- Questa storia fa parte della
serie “Inktober – Persona’s
Stories”
- Prompt:
Palette Swap
- Pairing:
Haru Okumura/Makoto Niijima
- Scambio
di colori
- Haru
mise in ordine il tavolino basso nel grande soggiorno. Raccolse i
giornali di attualità, locali e regionali, e li
impilò in un
angolo, poi passò uno straccio. Stava aspettando Makoto per
studiare
per l’esame, voleva che fosse quanto meno in ordine.
- Non
sapeva se avrebbero studiato nella sua stanza o nel salone, o magari
anche fuori nel grande giardino, ma ogni possibile luogo doveva
essere all’altezza delle aspettative.
- Da
quando era mancato suo padre, aveva preso in mano lei le redini della
casa, eliminando una serie di spese inutili a cui aveva deciso di far
fronte lei: la donna delle pulizie, per esempio.
- Si
passò una mano sulla fronte e si sedette, soddisfatta.
- Ma
ecco che si riscosse quando Makoto suonò al citofono.
- Dopo
qualche convenevole si misero a studiare sul divano.
Ogni tanto si scambiavano una battuta, o uno sguardo, o un consiglio
sui riassunti, ma per la maggior parte del tempo stavano in silenzio.
- Non
era un silenzio imbarazzante, Haru ne era felice.
- Dopo
tutto quello che era successo, era stata circondata da persone che
non smettevano di parlare, pensando che così
l’avrebbero distratta
dal suo dolore, o semplicemente insensibili alla sofferenza che
provava. Invece, stare in silenzio con Makoto la rendeva tranquilla,
calma. Non era ricaduta nei pensieri tristi e cupi che la
trascinavano giù nello sconforto più totale. Si
sentiva in
compagnia, nonostante non aprissero quasi bocca.
- «Vuoi
un té?»
- Makoto
sorrise ed annuì, chiudendosi il libro in grembo.
«Sai, non sono
mai venuta qui.»
- «Facciamo
una pausa allora.» Haru si alzò, lisciò
la gonna con delicatezza e
condusse Makoto in un accurato tour della casa.
- L’acqua
per il té era sul fornello per bollire, così si
decise a portare
Makoto anche nella propria stanza, mostrandola come non aveva mai
fatto. Le pareti erano di un delicatissimo lilla, il mobilio sul
bianco panna decorato con svariati fiori dai colori freddi, e il
letto era uno spazioso baldacchino, con le tende di raso bianco e
tulle violetto.
- «Dovrei
decidermi a cambiare i colori.» disse Haru, sedendosi sulla
poltrona
di pelle bianca.
- «Perchè?
Ti si addice molto.»
- «Tu
dici?»
- Makoto
si voltò verso di lei, i grandi occhi rossastri che
brillavano.
«Però, se vuoi provare qualcosa di più
scuro, per vedere come ti
sta, puoi usare i miei vestiti.» propose, sorridendo
divertita.
- Haru
si corrucciò. Puntò lo sguardo sulla sua amica,
studiando il suo
abbigliamento: una gonna scura, collant scuri, anfibi neri e una
maglietta nera con una stampa rossa e bianca. «Posso
farlo.» disse,
dopo pochi minuti. «Ma solo se tu ti provi qualcosa di
mio.»
- «Ci
scambiamo i colori, quindi?» Makoto le porse la mano.
- Haru
la afferrò, e si tirò su. Spalancò le
ante dell’armadio e lo
mostrò a Makoto, soddisfatta.
- Forse,
pensò guardandola, stava iniziando a pentirsi di quella
scelta.
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