Between habit and love

di _Kalika_
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*Fanfiction partecipante alla Yuri&Yaoi's Week indetta dal FairyPiece*


 
Between habit and love

 
Spesso è difficile risalire all'origine di un'abitudine. Da quanto tempo tutti i sabato sera si mangia la pizza guardando Castle in tv con il proprio migliore amico? Sembra essere sempre stato così. Proprio perchè è un'abitudine, è parte integrante della quotidianità e spesso non c'è verso di ricordarsi come e perchè sia nata.
Ed è esattamente per questo che alle ore 16 di un qualsiasi giovedì di ottobre un ragazzo era seduto sulla sua sedia a uovo con un computer sulle gambe, mentre il suo coinquilino si apprestava a mettersi sul divano con un bel libro fra le mani. Il primo ragazzo accese il computer, aprì una pagina Word e, alternando come al solito un'occhiata allo strumento e uno all'amico, cominciò a digitare.

18 Ottobre, ore 16:03
Usopp si sistema meglio sul divano senza staccare gli occhi dal libro che ha appena aperto, trovando subito il punto a cui era rimasto la volta prima. Ci mette poco ad immedesimarsi: la lettura lo coinvolge ma non ci sono colpi di scena, dimostrato da come non sia attaccato alle pagine.
Per un istante gli occhi si sgranano impercettibilmente, le sopracciglia si corrugano; ma l'attimo dopo tira un sospiro di sollievo, e a me non è dato sapere cosa sia successo. È una situazione molto interessante, almeno dal mio punto di vista. A volte Usopp mi parla di quale libro sta leggendo, di cosa è successo o sta per succedere, ma il più delle volte io sono completamente estraneo alla faccenda. Vedo un sorriso aprirsi sul suo volto, una risata scaturire leggera dalla gola, oppure i suoi occhi pietrificarsi dal terrore, ma non so cosa sia stato a provocare quell'emozione.
Mi limito a descrivere, mentre Usopp vede con i suoi occhi una guerra che non è mai esistita, dei personaggi a me sconosciuti e dei luoghi che non sono in grado di immaginare. Eppure a volte, osservando il luccichio dei suoi occhi, potrei quasi affermare di essere in grado di vedere, di sapere cos'è che sta tanto emozionando il mio amico.
Mi capita talvolta di leggere le sue espressioni in contesti assolutamente estranei ai nostri pomeriggi. Espressioni quasi impercettibili, un sopracciglio alzato di un paio di millimetri, una riga leggera che si crea sulla fronte, e mi rendo conto di essere in grado di leggere emozioni sul suo viso e nel suo comportamento che quasi nessun altro è in grado di notare.
Questo perché da tanto, tanto tempo, lo osservo con tutto me stesso. Ho fatto dell'osservazione quasi un lavoro, ed Usopp è sempre stato il mio soggetto preferito. Non smetterò mai di ripeterlo, quando legge diventa inspiegabilmente ipnotizzante.
Un ricciolo corvino gli cade davanti agli occhi, il suo naso freme appena ma non muove un muscolo per spostare il ciuffo, e so che non

Le dita si fermarono a pochi millimetri dai tasti, indecise su come continuare. Il ragazzo alzò la testa per fissare l'amico, ma pensava ad altro; in un istante gli erano balenati in mente tanti pensieri ma non riusciva a trasmetterne neanche uno alla tastiera, o forse non sapeva semplicemente decidere quale affrontare. Chiuse gli occhi per cercare di riafferrare il filo dei suoi pensieri, quando un rumore improvviso interruppe l'armonia che si era creata.
Entrambi i ragazzi alzarono la testa, distogliendo lo sguardo dai rispettivi impegni, fino a che Usopp non riconobbe il trillo e dopo averlo preso dal bracciolo del divano sbloccò distrattamente il telefono portandoselo all'orecchio.
«Pronto?» Un vociare indistinto ma acuto risuonò dall'altra parte dell'apparecchio. «Ah, certo! No, no, non me ne ero scordato... Sì, vengo a prenderti tra una ventina di minuti»
Il moro richiuse subito la telefonata e si alzò risoluto in piedi, il libro stretto in una mano con una sorta di rammarico ma lo sguardo brillante come era sempre quando si trattava della sua ragazza. Si voltò verso il coinquilino quando era sul punto uscire dal salotto, una spiegazione chiaramente superflua sulle labbra. «Era Kaya... le avevo promesso che saremmo andati a provare quella nuova gelateria insieme, sai, quella che ha aperto vicino alla bottega di Pappagu. Forse mi fermo da lei, quindo ci rivediamo stasera dopo cena. Oppure hai qualcos'altro in programma?»
«Forse dopo faccio un salto al Baratie per vedere se hanno bisogno di una mano, ma non penso di fermarmi per cena.»
«Va bene, a dopo!»
La porta del salotto so richiuse mentre Usopp si preparava in fretta ad uscire. Un paio di occhi azzurri si riflessero sullo schermo del computer che proiettava una frase compiuta a metà, così come il testo scritto conteneva solo la metà delle emozioni provate in quel breve frangente.
Raramente ci si ricorda come un'abitudine è iniziata, ma quando essa viene interrotta improvvisamente ci si rende conto di quanto la quotidianità sia sottovalutata.

