Dear Agony
Dear
Agony
Just let go of me
Suffer slowly
Is this the way it's got to be?
Don't bury me
Faceless enemy
I'm so sorry
Is this the way it's gotta be?
Dear Agony
Leave me alone
God let me go
I'm blue and cold
Black sky will burn
Love pull me down
Hate lift me up
Just turn around
There's nothing left
Tra le altre cose
che Ushii, il Guerriero del Bufalo, il Genio del Massacro, odiava del
suo lavoro, c'era il provocare la morte di fanciulli e ragazzini.
Quando purtroppo capitava (e capitava, diavolo, capitava) cercava di
essere veloce. Un clemente angelo della morte. Era assolutamente
terribile. Eppure, un terrore più grave lo pervase in quel
momento.
Quella ragazzina,
la Guerriera del Gallo, si era macchiata del più efferato
dei delitti.
Nel momento
stesso in cui la vide, il Bufalo capì che il Juuni Taisen
metteva in gioco non solo la vita dei Guerrieri, ma, oltre all'anima e
all'onore, anche l'integrità morale.
In parole povere,
desiderò solo massacrarla.
Niwatori aveva
sempre indossato una maschera. Era sempre stata ciò che gli
altri volevano che fosse. E l'era andato pure bene, perché
sotto quella maschera non possedeva un volto da mostrare. Poteva essere
molte persone, poteva essere una nuova sé ogni volta, anche
se era dura svestire quei nuovi panni e gettarli nell'immondizia come
calzini bucati. Lo nascondeva bene, ma quello spogliarsi la rendeva
nuovamente fragile, insicura, risvegliava istinti e paure che non
ricordava e si rivedeva in quella casa, ricoperta di sangue, con in
mano solo un tagliauova.
Così
si era ritrovata ad odiare quella maledetta droga, quella One-Man Army.
Sentiva le sue maschere cadere una ad una, come piume strappate
ferocemente. Non era solo la forza sopita a risalire a galla nel
marasma di cose che era Niwatori, c'erano anche cose che lei cercava di
ripudiare. Cose di cui aveva paura quando ricordava di averle.
Sentimenti, li chiamavano. Beh, per lei erano intralci, lei era
chiunque volesse, lei era un manichino da spogliare e rivestire a
seconda dell'occasione... quell'ultima constatazione la fece
rabbrividire. E poi trovò sul suo cammino il Bufalo.
Ushii
poteva sembrare tranquillo, ma, in realtà, camminava per la
città deserta coi sensi tutti in allerta. Nessun rumore
sfuggiva alle sue orecchie, neppure una formica ai suoi occhi, tutto
era assolutamente sotto controllo, sarebbe stato in grado di reagire a
qualsiasi attacco. Quello che non fu in grado di prevedere, fu una
stilettata dritta al cuore. Come un toro nell'arena si sentì
uccidere, tradire da un destino maledettamente più infame di
quanto non fosse sempre stato.
Il
Genio del Massacro riconobbe gli amabili resti di colui che amava.
L'intera sua anima tremò, mentre si chinava a scoprire quel
volto tanto caro. Sotto un cencio lordo di sangue, non c'era
più nulla che potesse ricordare il Guerriero del Cane.
-Michio...
- mormorò con voce rotta.
Era
presto, troppo presto, per un addio così crudele.
Se
solo avesse potuto almeno lasciargli un bacio...
La Guerriera del
Gallo si oppose con tutta se stessa a quei sentimenti, a quella
maledizione che le impediva di fuggire, o anche solo di proporre
un'alleanza al Bufalo.
Se l'avesse lasciato passare...
"Che? Ma cosa sto
facendo?"
Perché
aveva puntato il forcone contro il Genio del Massacro? Era
assolutamente stupido nel suo stato attuale!
-Oh? Quella posa
implica che combatterai per proteggere la Scimmia?- domandò
Ushii, la voce incrinata dalla rabbia.
Proteggere?
Michio era stato
tradito, lo sapeva. Lui amava la riservatezza, non aveva mai svelato a
nessuno di vivo, eccetto lui della One-Man Army.
Qualcuno di
così subdolo poteva desiderare di proteggere qualcuno?
"Calmati, Eiji,
sapevi che sarebbe potuto succedere... eppure... eppure... "
Lei doveva
sapere, doveva conoscere tutto di lui! Solo entrando in confidenza con
Michio Niwatori poteva essere riuscita a farsi consegnare quel segreto.
L'aveva guardata bene, il Bufalo, così come aveva osservato
con timore Dotsuku guardarla: Niwatori sembrava una ragazzina
innocente, una che non ci faceva nulla là in mezzo. Come
un'arpia, invece, aveva ammaliato il Cane e lo aveva ucciso.
