Gli eredi della Forza
Gli
eredi della Forza
* * *
Nelle anime il legame del
dolore è
più forte del vincolo della felicità e della
gioia,
e l'amore che
viene lavato dalle lacrime rimane puro, bello ed eterno.
(Kahlil
Gibran)
* * *
«Perché
mi hai mandata laggiù?»
«Era
una missione di cui ti ritenevo all'altezza. Come lo è stato
per
Luke.»
«Ho
fallito con Luke.»
«Questo
è quello che ti ostini a credere a torto.»
«Ho
fallito. E lui è morto.»
«Ha
adempiuto al suo destino, e lo ha fatto serenamente. Smetti di
sentirti in colpa per qualcosa che non avresti mai potuto
evitare.»
«Cos'altro
non potrò evitare, Leia? Mi sento così...
inutile, e impotente.»
«Di
cosa hai paura realmente?»
«Non
lo so... Forse di non avere scelta. Perché deve essere tutto
così
difficile e doloroso?»
«Perché
proviamo dei sentimenti, Rey. Perché, nonostante il dolore,
la
sconfitta, la disillusione, non riusciamo a smettere di
amare.»
Cap.
1.1 - La città tra le nuvole
Posizione:
Territori dell'Orlo Esterno – Settore: Anoat - Sistema di
Bespin
La
fascia abitabile dell'immenso gigante gassoso era tra le cose
più
affascinanti che Rey avesse mai visto. Non immaginava che potesse
esistere un'intera città sospesa nel vuoto.
Da
quando era entrata a far parte della Resistenza le si era aperto un
mondo nuovo. Il suo universo ristretto, racchiuso per anni attorno
alle quattro tende sbrindellate dell'Avamposto di Niima, si era
inaspettatamente ampliato.
Scoprire
nuovi mondi e nuove culture, era un'esperienza decisamente
più
appagante che vivere confinata in un luogo in cui, le notizie sul
resto della galassia, arrivavano sempre distorte e ingannevoli.
Durante
il lungo salto nell'iperspazio, C-3PO l'aveva allietata
con un'infinità di informazioni sulle origini e la storia di
Cloud
City e l'importanza del gas tibanna, che si estraeva dagli strati
più
vicini al nucleo del pianeta; l'idea di zittirlo, staccandogli di
netto la testa dal resto del corpo, l'aveva ben più che
sfiorata. Si
era obbligata a sopportarlo solo perché il droide la stava
aiutando
a tradurre i testi dell'antico Codice Jedi che si era portata via da
Ahch-To.
Dalla
cabina di pilotaggio del Falcon, le isole fluttuanti, sospese in
quella suggestiva atmosfera rarefatta, apparivano immense e maestose.
Vivere
quello spettacolo le provocò un intenso brivido lungo la
schiena.
Le
nuvole purpuree regalavano al cielo infinite sfumature rosate e le
infondevano una piacevole sensazione di pace e tranquillità.
Colud
City era un piccolo angolo di paradiso non ancora raggiunto dai
tentacoli del Primo Ordine.
Si
rivolse fiduciosa a Chewbacca e il suo peloso copilota le
indicò il
luogo più idoneo per l'atterraggio: una piccola piattaforma
circolare collegata, come molte altre, tramite una lunga e stretta
passerella, alla più grande delle isole fluttuanti.
Quel
poco che era rimasto della Resistenza si era rifugiato sul
verdeggiante pianeta Batuu, un piccolo e remoto avamposto ai confini
della galassia, diventato il nuovo quartier generale della millenaria
Maz Kanata. Praticamente era un covo di contrabbandieri, furfanti e
avventurieri che viaggiavano tra l'Orlo Esterno e le Regioni Ignote;
ma era anche il luogo più sicuro per nascondersi dal Primo
Ordine.
La sistemazione era provvisoria e, per il momento, potevano ritenersi
al sicuro.
La
scintilla della speranza non si era spenta, ma la situazione rimaneva
delicata e critica. Leia stava lavorando senza tregua per rimettere
in piedi la ribellione e ricomporre una flotta, nonostante le sue
condizioni fisiche non fossero delle migliori. Ma soprattutto stava
cercando gli aiuti e il supporto necessario per dare vita ad un
progetto molto ambizioso che le stava a cuore da molto tempo.
I
pochi scampati al massacro di Crait le stavano accanto dandole
l'appoggio necessario. Poe, Finn e persino Rose, erano impegnati a
cercare nuove alleanze, anche se l'impresa non si stava rivelando
affatto facile.
Lei,
invece, era uscita dall'esperienza di Crait stanca e sfiduciata.
Aveva fallito con Luke e, soprattutto, con Kylo, ma la sconfitta che
le pesava maggiormente era proprio con quest'ultimo.
Aveva
seguito il suo istinto, forte dalla visione che l'aveva investita,
toccandogli la mano. Aveva creduto che raggiungerlo sarebbe stata la
cosa giusta, che si sarebbe convertito e che avrebbe dato una svolta
alla guerra.
