Famigerata gita.
Morishige stava seduto sull'altalena del parco vicino casa, oscillava
senza staccare i piedi da terra. Secondo Mayu aveva un'aria molto
pensierosa, le aveva dato appuntamento per le tre e mezzo, ma entrambi
era arrivati prima. Mayu gli si avvicino silenziosamente per potergli
apparire alle spalle senza essere notata, appena fu abbastanza vicina
gli coprì gli occhi con le sue piccole mani.
-Chi son...-
-Ah?!- per un momento, Morishige, nell'alzarsi dal sedile
rischiò di inciampare.
-Scusa, non volevo spaventarti! E' che mi sembravi un po'
giù, così ho pensato di farti una piccola
sorpresa...- disse Mayu imbarazzata.
-Va bene, è tutto a posto.- rispose ricomponendosi.
-Ottimo!- esclamò la bambina, Morishige volse lo sguardo
verso il basso imbarazzato, aveva l'aria di volerle dire qualcosa.
-Mayu, io ci ho provato...- disse serio.
-Eh? Non vuoi più venire con me in gita?-
ipotizzò la bimba.
-N-no, no! Non è quello...- “Mi ero completamente
scordato del problema gita...” -Mi dispiace perchè
non ho trovato un modo per risolvere il tuo problema, ho anche chiesto
a mio nonno, ma niente... è stato inutile.- ammise
rassegnato.
-...Problema?- disse dubbiosa. -Non ne sono sicura... ti riferisci ai
miei genitori?- Morishige annuì, Mayu rise leggermente.
-Cosa c'è di divertente?-
-E' che non avevi niente da risolvere, è una cosa che non
posso fare neanche io. Però sono contenta che tu ci abbia
provato, grazie davvero!- la bambina sorrise.
-Ah... di niente...- rispose il bambino per nulla soddisfatto. Mayu
continuava a sorridergli, lo faceva sentire un po' infastidito.
-L'hai presa come una specie di missione molto seria, vero?- forse lo
stava prendendo in giro. -Non mi sbagliavo, sei davvero molto gentile
nonostante l'apparenza.- annuì fiduciosa.
-Okey, grazie.- rispose, non sapeva bene come orientarsi, non aveva mai
ricevuto un complimento sulla gentilezza, non pensava nemmeno
che potesse essere considerata una sua peculiarità, ma
capiva che gli piaceva essere considerato gentile da lei.
“Solo che vorrei potermi anche rendere utile... Non riuscire
a fare niente è frustrante...”
-Quindi mi avevi chiamata solo per questo? Speravo che volessi
semplicemente vedermi.- disse giocando a fare l'offesa.
-Preferisco non disturbarti senza un motivo.- rispose serio.
-Potevi mentirmi e dirmi che non era solo per questo...- rispose un po'
sorpresa dal modo in cui l'aveva presa.
-Perchè dovevo? Poi è ovvio che al di la della
ragione mi faccia piacere vederti- alzò leggermente le
spalle. Mayu era molto felice, non la riteneva una cosa così
ovvia.
-Beh, io comunque stavo fingendo di esserci rimasta male...- disse per
sicurezza, temendo che l'amico potesse non averlo capito.
-Lo so, non ho una qualche forma di disturbo che mi impedisce di
capirlo, inoltre sei una pessima attrice...- rispose abbozzando un
sorriso. -Però non capisco perchè oggi sembri
così di buon umore...- disse dubbioso, quasi sospettoso.
-Perchè non dovrei esserlo?- non era per niente una risposta
soddisfacente. -Comunque, per la gita sei sicuro, giusto?-
ripetè. Sembrava essersi fatta improvvisamente nervosa.
-Si... perchè, c'è qualche problema?- non sapeva
se esserne felice o no. “Sono solo un codardo che spera di
non andare in gita per cause che non dipendano da lui”
accettò passivamente. “Poteva essere una sorta di
prova che dovevo affrontare... ma c'è ne saranno altre, no?
Non è una tragedia se non si farà... la colpa non
sarebbe neanche mia...” riflettè. “In
fondo è davvero un male essere un codardo? Il mondo ha
bisogno anche di persone prudenti, non solamente di
spericolati.”
