Pensieri chiusi in valigia

di Etali
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Queenie reputava che prima o poi quei due sarebbero riusciti a farle venire una crisi nervosa.
Newt e Tina trafficavano nel capanno dentro la valigia (tale ubicazione, sentita nominare da un orecchio esterno alle vicende iniziate con la tentata rapina di una banca da parte di uno snaso, sarebbe potuta sembrare totalmente folle, ma dopo tutta la serie di eventi in cui erano state coinvolte da detta tentata rapina, le sorelle Goldstein erano dedite a questo genere di stranezze e molto altro) tentando invano di mettere un po’ d’ordine, e da fuori la strega sentiva il rumore della terracotta dei vasi che strusciava sul pavimento, dei taccuini che venivano impilati gli uni sugli altri e del marasma di pensieri esilaranti che solo la compresenza di quei due riusciva a generare.
Newt stava soppesando, con marcato accento britannico, se poteva essere una buona idea avvicinarsi un po’ di più a lei in modo studiatamente casuale, mentre le ponderazioni di Tina, apparentemente presa a trovare una nuova locazione per la bilancia, si sarebbero potute riassumere nella parola “lentiggini”.
Queenie stava per allontanarsi, origliare da dietro la porta del capanno non era del tutto corretto, moralmente parlando; quando da dentro arrivò un improvviso putiferio di emozioni discordanti che comprendevano tutta la colorita gamma fra gioia e imbarazzo. Lewis ce ne scampi, forse si erano sfiorati accidentalmente una mano! Essere sobillata da quei pensieri al cui confronto anche quelli di due dodicenni sarebbero stati più disinibiti, era ogni attimo più frustrante.
Come se non bastasse Tina stava di nuovo ripercorrendo con la mente la fuga dal Macusa, come lui l’aveva stretta fra le braccia, trascinata per mano in una folle corsa per gli uffici tentando di non farsi ammazzare e qualche altro episodio di questo genere, che nella sua testa ci metteva poco per sfumare da mortalmente pericoloso a romantico.
La legilimens scosse il capo sconsolata, consapevole che sarebbe stato più probabile Grindelwald scappasse fuori all’improvviso per fare una serenata romantica a Silente ai piedi della torre di astronomia, che sua sorella e Newt riuscissero a esprimere i reciprochi sentimenti in tempi brevi. Era incredibile l’inettitudine sociale che un’auror più che competente e un rinomato magizioologo potevano dimostrare se lasciati soli nella stessa stanza.
Un pensiero di lui però richiamò nuovamente la sua attenzione: Newt aveva lanciato un’occhiata fugace alla figura di Tina, che gli dava le spalle, e l’immagine di lei, elegante nel vestito scollato, nel pub dove arano andati a caccia di quel contrabbandiere, si era riaffacciata dietro le sue palpebre, accompagnato (finalmente) da qualche pensiero fulmineo degno di un uomo su una donna. Alla buon ora.
Poi Tina dovette girarsi e sorprendere Newt a guardarla, perché lui, probabilmente arrossendo come colto in flagrante, distolse sguardo e, un po’ più faticosamente, pensiero.
Queenie rivolse uno sguardo serafico verso il capanno, poi si avviò a fare un giro per la valigia. Tanto contava che quegli esasperanti schiamazzi mentali sarebbero durati ancora a lungo.




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