Invece,
quello che la Forza le aveva mostrato, si era rivelato un'illusione:
Kylo si era servito di lei per uccidere Snoke, si era fatta
abbindolare per bene e, a stento, era riuscita a portare in salvo i
suoi amici.
Luke
ci aveva rimesso la vita per permettere loro di scappare e, quella
perdita, a distanza di tempo, le appariva tremendamente ingiusta e
insopportabile. In qualche modo ne sentiva la responsabilità.
Dopo
l'ultima connessione, in cui le era quasi sembrato che Kylo cercasse
nuovamente la sua comprensione, aveva deciso di troncare ogni
rapporto. Era arrabbiata con lui, delusa e, soprattutto, ferita.
Ormai erano schierati su fronti opposti e il dialogo pacifico, almeno
da parte sua, non aveva alcun senso.
Si era
obbligata ad ignorarlo, ogni qualvolta la Forza cercava di
connetterli, arrivando anche a farsi del male, pur di non cedere a
quel richiamo insistente e disperato.
Non
aveva più nulla da dirgli se continuava a mantenersi
ostinato sulla
sua posizione, sui suoi intenti distruttivi e sui suoi deliri di
onnipotenza.
Aveva
fatto il primo passo, gli era venuta incontro e la sua fiducia era
stata tradita. Non gli avrebbe mai più concesso un'altra
occasione
se non avesse percepito, in lui, un minimo accenno di cambiamento
sincero.
La
Resistenza era la sua casa, ormai.
I
ribelli erano la sua famiglia. Una famiglia desiderata per troppo
tempo.
Il
generale Organa le aveva affidato una missione delicata e si sentiva
agitata, non poteva prendere quel compito alla leggera. Leia si era
dimostrata molto comprensiva nei suoi confronti e, nonostante le sue
insicurezze, riponeva ancora fiducia nelle sue capacità.
La sua
missione consisteva nell'incontrare un certo Lando Calrissian, che
era stato un grande amico di Han Solo, e consegnargli personalmente
un importante messaggio criptato.
Leia
aveva contattato varie cellule della Resistenza sparse per la
galassia, usando il suo codice personale e lui era stato uno dei
pochi che le aveva risposto.
Il
Generale le aveva confidato che Lando era stato un valido alleato in
passato, e li aveva tirati fuori più volte dai guai. Ma i
tempi non
erano mai stati più gravosi, e trattare con dei possibili
alleati a
distanza, poteva rilevarsi pericoloso, se non addirittura fatale. Il
messaggio conteneva delle informazioni vitali che non dovevano assolutamente cadere in mano al nemico, per questo andava
consegnato di persona.
La
minaccia del Primo Ordine imperversava ormai in ogni angolo della
galassia, la sua ombra oscura si stava stendendo, pericolosamente e
velocemente, fin quasi all'Orlo Esterno. La micidiale flotta degli
Star Destroyer, comandata dal generale Hux, metteva sotto assedio
interi sistemi e, laddove non trovava una rapida resa, o l'intenzione
a sottomettersi e collaborare, lasciava dietro di sé solo
morte e
distruzione.
La
strategia del nemico era chiara: tagliare loro ogni aiuto e fonte di
approvvigionamento. Spingerli ad uscire allo scoperto ed esporsi,
mentre erano ancora vulnerabili. Per questo dovevano agire con
cautela e prudenza, ma soprattutto con rapidità per evitare
che
anche gli ultimi punti focali della Resistenza cadessero in mano al
Primo Ordine.
L'installazione
mineraria di Bespin era proprio uno di questi.
Atterrarono
dolcemente sulla piattaforma fluttuante. Rey si diresse insieme a
Chewbe al portello, non prima di aver preso il suo fidato bastone e
il blaster che le aveva regalato Han, la prudenza non era mai troppa.
Lasciarono R2-D2 e C-3Po in attesa sul Falcon.
Alla
fine della passerella li accolse un uomo alto e calvo che al posto
delle orecchie aveva dei grossi auricolari circolari e che subito si
dimostrò poco cordiale e di altrettante poche parole. Li
guidò
attraverso corridoi e ascensori, senza rivelarsi particolarmente
interessato al loro desiderio di incontrare Lando Calrissian, su
preghiera della principessa Leia Organa di Alderaan.
Mentre
camminava al fianco di Chewbacca, Rey si guardava attorno incantata e
incuriosita: in quel luogo dominava l'uniformità del bianco
e le
superfici lucide e riflettenti. Era tutto così ordinato,
perfetto, e
quasi stentava a credere che fosse reale.
Lo
wookiee invece sembrava essere più tranquillo e a suo agio
di lei.
Giunsero
davanti ad un grande portone, anch'esso rigorosamente bianco, le cui
ante si spalancarono al loro arrivo, mostrando un ampio salone
semicircolare.