-Sai, il giorno dopo la gita ci sarebbe il matrimonio di una mia
cugina... non è che mi faresti compagnia?-
domandò titubante. Morishige era sbiancato. -Magari in
cambio potresti non venire con me per la gita, è che sarei
l'unica bambina sopra i due anni al matrimonio e mi sentirei un po'
isolata.- il bambino cercò di riprendersi dalla brusca
sorpresa anche se finire ad un matrimonio pieno di sconosciuti non era
più scocciante di una gita per lui. -Forse era un'idea
stupida! L-lascia perdere!- balbettò lei. Morishige la
guardò in viso e non riuscì a frenarsi.
-Va bene... verrò anche al matrimonio.- “Sono
diventato uno di quei poveri sventurati che non riesce a dire di no a
quanto pare...” pensò davanti allo stupore di
Mayu. “Forse sto facendo il passo più lungo della
gamba, finirò completamente svuotato e privo di energie...
è come se essere costretti a passare il tempo in mezzo a
degli sconosciuti in un luogo a cui non sei abituato ti risucchiasse
l'anima a poco a poco.” Morishige era abbastanza convinto di
quell'ipotesi, nonostante il padre non l'avesse preso sul serio e la
madre si fosse arrabbiata e l'avesse classificata come scusa, l'unico
che aveva provato a capirlo era il nonno.
-Sei sicuro che ce la fai?- domandò Mayu.
“No.” avrebbe voluto rispondere. -Se gli altri
riescono ad affrontare scocciature di questo tipo senza problemi non
vedo perchè per me dovrebbe essere diverso... e anche se
fosse devo imparare a fare in modo che non lo sia.- rispose evitando di
scomporsi. -Inoltre non mi va di lasciarti sola.-
-Non sarà un problema neanche se ci scambieranno per
fidanzati? Non mi sembra che ti piaccia come cosa...-
-No, non sarà un problema.- rispose abbastanza fiducioso.
-Tanto non è vero, quindi di che cosa dobbiamo preoccuparci?
Mica si metteranno d'accordo per organizzarci un matrimonio se ci
vedranno insieme.-
-Va bene ho capito... come futura moglie non ti piaccio proprio...-
rispose con una leggera smorfia.
-Non è... eh... però lo dici tu che per te sono
una specie di fratello maggiore chiamandomi con quel nomignolo... O
forse ti sono sembrato un po' patetico quando tu e Yoshiki mi avete
trovato in mezzo al marciapiede e la situazione è un po'
diversa...- riflettè ad alta voce leggermente imbarazzato.
-Perchè? I genitori non sono perfetti, dovrebbero esserlo i
fratelli acquisiti?- rispose spontaneamente. -Anzi... è
bello che anche se non ti piace ritrovarti in mezzo alle situazioni
affollate cerchi di starmi vicino.- disse arrossendo un po'. -E
sì, sei davvero molto gentile Shige-nii...-
“Di nuovo quella parola... però mi piacerebbe
essere qualcuno su cui può fare affidamento, sarebbe
qualcosa di cui non vergognarsi...” pensò.
“Sono solo io che non riesco a non essere egoista neanche in
queste cose o è così per tutti?” si
domandò “Non è molto altruista pensare
di voler essere un sostegno per qualcuno per stare meglio con se
stesso.”
-Eh... è tutto a posto?- domandò Mayu.
-Si.- rispose con un sorriso leggero. “Però voglio
sul serio poterle essere d'aiuto...” -Per quanto riguarda la
gita, se ho ben capito si tratta di una specie di scampagnata nel
bosco, giusto?-
-Eh... non proprio...- rispose Mayu. -C'è un bosco, ma
è all'interno di una proprietà con una una villa
in stile occidentale...-
-All'interno?-
-Sì, non è una villa circondata da un bosco... il
bosco è più una specie di giardino per la
villa...- rispose in modo confuso la bambina.
Per partecipare alla gita si era svegliato prima del solito, nemmeno il
sole era ancora sorto. Doveva realmente alzarsi un po' prima, ma
effettivamente il motivo per cui si era svegliato a quell'orario era la
tensione.
Anche sua madre era assonnata nonostante quando si era svegliata lei il
sole era già visibile nel cielo, dopo aver fatto tre
sbadigli l'accompagnò in macchina.
