Ikuya ha... la ragazza?!

di Claire DeLune
(/viewuser.php?uid=475190)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


4.
Un donburi per dire Ti amo
 
   Il neoacquisto della Shimogami accorre fuori dalla sala cinematografica, con la mano di Chiara saldamente stretta a sé, e i suoi, per ora odiati, amici alle calcagna, roteando le orbite al cielo ogni qualsivoglia uno dei ragazzi pronunci il suo nome.
   È la voce dell’italiana a convincerlo ad arrestare la sua fuga, «Sapevi che prima o poi sarebbe successo, Ikuya».
   L’interpellato si blocca di colpo, «Ma non pensavo così presto! Ora rovineranno tutto».
   «Che vuoi dire?», chiede lei piegando la testa di lato.
   In tutta risposta il nuotatore si gratta nervosamente la nuca, «Mi prenderanno in giro».
   La ragazza si divincola dalla sua presa, incrociando le braccia sotto al seno, raddrizza la posizione e riduce gl’occhi a mandorla in due fessure, «Ti vergogni di me?». Le sue parole sono una stilettata dritta al cuore di Ikuya, che non può evitare di lasciar cadere le braccia molli lungo i fianchi sconfitto, svuotato.
   Non è così che doveva andare.
   «No, no, certo che no», si affretta a rimediare al danno lui, inglobando le minute dita di lei tra le sue, che quasi scompaiono nei palmi larghi del giovane, «È di loro che mi vergogno».
   «Ah, grazie tante», rimbecca Asahi, comparso al fianco dei due, costringendo il ranista a sbuffare sonoramente.
   «Ikuya non ha tutti i torti», prorompe Haruka, «Sei imbarazzante».
   «Haru!», lo rimprovera bonariamente Makoto, sovrastando il suono gutturale che risale la trachea del farfallista.
   I quattro amici cominciano a battibeccare tra loro animatamente, in particolare Ikuya e Asahi, che, come sono soliti fare dai tempi delle medie, interrompono a vicenda l’uno le frasi dell’altro con insulti più o meno pacati. Sono talmente presi dal loro puerile bisticcio, che sembrano dimenticarsi della presenza di una quinta persona che, passato il fulmineo attimo di confusione, scoppia a ridere in una fragorosa e trillante risata, richiamando su di sé tutta la loro attenzione.
   Chiara fa un passo in avanti, aggrappandosi al braccio sinistro del fidanzato, «Voi dovete essere gli amici di Ikuya».
   Annuiscono, presentandosi a turno e Chiara imita il gesto, inchinandosi a sua volta, rendendo noto il proprio nome.
   «Dato che siamo tutti qui, che ne dite se andiamo a mangiare qualcosa da qualche parte, tutti insieme? Così possiamo conoscerci meglio», propone lei. Batte le mani tra loro quando il trio accetta l’invito, «Fantastico!», afferma lei, prendendo per mano Ikuya, mettendosi in testa al gruppo.
   «Kawaii», esalano in coro i tre studenti dell’Hikada, più per la nonchalance con cui ha unito le dita a quelle di Ikuya – gesto improbabile, se non addirittura impossibile, da parte di una loro connazionale – che per il tono sicuro e gioviale con cui ha sedato quel momentaneo dissapore. È incenerente l’occhiata bieca che ricevono dall’unico membro della Shimogami, ingelosito dall’aggettivo. Recepita l’antifona, Asahi solleva le mani sopra la testa in segno di resa.
   Chiara-san è off-limits.
   «Cosa ti va di mangiare?», la sentono chiedere al novello fidanzato, «So già che segui una rigida dieta», discosta lo sguardo, mentre sbuffa un sorriso di scherno, «Atleti…».
   «Cos’è quel sorriso?», domanda accigliato Ikuya, avvertendo la lampante nota di sarcasmo nella sua voce sottile.
   Fa spallucce, replicando vaga, «Mm… niente, stavo solo pensando che è davvero triste la vita degli sportivi. Così piena di regole…», fa una breve pausa, riservandogli uno sguardo improvvisamente ricco di significato, nel quale il ragazzo riconosce chiaramente una punta di malizia, «Ma se servono per avere un fidanzato sexy e con un corpo da favola, non mi dispiace affatto seguirle», abbassa l’intonazione per evitare che il periodo raggiunga orecchie indiscrete. Lo scruta con la coda dell’occhio per cogliere ogni sfumatura dell’eloquente espressività del volto di Ikuya, il quale sta passando repentinamente da un colorito tenue e calmo, a uno esangue quando le sue orecchie colgono i suoni, per finire con un fucsia pervinca non appena il cervello registra la parola sexy e la sua definizione compare a darle significato.
