The Silence Of The Glances

di ArwenDurin
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"What will you choose
When there's nothing left to lose?
And time stands still

Stay with me
When there's nothing left to own
Breathe with me
Be with me"

Stay With Me- Asrai
 
6 anni dopo
 
«Lui è unico, mi capisce? Non posso di certo sostituirlo, la sua immaginazione è unica ed è il migliore agente che ho sul campo. È ineguagliabile.»
L'agente capo Jack Crawford si sistemò la cravatta, improvvisamente troppo stretta per il suo largo collo, e si appoggiò allo schienale della sua poltrona di pelle nera; l'ufficio era silenzioso per quanto alcuni rumori di passi, voci, e battiti sulle macchine da scrivere si udivano in lontananza.
Hannibal guardò l'uomo con pacatezza nel suo completo blu appariscente che aveva scelto apposta per quel giorno, la sua nuova occasione.
«Ne sono consapevole, ho studiato il suo fascicolo e so come funziona la sua mente. La sua empatia, gli permette di assumere il punto di vista di chiunque:  il mio, il suo, e di qualcuno che potrebbe sconvolgerlo.»
L'omone di fronte a sé tirò un grosso sospiro, incrociando le mani sulla scrivania.
«Sia cauto nel dirglielo, non apprezza molto l'approccio diretto...e le faccio questa premessa perché ha già respinto due psichiatri di alto profilo, uscendo direttamente dalla porta. L'ultimo criminale, il cannibale a cui stiamo dando la caccia, ci sta entrando troppo in contatto e mi è stato consigliato di non farlo avvicinare.»
Lo fissò, ed Hannibal poté percepire la diffidenza tipica di un uomo che aveva visto troppi crimini, sangue, e violenza per fidarsi del prossimo.
«Mi  hanno consigliato te perché avete la stessa età e questo può mettervi sulla stessa lunghezza d'onda, e siete entrambi dei giovani prodigi. Tu sei a Baltimora stabilmente da qualche mese, vero? Bene, bene- si stoppò e scosse il capo- scusami, mi viene naturale darti del tu per via che sei così giovane, ti dispiace?»
«Faccia pure.»
Hannibal non lo avrebbe di certo fatto.
«Dicono che in Canada hai fatto meraviglie, con due pazienti molto giovani e particolari, giusto? Non ha caso all'FBI hanno prontamente consigliato la tua presenza, dicono che sei adatto per capirlo affondo.»
Lecter accavallò le gambe, non lasciando il contatto visivo dell'uomo che lo stava chiaramente esaminando, come se volesse accertarsi delle sue capacità: un'ultima prova da parte sua.
«Non si angosci agente Crawford, ho studiato il suo comportamento a tal punto che mi sembra di conoscerlo. Di solito cerco di entrare a contatto con le loro menti...come i due pazienti in Canada, che lei ha nominato.»
E se li ricordava eccome, non perché fossero eccezionali, ma poiché erano stati i primi pazienti che l'avevano fatto davvero risaltare come voleva, soprattutto uno.
Quando era giunto in Canada nel Quèbec, il suo primo interesse fu di fermarsi da Grentz l'ultimo sciacallo nella lista, e ordinare la testa che gli spettava... la sua, non programmò un piano eclatante, lo eliminò e basta. Poi si fermò alcuni giorni in ed in sella alla sua moto, girò fin quando arrivò a Vancouver, osservò l'università di Montrèal dalla struttura imponente. Ne era attratto soprattutto da uno studio lì presente, e poi lo stavano aspettando, visto che avendo compilato un test ed era stato ammesso senza problemi.
Quasi nessuno conosceva la sua storia, e i pochi che ne avevano sentito parlare erano soltanto in sussurri eroici di un giustiziere, che aveva eliminato alcuni sciacalli uniti ai nazisti, ma niente di più...non sapevano il suo nome.
Dalla prigione avevano preferito celare la faccenda piuttosto che pubblicizzarla, e ci mise più tempo ad uscirne rispetto a quanto Hannibal calcolò, poiché con di mezzo la burocrazia, gli ci volle un mese. Fu paziente però, inviò persino un'istanza al tribunale che ottenne, per continuare i suoi studi di medicina e occupare il tempo. Non era angosciato per il suo futuro...non che fosse mai stato ansioso, ma senz'altro era diventato ancora più calmo e metodico stando da solo con i suoi pensieri.