18 Ottobre , ore 18:47
Il Baratie. L'unico posto oltre alla mia casa dove io possa concentrarmi sulla scrittura. Tempo addietro avrei creduto che un posto del genere sarebbe stato un luogo dove nessuno mi avrebbe mai dato fastidio, ma mi sono dovuto ricredere. Il Baratie è un locale ben organizzato ma anche molto famoso, e di conseguenza spesso estremamente caotico: eppure tra i clienti rumorosi, i continui litigi dei cuochi e le paterne interruzioni di Zeff, questo ristorante è la miglior fonte d'ispirazione che uno scrittore possa desiderare.
Ho passato la mia infanzia e la mia adolescenza tra queste mura, alternando la mia passione per la cucina a quella per la scrittura, potrei dire di conoscere a memoria ogni angolo del locale, eppure ogni volta che torno qui mi sembra di scoprire qualcosa di nuovo.
Normalmente il giovedì pomeriggio io e Usopp rimaniamo a casa, ma questa volta lui ha avuto un impegno e quindi ne ho approfittato per dare una mano al ristorante. A quest'ora però i clienti si fanno più radi, e posso dedicarmi alla scrittura circondato da questo ambiente familiare.
Raramente nelle mie storie parlo di me stesso, anche se mi piace molto. Questa volta ho decisamente voglia di farlo: sento una sensazione strana nel petto, e non c'è modo migliore per analizzare le emozioni che scriverle con calma.
Ma, al contrario di come succede solitamente, questa volta le parole faticano ad uscire dalla mia testa per essere trascritte sul computer. Non so bene cosa provo: è come se avessi un peso nello stomaco, ma tuttavia il fastidio non è tanto fisico, quanto più mentale. Non riesco a concentrarmi. Inspiegabilmente, i miei pensieri continuano a girare attorno all'episodio di questo pomeriggio. Usopp ha mancato il nostro regolare "appuntamento" per poter fare un giro con Kaya. E allora?
È una cosa assolutamente normale. Probabilmente non è neanche la prima volta che succede, e non ci ho mai dato peso più di tanto.

«Ehi, fratellino.» Una voce chiara e femminile interruppe il flusso dei pensieri del ragazzo. Reiju, sul punto di uscire dal locale, si sedette invece composta accanto a lui scoccandogli un'occhiata incuriosita: «Come mai qui?»
«È il Baratie. Non è strano che io sia qui.»
«Come mai qui di giovedì, quando di solito stai a casa con Usopp a scrivere, allora.» Riprese la ragazza in tutta calma mentre faceva scorrere un occhio lungo le righe appena scritte sul pc. «È successo qualcosa?»
«Niente di importante. Questo pomeriggio Usopp è uscito con Kaya.» Se lo ripeteva in mente da ore, ormai. Era una cosa perfettamente normale. Allora perché suonava cosi strana detta ad alta voce?
Anche Reiju sembrò arcuare appena le sopracciglia mentre commentava con un pensieroso "mh".
«Credo sia comprensibile che ti senta strano. La vostra è un'abitudine ben radicata negli anni, quindi può sembrare strano trovarsi senza nulla da fare.» Ma Sanji non sembrava convinto, allora Reiju si alzò sistemandosi l'abito senza smettere di guardarlo. «O forse può essere a causa di qualcos'altro. Se accetti un consiglio, prova a concentrarti su  soggetti diversi da te e da Usopp.»
 