“Cos'è che ha detto papà? Ah,
sì. La sonnolenza al volante è fra le principali
cause di incidenti...” commentò mentalmente, ma
non era realmente preoccupato, era più un modo per avere
qualcosa a cui pensare anziché addormentarsi o concentrarsi
sul fatto che da lì a poco sarebbe salito su un pullman
pieno di bambini sconosciuti con insegnanti che non avevano la minima
idea di chi fosse. Sua madre gli diede anche delle medicine per il mal
di strada. Essendo stato per la maggior parte dei suoi primi sette anni
di vita particolarmente malaticcio non aveva partecipato a molte gite
scolastiche, quella era tipo la terza... nelle due gite precedenti non
aveva avuto problemi di nausea, ma in caso fosse quella la volta buona
era meglio farsi cogliere preparato. “Inoltre l'idea di
vomitare davanti a Mayu non mi piace affatto...”
pensò sbadigliando. Si sorprese di non essersi preoccupato
per prima cosa del fatto che si sarebbe dimostrato debole di fronte a
un mucchio di sconosciuti. “Ma in fondo perchè
dovrebbe disturbarmi? Io sono debole, è la
verità, fisicamente sono fatto così e non ci
posso fare molto.”
La madre posteggiò nelle vicinanze del pullman.
-Telefona per vedere se la tua amica è già
arrivata.- gli disse. In effetti entrare nel pullman prima che ci fosse
qualcuno che conosceva non lo faceva proprio impazzire come idea.
Rimase un po' colpito dal fatto che sua madre si fosse posta il
problema prima di lui, l'aveva sempre considerata indifferente ai suoi
problemi...
-Sì, è arrivata...-
-Allora ciao.- sorrise la donna.
-Grazie.- rispose senza riflettere.
-Beh... è il mio dovere accompagnarti come genitore e mi
sembra di averti sempre salutato quando ti lasciavo da qualche parte.-
disse sorpresa dal inusuale “grazie” che il figlio
le aveva rivolto. Nonostante non andassero sempre d'accordo non era un
bambino maleducato, ma la cosa l'aveva comunque stranita.
-Non intendevo... e-era per... niente. Ciao, ciao.- l'aveva salutata un
po' imbarazzato, era convinto di aver sentito la donna ridacchiare, ma
non si era girato.
Il bambino aveva preso un bel respiro e aveva salito la scaletta del
pullman. Appena salito si era sentito chiamare, ma non dalla voce che
si aspettava di sentire.
-Sakutaro!- una bambina dai lunghi capelli neri si stava agitando per
richiamarlo sporgendosi dal suo sedile. Morishige fece un cenno con
mano per salutarla. -Che fai qua?- gli domandò Sachiko.
-Mi ha invitato Mayu.- rispose un po' cauto ricordando ciò
che la bambina gli aveva detto su di lei.
-Oh...- si era limitata a quel suono per rispondergli. -Oh!- aveva
ripetuto più vivace. -Problema risolto cugina.- aveva detto
girandosi verso la bambina seduta vicino a lei. -Io posso mettermi
vicino a lui e tu puoi stare vicino a Mayu.-
-Eh?!- aveva esclamato Mayu seduta qualche sedile dietro Ayumi e
Sachiko, lei e Morishige si scambiarono un'occhiata imbarazzata.
-Tanto lo so che non volevi stare vicino a me ma con la tua amica.-
rispose sorridente Sachiko.
-Non farmi sembrare irresponsabile, non è che volessi
scaricarti dove capita, altrimenti mi sarei direttamente rifiutata di
portarti con me.- rispose Ayumi un po' innervosita.
-Mayu, per te va bene?- aveva domandato la più piccola delle
Shinozaki ignorando la cugina.
-A quanto pare non abbiamo voce in capitolo...- commentò ad
alta voce Morishige.
-Infatti...- Ayumi era un po' spazientita.
-O-okey...- rispose titubante Mayu.
“Anche lei è incapace di dire di no.”
riflettè per un attimo Morishige poi si domandò
se era realmente sicuro che Mayu preferisse lui ad Ayumi, in fin dei
conti conosceva l'altra bambina da più tempo di lui. Mentre
Mayu avanzava per mettersi al posto di Sachiko e quest'ultima lo
trascinava per la mano per sedersi ai loro posti, Morishige riconobbe
Yoshiki, per un attimo gli sembrò che guardasse Mayu e Ayumi
con gelosia. “Che gli piaccia una delle due?” si
chiese infastidito. Notò anche che Mayu lo guardava come se
si sentisse in colpa.