Quando uscì la prima cosa che fece, fu di dirigersi a casa di Lady Murasaki, per scrupolo più che altro poiché ben sapeva che non l'avrebbe trovata lì, se non la boccetta del suo profumo che lei vi lasciò; l'annusò e percepì la scia del suo ricordo.
E la sera prese un tavolo al ristorante Champ-de-Mars, dove mangiò la lepre al salmì come aveva programmato di fare, non si sentì solo per quanto la mancanza di Will si fece sentire pressante in quel momento; ma lui lo vedeva lì di fronte a sé, con sguardo dolce e i riccioli spettinati a cenare con lui.
Non era da solo.
Ci fu una persona che lo attendeva in realtà, l'unica a quanto pare che trovò per lui: la dottoressa Claire DeVrie. Era capo del neonato laboratorio di polizia forense, e lo assunse dapprima per uno studio sull'analisi quantitativa e tossicologica con i minimo di reagenti e di attrezzature , e poi lo fece lavorare con lei nel suo laboratorio. Lì ci passò qualche anno, e si trovò adeguatamente bene per quanto sapeva non era di certo il posto dove sarebbe rimasto, e quando lesse il depliant dell'università di Montréal e dello studio di psicologia, tutto cambiò.
La donna affezionata a lui tentò di dissuaderlo, era attraente e brillante e dunque probabilmente seppe che era inutile, ma ci tentò ugualmente con poche parole perché Hannibal aveva già scelto. L'attrazione prorompente di voler conoscere la mente oltre che il corpo aveva preso il sopravvento, e oltretutto non era poi così lontano da Will.
Si iscrisse così all'università, ottenendo quasi subito dei buoni risultati, e diventando uno dei migliori alunni; passarono altri due anni mentre si faceva strada nel campo della psichiatria, ed in cui non andrò a cercare Will. Voleva vendicarsi di quella lettera e preferì farlo attendere, poiché che corresse tra le sue braccia e gli desse la sua attenzione, era quello che Graham voleva.
Così si laureò ed aprì un piccolo studiolo in Canada, solo allora cominciò ad andare in America, a Baltimora per essere precisi, per tenere o seguire conferenze di psicologia; soltanto lì approfittò anche per cercare Will, e non gli fu difficile trovarlo. Di tanto in tanto lo osservava da lontano, dirigersi al suo lavoro sul quale stava avendo ottimi risultati, ma non gli parò né si avvicinò a lui, continuando parallelamente la sua vita.
Portò avanti il suo piccolo studio dove per l'appunto, furono due casi a dargli la fama che voleva, soprattutto un ragazzo dalla natura animalesca, che Hannibal aveva fatto aprire facendo un commento sui suoi denti. Lui era stato il primo psichiatra a riuscirci, perché con nessun'altro aveva aperto bocca, o l'aveva compreso come gli disse poi il ragazzo.
E presto scrivendo anche per riviste psichiatre alcuni articoli, ebbe la notorietà nel campo psichiatrico, e fu il suo lavoro a premiarlo, poiché veniva spesso invitato a varie feste specialmente in America. Lì conosceva molti colleghi, la maggioranza più grandi di lui con le facce americane, aperte ma non innocenti e piacevoli da leggersi*; e si divertiva a "impegnarli" in discorsi morali in cui vacillavano.
Non ci volle molte e si trasferì negli Stati Uniti, lo affascinava quella città dal riscaldamento e la luce in abbondanza...con il risultato che aprì un vero e proprio studio a Baltimora, nei mesi che seguirono. Lì cominciò a pensare a come avrebbe potuto parlare di nuovo a Will Graham, ma fu tutto l'impegno messo che lo ripagò. Tra le sue conoscenze c'era una donna trentenne, con cui spesso aveva tenuto delle conversazioni, e che aveva visto a vari convegni: Alana Bloom. Aveva una certa stima di lui, e gli diceva spesso che aveva un sesto senso nel capire le persone, e che aveva un'empatia elevata, ma che almeno lui riusciva a controllare. Non parlavano dei loro pazienti ma fu proprio lì che il discorso iniziò Alana lavorava per l'FBI, e seppe così di un'agente speciale decisamente particolare; lei gli diede l'occasione per rivederlo ancora con anche una "scusa" plausibile. Hannibal non trovò difficoltà nel persuaderla, per far sì che gli chiedesse ciò che voleva, e facendo in modo che fosse lui a occuparsi di questo agente.

