Famiglia Saeba
Capitolo 1
S=Saeko K=Kaori R=Ryo
Saeko
uscì di corsa dal suo ufficio alla centrale di polizia, dirigendosi verso
l’ascensore che l’avrebbe portata al garage, dove aveva lasciato la macchina.
La giovane poliziotta aveva l’aria preoccupata. Prese le chiavi dalla borsa e
aprì la macchina, si sedette al posto di guida e accese il motore.
S: – Spero che vogliano
accettare l’incarico, sono le uniche persone di cui posso fidarmi…
Arrivata sotto un palazzo di tre
piani di mattoni rossi, parcheggiò e suonò il campanello.
S: – Mio Dio, ti prego, fa’ che siano in casa…
Suonò ancora,
con più insistenza, poi il portone si aprì. Una giovane donna, Kaori, fece capolino da dietro la porta.
K: – Ma chi è?...
Saeko… che ci fai qui? È successo qualcosa?
S: – Ciao Kaori.
Ryo è in casa?
K: – Sì, sta cenando di sopra,
perché?
S: – Ho bisogno di voi due per
una questione delicata… posso entrare?
K: – Entra pure. Andiamo di sopra, così ci puoi spiegare tutto. Sembri molto scossa… ti preparo una camomilla, così ti calmi
un po’.
S: – Grazie, Kaori.
Salirono al piano di sopra e si
diressero nel soggiorno, dove Ryo stava cenando, o
meglio, si stava ingozzando di cibo.
R: – Kaori,
chi era alla porta?
K: – È Saeko.
Ha un lavoro per noi.
Nel vedere la bella poliziotta,
l’uomo saltò in piedi e assunse la sua solita espressione da manioco, preparandosi a saltarle addosso.
R: – Saeko!
Amore mio! Vieni…
Si bloccò di colpo e si fece
serio, notando l’espressione della donna.
R: – Saeko…
cosa succede? Sembri sconvolta…
S: – Come ho detto a Kaori, ho bisogno di voi due per una questione delicata.
Si sedette sulla poltrona. Ryo si andò a sedere sul divano, di fronte alla donna.
Intanto Kaori era tornata dalla cucina e, dopo aver
dato a Saeko una tazza di camomilla appena preparata,
si andò a sedere accanto al suo compagno.
R: – Ti ascoltiamo. Dicci tutto.
S: – Avete mai sentito parlare
del processo a Erik Nakura?
R: – Quello incriminato per
sfruttamento della prostituzione?
S: – Sì. Ma
sono venute fuori nuove prove per incriminarlo anche per pedofilia…
R – Ora capisco perché sei così
sconvolta: quel bastardo ha osato violare la purezza e l’innocenza di molti
poveri bambini… ma noi cosa centriamo?
S: – Abbiamo il
testimone chiave del processo. Si tratta di una delle sue piccole
vittime, e abbiamo bisogno di un posto sicuro dove tenerla. Vedete, dietro gli
affari di Nakura c’è un’organizzazione senza scrupoli
che farebbe qualunque cosa pur di non far andare
avanti il processo; sarebbero disposti anche a uccidere una bambina di 8 anni,
se questa intralciasse i loro piani. C’è bisogno di qualcuno fidato che si occupi della sua protezione, e al Reparto Protezione
Testimoni preferisco non affidarla…
R: – E quindi hai pensato a noi…
S: – Esatto. Accettate?
I due soci si guardarono
un momento, poi fecero un cenno d’intesa.
K: – Accettiamo.
S: – Grazie! C’è ancora un altro
favore che devo chiederti, Ryo, riguardo questo caso.
R: – Dimmi.
S: – Quando avrete
la bambina in casa potresti fare meno il dongiovanni, con me e con le altre donne= la piccola è già piuttosto scossa di suo, così
facendo la spaventeresti ulteriormente, e questo non gioverebbe al processo Nakura.
R: – Stai tranquilla, Saeko, l’avrei fatto anche se non me l’avessi
chiesto. Capisco la situazione. Mi tratterrò finchè la bambina sarà con noi. A proposito ci puoi
dare altre informazioni sulla piccola vittima?
S: – Ha 8 anni e frequenta la
terza elementare alla scuola di Shinjuku…
K: – È qui vicino. Ci passo
sempre davanti per andare alla stazione della metropolitana.
