Solitudine

di Yunae_
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Camminava come un automa in nero, seguendo meccanicamente la strada che conosceva fin troppo bene, e che mai avrebbe pensato di percorrere in quelle circostanze.
Una calca di individui, conosciuti e non, ma per lei non esistevano in quel momento.
La sua mente, il suo cuore e la sua anima erano rivolti ad una singola persona.
La macchina davanti a lei, e la salma che trasportava.
Quella di sua madre.

Era accaduto tutto in un istante, un incidente stradale.
E sapeva che in fondo era colpa sua, lei si era salvata e una delle persone più importanti della sua vita no.
Quella che dava più per scontata, quella con cui litigava, quella a cui non dava peso perché mai avrebbe immaginato di perderla così presto.
Ed era solo colpa sua se si trovavano così distanti da casa, proprio su quella strada, proprio in quel momento.

Dopo giorni il vuoto dentro di lei non si era smorzato minimamente.
Era rimasta davvero sola, nonostante le promesse vane di tutti quelli che conosceva.
L’unica che non l’aveva abbandonata era la sua mamma, finora.

Si ritrovò al volante della macchina, per andare in quella maledetta autostrada che le aveva strappato via tutto.
Guidata da un istinto che aveva preso forza dentro di lei, si diresse verso l’unica persona che considerava altrettanto importante, anche se non aveva sue notizie da mesi.

L’aveva abbandonata anche lui, aveva promesso, ma non faceva più parte della sua vita.
Era rimasto solo nel suo cuore, e mai sarebbe potuto andare via da lì.

Suonò il citofono senza dire niente, entrò e percorse il lungo cortile fino ad arrivare alla porta, di fronte a lui.
“Che vuoi adesso?”
Non proferì parola.
Mentre alzava quello strappo di giornale, le lacrime cominciarono a rigarle il volto.
“Sono sola, che senso ha vivere ormai?” pensó tra se e se, ma prima che potesse emettere un fiato, venne avvolta da un abbraccio che le sembrò durare una piacevole eternità.




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