Rey
entrò titubante, seguita dallo wookiee, e ne
studiò ogni
particolare, mentre il loro accompagnatore si dileguò in
tutt'altra
direzione. L'ambiente era spoglio e sobrio, era illuminato da
un'immensa vetrata che affacciava su quel suggestivo cielo purpureo,
il soffitto a cupola era sostenuto da quattro colonne alte e snelle.
L'unico arredamento consisteva in un lungo tavolo ovale, circondato
da una dozzina di poltroncine ergonomiche.
Il
tempo passava e lei iniziava a spazientirsi, quella che le era stata
affidata era una missione essenziale per la Resistenza e non poteva
permettersi di perdere istanti preziosi o, peggio, fallire un'altra
volta.
Una
voce squillante e allegra, proveniente alle sue spalle, ruppe
quell'attesa fastidiosa e la fece sussultare. «Chewbe!
Vecchio sacco
di peli, è una vita che non ci vediamo, come stai?»
Lo
wookiee si girò ed emise un grugnito festoso.
La
giovane jedi assistette sorridente a tutta la scena: un uomo dalla
pelle scura, piuttosto anziano, con una folta capigliatura riccioluta
e brizzolata e dei baffetti, vestito in modo molto stravagante,
apparve da un ingresso laterale ed accolse gioioso l'abbraccio un po'
impacciato del gigante peloso.
Poi
si voltò verso di lei incuriosito. Le girò
intorno con
circospezione, come se fosse merce preziosa da analizzare, senza
levarle gli occhi di dosso e finalmente le rivolse la parola.
«Wow!
Tu devi essere l'ultimo
jedi»
esclamò, come se avesse avuto una visione celestiale,
«Leia non mi
aveva detto che eri una ragazza, e anche carina...»
Il
modo in cui la studiava compiaciuto, riuscì a scatenarle un
moto
d'insofferenza. Ma chi si credeva di essere? Istintivamente la sua
mano strinse maggiormente l'asta che portava appesa alla spalla.
Inspirò e cercò di mantenere un minimo di
autocontrollo per evitare
di fare una pessima figura con l'unica persona che, in quel momento,
era in grado di risollevare le sorti della Resistenza.
«Sono
Rey» precisò seria e gli porse l'altra mano per
educazione, non era
mai stata un asso nelle presentazioni ma si sforzò di essere
gentile, anche se quello strano individuo non le aveva fatto una gran
bella impressione.
L'uomo
invece reagì in maniera del tutto inaspettata. Le prese le
dita
della mano tra le sue, in un gesto molto elegante ed
avvicinò le
labbra al dorso, sfiorandolo leggermente con un bacio. «Lando
Calrissian. A tua completa disposizione» si
presentò senza pudore.
Rey
sgranò gli occhi sconvolta e istintivamente si
irrigidì, ritirando
subito la mano come se si fosse scottata. Anche se non poteva
guardarsi allo specchio, era sicura di essere diventata paonazza.
Nessuno aveva mai osato ostentare un tale atteggiamento nei suoi
confronti, anzi, quei poveracci che avevano provato ad invadere la
sua sfera personale su Jakku, ne stavano ancora pagando le
conseguenze.
Non
riusciva a crederci. Possibile che quello strano tipo, avvolto in
quel ridicolo mantello variopinto, ci stesse provando con lei?
Tralasciando il piccolo
particolare che poteva essere suo nonno, dovette dare ragione a Leia
quando glie l'aveva dipinto come un personaggio decisamente
eccentrico e stravagante.
In
quel momento si obbligò a soffocare il suo istinto di
conservazione
e ad essere razionale: non poteva mettere il suo amor proprio di
fronte alla missione. Fosse stato un uomo qualunque, non avrebbe
esitato a togliergli quell'insopportabile espressione sorniona dalla
faccia a suon di bastonate. Ma era un ex Generale dell'Alleanza
Ribelle, un alleato di Leia ed il suo aiuto era cruciale per dare
loro qualche chance di poter vincere la guerra. Doveva darsi una
calmata ed evitare di iniziare quella preziosa collaborazione col
piede sbagliato.
«Ho
un messaggio di Leia per lei,
signor
Calrissian. Ed è veramente importante»
tagliò corto decisa,
enfatizzando il lei
per prendere maggiormente le distanze, nella speranza che il suo
curioso ospite comprendesse la gravità della situazione.
«Chiamami
Lando» fu la sua risposta, per nulla impressionata, seguita
da un
sorriso smagliante.
Rey
strabuzzò gli occhi scoraggiata. Ora cominciava ad intuire
perché
il Generale le aveva rifilato quella gatta da pelare. Quasi si
trovava a rimpiangere gli scontri fisici e i duelli mentali con Kylo
Ren, con lui almeno era riuscita ad avere la meglio, ed aveva anche
un aspetto decisamente più attraente.
Scacciò
immediatamente dalla testa quell'assurdo paragone e si costrinse a
stare al gioco a malincuore. Con quale coraggio sarebbe tornata su
Batuu se quello sbruffone invadente l'avesse cacciata in malo modo
senza averle dato nemmeno la possibilità di consegnare il
messaggio?
