanti noi. Un nuovo
inizio, in cui potremo riprendere il possesso del mondo che ci era
stato strappato da esseri umani indegni. Avete osservato i prodigi che
hanno avuto luogo di recente, avete ammirato il potere e il volere
dell’immenso Argus nel momento in cui ha fatto sparire ogni umano
dalla faccia del pianeta. Siamo rimasti solo noi, com’era in
principio, a decidere cosa farne del nostro mondo, finalmente libero.
Tutti voi, esseri eccezionali, dotati di doni fuori dal comune, tutti
voi che siete stati cacciati, inseguiti, temuti e osteggiati, siete
adesso invitati a sedere al fianco del Cenacolo di Argus alla guida del
futuro che ci attende. Insieme saremo forti come individualmente non
potremo mai esserlo. E per tutti coloro che vorranno opporsi a questo
grande piano, tessuto da secoli di storia, la morte è
l’unica via d’uscita. Così è stato scritto e
così sarà! -
Ben presto, la voce non fu l’unico pensiero estraneo seminato
nelle menti di tutta la popolazione mobiana mondiale. Si delineò
anche un’immagine, quella che, come Seth ben sapeva, aveva spesso
simboleggiato la speranza e che, proprio per questo, intendeva
distruggere senza pietà. Era l’immagine di Sonic, il cui
volto triste, stanco e sofferente colpì con forza disarmante
molto più degli abiti che indossava o del marchio che portava
sulla fronte.
- Come potete vedere, anche l’indomito Sonic the Hedgehog,
l’essere più speciale di tutti, si è unito alla
nostra causa - continuò la voce - Ora è il vostro turno.
Fratelli e sorelle, mettete i vostri poteri al servizio del Cenacolo e
non avrete più nulla da temere dal mondo… perché
il mondo saremo noi! -
Rapida com’era venuta, quell’eco psichica si dissolse nel
nulla e i membri della Resistenza tornarono padroni dei propri
pensieri. Si guardarono tra di loro, atterriti come non mai. Molti di
loro avevano il respiro affannoso e non riuscivano a scuotersi di dosso
l’orribile sensazione di essere stati violati. Amy, in
particolare, era sull’orlo delle lacrime. Il viso spezzato e
affranto di Sonic continuava a vorticarle davanti agli occhi.
Knuckles fu il primo a ricomporsi. Li guardò uno per uno con
aria severa e combattiva. Strinse i pugni più forte che poteva,
in un tentativo inconscio di raccogliere ogni briciola di coraggio che
possedeva.
- Adesso non si torna più indietro - proferì, ad alta
voce - Ora si combatte. E si combatte per vincere! -
Solo 5 capitoli alla conclusione della storia...
Nella
prossima parte, il Team Chaotix tenterà di opporsi all'avanzata
degli Steel Scorpion e, soprattutto, del loro più caro e vecchio
amico Mighty... non senza dei volti noti del passato a dare loro una
mano!
Legacy of Argus: Evento Argus (Quarta parte)
Data di pubblicazione: 1 Ottobre 2018
Note dell'autore:
L'avrò scritto almeno dieci volte in tutto questo tempo, ma
ringrazio ancora una volta la pazienza di tutti i miei lettori
nell'attesa dei successivi aggiornamenti e nel sopportare gli
inevitabili ritardi.
Siamo entrati nella fase più delicata della storia, quella dello scontro definitivo.
Farò del mio meglio per rispettare le scadenze e cercare di ridurne il tempo il più possibile.
Grazie a tutti!