RADIOTAXI- CAPITOLO 2
CAPITOLO 2
… E vai, e vai, e vai!!! Questo 14 Luglio sarà da ricordare: mitico!!
Innanzitutto, mi sono preso la serata libera, mentre Flannery mi
sostituiva: tanto lui è Irlandese, e dell’anniversario
della presa della Bastiglia non gliene può fregare di meno!
Quindi, ho preso mia moglie Diane (che per l’occasione era anche
lei in libertà) e ce ne siamo andati a far casino in Place de la
Bastille. Capirai che pensata originale: c’era tutta la
città!
Certo però che un casino come questo non l’ho mai visto,
nemmeno gli anni scorsi: gli ubriachi fradici erano una marea, per non
parlare degli strafatti!!!
In mezzo a quella bolgia infernale, però, ho avuto modo anche di
fare un incontro gradito: c’era lei, Oscar Françoise,
assieme alla sorella e ad altre tre persone.
Una era una ragazza bionda, vestita con abiti firmati ed una vistosa
collana al collo; era accompagnata da un tizio coi capelli castano
chiaro e gli occhi azzurri di gran bell’aspetto, che aveva tutta
l’aria di essere straniero; infine, un altro ragazzo di
bell’aspetto, moro, alto e con gli occhi verdi: mi sa che
quest’ultimo doveva essere il suo André, dato il modo in
cui lo abbracciava!
Una cosa è sicura: non l’avevo mai vista vestita a quel
modo, prima. Mai! Portava un top azzurro molto scollato, una gonna a
balze all’altezza del ginocchio ed i capelli sollevati con un
diadema: ammazza, che femmina!!! Avrei tanto voluto essere al posto del
figaccione moro!
Quanto a lei, sembrava assai più rilassata rispetto alle ultime
volte, rideva ed abbracciava sia il moro che la sua amica; anche verso
l’altro tizio, quello castano, sembrava molto bendisposta: mah,
sarà l’aria dell’estate…
Intanto, io e Diane ci siamo divertiti un casino: abbiamo incontrato
anche Lassalle e la Du Barry, che pare che ora si sia messa insieme ad
un professore di liceo, un certo Bernard… Chatelet, credo!
Abbiamo bevuto birra e cantato la Marsigliese, poi, a mezzanotte,
abbiamo visto i fuochi d’artificio sulla Tour Eiffel, anzi siamo
saliti sulla torre per vederli meglio; poi ce ne siamo andati in un
bistrò a mangiare qualcosa; morale della storia: siamo rientrati
a casa alle sette della mattina!
Il mattino dopo, sia io che lei avevamo un mal di testa da competizione: menomale che ci eravamo presi la giornata libera!
**********
E rieccomi qui, un’altra notte d’estate a Parigi!
Certo che questi turisti Giapponesi cercano le cose più strane:
ne ho dovuti accompagnare quattro a Saint-Antoine, una delle periferie
più malfamate della città! Spero solo che fra
un’ora siano ancora interi. Comunque, una sorpresa piacevole
laggiù l’ho avuta.
Dopo avere lasciato i Giapponesi, giusto mentre stavo per andarmene, sento una voce che grida: “Ehi, ferma!”.
Così pesto il piede sul freno ed immediatamente sento aprirsi la
portiera. Ed indovinate un po’ chi vedo salire dallo specchietto
retrovisore? Il tizio castano dell’altra sera con Oscar!
Non ci posso credere: lei mi riconosce subito e mi dice “Alain? Ma che ci fai da queste parti?”;
allora l’altro dice “Lo conosci?”, e lei “Sì, è un vecchio… amico!”;
a quel punto io chiedo dove vogliono andare e loro indicano il pronto
soccorso dell’ospedale di zona; io mi metto subito
sull’attenti, chiedendomi cosa accidenti sta succedendo, e mentre
guido, cerco di capir qualcosa dai loro discorsi, ma tutto quello
che riesco a capire è che Oscar piange e dice “Il
mio André… il mio André…”, mentre
quello la abbraccia e le dice “Dài, piccola! Vedrai che se
la cava!”. Per il resto, buio totale.