Ingoiò
il groppo in gola, sforzandosi di sorridere, e lo
accontentò.
«D'accordo, Lando.
Mi manda la Resistenza, ho un messaggio importante da par...»
«Io
invece ho una splendida idea!» la interruppe bruscamente,
sollevando
entrambe le mani, come se avesse avuto un'illuminazione dall'alto.
«Perché non ne parliamo con calma, di fronte a una
buona cena?
Scommetto che tu e Chewbe sarete affamati, e io sono abituato a
discutere di affari con la pancia piena.»
Senza
nemmeno darle il tempo di protestare, sbatté un paio di
volte le
mani e subito si presentò trotterellante un Ugnaught che
borbottò
contrariato, come se fosse stato interrotto sul più bello,
mentre
era intento in qualcosa di importante.
«Portaci
qualcosa da mangiare, svelto. I miei ospiti meritano una degna
accoglienza. Sono amici di Leia, e gli amici di Leia sono anche amici
miei» sentenziò risoluto. L'Ugnaught
annuì a malincuore prima di
sparire dietro una colonna, protestando animosamente.
Rey
ingobbì le spalle e rivolse un'occhiata scoraggiata allo
wookiee, il
quale le rispose con un lungo lamento, scuotendo la testa sconsolato.
Era
inutile, Lando la sapeva troppo lunga per sperare di fregarlo. Non le
rimaneva che assecondarlo. Prima o poi le avrebbe dato l'occasione di
spiegare, e pregò che ciò accadesse prima che la
flotta nemica
arrivasse a mettere sotto assedio anche Bespin.
«Prego,
accomodatevi... » li invitò, indicando, con un
gesto elegante, le
poltroncine attorno al grande tavolo.
* * *
Il
cibo era ottimo e abbondante e la compagnia piacevole; Rey si dovette
ricredere, Lando si stava dimostrando un simpaticone oltre che un
ospite impeccabile e disponibile.
Dalla
sua parlantina sciolta si percepiva che doveva essere stato un gran
filibustiere. Un po' le ricordava Han, anche se quella vecchia
canaglia non aveva mai osato provarci con lei in modo così
spudorato.
Man
mano che prendeva confidenza con i suoi gesti, a volte fin troppo
teatrali, si rendeva conto che l'intraprendenza che dimostrava, era
un suo particolare modo di fare, più che un tentativo di
seduzione
vero e proprio, e si ritrovò a ridere di se stessa.
Finalmente
riuscì a rilassarsi e godersi la cena.
L'amministratore
dell'installazione mineraria di Bespin raccontò loro di come
se
l'era cavata dopo la Guerra Civile Galattica, delle sue scorribande
insieme allo storico amico Han Solo, di come aveva ripreso il
controllo della colonia dopo che era stata assoggettata dall'Impero
e, soprattutto, di come era riuscito a tenersi alla larga dal Primo
Ordine, rimanendo saggiamente nell'ombra. Aveva avuto l'accortezza di
mantenere il commercio del gas tibanna su delle tratte riservate. La
sua clientela non era esattamente gente raccomandabile, ma aveva il
suo stesso interesse a non dare nell'occhio.
Negli
ultimi anni i suoi contatti con Leia si erano ridotti al minimo, fino
a limitarsi a pochi scambi di messaggi, specie dopo che la situazione
politica era degenerata. La sua vecchia amica, però, lo
aveva
costantemente tenuto informato sulle tragiche vicende che avevano
sconvolto la sua famiglia.
Quando
ebbero finito di mangiare, finalmente Lando le porse la fatidica
domanda: «Allora, qual era l'importante messaggio che avevi
tanta
fretta di consegnarmi?»
Rey
non se lo fece ripete due volte, frugò nella sacca consunta
che si
portava sempre appresso e gli porse il piccolo aggeggio cilindrico
che il generale Organa le aveva affidato, affinché lo
consegnasse
personalmente a lui. Si trattava di una piccola banca dati che poteva
essere decodificata esclusivamente da un codice personale, di cui
solo Lando era a conoscenza. L'ex contrabbandiere la rigirò
tra le
mani studiandola con interesse, poi si alzò e la
inserì in una
piccola postazione computerizzata, nascosta dietro un pannello mobile
addossato ad una parete. Digitò il codice ed attese.
Dopo
alcuni secondi di elaborazione, l'oloproiettore materializzò
davanti
ai loro occhi l'immagine rotante del progetto di una straordinaria
stazione spaziale super corazzata.
Lando
sogghignò. «A quanto pare Sua Altezza ha capito
che la Ribellione
avrà qualche chance in più di vincere, se non
fornirà al Primo
Ordine un bersaglio fisso sul quale fare fuoco.»
