Frammenti (di quel che mi rimane)

di axSalem
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XIII
 


Insistente, egoista, osservi
questo ben misero corpo incedere
vacuo, freddo, mio. Tu che sei
splendida, eterea presenza incorporea
madida di tenue luce
cali il luminoso sguardo su questa
mera figura piegata
in spasmi. Piango. Non mi accarezzi,
non mi tocchi. Sei tu morta?
Tu sei morta. Tu sei quel mio ricordo.




 




 


NdA:
Non so chi se lo stia domandando, chi l'abbia notato, chi se ne stia fregando altamente, ma io intendo specificare: ogni capitolo ha il titolo di una carta dei tarocchi, nello specifico, degli Arcani Maggiori. Siamo quasi alla fine di questa raccolta. La carta numerata XIII inizialmente, e tutt'ora, è un Arcano senza nome, quando erroneamente, sia per un motivo figurativo sia per un motivo di significato in sé (rinnovamento) a lei è stato attribuito da molti il nome de La Morte.
Ed è una cosa a me cara in questo periodo dell'anno.
Dal punto di vista stilistico, ho compiuto un piccolo lavoro di forma alla poesia, dandole una struttura molto più "ordinata" rispetto alle altre, giocando con il susseguirsi di ottonari ed endecasillabi
Ringrazio chi sta continuando a seguirmi in questo percorso, ed anche chi incappa in queste poesie casualmente, dando a loro un'occasione di lettura.




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