La resa di un servo

di Rosmary
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I personaggi presenti in questa storia sono proprietà di J.K. Rowling;
la drabble è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

 
A Bella Black

 


La resa di un servo

 

«Lord Voldemort, finalmente tra le mie schiere.»

Un’eco pregna d’alterigia – i tuoi occhi stillano sangue.

«Tremi, mio signore?»

Un interrogativo lercio d’irrisione – le tue ossa lacerano le carni.

«Non vuoi morire, confessalo.»

Un’esortazione ingorda di terrore – le tue labbra fremono d’invettiva.

Eppure taci.

Il silenzio t’assorda, mentre inattese immagini infangano il buio – e in talune hai fattezze d’ombra e in altre d’ibrido.

«Padrone, scegli la tua eternità.»

La Morte t’assapora maligna, godendo dell’infamante dilemma che t’assilla – un’immortalità vana o un trapasso orrifico?

L’angoscia pulsa.

Improvviso, un rovo di consapevolezza s’intreccia al Fato ineluttabile – la Morte sussulta.

«Ti accetto, mia signora.»






 


Note dell’autrice: la storia è ispirata al pacchetto “Personaggio: Voldemort; Titolo/prompt: “...E dimmi che non vuoi morire” di Patty Pravo”, ideato da Bella Black, la cui storia si è aggiudicata il Premio Prompt al mio contest “Sfida alle 100 parole – V edizione”.
Il racconto è ambientato in un ipotetico e immediato post-morte di Voldemort, in un limbo senza tempo dove è costretto a relazionarsi con la Morte (qui personificata), che ne schernisce il desiderio di immortalità. Ciò che la Morte propone a Voldemort è in realtà un inganno: dato ciò che Harry scorge in quel limbo dove incontra Silente, ho immaginato che Voldemort non potesse scegliere se restare come fantasma (“fattezze d’ombra”) o andare avanti, né andare avanti integro – tutto ciò che lo attende è un “trapasso orrifico” causato dai peccati di cui s’è macchiato in vita. Tuttavia, la Morte che non ha pietà di lui esige un’ultima soddisfazione, ossia la resa incondizionata di quello che è stato a tutti gli effetti un suo servo. Voldemort, comprendendo l’inganno e consapevole di non poter fuggire alla sconfitta, si piega a lei.
In genere non allego note così lunghe a un racconto, ma data la complessità della tematica ho preferito dilungarmi – seppure spero che tutto, o gran parte, risulti chiaro dalla narrazione.
Grazie a chiunque abbia letto, spero che il racconto sia valso il vostro tempo. Alla prossima!





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