Rey
scoccò uno sguardo compiaciuto a Chewbacca, il loro ospite
era un
tipo perspicace, oltre che scaltro. «Si chiama Alderaan
Prime»
spiegò, senza riuscire a nascondere l'entusiasmo,
«attualmente si
trova debitamente occultata nelle profondità di Glee Anselm*
dove
stanno ultimando la costruzione. Leia sperava che potessi fornirle
abbastanza gas tibanna per alimentare tutte le batterie di armamenti
e potenziare al massimo i motori dell'iperguida.»
Lando
sorrise, la giovane jedi aveva sapientemente omesso la parte
cruciale: non avrebbe potuto pagare. Ma il vecchio furfante sapeva
benissimo in quali condizioni precarie versava la Resistenza. Si
lisciò compiaciuto i baffi sottili, fingendo di rifletterci
qualche
istante. Poi ruppe il silenzio che stava diventando preoccupante.
«Le
ha dato il nome del suo amato e perduto pianeta... La cosa mi piace!
Comunica pure alla principessa che avrà tutto il gas tibanna
che
vuole, e che lo può considerare come un mio personale, e modesto,
contributo alla causa. I miei ingegneri si metteranno subito al
lavoro.»
Rey
tirò un sospiro. In realtà, a primo acchito,
Lando non le aveva
fatto una bella impressione. Il suo modo di fare le era apparso
ambiguo, anche se Leia le aveva assicurato che di lui ci si poteva
fidare totalmente. Aveva percepito qualcosa: un'ombra leggera che le
aveva suggerito che, in passato, non era stato sempre così.
«Ti
ringrazio, a nome della Resistenza. E Leia te ne sarà
infinitamente
grata...» Le uniche parole che riuscì a mormorare,
suscitarono un
sorriso sincero sul viso di Lando. Poi però notò
il suo allegro
ospite diventare più serio, fin quasi a rabbuiarsi.
«Dimmi,
come sta la principessa?»
Quella
domanda la fece sussultare lievemente, come se dentro di lei fosse
scattato qualcosa, una specie di meccanismo di autodifesa di cui non
ne capiva il motivo. Non c'era nulla di male: l'ex contrabbandiere
non vedeva Leia da anni, era normale che fosse sinceramente
preoccupato per lei. Eppure aveva l'impressione che quella
conversazione sarebbe andata inevitabilmente a toccare argomenti
dolorosi.
«Non
tanto bene, a dire il vero.» Non se la sentì di
indorare la pillola
e Chewbe, poco lontano, emise un lungo lamento angosciato che fece
preoccupare anche Lando.
«Non
si è ancora rassegnata, suppongo.»
Rey
sospirò corrugando la fronte. «Non credo ci si
possa rassegnare
alla morte della persona con la quale si è diviso la
vita.» Fu
molto schietta, anche se in merito non aveva molta esperienza.
Lando
fece una lunga pausa, quasi avesse timore di esternare quello che gli
passava per la testa, poi però proseguì.
«Non intendevo la morte
di Han,
sono sicuro che è
abbastanza forte per accettarla...»
Quella
precisazione la colse di sorpresa e le fece aguzzare i sensi.
«Mi
riferivo alla perdita di suo figlio.»
A
Rey si gelò il sangue, non immaginava che Lando potesse
conoscere
Ben. Credeva che quell'incontro su Bespin sarebbe stato innocuo,
da quel punto di vista. Riflettendo sul suo passato da
contrabbandiere al fianco di Han, però, l'idea non le parve
poi così
assurda.
Chewbacca
emise un ruggito disperato, sbatté violentemente un pugno
sul
tavolo, facendo saltare via piatti e avanzi di cibo, poi si
alzò in
piedi furioso e si allontanò da quella conversazione che
stava
prendendo una brutta piega.
Rey lo
vide lasciare la sala con rammarico, ma non poteva biasimarlo, era
naturale che non volesse nemmeno sentire nominare l'assassino del suo
più caro amico.
«Credo
di no... » ammise a malincuore, a capo chino. Forse sarebbe
stato
più facile anche per lei, se Leia lo avesse dichiarato
definitivamente perduto, avrebbe potuto affrontare quella guerra con
meno apprensione. Ma in cuor suo sapeva che non era così.
C'era
ancora luce in Kylo Ren, l'aveva percepita chiaramente, ed era il
motivo principale per cui gli aveva risparmiato la vita.
Forse
aveva commesso un grave errore, considerando come si stava evolvendo
la guerra, ma non era potuta andare contro al suo istinto. Qualcosa,
nel profondo, le aveva gridato che, ucciderlo a sangue freddo, non
sarebbe stata la soluzione a quel conflitto, e che non era ancora
giunto il momento della resa dei conti.
Non
sapeva come spiegarlo, ma nelle parole e nel modo di fare di Ben
aveva percepito molto di più di quello che aveva voluto
mostrarle.
La confidenza che si era preso con lei, fin dal principio, quel
volerla al suo fianco a tutti i costi, le avevano dato l'impressione
che, in qualche modo, la conoscesse da molto prima che si
incontrassero. Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di far luce
su quel
tremendo sospetto.