"Sarebbe
successo... devo solo arrivare fino alla fine... "
Doveva tenere la
mente lucida e vincere, tutto qui. Solo a quel modo avrebbe potuto
ridonare vita al corpo martoriato che aveva trovato abbandonato come
spazzatura.
Ma non
riuscì a trattenersi dall'istigare Niwatori.
-Il classico "Se
vuoi passare, prima dovrai uccidermi"?-
La Guerriera si
mise in posizione.
Voleva davvero
combattere per qualcuno?
-Non pensavo
fossi il tipo.-
"Ha ragione. Non
lo sono." pensò Ryoka, allentando la presa "Ah, ma forse
è anche questo l'influsso della One-Man Army... "
Ushii
tentò di dominarsi.
Non era nei suoi
principi accanirsi sui ragazzini.
Anche
se quei ragazzini avevano le mani macchiate di sangue.
Anche
se Michio non aveva più una faccia.
-Ti consiglio di
lasciar perdere. Una motivazione del genere non ti renderà
forte.-
Infatti, lui si
sentiva già estremamente vulnerabile in quel momento.
-Non è
ciò che è giusto per te, ma per qualcun altro.
Dovresti combattere solo per te stessa.-
Era quella la
cosa giusta da fare, e da dire, ma il Bufalo percepiva le sue stesse
parole come una barzelletta. Le stava solo facendo la morale, secondo
dei principi che erano appena andati a farsi benedire.
"Lo so."
pensò la Guerriera del Gallo "Lo so meglio di chiunque
altro! Devo andarmene da qui! Devo abbassare la Cresta di Gallo e
correre il più veloce possibile..."
Doveva. Doveva.
Ma non lo fece.
-Niwatori:
Guerriera del Gallo, uccido beccando!-
-Ushii: Guerriero
del Bufalo, semplicemente, uccido.-
Pronunciate le
formule d'onore di rito, Ushii aveva deciso.
Fece
ciò che era giusto, anche se il suo cuore lo
maledì.
Niwatori
pensò di poter vincere, ma, il tempo di formulare quel
pensiero e già l'angelo della morte fu a due passi da lei.
Gli ultimi
sprazzi di luce che vide furono gli scintillii della lama, poi
più nulla.
E tuttavia, non
le parve così terribile morire. Non più di
vivere, almeno.
Niwatori se ne
andò a modo suo, in un certo senso libera di librarsi sul
mondo insieme a gli unici che davvero ascoltavano le sue parole. Con
loro, in loro.
Ushii
lasciò il campo di battaglia stringendo a sé il
cristallo nero, il veleno solido. Non quello insanguinato estratto dal
corpo del Gallo. Quello del Cane, ancora impregnato del suo calore,
dello speziato, esotico, odore del suo veleno.
Note: Questa storia
è nata come continuo/ispirazione dalla bellissima fan
fiction rossa di
Devileyes: Il
Cane che si Innamorò del Bufalo. E' la prima che
scrivo su questa coppia, che mi ha incuriosito. Li trovo ancora strani,
ma dolci, a modo loro XD E in realtà volevo anche parlare di
Ryoka, che, a suo modo, mi è piaciuta e per lei mi sono
dispiaciuta. Poi mi mettete la coppia Cane e Bufalo di mezzo, qui
diventa una tragedia greca. E, infatti, eccomi a scrivere e soffrire
insieme.
Una volta capito
chi aveva compiuto il gesto, Ushii ha atteso. Se notate, nell'anime era
bello appoggiato da qualche parte quando ha sentito arrivare Niwatori.
Spero di essere
riuscita a trasmettervi un poco il suo conflitto interiore.
L'unica cosa che
mi disturba, però, sono le tag line. I sub che ho seguito io
riferivano "La Beccata della Morte" e "La Morte Metodica". Che sono
anche fighi. Però per Ushii ho sempre trovato più
giusto tradurre letteralmente quel "Tada Korosu". Lui uccide e basta,
non pensa molto. Anche qui, seppur turbato, smette di pensare, fa la
cosa giusta, uccide senza infierire.
Può
sembrare che lo faccia, ma in realtà penso che colpisca gli
occhi di Niwatori più per necessità,
perché altrimenti rischia che lei gli combini qualche
scherzo coi suoi volatili. Anche se, sinceramente, con un colpo secco,
vedi che non faceva più nulla. Quindi forse non è
riuscito a controllarsi del tutto.
E niente, seconda
fic su JT by me. Spero di presentarvi presto la prima in ordine
cronologico di scrittura. Indovinate su chi? Sui Tatsumi, mi pare
ovvio.
Titolo in
anteprima solo per voi: Il Sentiero dei Tatsumi.
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