-Passeremo del tempo insieme dopo.- le disse sbrigativamente
sorridendole.
-Ma sì, certo, a dopo.- lei lo salutò un po'
più tranquilla.
“E' convinta che mi possa sentire a disagio vicino ad una
bambina di sei anni?” si chiese osservando Sachiko che
avanzava con passo spedito e si sedeva vicino il finestrino.
“Però è bello avere qualcuno che si
preoccupa per te.” pensò inavvertitamente. Poi si
sedette vicino la bambina.
-Tu invece perchè sei venuta?- Le domandò curioso
-Volevi passare del tempo con tua cugina?-
-No...- arrossì per un attimo. -Ma ho avuto uno strano
presentimento e sono voluta venire.- disse squadrandolo attentamente.
Poi guardò in avanti, Morishige ebbe l'impressione che
stesse cercando nella direzione di Mayu. -Comunque, che
coincidenza fortunata trovarti qui!- gli sorrise la bambina. Morishige
cercò di mettere da parte i suoi sospetti.
Quando il pullman partì Morishige rimase in attesa per un
po', poi concluse che se fosse rimasto fermo e non avesse fatto troppi
movimenti con la testa non gli sarebbe venuto il mal di strada, ma
Sachiko invece rimaneva particolarmente concentrata sul paesaggio che
uscendo dalla città diveniva pian piano sempre
più verde, aveva il viso molto teso.
-Hai la nausea?- domandò, la bambina si limitò ad
annuire tenendo la testa appoggiata al finestrino -Avresti dovuto farti
mettere davanti...- Morishige le porse una delle pillole che gli aveva
dato la madre poi l'accompagnò verso i posti davanti. La
lasciò seduta vicino a Mayu che aveva avuto lo stesso
problema. “Ma perchè non si sono messe davanti dal
princip...” si interruppe rendendosi conto che neppure lui
stava tanto bene, rimase appoggiato ad uno dei sedili.
-Tutto bene, Shige-nii?- domandò Yoshiki. Morishige ebbe la
forza di guardarlo storto poi si mise la mano davanti la bocca e si
protese in avanti. Molti bambini sembravano guardarlo incuriositi,
odiava quella tendenza degli esseri umani che li spingeva a voltarsi e
accalcarsi quando c'era un incidente o uno che si sentiva male, capiva
che poteva essere utile che fossero spinti a non ignorare certe
situazioni “Ma se non è una situazione di vita di
morte e se non potete aiutarmi preferirei non essere guardato come un
fenomeno da baraccone, grazie... mai vista una persona con la
nausea?” sapeva che se l'avesse detto ad alta voce sarebbe
risultato acido, ma era abbastanza suscettibile in quei momenti. Si
diresse a tentoni verso i primi posti.
-Stai un po' meglio?- domandò Mayu dopo un po'. Lei e
Sachiko sembrano essersi riprese leggermente. Morishige
annuì debolmente.
-A quanto pare saremo il trio nauseabondo...- disse Sachiko
massaggiandosi le tempie. -O il trio vomitevole...-
-Perfetto Sachiko... ora ci chiameranno trio vomitevole per il resto
della gita.- sospirò scocciato Morishige mentre scendeva
dall'autobus. Aveva sentito delle bambine dietro di loro ridacchiare e
chiamarli in quel modo.
-Shige-nii, stai tranquillo, non è un problema...- lo
rassicurò Mayu, esausta, ma contentissima di essere scesa,
sembrava che ci fosse voluta un'eternità prima che le ampie
mura scure che circondavano la proprietà fossero visibili e
il pullman si fermasse per farli scendere. -Non ce la facevo
più a stare sul pullman, tutte quelle curve... è
stato un incubo!- si sfogò la bambina, non era stata solo la
nausea a stressarla, mentre il veicolo saliva su per la montagna aveva
avuto paura. -Per un attimo ho pensato che saremmo caduti tutti!- disse
ancora atterrita pensando ad una curva che l'autobus aveva preso poco
prima di arrivare. -Com'è possibile che un mezzo
così alto non si capovolga? Come faremo al ritorno?-
rimuginò la bambina.
-Non ci pensare Mayu... andrà tutto bene...- le disse
Morishige continuando a carezzarle la testa, fece caso solo in quel
momento al fatto che teneva i capelli raccolti in una sola codina.