Mentre
lo osservava disteso a terra, inerme ed incosciente, si era obbligata
ad aspettare; non sapeva esattamente cosa, forse le sarebbe stato
più
chiaro col tempo. Si sarebbe addestrata, avrebbe ricostruito la spada
di Luke, sarebbe diventata più forte e abbastanza saggia per
affrontarlo di nuovo, e non gli avrebbe più permesso di
incastrarla
con un subdolo ricatto morale.
Non
aveva idea di come si sarebbe evoluta la faccenda tra loro, ma
sentiva che il giorno in cui si sarebbero trovatati di nuovo faccia a
faccia, non era lontano.
«Leia
mi ha detto che ti sei scontrata con lui.» Le parole di Lando
la
riportarono bruscamente alla realtà.
Sollevò
lo sguardo verso l'ex contrabbandiere e si trovò a pensare
che fosse
buffo e anche crudele, che più tentasse di togliersi Ben
Solo dalla
mente, più finiva per infilarsi in situazioni che la
obbligavano a
ricordarsi della sua esistenza. Annuì mesta, senza riuscire
a
spiccicare una parola.
«Sai
una cosa Rey? Ben era un ragazzino molto in gamba ed estremamente
sveglio per la sua età. Oh, era anche molto intraprendente,
capriccioso e soprattutto parecchio viziato... Ma amava la sua
famiglia, adorava sua madre, e nutriva una vera e propria venerazione
per suo padre. Ancora non riesco a credere che lo abbia...»
Rey
sgranò gli occhi. Era la prima volta che Lando non riusciva
a
concludere una frase. Di colpo aveva perso la sua vena sarcastica. La
morte del suo migliore amico doveva averlo turbato nel profondo.
Lei
invece si ritrovò a riflettere. Ben venerava suo padre?
Perché
quella rivelazione adesso le pareva così ridicola e assurda?
Era
sicura che lo considerasse un povero illuso, un uomo stupido e
debole. Quante altre cose le aveva tenuto nascosto quello sporco
bastardo?
«Quando
rientravamo da un viaggio, quel piccolo starfighter**
ci correva incontro urlando e poi saltava al collo di Han e non
voleva più lasciarlo andare. Ripeteva in continuazione che
voleva
diventare il miglior pilota della galassia, proprio come suo
padre.»
Lando riportò alla luce quei vecchi ricordi, con un sorriso
malinconico sulle labbra. Sembrava che fosse sinceramente affezionato
a Ben.
Rey
invece rimase profondamente scossa da quelle confidenze, per quanto
si sforzasse non riusciva proprio ad immaginare Kylo bambino,
innocuo, affettuoso verso i suoi familiari. Era una visione che
strideva fortemente con l'immagine rabbiosa e cupa che aveva di lui.
L'immagine del mostro che voleva dare di sé, a tutti i costi.
«Perché
mi stai raccontando queste cose?» le venne spontaneo
chiedere. La
voce tremante tradì il velo di emozione, e si
sentì improvvisamente
stupida e vulnerabile.
Lando
sospirò scuotendo la testa. «Non erano
pronti...»
Rey
aggrottò la fronte senza capire.
«Leia
ed Han, intendo. Non erano pronti per fare i genitori. Ben è
arrivato all'improvviso, in un momento difficile. Lei era sommersa
dagli impegni politici e pressata dalla necessità di
concludere
importanti accordi diplomatici; un figlio era l'ultima cosa di cui
aveva bisogno per complicarsi la vita ulteriormente. Ed Han... beh,
lui forse non si aspettava che sarebbe accaduto così presto,
ce l'ha
messa tutta per essere un buon padre, è stato presente e
amorevole,
finché ha potuto. Ma a volte l'impegno non basta. Non dico
che non
l'abbiano voluto, semplicemente... non erano pronti.»
Rey
continuava a non capire. Perché il suo strano ospite le
stava
raccontando aspetti così intimi della vita dei suoi amici?
«Non
capisco cosa c'entri questo col suo cedimento al lato Oscuro e con
l'odio verso la sua famiglia» le venne spontaneo ribattere
con fin
troppa enfasi.
Lando
sorrise leggermente alla sua animata reazione. «Vedi Rey...
Leia si
era accorta che c'era qualcosa, in Ben, che non andava, fin dal
principio. Ma sapeva anche che non era in grado di gestire il suo
potere.»
«E lo
ha mandato da Luke, affinché lo addestrasse» lo
aiutò a concludere
la frase, stufa di sentire l'ennesima versione della stessa storia.
L'ex
contrabbandiere annuì. «Già. Io non
avevo alcun diritto di
intromettermi, ma Han... beh, lui non la prese tanto bene. Era
contrario. Quella faccenda ha minato in modo irrimediabile il loro
rapporto. Ed
è stato l'inizio della fine...»