Dunque, arriviamo all’ospedale, e loro scendono; ma non mi va
proprio di lasciare andare via Oscar in quello stato, in fondo sono
diventato un po’ suo amico, no? Così posteggio la macchina
e li seguo dentro al pronto soccorso.
E là dentro li vedo, loro due che parlano con un dottore e
sedute in un angolo la sorella e la ragazza dell’altra sera; il
medico dice alcune parole ad Oscar, e subito lei si calma, allora il
tizio belloccio la accompagna a sedere accanto alle altre due e mi
avvicino anch’io.
“Ehi, Oscar! C’è qui anche lo zio Alain! Si
può sapere a che accidenti di giochetto state giocando
stasera?”.
Lei alza gli occhi e mi guarda “Scusa, non avevo visto che fossi
entrato anche tu. Siediti!” e si sposta per farmi posto.
“Allora? Sto aspettando!” le dico io,
“Stasera è successo di tutto! Qualche giorno fa,
André aveva sentito da alcuni nostri colleghi che a
Saint-Antoine si era aperto un posto nuovo niente male, così
stasera decidiamo di andarci tutti e cinque, io, lui , mia sorella,
Hans e Marie Antoinette. A proposito, questa è Marie Antoinette,
la mia migliore amica”, e mi indica la ragazza bionda e ben
vestita seduta accanto a lei.
“Ciao, piacere!”, dico io,
“Piacere mio!” risponde lei; poi Oscar riprende a parlare.
“Solo che, una volta arrivati lì, non abbiamo trovato il
posto, ma abbiamo trovato due tizi armati di coltello che hanno
cominciato a seguirci e non volevano proprio lasciarci in pace;
così, abbiamo mandato avanti Hans e Marie Antoinette con
Rosalie, ed io ed André siamo rimasti un po’ indietro a
vedercela con loro. Ma quei due bastardi, non appena ci hanno visto da
soli, hanno cominciato a mettermi le mani addosso e a chiedere
insistentemente ad André il portafogli; allora, noi ci siamo
difesi come meglio potevamo, ma André si è beccato una
coltellata nel fianco, e se non fosse tornato indietro Hans a rompergli
la testa a tutti e due insieme a me, non so come sarebbe andata a
finire”,
“Così io e Rosalie abbiamo preso André nella mia
macchina e lo abbiamo portato qui steso sul sedile posteriore”,
aggiunge la bionda elegante accendendosi una sigaretta, “Dato che
non c’era posto per loro…”,
“Io ed Hans siamo saliti sul tuo taxi. E questo è quanto!” conclude Oscar.
“Il dottore che ha detto?” chiedo io,
“Che la coltellata non ha colpito nessun organo e che
André se la caverà con qualche giorno di riposo
qui”.
Io mi sento subito più sollevato e glielo dico “Sono
contento”; vedo che lei mi sta guardando fisso “Posso
parlarti… in privato?”,
“Certo! Andiamo a fumare una sigaretta laggiù”.
Arriviamo in fondo al corridoio e lei si accende una sigaretta.
“Certo che è uno schifo” mi dice “proprio
adesso che avevamo messo fine a tutti quei casini, ci mancava il
delinquente notturno!”,
“Vi siete messi insieme?”,
“Sì, più o meno” risponde lei soffiando fuori
una nuvoletta di fumo; poi si gira di nuovo verso di me “Ho
capito che lo amo, il mio André!”,
“E lo hai capito adesso?”.
Lei tira un’altra boccata, poi dice “L’avevo capito
già da quella sera, quando mi ha fatto capire d’esser
donna; da allora, io ho smesso di farmi tante se… mentali, ed ho
cominciato ad accettarmi per quella che sono, vedendo tra l’altro
che non ci ho perso assolutamente in niente, né sul lavoro,
né nel privato. Poi, ho cominciato a guardare con occhi diversi
colui che aveva aperto i miei, di occhi”,
“E stasera, quando lo hai visto ferito, hai capito che lo ami”,
“Sì, proprio così!”.
