Mess in South Park

di ntnmeraviglia
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-Sta nevicando!-

-Non è certo una novità, Kyle.- 

Stan aveva ragione: non era una novità che a South Park nevicasse, anzi. Era praticamente sempre coperta di neve dalla A alla Z, tant'è che per me ritrovarmi tutte le mattine coi miei amici davanti alla fermata del bus totalmente innevata era routine.
Ma io sono sempre stata una persona che si stupisce con poco, una che guarda con occhi luccicanti questi piccoli ma meravigliosi fenomeni della natura ai quali dovrei già essere abituato da tempo.
Dei pallidi minuscoli fiocchi di neve andarono ad infrangersi contro le mie mani avvolte dal solito paio di guanti, e con la mia costante curiosità da eterno bambino, tirai fuori la lingua lasciando che essa venisse avvolta dal gelo di quei piccoli frammenti di ghiaccio.
Speravo vivamente che qualcuno non mi avesse visto, ma invece...

-Che cazzo fai?!- incredibile come solo la voce di quell'ammasso di grasso che sopportavo ormai da anni riuscisse automaticamente a farmi alzare gli occhi al cielo. Così, di riflesso.

-Che vuoi?-

-Non puoi mangiare la neve di Natale, l'hai dimenticato? Per gli ebrei è illegale!-

-Ma questa non è neve di Natale, culone, è solo neve!-

-Ragazzi, il bus.- intervenne Stan, mettendo così fine al mio ormai abituale battibecco mattutino con Cartman e trascinandomi sullo scuolabus che ci avrebbe portati a scuola.
Fortuna che c'era Stan ad impedirmi di protrarre la mia discussione col culograsso all'infinito. Cosa avrei fatto senza il mio migliore amico, durante tutti questi anni.
A volte me lo chiedevo, e lo guardavo con una certa ammirazione, che di tanto in tanto sfociava pericolosamente in attrazione. Niente di serio, altrimenti me ne sarei reso conto.
Ho sempre avuto questo tipo di istinti verso di lui, ma non vi ho mai dato peso. Capita, durante l'adolescenza di provare certe cose verso persone che ti stanno vicino. E' normale, sono gli ormoni, non me ne sono mai preoccupato. Ma la cosa, vista dall'esterno, stava risultando abbastanza palese, e i miei amici avevano cominciato ad avere qualche sospetto.

-Cosa leggi, Kenny?-

-Qualcosa che tu non leggeresti mai.- mi rispose, senza nemmeno guardarmi. Tenne sempre lo sguardo fisso sulla sua preziosa rivista osé, scrutando con attenzione i particolari dei corpi che stava tanto accuratamente osservando.
Ormai eravamo tutti abituati a Kenny e al suo precoce amore per le donne. Il più silenzioso tra noi, sempre rinchiuso in quel giubbotto aranciato, con la voce ovattata proprio dal tessuto di quell'indumento -nonostante ciò, noi tutti avevamo imparato a comprenderlo bene, anche se con un po' di difficoltà inizialmente...-.
Proprio per quello mi ritenevo molto diverso da lui; tuttavia non posso negare di aver un po' storto il naso alla sua risposta.

-Che vuoi dire?-

-Che non ti ci vedo a guardare fighe, Kyle.-

-Chi ti ci vedrebbe?!- Cartman intervenne, ed io ci avrei scommesso diecimila dollari. Non riusciva proprio a farsi i cazzi suoi.

-Il fatto che io non abbia mai avuto una ragazza, non implica necessariamente che non mi piacciano!-

-Nessuno ha detto questo.- Mi rispose Stan, pacatamente; ed in quel momento mi resi conto di essermi tirato brutalmente la zappa sui piedi da solo.

Non replicai, calando lo sguardo e maledicendomi mentalmente per ciò che avevo appena detto. Lasciai perdere il discorso, e pregai che non sarebbe mai più stato riaperto.
Quando arrivammo a scuola, le ore di lezione passarono piacevolmente, almeno per me. Non mi erano mai pesate, non le trovavo noiose, anzi. Mi intrattenevano la mente, ed era anche per questo che io ero così diverso dai miei compagni. Non sapevo ancora se fosse qualcosa di positivo o negativo, non sapevo ancora chi fosse quello strano. Se io, o loro.
Ad ogni modo, giunse l'ora preferita da Cartman: pranzo. Ci riunimmo in mensa, e mentre parlavamo come ogni giorno del più e del meno, quel giorno qualcosa spezzò la monotonia.
Qualcosa di grande, assurdamente grande.
Craig e Tweek attirarono la nostra attenzione. Noi li conoscevamo bene, frequentavano la nostra stessa classe.
Non mi è mai andato troppo giù Tweek, ancor meno da quando s'era sparsa nella città questa voce che facesse coppia con Craig.
Forse perché ho sempre visto Craig come una persona di cui avere la massima stima, e che Tweek non lo meritasse. E poi, insomma... Craig era probabilmente la prima persona a cui pensavo quando mi parlavano di "tipo ideale". Silenziosamente, lo ammiravo da lontano, anche se non ci avevo mai avuto un contatto direttamente. Ricordate quando vi ho parlato di Stan, dicendovi che non fosse nulla di serio altrimenti me ne sarei accorto?
Ecco, con Craig era decisamente diverso. Con lui me n'ero accorto.
Allora ascoltai cosa avevano da dire.
Ho egoisticamente sorriso quando capii che avevano appena ammesso di essere stati insieme, ma che stavano per rompere, a detta di Tweek per via di un tradimento da parte di Craig.
Lo vidi contrariato, lessi nel suo sguardo che Tweek stava mentendo.
Quando il loro patetico spettacolino ebbe fine, tutta la mensa si ammutolì. Il primo a fuggire via fu Tweek, seguito dal suo "ex" che andò a rifugiarsi in bagno, dopo un'imprecazione piuttosto evidente, seppur detta sottovoce.
Presi una decisione rapida e dettata dall'istinto: mi alzai, ignorando le domande di Stan che mi chiedeva dove stessi andando, e raggiunsi il bagno degli uomini.
Stava accasciato con le braccia sul lavandino, guardando nello specchio il riflesso del proprio viso gocciolante d'acqua.
Ci mise un po' ad accorgersi della mia presenza, e quando lo fece non ne era molto felice.

-Che ci fai tu qui?-

Già, che ci facevo io lì? Non ero suo amico, anzi, direi il contrario. Allora perché ero lì?

-Mi dispiace per quello che è successo. Io non gli credo- lo colsi alla sprovvista, difatti vidi come inarcò le sopracciglia in maniera confusa -perché stava mentendo?-

-Non stava mentendo.- Si vedeva che Craig stava cercando di proteggerlo, e questo mi faceva rabbia.

-Puoi dirmelo.-

-Perché dovrei dirlo a te?-

-Perché io ho capito. Tu, uno sporco traditore? Non me la bevo, Craig.-

Lui mi guardò per un po', forse cercava le parole per replicare, senza successo.
Tirò un sospiro appesantito, prima di recarsi verso la porta, facendo per uscire.

-Ne parliamo un'altra volta, ora non è il caso.-

-Fuori scuola ho del tempo.- 

Attese qualche secondo, prima di annuire.

-E sia. A dopo, Kyle.-

-A dopo, Craig.-





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