Rey
strinse i pugni e digrignò i denti, scossa da un
impercettibile moto
di rabbia. «Sono sicura che Leia non abbia preso una
decisione
simile alla leggera. Credo che una madre sappia cosa sia meglio per
il proprio figlio. Evidentemente si era resa conto di non poter
competere con l'oscurità che continuava a crescere dentro di
lui. Ha
solo cercato il modo migliore di aiutarlo.» Lo disse mentendo
spudoratamente a se stessa. I suoi genitori l'avevano venduta come se
fosse stata un oggetto, una zavorra inutile di cui liberarsi, cosa
poteva esserci di giusto in un gesto così orribile?
Ancora
una volta si ritrovò a non capire per quale assurdo motivo
Ben
avesse rinnegato in modo così spietato una famiglia
amorevole che
aveva solo cercato di proteggerlo. Solo dopo qualche istante si rese
conto che si era alzata in piedi e stava fronteggiando il suo ospite
a pugni stretti, come se le avesse lanciato una sfida.
Lando
rimase sorpreso ed impressionato dalla sua reazione animata e si
fermò a studiarla qualche istante incuriosito.
«Che
c'è?» le vene spontaneo chiedere, sentendosi a
disagio sotto il suo
sguardo indagatore.
«Tu
hai un debole per Ben» sentenziò compiaciuto
lisciandosi i
baffetti, riducendo gli occhi a due fessure.
«Cosa?
Assolutamente no!» reagì d'impulso indignata, come
se fosse stata
punta sul vivo.
Lando
continuò a scrutarla. «Uhm... Cara la mia Rey, io
difficilmente mi
sbaglio. Ho una specie di radar, per queste cose. Sai, quando il mio
amico Han, si prese una colossale cotta per Leia, lo sgamai subito,
anche se, a prima vista, sembrava che avesse l'orticaria quando
stavano insieme. Non facevano altro che punzecchiarsi e
litigare.»
Rey
aggrottò le sopracciglia e poi sorrise. «Scommetto
che ci hai
provato anche con lei» ironizzò impietosa,
sciogliendo i pugni ed
incrociando le braccia al petto.
Il suo
ospite non si dimostrò particolarmente indignato da quella
constatazione e sghignazzò senza ritegno.
«Ovviamente. Leia è
sempre stata un gran bel pezzo di principessa.» Le
strizzò l'occhio
riuscendo a farla sentire di nuovo a suo agio.
Rey
però tornò subito seria. «Cosa ti fa
credere che abbia un debole
per Kylo Ren?» chiese sinceramente curiosa, preparandosi a
smentirlo
senza esitazione.
Il
vecchio filibustiere le regalò un sorriso sornione.
«Perché tu, a
differenza di Leia, pensi di essere in grado di competere con
l'oscurità che c'è in lui. E forse sei l'unica
persona, in tutta la
galassia, che è ancora in grado di salvarlo.»
Le
ultime parole di Lando ebbero il potere di farla ammutolire.
*
* *
La
notte di Bespin non era particolarmente lunga, ma a Rey sembrava
durasse un'eternità. Continuava a girarsi e rigirarsi, tra
le
lenzuola pulite e profumate di quel letto troppo ampio per una sola
persona, senza riuscire a trovare tregua. Il materasso era comodo e
morbido per una come lei, che piuttosto si sarebbe adeguata a dormire
su una lastra di pietra.
Lando
le aveva messo a disposizione il suo alloggio migliore, aveva
insistito perché lei e Chewbe passassero la notte a Cloud
City,
avevano tutto il tempo di ripartire per Batuu il giorno successivo.
L'ambiente era caldo e accogliente, munito di tutti i comfort, eppure
non riusciva a prendere sonno.
Col
passare delle ore, si rese conto che, accettare quella generosa
ospitalità, non si era rivelata una buona idea. Quando il
generale
Organa le aveva affidato la missione, aveva creduto che il suo
compito sarebbe stato facile e soprattutto indolore; doveva solo
recapitare un messaggio ed assicurarsi che Lando avrebbe collaborato
con la Resistenza. Non avrebbe mai immaginato che quello strano
personaggio avrebbe potuto sconvolgere i suoi pensieri in modo tanto
brutale. Cominciava quasi a sospettare che la principessa lo avesse
fatto apposta.
Leia
e Lando si erano messi d'accordo? Era una specie di complotto?
Dopo
aver osservato il soffitto per un tempo indefinito, decise di
alzarsi. Si rivestì velocemente ed uscì dalla
stanza.
I
corridoi erano deserti e silenziosi, erano illuminati solo da una
sottile linea di luce che correva lungo il bordo della camminata. Per
un istante ebbe paura di perdersi, poi decise di farsi guidare dal
suo istinto per uscire da quel labirinto intricato di ambienti.
Quando
finalmente uscì all'aperto, le apparve uno spettacolo che le
mozzò
il respiro. La notte di Bespin era estremamente suggestiva. Il cielo
non era completamente nero, come sugli altri pianeti che aveva
visitato, non era come quella cappa buia e fredda che si stendeva
impietosa su Jakku, congelando in poco tempo l'aria infuocata.
