Conclusion

di jemima
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Conclusion

Prologo.


Dominique Weasley era una ragazza come tante.

No, Dominique Weasley non era affatto come le altre ragazze.
Dominique Weasley si sentiva costantemente fuori luogo, diversa dalla sua famiglia, come se appartenesse ad una realtà troppo lontana dalla loro.
Dominique Weasley era abituata a nascondersi dietro una maschera che si ostinava a portare ventiquattro ore su ventiquattro, tanto che, delle volte, lei stessa a stento riusciva ad intravedere in qualche piccolissima lacuna la vera Dominique.
Dominique Weasley era una di quelle persone che fanno fatica ad esternare i sentimenti.
Una di quelle persone che, quando sentono un sorriso affiorare sul volto, fanno di tutto per sopprimerlo.


E James Sirius Potter era un ragazzo come tanti.

No, nemmeno James Sirius Potter era come gli altri ragazzi.
James Sirius Potter delle volte sentiva sulle spalle il peso del cognome che portava, perché essere il figlio di colui che salvò il Mondo Magico porta anche tanti pensieri, non solo ragazze pronte a fargli passare quei dieci minuti migliori di tutta la giornata.
James Sirius Potter amava stare al centro dell’attenzione buona parte della giornata, e anche quando non era dell’umore, erano rare – quasi inesistenti – le volte in cui fosse solo.
James Sirius Potter poteva essere definito la reincarnazione vivente di suo nonno paterno, e non era in grado di spiegare la sensazione di benessere che si diffondeva in lui ogni qual’volta qualcuno gli dicesse “Tuo nonno sarebbe fiero di te”.
Le cose che i due ragazzi avevano in comune erano davvero pochissime.
E, tra queste, c’era il fatto che entrambi, per qualche assurdo scherzo del destino, si fossero innamorati della persona sbagliata.

Dominique amava James.
James amava Dominique.

Un amore sbagliato, sporco, altalenante.
Infettato dalla paura di entrambi di essere scoperti, che tutto un giorno potesse finire nonostante in cuor loro, entrambi sapevano che quel punto andava messo il più presto possibile, non per quanto fosse sbagliato il loro amore, ma per far sì che, quando i piccoli pezzettini dei loro cuori sarebbero caduti silenziosamente a terra, sarebbe stato più facile far finta di niente dopo aver ricomposto il “puzzle”.
Continuamente contrastato dal legame famigliare con cui dovevano convivere giorno e notte, e dagli stessi parenti.


Il loro poteva essere definito un amore puro,
sì, ma non felice.
Perché nel loro rapporto la felicità,
c’era solo per sentito dire.







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