Fanfiction
partecipante alla Yuri e Yaoi’s Week
indetta da Fairy Piece.
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Prompt
di Annapis: 12. Hai mai preso il treno? No?
Allora possiamo dire che sono la tua prima volta!?
Amore
‘sottomarino’
Hermeppo
guardò dal finestrino del treno le persone
che si susseguivano sulla banchina e si voltò, sentendo un
sospiro.
Sgranò
gli occhi e s’illuminò, riconoscendo il secondo
occupante della cabina-letto, che aveva appena finito di sistemare
tutte le
valigie sulla cappelliera.
Si
deterse le labbra con la lingua e si schiarì la
gola. L’altro lo guardò di sottecchi e lo
ignorò.
Il
treno partì quando erano entrambi seduti, facendoli
ondeggiare leggermente all’inizio.
“Ciao”
salutò amichevole Hermeppo.
<
La sfortuna di essere nella stessa cabina di una
persona che odio > pensò il secondo, stringendo le
labbra.
Hermeppo
si guardò i piedi, le mani, osservò di nuovo
fuori dal finestrino alcuni alberi che sfrecciavano e
deglutì.
“Ti
ricordi di me? Oh, sì, certo che ti ricordi”
tentò
di approcciarsi. Giocherellò con il lobo
dell’orecchio.
“Kobi…
Hai mai preso il treno?” chiese.
L’altro
sbuffò e scosse il capo.
“No?
Allora possiamo dire che sono la tua prima
volta!?” domandò.
Kobi
s’irrigidì e alzò lo sguardo, i loro
occhi s’incontrarono
ed entrambi respirarono più piano, rumorosamente.
“Cosa
ti sfugge del fatto che ti odio? Quando ero
bambino mia hai puntato una pistola contro” gli
ricordò Kobi.
Hermeppo
si passò una mano tra i lunghi capelli
biondi.
“Senti,
era scarica. Ero solo un ragazzo che aveva
alzato il gomito.
Volevo
rubare quella stupida bottiglia. Tu nonno Garp
stesso non mi ha denunciato, solo fatto massacrare di botte da tuo
cugino Rufy”
si difese.
“Cosa
ti fa credere che io abbia il loro stesso buon
cuore?” chiese gelido Kobi.
Hermeppo
indicò la divisa militare che indossava e
disse: “Ti sei imbarcato anche tu in questa missione
umanitaria. Siamo gli
unici del nostro plotone e tu, nel frattempo, potevi anche fare domanda
per un
avanzamento di carriera”.
“Bah.
Se tuo padre non fosse stato un Marine non ti
avrebbero mai arruolato” si lamentò Kobi.
“Penso
che averti incontrato su questo treno, per il
tuo primo viaggio oltretutto, sia un segno del destino” disse
Hermeppo. Si
sporse in avanti, Kobi rabbrividì quando i loro visi furono
a due dita di
distanza e si tirò indietro, con il battito cardiaco
accelerato.
“Ti
guardo da lontano da molto tempo. Non sei più il
bambino impacciato con gli occhiali e le lentiggini che aveva una cotta
per me.
Sei un elegante giovane uomo che si è fatto notare e ha
ottenuto un ruolo di
spicco” gli disse.
<
E so che non mi odi davvero. Mio padre non mi ha
aiutato a realizzare il mio sogno di entrare in marina, sei stato tu.
Lui mi
odiava, la pistola scarica era una delle tante con cui lui mi
minacciava, ma
lasciandole cariche.
Il
giorno in cui tua madre è morta ti sono rimasto
accanto, hai pianto sulla mia spalla, ti ho aiutato a rialzarti
dall’angolo in
cui eri caduto prostrato. Questo tu non lo hai mai dimenticato >
rifletté,
calandosi gli occhiali da sole a fascia.
“Questa
cosa sa tanto di stalker” borbottò Kobi. Era
arrossì e le sue labbra erano diventate rosso fuoco.
“Mi
permetti di chiederti scusa?” chiese Hermeppo.
“Meritatela
sul campo la mia rinnovata fiducia. Non
stiamo andando a giocare” rispose Kobi.
<
Entrambi abbiamo già avuto delle missioni,
conosciamo gli orrori della guerra, ma… ci vuole niente per
perdere la sanità
mentale. Quanti ho visto tornare con lo stress post-traumatico, tanti
altri
venire uccisi come disertori > rifletté.
“Certo”
rispose Hermeppo e Kobi l’osservò.
“Da
vicino è bello come lo ricordavo. Con quell’aria
un po’ da stupido, un po’ da cattivo ragazzo
> si disse.
“Sarà
un viaggio fare questo ‘primo’ viaggio da solo
con lei, in questa cuccetta” disse Hermeppo.
“Non
mi guardare dormire” borbottò Kobi, mentre anche
le sue orecchie arrossivano.
<
Punto al non farti dormire entro la fine del
viaggio. Ti conquisterò e ti avrò, so che non mi
hai dimenticato > giurò
Hermeppo.
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