- Questa
storia appartiene alla serie “Writober –
RWBY’s Alternative
Universe”
- Prompt:
Statua
- Personaggi:
Weiss
Schnee/Phyrra Nikos
- Galeotta
fu la statua
- Weiss
era la Regina di Ghiaccio.
- Ed
era considerata tale da chiunque, all’accademia, tanto che
aveva
iniziato a pensarlo anche lei.
- Dipingeva
usando i colori freddi, i bianchi, i blu, gli azzurri, qualche viola.
Usava spesso il gesso per le sue sculture, cosa che le faceva avere
sempre le punte delle dita bianche.
- A
volte la chiamavano Elsa, a volte non la chiamavano proprio,
preferendo starle lontano: Weiss aveva quell’aria da
nobildonna che
non riusciva a scrollarsi di dosso, perciò, dopo due anni,
aveva
smesso di combatterlo.
- Non
che le importasse, comunque.
- Si
era convinta che se nessuno aveva piacere di fare amicizia con lei,
non era lei ad avere qualcosa di sbagliato, ma gli altri: non aveva
bisogno di qualcuno che si faceva intimidire o che aveva paura di
lei, non avrebbero portato a nessuna relazione costruttiva.
- Però
c’era una persona a cui teneva particolarmente.
- Phyrra
Nikos era, forse, il suo opposto più eclatante.
- Alta,
imponente, dai lunghissimi capelli rossi e l’anima calda.
- Weiss
aveva sempre voluto avere a che fare con lei, cercava di stare sempre
nella sua stessa stanza o nel suo stesso corso, perché
Phyrra era
una persona famosa, una figlia d’arte.
- E,
come lei, era spesso evitata e lasciata in disparte, considerata
troppo in alto per chiunque.
- Così,
quando la professoressa Goodwitch annunciò che avrebbero
dovuto
creare una statua di almeno venti centimetri d’altezza in
coppia,
Weiss sentì un brivido.
- Era
il suo momento. Si avvicinò elegante verso Phyrra e le
sorrise
luminosa.
- Si
aspettava che Phyrra la rimandasse indietro, invece ricambiò
il
sorriso e si spostò leggermente, lasciandole il posto per
sedersi.
- «Io
sono Weiss Schnee.»
- «Lo
so. E io sono-»
- «Phyrra
Nikos. Lo so.»
- Si
guardarono un momento, Weiss che sentiva il cuore batterle veloce nel
petto.
- Phyrra,
quindi, si mise a posto una ciocca di capelli dietro
l’orecchio e
afferrò il blocco da disegno.
- «Hai
qualche idea, Ice Queen?» le chiese. E Weiss non
provò fastidio, né
insofferenza, solo gioia: sulle labbra di chiunque, quel soprannome
risultava dispregiativo mentre sulle labbra scarlatte di Phyrra era
dolce, carico di stima.
- Si
rese conto che quella ragazza aveva dovuto soffrire una solitudine
schiacciante, molto differente dalla propria. Era così
dispiaciuta
per lei che combattè con l’istinto di
abbracciarla.
- La
consegna della professoressa era quella di creare una statua,
partendo da una citazione di uno dei loro romanzi preferiti, in modo
da imparare a rendere fisico qualcosa che era stato relegato alla
carta.
- Nessuna
delle due ebbe un’intuizione durante le ore della lezione, ma
non
ne furono dispiaciute.
- Era
un’ottima scusa per potersi rivedere e studiare insieme, e
chissà,
magari diventare anche amiche!
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