**********
Ieri sera ho proprio toccato il fondo!
Nella mia carriera di tassista mi è capitato di tutto, ma mai
che mi venisse requisito il veicolo per guida pericolosa! Quel
Bouillé della polizia stradale è veramente un pezzo di
acciaio!
Eppure, era iniziata come tante altre sere di lavoro: stessa routine, stesso schifo.
Avevo accompagnato un paio di coppie all’aeroporto, anzi era
già la seconda volta che tornavo dall’aeroporto;
quand’ecco che, ad un incrocio, un gran deficiente mi taglia la
strada; io freno di botto e… pam! Quell’altro cretino
dietro di me mi viene addosso! E vuoi che non ci fosse la volante di
turno della stradale, pronta a prendere una solenne multa
all’automobilista sbagliato? Infatti…
Duecentocinquanta euro di multa ed il ritiro immediato del veicolo! Roba da non credere! Ma si può?
Fortuna che in quel mentre è arrivata un’altra macchina
della polizia; e indovinate chi c’era dentro? Oscar ed
André, proprio loro! Erano assieme ad un altro tizio, uno alto
con una lunga coda di capelli biondi e gli occhi verdi, che lei
chiamava “sergente Girodel”; e menomale che sono arrivati
loro, sennò, oltre alla multa, la macchina me la requisivano
davvero! Coraggio, dopotutto non è andata poi così male,
me la sono cavata, per così dire, con “soli”
duecentocinquanta euro…
Così, stamattina vado alla centrale per ringraziarli, e,
naturalmente, Oscar mi prende in disparte per chiedermi un consiglio:
come si farebbe, in questa città, senza lo zio Alain?
“Senti, mi devi aiutare! Lo vedi quello seduto là dentro?”, mi dice,
“Quel bellone che vi accompagnava ieri? Sì che lo vedo”,
“E’ nuovo, arrivato da poco. E già ci prova con me.
André l’ha presa malissimo, non dice niente, ma si vede
che sta male. Io gli ho detto che non c’è niente da fare,
ma quello continua a provarci! E André si incazza sempre
più! Cosa faccio?”,
“Faccenda seria, Oscar. Lasciamici pensare un po’ su”.
Così, ora, mi ritrovo una bella gatta da pelare: ma non si possono abbandonare gli amici, giusto?
Così, ci penso su tutta la notte, mentre accompagno ricconi
ubriachi in giro per locali a luci rosse a Pigalle. Finalmente, alla
fine del turno, vale a dire alle prime luci dell’alba, mi viene
un’idea.
Appena stacco, la vado a dire ad Oscar.
**********
“Roba da non credere! Ed ha funzionato?”,
“Alla grande! Sei impagabile, Alain!”.
Già, chi lo avrebbe mai detto che sarei diventato consulente
matrimoniale? No, qui c’è poco da scherzarci, potrei
benissimo aprire un’agenzia, e lasciare questa vitaccia di merda!
Eh sì, mi sono detto, dato che questo Girodel è il
classico bellone dongiovanni che ci prova con tutte, perché non
fargli conoscere una libera, e che oltretutto avrebbe un gran bisogno
di un uomo? Così propongo ad Oscar di presentargli sua sorella
Rosalie. E indovinate un po’? Colpo di fulmine, da entrambe le
parti! Ora vogliono andare a convivere!
“E a voi due come va?”,
“Benissimo! Abbiamo deciso di pigliarci due settimane di ferie, e di andarcene ad Arras!”,
“Ottima idea! Magari vi accompagno alla stazione”.
E qui finisce la storia. Quei due si sono
decisi, alla fine, a mettersi assieme, con gran gaudio di tutti gli
amici e parenti (me compreso!), ed hanno posto la parola
“fine” alle loro se… mentali; quanto a me, continuo
a fare l’autotrasportatore di derelitti notturno: dopo tutto,
l’idea dell’agenzia matrimoniale non era un granché,
avrei avuto troppa concorrenza! Meglio, molto meglio, continuare a fare
il confidente di una corsa sola!
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