   S-sexy?! Corpo da favola?!
   All’istante il corpo di Ikuya si paralizza dall’imbarazzo più totale e viscerale; è così forte il turbamento che prova, e soprattutto così visibile, che deve lottare con tutte le sue energie contro l’istinto di slegare l’intreccio delle loro dita e coprirsi il viso arrossato con entrambe le mani.
   «Chiara-san…», riesce finalmente a dire, non ancora del tutto libero dal disagio, ed è per questo che ricade nel distaccato utilizzo delle onorificenza.
   Una risatina accorta fuoriesce dalle labbra a bocciolo della senpai, «Sei così giapponese», si solleva sulle punte per guardarlo meglio in faccia, «Mi fai venire voglia di dirti più spesso cose del genere».
   Lo sguardo che le lancia è colmo d’inquietudine, Non puoi farmi questo: è davvero troppo personale per me…
   La bruna ridacchia di nuovo, ma risulta più limpida e genuina stavolta, anche i suoi occhi azzurrissimi, quasi trasparenti, lo dimostrano, tornando alla loro connaturata purezza, «Non ti preoccupare. Te lo dirò solo in privato. Però…», lo studia da sotto le ciglia lunghe e nere, incurvate dal mascara, «… non dovresti reagire così difronte alla verità. Sono sincera quando dico che sei bello, e che si vede la dedizione che hai nel nuoto. Non potresti avere un fisico del genere se così non fosse, e ciò ti fa onore. Non tanto per l’aspetto che ti ha regalato, quanto per la passione che ci metti nel farlo. Ti ammiro per questo». L’occhiata che gli dona è romantica e penetrante, quella di Chiara non è ingannevole sagacia e smancerie illusorie, no, lei è sincera, limpida, cristallina, senza doppie facce.
   Pulita.
   Semplice.
   Schietta.
   Perciò Ikuya ha scelto lei. Perciò si è innamorato di lei. Si sente al sicuro in sua presenza, non necessita di barriere contro stratagemmi ed equivoci. Sotto gli occhi intelligenti e lucidi di Chiara sa di poter essere se stesso fino in fondo, senza maschere, senza dover ricorrere alla solitudine per evitare di essere ferito, senza dover dimostrare di essere forte, perché tanto lei accetta anche le sue debolezze, le sue fragilità, tutte quelle che egli stesso non ha mai digerito, anzi, le piacciono pure.
   È con questa convinzione che raccoglie il viso delicato di lei e, incerto, la bacia lì, in mezzo alla strada, in mezzo alla nutrita folla che occupa i marciapiedi di Tokyo a tutte le ore del giorno e della notte, proprio davanti allo sguardo attonito dei suoi stupidi e chiassosi amici.
   «Voglio un donburi6», dichiara poi, con un timbro di voce che sembra voler dire tutt’altro, ma ancora non è pronto a pronunciare a voce alta quel verbo che inizia con la A, non lì davanti a tutti. Non è né il luogo né il momento adatto. Vuole che sia speciale quando le rivelerà i propri sentimenti.
   Chiara abbozza un sorrisino comprensivo ma compiaciuto al contempo, dicendo: «Che coincidenza, pure io».
   La ragazza torna ad aggrapparsi al braccio ginnico di lui, mentre riprendono a marciare verso la tavola calda a cui sono diretti, non perdendo occasione per sussurrargli: «Comunque i tuoi amici non sembrano poi così male».

[6] Piatto tipico giapponese composto da un letto di gohan (riso bollito) aromatizzato con sopra sashimi oppure carne e/o verdura cotti al vapore o fritti. Il chirashi è un tipo di donburi.

Note d'Autore
Ed eccoci arrivati alla fine della nostra mini-long! 
Lo so, è stata breve come era stato preannunciato, ma mi sento piuttosto soddisfatta del risultato, non sentivo necessitasse di altro per trovare una conclusione a questa Slice of Life su Ikuya.
Spero con tutto il cuore che vi sia piaciuta, che non vi lasci l'amaro in bocca per come è finita o per la sua durata molto ridotta, e che vi infonda la dolcezza che desideravo trasmettere attraverso questa FF piccina picciò.
Grazie mille ha tutte coloro che hanno letto la storia e a chi mi ha dedicato del tempo per recensire!

Un caloroso abbraccio,
Claire DeLune




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3799242