«So che il mio nuovo paziente ha una capacità di percezione elevata, e può essere un'arma doppio taglio. È come la lama di un coltello, dipende da che parte lo tieni, e bisogna solo mostrargli la direzione giusta.»
Jack si rilassò sullo schienale della poltrona, aveva passato "l'esame" a quanto pare visto che gli sorrise.
«Comincio a capire perché la dottoressa Bloom mi hanno consigliato te, e perché hanno insistito tanto qui all'FBI.»
Hannibal gli sorrise cordialmente di rimando, quand'ecco che alla porta ci furono due battiti, insieme a due colpetti nervosi del piede di chi bussava.
Jack Crawford tirò un sospiro, alzandosi dalla sedia.
«Will, entra pure!»
Hannibal si alzò di rimando, avvolto da sensazioni che da tempo non avvertiva più in presenza di nessuno, non sentiva più emozioni in generale, preferendo chiuderle dentro di sé piuttosto dopo la rivelazione di Grutas...ma con Will, non riuscì.
E appena l'uomo varcò la soglia, lo riconobbe come il suo Will Graham: schivo nella sua fortezza dell'essere, già innalzata a distanziare chiunque, era lì immobile ancora attaccato alla porta con lo sguardo vagante per la stanza.
Era vestito con una camicia chiara a righe, un po' troppo larga forse, ma che risaltava il suo collo scoperto. I ricci erano più corti, e pettinati selvaggiamente sul viso da uomo dalla barba incolta che si era fatto crescere.
E quegli occhi...Hannibal ebbe un fremito nel vederli: splendidi, luminosi e che contenevano i colori del cielo e del mare, baciati dal sole d'estate.
Jack si avvicinò a Will sicuro per imporgli la sua scelta, ma anche con titubanza a dominare i suoi occhi scuri; lo stava trattando con la stessa delicatezza che si poteva usare con una tazzina di porcellana che aveva paura di rompere, e fece sorridere Hannibal. Lui conosceva bene la vera natura di Will, e poco centrava con la visione di Crawford.
Gli toccò leggermente le spalle, sapendo che l'altro poco era incline al contatto fisico.
«Will, lascia che ti presenti il dottor Hannibal Lecter, come vedi è ben diverso dai precedenti psichiatri con cui hai avuto a che fare. Ha la tua stessa età, e potreste avere più sintonia, quindi comportati bene.» lo ammonì leggermente dandogli un'occhiata piena di parole, anche se Will evitò più che poteva il contatto visivo con lui, ma piuttosto i suoi occhi si imputarono su Hannibal, con nessuna difficoltà.
Un cipiglio di stupore prese il suo volto ma fugace, tant'è che solo Lecter poté vederlo;  il suo viso poi, si distese dal fastidio che pensava di provare, e si celò non mostrando più alcuna emozione. Ma Hannibal lo conosceva e i suoi occhi brillavano ora, mentre sulle labbra un piccolo sorriso le adornava...c'era dell'ammirazione scritta nel suo viso, e quel luccichio nello sguardo che solo al sottoscritto aveva donato.
Emozioni passate si mischiarono a quelle presenti.
«Agente speciale Will Graham, è un piacere fare la tua conoscenza.» allungò una mano verso di lui ma non si mosse; e poté sentire l'ansia di Jack che li guardava posizionato di fianco a loro, pronto all'evenienza che il suo agente speciale sarebbe scappato dalla porta.
Ma lui non sapeva.
Will si staccò dalla porta e quei pochi passi che li divisero, furono un'eternità scandita dai battiti del suo cuore, e dall'impeto di emozioni che lo scuotevano. Quando fu vicino a lui lo fissò per qualche istante prima di compiere una mossa, studiandolo come un predatore studiava il territorio, e aveva un dopobarba sgradevole, ma il suo odore...superava tutto il resto.
Dopodiché con dell'ironia scritta negli occhi di entrambi, afferrò la sua mano e quando si toccarono, una scossa familiare toccò Hannibal e sapeva che per l'altro era lo stesso; era scritto nel suo sguardo e non poteva mentirgli.
«Dottor Lecter.»
Nei loro occhi il tempo si fermò in ricordi, sensazioni, e sentimenti che nessun'altro poteva vedere; la luce che entrava dalla finestra, dietro la scrivania di Crawford dove spostava la polvere, si fermò sulle loro mani per un breve istante.
Quando si staccarono, il loro contatto visivo non si interruppe subito ma Jack non lo notò, piuttosto rallegrato dal fatto che Will avesse accettato il suo nuovo psichiatra.
Si accomodarono tutti nelle poltrone scure.
«Il cannibale su cui state lavorando, penso di poter aiutarti a vedere il suo volto, Will.»
Spostò lo sguardo dalla lavagna pieni di appunti sul killer e le vittime, e lo passò a Will, l'altro abbozzò un sorriso, un luccichio familiare nei suoi occhi che fece vibrare il suo essere.
«Sono curioso di vederti all'opera, Hannibal.»
Conosceva quel tono velato d'ilarità, ed era inebriante sentire di nuovo quella sensazione di calore in sua presenza, e avvertire l'ombra di un sorriso colorargli le labbra toccate nella consapevolezza.
 
