~UN POSTO IN CUI SENTIRSI AL SICURO~ Era una tiepida giornata di maggio e
Misaki, dopo aver fatto colazione si preparava per andare all'università. Era passato un anno dal suo trasferimento a casa di Usami sensei e la sua
vita trascorreva tranquilla come quella di un qualsiasi altro ventenne. Quasi del tutto tranquilla, sarebbe meglio precisare. Il ragazzo in questione sollevò un sopracciglio e fece un' espressione sconcertata,
mentre si sistemava la camicia davanti allo specchio. "Sono Misaki Takahashi. Ho vent’anni e frequento il secondo anno della facoltà di economia M. Genitori che vegliate su di me dal cielo, fratello, sono
capitato in una situazione alquanto singolare…che ormai è totalmente sfuggita al mio controllo." Infatti aveva appena notato il sensei avvicinarsi a passo felpato e la cosa non presagiva niente di buono. -Ultimamente sono stato sempre chiuso in camera, a causa delle scadenze che
dovevo rispettare per lavoro. Ti ho trascurato molto, ma ora sono finalmente libero. Misaki….ti sono mancato? -
Sussurrò con tono suadente,
avvicinandosi all' orecchio del più giovane. -Dimmi , nel periodo in cui il
tuo corpo non ha ricevuto le mie attenzioni … hai fatto da solo? -
Lo provocò , appoggiandosi con una mano allo specchio, mentre si abbassava a
depositare baci fugaci sul collo del giovane. - U-Usagi san, smettila per
favore!! Così finisce che farò tardi all' università !- Cercò
disperatamente di sottrarsi alle mani dell'uomo che si erano aggiunte alle
labbra e si infilavano furtive sotto la sua camicia.
-Ehi!! Dove stai
toccando?? Sei il solito pervertito!!!! - Il volto chiaro di Misaki stava
passando velocemente per tutte le sfumature esistenti di rosso. In quel
momento sembrava un coniglio spaurito ed era quanto di meno virile potesse
esistere. Questo suo comportamento Usami Akihiko lo aveva sempre trovato
assolutamente adorabile, ma anche assai eccitante. - Tsk ... Sai bene che
con la mia macchina sportiva rossa impiegheresti solo cinque minuti. Non è
la prima volta che ti accompagno. Non è neppure la prima volta che vai a
lezione subito dopo aver fatto queste cose che con me.- Replicò, senza
badare minimamente alle proteste dell’ altro, mentre passava a toccargli il
fondoschiena e i baci si facevano più passionali. Misaki avrebbe di certo
replicato ,se le labbra dell' uomo non si fossero avventate sulle sue,
baciandolo con irruenta passionalità. La sua lingua cercava quella del più
giovane, esplorandone la bocca come se fosse stata fatta di zucchero.
Quando lo lasciò staccarsi in cerca di aria, il ragazzo ormai aveva
abbandonato ogni difesa. Continuò a biascicare qualche frase a metà con la
testa che gli girava per via della forte emozione, mentre l' altro lo
svestiva senza perdere altro tempo. Fu allora che spostò appena il capo,
ritrovandosi dinnanzi la loro immagine riflessa. Arrossì ancora una volta
con le lacrime agli occhi in totale imbarazzo, e si coprì il volto con le
mani. -Ti prego, Usagi san ... Non voglio farlo qui! Smettila!!! - Tuttavia
sul volto dello scrittore si allargò un sorriso malizioso. -Perché? Vederci riflessi nello specchio ti turba per caso ...o forse la verità è
che invece ti eccita?- Si inginocchiò, afferrandolo per i fianchi, per
avvicinarlo ancora di più a sè. - Misaki …- Lo guardò per un attimo con
infinito trasporto per poi abbassarsi ed andare a saggiare l' erezione del ragazzo fino a prenderla del tutto in bocca. Fu allora che Misaki scollegò totalmente il cervello, gettando un urlo strozzato, e si aggrappò con forza
alle spalle di Usami per paura che le sue gambe avrebbero potuto cedere da
un momento all’altro. Fu travolto da una miriade di emozioni che gli fecero
perdere la concezione del tempo, ubriaco a causa dell’ intenso piacere.
-Basta!! Usagi san, staccati!! S-sto per veni- aaaaaahhhh!!!!!!!!!- Gettò la testa all' indietro, riversandosi nella bocca dell' uomo che non
sembrava intenzionato a spostarsi di un millimetro. Poi le sue gambe
cedettero sul serio, ma si ritrovò tra le braccia del suo amante che lo
prese al volo. Fu allora che guardò Usami negli occhi, e capì che non
avrebbe potuto esserci altro posto al mondo in cui sentirsi tanto al
sicuro. Comprese che lì avrebbe potuto essere per sempre se stesso. Sarebbe
stato semplicemente Misaki e questo bastava. Perché quel luogo prezioso era
il cuore di Akihiko.
- Misaki …Ti amo.-
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