- Questa
storia appartiene alla serie “Writober –
RWBY’s Alternative
Universe”
- Prompt:
Selfie
- Personaggi:
Jaune
Arc/Phyrra Nikos
- E
Phyrra sorrise
- Se
solo Jaune fosse stato presente.
- Se
solo ci fosse stato lui.
- Invece
non c’era stato, e Phyrra era dovuta morire da sola.
- Non
riusciva a smettere di pensare a quanto male si doveva essere sentita
in quel momento, spaesata, disperata, senza avere nessuno accanto.
- Dio,
quanto avrebbe voluto essere stato lì, con lei, e
rassicurarla, che
comunque sarebbero stati insieme.
- Ma
non era stato possibile.
- Phyrra
era morta da sola.
- Jaune
non riusciva a perdonarselo in nessun modo, nonostante fossero
passati dei mesi, ormai.
- Aprì
stancamente gli occhi, lasciando che si abituassero lentamente alla
luce della camera da letto. Afferrò il cellulare per
guardare l’ora,
sbuffò sonoramente.
- Si
mise seduto sul materasso e si massaggiò il volto stanco.
Aveva
dormito tutta la notte, ma non era riuscito a riposare neanche un
minuto.
- Sua
moglie, l’amore della sua vita, era morta. Il sedici marzo,
precisamente. Era morta a causa di un ubriaco in macchina,
l’aveva
investita e non se n’era neanche accorto.
- Jaune
aveva ricevuto la chiamata dalla polizia poco tempo dopo,
l’avevano
portato in centrale, l’avevano portato in obitorio e
lì aveva
visto il corpo della sua donna.
- Aveva
pianto, se lo ricordava come se fosse stato il giorno precedente.
Aveva pianto come un bambino, singhiozzando, rivivendo nella sua
mente tutto quello che avevano vissuto in quei pochi anni.
- Come
poteva essere il destino così crudele? Strappare via un
fiore così
luminoso così presto era stato uno scherzo crudele,
nient’altro.
- In
centrale cercarono di consolarlo. Ma quando Jaune finì le
lacrime,
non gli rimase niente. Il cuore parve smettere di battere, il mondo
parve smettere di girare. Non c’era più niente che
valesse la
pena.
- Gli
consegnarono gli effetti personali di Phyrra, tra cui il suo telefono
cellulare.
- Lo
accese quando arrivò a casa, in solitudine, al buio.
- Come
schermata principale c’era una foto di loro due.
- «Dai
Jaune! Facciamoci una foto!»
- «Ma
io non sono fotogenico! Falla tu!»
- «Non
posso farla da sola, che tristezza! Se ci sei anche tu, avrò
più
voglia di portarmelo dietro. E poi se lo accendo e ci vedo insieme,
inizio la giornata bene!»
- «Sei
tremenda. Dai va bene, ma solo una, come viene, viene!»
- Jaune
strinse le mani sul
lenzuolo. Accese il cellulare di Phyrra e si specchiò in
quei
dolcissimi occhi verdi, quegli occhi che l’avevano fatto
innamorare
immediatamente.
- Si
portò il telefono al petto,
come se cercasse di inglobarlo.
- L’immagine
li ritraeva insieme,
lui che aveva un occhio mezzo chiuso e lei che invece sorrideva come
se avesse vinto la lotteria.
- Jaune
ancora non capiva come
avesse fatto a stare con lui, ma non poteva far altro che essere
felice di aver passato del tempo con lei.
- Stava
iniziando a capirlo solo
ora, a distanza di tempo, ora che stava imparando a vivere senza di
lei.
- Eppure…
perché quella foto
continuava a fargli così male?
- Era
una pugnalata al petto, ogni
volta, ma sentiva che era necessaria per guarire.
- «Buongiorno,
amore mio.» sussurrò, perché a parlare
non sarebbe riuscito.
- E
Phyrra gli sorrise di rimando.
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