L'orizzonte
era meravigliosamente sfumato. I gas provenienti dal nucleo del
pianeta creavano un particolare gioco di luci rosate, nella parte
inferiore della città poi, man mano si attenuavano verso
l'alto,
fino a spegnersi del tutto, fondendosi col nero dello strato
atmosferico superiore. La notte non arrivava mai ad essere totalmente
scura.
Era
forse un messaggio di buon auspicio per la Resistenza? Era davvero
difficile essere positivi in quel momento, sapendo che là
fuori,
oltre quello spettacolo mozzafiato, la galassia era dilaniata dalla
guerra.
Rey
si fermò ad ammirare quel cielo meraviglioso con le lacrime
agli
occhi. Una leggera brezza le scompigliò i capelli che non
aveva
avuto il tempo di legare, respirò a pieni polmoni quell'aria
così
fresca ed eccezionalmente ricca d'ossigeno. Nonostante la pace che le
infondeva la visione nella quale era immersa, non riusciva a
soffocare il senso d'inquietudine che l'aveva assalita durante la
cena con Lando.
Non
poté fare a meno di pensare di nuovo intensamente a Ben. In
passato
sarebbe bastato il suo stato d'animo particolarmente vulnerabile a
scatenare una connessione tra loro, ma ormai era da tempo che non
accadeva.
Era
convinta di essere riuscita a spezzare quel legame in modo
definitivo. Non aveva più sentito alcun richiamo. Intorno a
lei
regnava solo il silenzio e, improvvisamente, quella consapevolezza,
le fece paura.
Un
doloroso senso di solitudine si impadronì dei suoi sensi,
provocandole una leggera vertigine, come se stesse in bilico
sull'orlo di un baratro.
Probabilmente
anche la Forza si era rassegnata al fatto che lei e Ben fossero solo
due spiriti affini molto potenti, irrimediabilmente schierati su
fronti opposti, e che non avrebbero mai potuto trovare un punto di
incontro. Forse erano solo destinati a distruggersi a vicenda.
Si
costrinse a reagire. Percorse interamente la passerella fluttuante e
si rifugiò sul Falcon, lì si sentiva al sicuro.
L'interno era buio,
ma erano attive le flebili luci di emergenza. Entrò nella
hall e
scorse i droidi immobili accanto alla postazione computerizzata, che
si erano disinseriti per ricaricarsi e passare la notte.
Scivolò
silenziosamente accanto alle poltroncine tondeggianti, si tolse gli
stivali e si rannicchiò nella cuccetta.
Il
materassino era rigido e consunto, la morbidezza non aveva nulla a
che fare con quella del letto su cui era appena stata, ma non le
importava: il tanfo di muffa e di lubrificante scadente che le
invadeva le narici, aveva su di lei un effetto calmante.
L'interno
del Falcon era come il ventre di un'immensa e amorevole madre.
Chiuse
gli occhi e tentò di rilassarsi, mancava davvero poco al
sorgere del
sole e forse sarebbe riuscita a rubare alla notte un paio d'ore di
riposo, prima di riprendere la rotta per Batuu.
*
L'alba
non ne voleva sapere di arrivare.
Rey
si ritrovò a camminare lentamente, a piedi nudi, attraverso
i
corridoi circolari del Falcon, carezzando, con la punta delle dita,
le pareti malridotte e sudicie.
Respirava
un'atmosfera insolita, quasi surreale. Era come se stesse vivendo al
rallentatore.
C'era
qualcosa di strano e diverso, quegli ambienti le parevano gli stessi
eppure, sostanzialmente, non lo erano. Oltre al costante ronzio di
sottofondo delle strumentazioni di bordo, le sembrava di udire
qualcos'altro.
All'inizio
i suoni le sembravano lontani, distorti. Poi, pian piano, divennero
più chiari: urletti isterici alternati ad una risatina
infantile.
Deglutì
a vuoto e si fermò ad ascoltare, guardandosi attorno con
circospezione e i battiti accelerati. Si voltò di scatto
quando le
sembrò di scorgere, con la coda dell'occhio, qualcosa di
piccolo e
veloce attraversare un corridoio laterale che si innestava in quello
in cui lei era ferma.
Il
sangue le si gelò nelle vene.
Con
cautela si affacciò in quel passaggio per cercare di capire
di cosa
si trattasse, ma era stranamente troppo buio.
«Ehi!
C'è qualcuno laggiù?» Chiese ad alta
voce. Non erano attive
nemmeno le luci d'emergenza e trovò la cosa molto insolita.
Poi
l'udì di nuovo, quella risata, cristallina e spensierata.
«Prova
a prendermi!»
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Note:
* Pianeta dell'Orlo Mediano, Settore Jalor,
superficie coperta da un oceano costellato da piccole isole.
** Spoiler dal libro canonico Star Wars Last
Shot
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