Si misero a parlare del serial killer e degli omicidi di giovani ragazze che aveva già commesso, con orrore ma senza mancanza di rispetto; sul perché fossero state scelte proprio loro, e su come prenderlo...i discorsi erano del tutto incentrati sul crimine.
Ma gli sguardi di Hannibal e Will, spesso si erano incontrati perdendosi nei riflessi di loro stessi, con i loro animi affini che si sussurravano emozioni passate e presenti, nelle pause dei discorsi. Loro si toccavano nel loro mondo, percependosi senza nessuna barriera e senza bisogno di dirsi altro.

 
*pezzo di Harris


Angolo Autrice:  Ciao a tutti ^_^
E siamo giunti al capitolo 10 nonché all'epilogo, vi dirò provo una certa emozione ad averlo finito T.T è stato un viaggio emozionante che iniziò un anno fa, ed ascoltando un album di IAMX ha cominciato ad evolversi fino a che non ho iniziato a scriverlo, ed è durato tutto 6 mesi.
Ho empatizzato moltissimo con i personaggi, non che sia una novità ma alcune volte è stato prorompente, tanto che ho dovuto interrompere la scrittura per qualche giorno di un determinato pezzo, prima di poterlo  riprendere.
 
Vi avviso che in sto capitolo ho fatto del lavoro di "fantasia", perché so che la psicologia in quegli anni era ancora agli inizi ed era poco considerata, ma ho voluto riprendere l'inizio del telefilm Hannibal e quindi mi sono un po' "inventata" alcune cose, spero che vi piacerà cmq.
 
Partiamo con  i ringraziamenti XD
Ai  miei recensori:
Leonessa885: la mia recensitrice per eccellenza qui :P sei stata così attiva e coinvolta nel racconto, che più volte mi hai fatto sorridere ed emozionare quindi ti ringrazio infinitamente per essere giunta fino a qui!!
Hope_mybrandnewname: per il supporto incondizionato che mi hai donato, ti ringrazio davvero!!
loliraffy94:  perché spesso mi ha detto che le piace :P
e ringrazio chiunque lo ha letto GRAZIE DAVVERO *_* mi avete spronato a continuarlo e pubblicarlo ancora.
 
Grazie ovviamente anche a Thomas Harris per aver creato questo personaggio, tra i migliori riusciti nella storia, e per Hannibal Rising libro che mi ha colpito moltissimo ed a cui ho voluto rendere omaggio.
Grazie a Bryan Fuller che moltissimo ha influito e mi ha ispirato, nella creazione di questo racconto, e lo ringrazio per aver creato la migliore rappresentazione di Hannibal, nonché migliore telefilm esistente.
 
 
Riguardo alla musica ringrazio IAMX e l'album Kingdom Of Welcome Addiction, da cui ho citato i testi all'inizio di quasi tutti i capitoli, perché sono stati la mia ispirazione, quell'album lo è stato, ed anche altri brani suoi.
Running che due volte ho citato, mi ha anche emozionato per l'idea che mi ha donato, nell'inizio del brano si sentono i battiti, e ho collegato ciò alla scena dove Hannibal sente i battiti d'amore del suo cuore per Will, quando dico che la musica ti fa crea cose meravigliose.
IAMX è stato la soundtrack dominante e senza di Chris avrei fatto metà del lavoro, quindi grazie <3 <3
e Bach, alcune scene sono state emozionantissime da scrivere, poetiche e sentimentali e lui mi ha certamente ispirata.
È bellissimo quando una determinata arte ne ispira un'altra e dunque ne sono grata!!
 




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