-Shige-nii?- sussurrò Sachiko tirandolo per un orecchio, lo
allontanò da Mayu. -Hai scordato il mio avvertimento? O
forse non mi prendi sul serio?- Sachiko sembrava più fredda
del solito, improvvisamente sorrise innocentemente e cambiò
completamente tono. -Però stiamo attenti, ok?- rispose
tranquilla tornando da Mayu.
“Forse crede davvero che Mayu porti sventura o qualcosa del
genere...” concluse Morishige massaggiandosi l'orecchio.
Sentì dei passi svelti dietro di lui, improvvisamente
qualcuno gli salto contro afferrandogli le spalle.
-Chi non muore si rivede! Che ci fai qui?- domandò Mitsuki
divertita.
-Sono perseguitato dalla sfortuna...- commentò freddo -E
tutto è cominciato da quando ti ho incontrato...
coincidenze?-
-Interessante... io invece sono qui in gita con la mia scuola.- Sachiko
osservava insicura la nuova arrivata, quando Mitsuki lo
mollò per avvicinarsi alle altre, Sachiko si nascose un po'
dietro Mayu. Per lui che l'aveva conosciuta un po' meglio era strano
vederla così intimidita.
-Ciao, Mayu.- la salutò cordialmente. -Quindi voi andate
nella stessa scuola?- poi si chinò per arrivare all'altezza
di Sachiko. -E lei chi è? La tua sorellina?-
domandò visibilmente intenerita mentre Sachiko la osservava
riparata e un po' tesa.
-No, Shige-nii e Sachiko sono degli ospiti, diciamo... Sachiko
è la cugina di una mia amica.- Sachiko si girò a
cercare Ayumi.
“E troppo occupata ad essere di malumore per darle
retta...” riflettè Morishige. “Yoshiki
non ne fa una giusta.” pensò dando la colpa a
quello che era diventato il vicino di posto di Ayumi dopo Mayu.
-Mitsuki!- la chiamò Fukuroi correndo verso di loro. -Non
dovresti allontanarti così dal gruppo... c'è
qualcosa che non va?- domandò con un tono un po' apprensivo.
-E' perchè Kensuke ha portato in gita Kizami?
Però è da un po' che mi sembri strana...-
-E' solo la tua impressione, forza andiamo...- rispose schiva. -Ci si
vede!- disse voltandosi verso Morishige e Mayu.
Mentre tornavano al loro gruppo Fukuroi prese la mano di Mitsuki che
scivolò via immediatamente.
-Mitsuki, la maestra ha detto che dobbiamo tenere per mano il nostro
compagno di fila per non perderci...- disse un po' imbarazzato il
bambino, Mitsuki si limitò a sbuffare.
-Sono contenta che abbiano fatto pace.- commentò
ingenuamente Mayu.
Ad un certo punto, prima che Morishige si fosse riuscito a riprendere
del tutto dal viaggio e a posare il suo zaino su uno dei lunghi tavoli
in legno, posizionati poco più avanti il portone della
villa, in un punto dove era sicuro di poterlo ritrovare facilmente,
l'insegnante che accompagnava la classe di Mayu e quella che
accompagnava la classe di Mitsuki chiamarono a raccolta entrambi i
gruppi di bambini e dopo che ebbero finito l'appello fecero un annuncio.
-Bene bambini, abbiamo deciso di mettere alla prova le vostre
capacità di orientamento lasciandovi liberi di girare per il
bosco, l'importante è che restiate in gruppi da quattro e
che non raccogliate funghi, bacche o erbe varie pensando di poterle
mangiare. Vi diamo il compito di fotografare gli animali, le piante o
in generale gli elementi che cattureranno la vostra attenzione. Non
pensate di tagliare la corda e avventurarvi dove il bosco è
più fitto però, l'area visitabile è
ben delineata dalle mura e non potete superarle a meno che non ci siano
piccoli uomini ragno fra di voi capaci di arrampicarsi sul muso.-
ridacchiò la maestra mentre la parola
“irresponsabile” si faceva sentire sempre
più prepotentemente nella mente di Morishige.
“lasciare i bambini liberi di gironzolare qua e là
in un area boschiva, seppur delimitata non mi sembra una grande idea...
se ci saranno incidenti su chi credete ricadrà la
colpa?” pensò severo. “Adulti,
pretendono rispetto a prescindere e poi non sanno gestire le
situazioni...” Effettivamente neanche il maestro che
accompagnava la classe con cui era venuto sembrava del tutto a suo agio
con l'idea.
