Insonnia

di GeoFender
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Insonnia.
 
Impossibilità, difficoltà o anormale brevità del sonno, sintomo fondamentale degli stati depressivi o ansiosi. 
 
 
Rosaria, come la donna di scienza qual'era, sapeva di non soffrire  di disturbi depressioni ma l'ansia? L'ansia era uno stato d'animo fisiologico che ogni essere umano con un buon livello cognitivo era in grado di provare. La grande casa lasciatale in eredità da suo nonno era grande, troppo grande. Il suo letto era vuoto, troppo vuoto e aggomitolare attorno a sé il piumone non faceva altro che far aumentare quella sensazione opprimente che premeva sul suo petto. Non tanto da mozzarle il respiro, ma il cuore? Il muscolo cardiaco batteva a tutta forza, riempiendo le orecchie della dottoressa solo con i suoi suoni che lo rendevano simile a un instancabile tamburo. Pian piano, ogni più piccolo rumore giunse a lei; dalla goccia che scendeva dal vecchio lavandino alle finestre cigolanti.
 
 
Suggestione, si disse. Forse perché non dormo sola da tempo. E Alex è chissà dove. Pensò nuovamente, stringendosi nella camicia a quadri verde e nera dell'agente assistente, troppo piccola per lei.
 
 
Il suo udito catturò lo scatto forzato della serratura e il cigolio sinistro della porta. Trattenne il respiro, pesanti passi risuonarono nel corridoio, sempre più vicino alla sua camera.
 
 
Un profumo dolce giunse al suo naso, seguito da un Cornetto caldo, Martone? e quel dannato sorriso mentre stringeva una busta di carta in mano. le quattro del mattino, osservò. Le quattro del mattino ed Alex era tornata.
 
 
"Però ci vuole del latte freddo." Disse facendole cenno di sedersi accanto a lei. Come se credesse che l'agente fosse un'allucinazione data la sua privazione di sonno. La voleva accanto, ne voleva sentire il calore, non le bastava quella camicia come surrogato.
 
 
"E per la tua gastrite? Che facciamo Martone?"
 
 
"Basterà un antiacido. Ne vale la pena se significa vederti, Di Nardo. Non devi ritornare in centrale, giusto?" Chiese apprensiva Rosaria, il suo sguardo scuro si incrociò in quello di Alex, quasi pregandola di assentire in ogni caso.
 
 
"Tutta tua, Mart-" 
 
E la guerriera dall'arma fumante crollò sulla sua bella, cedendo al sonno che tanto si meritava.



 




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