S: – Esatto. E
si chiama Yoko Nakura.
Nel sentire quel nome, i due
rimasero shockati.
K: – È… è… è quello che penso?
S: – Sì, Kaori:
è la figlia di Erik Nakura.
Ryo era
scosso. Strinse i pugni, se avesse avuto quell’Erik
tra le mani l’avrebbe pestato a sangue.
R: – Non esiste
limite alla cattiveria: una bambina è stata privata della sua innocenza dalla
stessa persona che l’ha messa al mondo…
K: – Hai ragione, Ryo… povera piccola.
R: – Saeko,
sai dirci altro di questa bambina? Per esempio la sua famiglia…
S: – Del padre sapete tutto. La
madre era inglese, e si chiamava Ether. È morta nel
metterla al mondo, e la bambina non ha altri parenti. Quando hanno arrestato Nakura, Yoko è stata affidata a una famiglia. In questo modo si è scoperto che il padre
l’ha violata. Ora l’ho presa in custodia temporanea io. Quando
sono al lavoro resta in casa con mia sorella, ma temo per la loro incolumità.
Non sapete che gente c’è dietro l’Organizzazione…
R: – E così hai deciso di
affidarla a noi…
S: – Esatto. Ho già disposto le
carte dei servizi sociali, per l’affidamento…
K: – Un momento!...
ma per prendere in affidamento un bambino, non bisognerebbe essere sposati?
R: – No, Kaori,
basta essere conviventi.
K: – E tu come lo sai?
R: – Una volta ho letto degli
articoli sull’argomento.
K: – Capisco. Però
c’è un’altra cosa: io e Ryo non siamo conviventi, nel
senso che intendono i servizi sociali…
S:– Condividete lo stesso
appartamento, no?
K: – Sì, ma che c’entra?
S: – Allora potete essere considerati conviventi, per i servizi sociali.
K: – Ok,
allora.
R: – Bene. Allora quando ce l’affiderai?
S: – Ci vediamo domani al Cat’s Eye, porto anche –yoko, così
potrà conoscervi un po’, prima di venire a casa vostra. Domani sera potrà già
stare con voi. E, Ryo,
ricordati…
R: – …Di non
fare il dongiovanni, perché potrei spaventare la bambina. Lo so, Saeko, ho un cuore anche io, cosa credi?
S: – Grazie, ora devo andare a
casa. Grazie per la camomilla, Kaori. Ci vediamo
domani.
E si
avviò all’ingresso, seguita da Ryo e Kaori.
K: – Ciao Saeko.
Ci vediamo domani.
Quando
la poliziotta se ne fu andata, i due parlarono del caso.
K: – Che ne pensi, Ryo?
R: – Penso che quei porci
bastardi avrebbero bisogno di una lezione… questa gente non l’ho mai potuta
soffrire.
K: – Lo vedo. Se
rinunci persino a fare il dongiovanni, significa che hai già preso a cuore la
piccola Yoko.
R: – Già. Per ora potrai mettere in naftalina i tuoi martelli, ce la farò da
solo a trattenermi.
K: – Bravo, Ryo.
Ora c’è un altro problema: come ci sistemiamo domani sera?
R: – Non saprei…
K: – Io potrei dormire sul divano
e lasciare la camera alla bambina.
R: – Non credo che faccia bene
alla bambina vedere che uno di noi dorme sul divano. Dobbiamo creare un
ambiente il più possibile simile a una famiglia…
K: – Cosa
proponi di fare allora?
R: – Te lo dico solo se prometti
di non diventare manesca, come è tuo solito.
K: – Tranquillo. se tu puoi rinunciare ad andare dietro ogni ragazza che
incontri, io posso rinunciare ad essere manesca. Qual è il tuo suggerimento?
R: – Ecco… pensavo che la bambina
potrebbe dormire in camera tua, come hai detto tu, ma
pensavo anche che tu potresti dormire in camera mia con me…
K: – Coooosa??
R: – Hey!
Ricordati la promessa! Comunque prometto che sarò un
gentiluomo, non farò niente.
K: – Ok.
Aggiudicato! Ora che ne dici di preparare le camere per domani mattina?
R: – Va BENE.
K: – Questa notte potrei dormire
sul divano, così domani la camera di Yoko sarà già a posto.
E
prepararono la casa. Finito tutto andarono a dormire.
CONTINUA…