Morishige cercò Mayu tra gli altri bambini, ma fu lei a
trovarlo apparendogli nuovamente alle spalle.
-Shige-nii? Facciamo coppia?- domandò la bambina, questa
volta Morishige evitò reazioni di sorpresa per lo spavento
che la compagna gli aveva fatto prendere.
-Si, certo.- rispose lui naturalmente. “Non posso permettere
che si perda a causa di qualche insegnate imprudente...”
pensò serio.
-Ottimo, dobbiamo solo trovare altre due persone, che ne dici di
Sachiko e Ayumi?-
-Perchè n...- venne interrotto proprio da Sachiko che lo
tirava per la manica. “Parli del diavolo...”
-Ma è un complotto? Non è che in
realtà quei due brutti tizi hanno intenzione di sacrificarci
a qualche divinità del bosco?- bisbigliò
sospettosa. -Dico sul serio...- si accorse che Morishige aveva un'aria
scettica. -Non ho proprio una buona sensazione sul costruttore della
villetta e della recinzione...-
-Sul costruttore?- ripetè Morishige. -Intendi su quello che
le ha progettate o su chi le ha commissionate e abitava nella villa?-
-Lo so che costruttore e proprietario non devono essere la stessa
persona...- sbuffò lei. -Ma chi ha disegnato questo posto
era antenato di chi ci ha abitato quando i lavori sono finiti!-
-Anche questa è una tua sensazione?- Domandò
perplesso Morishige.
-No, queste sono cose che mi ha detto Ayumi... ha detto anche che
tentare di ingabbiare un bosco come se fosse un giardino non porta a
nulla di buono.- spiegò la bambina delusa dal fatto che
l'amico non le desse retta. Morishige avvertì un leggero
colpa.
-Scusate, ma non rischiamo di essere mangiati da qualche bestia
feroce?- obbiettò un compagno di Mitsuki.
-Tranquillo Kurosaki...- aveva risposto il maestro. -Non ci sono
animali pericolosi, né all'interno della
proprietà, né fuori.- aveva cercato di
rassicurarlo, ma Kurosaki continuava a sembrare in allerta.
-Bene, ora faremo il sorteggio per dividervi in gruppi!- aveva
annunciato la maestra mentre un brusio scontento si diffondeva.
-Sorteggio?- “Di male in peggio...”
riflettè infastidito.
-Il primo gruppo verrà formato da... Yamamoto Mitsuki,
Shinozaki Sachiko...-
-Eh? Ma io neanche la conosco!- esclamò allarmata la bambina.
-Forse se gli diciamo che hai sei anni e vuoi rimanere con tua cugina
accetteranno di metterti con lei.- le spiegò Morishige.
-Sventura...- commentò Sachiko ignorandolo.
-Kizami Yuuya...- il maestro continuò.
-E... Morishige Sakutaro...- Morishige era deluso anche se sapeva che
le probabilità di finire proprio con Mayu fossero basse.
“Ma lo erano anche quelle di finire con tre persone che
già conosco...”
-Deluso?- domandò Mayu.
-Sì... tu?-
-Un po'...- l'unico di quelli a che erano stati chiamati ad essere
indifferente era Kizami, Mitsuki lo guardava con denti stretti mentre
insieme a lui raggiungeva Morishige e Sachiko. Anche Fukuroi e Kurosaki
sembrava abbastanza delusi.
-Nell'altro gruppo ci sono Suzumoto Mayu, Kishinuma Yoshiki, Fukuroi
Masato e Ayumi Shinozaki...-
-Beh, allora ci vediamo dopo...- lo salutò Mayu.
-Si, a dopo...- sospirò Morishige cercando di non risultare
troppo preoccupato. “Forse sto prendendo troppo sul serio
questa faccenda dell'esserle utile, non è che se non la
tengo d'occhio io sparisce o qualcosa del genere... mi sto facendo
prendere troppo la mano!”
Angolo dell'autrice:
Mi scuso per eventuali errori, spero che non abbiate trovato noioso il
capitolo e che vi possa essere piaciuto.
Vi auguro in anticipo buona festa dei morti e buon Halloween!
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