11 Aprile, ore 18:35
Questa volta non sta leggendo. È incredibile come una persona possa essere una continua fonte di ispirazione. È incredibile come guardando una persona, un coinquilino un po' bugiardo dai ricci corvini e un naso particolarmente lungo, la testa si possa riempire di emozioni, energia ed ispirazione come se invece di sonnecchiare sul divano stesse rappresentando la più suggestiva opera d'arte del mondo.
I riccioli cadono dolcemente sul cuscino e sul suo viso, oscurandone in parte l'espressione rilassata. Anche quando dorme, la sua vitalità è accennata dalla posizione strana che assume il suo corpo, le ginocchia strette al petto, un braccio teso verso il bracciolo del divano e l'altro in bilico, pronto a cadere verso terra al minimo movimento.
Ricordo che inizialmente avevo considerato Usopp un perfetto modello per esercitarmi nella descrizione. Non che lo ritenessi soltanto uno strumento, per carità, ma adoravo osservarlo e studiarlo in tutte le sue particolari espressioni, che si accentuavano quando leggeva.
Adesso posso dire con certezza che Usopp è stato, e continua ad essere, un'incomparabile parte della mia vita da scrittore: una fonte di ispirazione.
Posso affermarlo perchè se prima guardandolo mi limitavo a descrivere i suoi movimenti, i suoi tic e modi di fare, adesso partendo da quello sono in grado di divagare dolcemente verso qualsiasi altro argomento di cui io voglia parlare.
Un trillo rompe il silenzio della stanza. Fino a poco tempo fa avrei smesso di scrivere per prestare attenzione a cosa sarebbe successo, ma a questo punto sono piuttosto sicuro di sapere cosa avverrà, e non ho voglia di fermarmi per questo. Nel giro di pochi secondi Usopp si sveglia, adocchia il cellulare e risponde con voce ancora un poco addormentata.
«Pronto?»
Basta che dall'altra parte del telefono senta la sua voce per illuminarsi. «No, stavo solo riposando... no, no, tranquilla!»
Lascia vagare lo sguardo nel vuoto mentre Kaya gli parla dall'altra parte del telefono, anche da qui posso sentire il suo tono entusiasta.
«Certo!» Risponde lui altrettanto allegro, e il suo tono esaltato mi strappa un sorriso. «Dammi un minuto che mi preparo...»
Scompare nella sua camera senza smettere di parlare al telefono, posso sentire senza dovermi sforzare la sua voce che parla alla sua ragazza riguardo i piani per la gita in programma con la sicurezza di un comandante pirata.
Sono passati almeno un paio di minuti, ed io non ho fatto niente che non fosse restare immobile, lo sguardo fisso sulle frasi già scritte sul pc senza neanche rileggerle.
«Esco con Kaya, ci vediamo stasera!»
Spero di averlo salutato o quantomeno aver annuito, ma sono piuttosto sicuro di non aver neanche alzato lo sguardo dal computer.
Sento i passi di Usopp scendere le scale fino a scomparire per tutto. È lontano.
Non appena lo realizzo, i pensieri mi investono come un fiume in piena. Come ogni volta da qualche mese, una sensazione spiacevole si aggrappa al mio stomaco, come se avessi mangiato troppo di fretta tre o quattro porzioni di tiramisù.
E deve anche essermi entrato qualcosa nell'occhio, perché le parole mi sembrano più sfocate del solito.
La verità è che Reiju aveva ragione, qualche mese fa. Non è tanto il fatto che Usopp usciva il giovedì pomeriggio a darmi fastidio, ma lo era sapere con chi usciva. La sua ragazza.
Sono stato cieco per mesi, ma a questo punto ho scritto abbastanza volte di questo sentimento per non poterlo riconoscere come gelosia. Non immaginavo che fosse così brutto da provare.
Non so come andrà a finire questa storia. Non so molto su questa storia di per sè, in realtà. Non so com'è iniziata - per quanto mi riguarda, è come se ci fosse da sempre -, non so cos'è stato il fatto scatenante, o meglio non so neanche se all'interno di questa serie di racconti apparentemente senza connessione logica c'è stato un fattore principale. Non so cosa mi ha fatto innamorare di Usopp, e se da una parte può sembrare spaventoso, dall'altra è una delle sensazioni più belle che io possa mai provare.
Non so com'è successo, ma a questo punto so per certo di amarlo.
Finalmente le emozioni, il rossore, le sensazioni nello stomaco acquistano un senso.
Sento un martellante rimbombo nella testa mentre scrivo queste parole. Adoro quando Usopp sorride, quando parla entusiasta delle sue avventure, quando i suoi occhi iniziano a brillare al solo sentire una voce.
Sapere che la persona a cui rivolge i suoi sorrisi non sono io fa male, più male di quanto mi aspettassi. Ma finché è felice credo di potermi permettere di non essere egoista, di lasciarlo a quella bella ragazza bionda che gli vuole bene quanto me.
Ma ora basta, non ho più voglia di scrivere. Ho voglia di un bel tiramisù.



***Angolo dell’Autrice***
Questo angolino è stato aggiunto molti mesi dopo la pubblicazione del testo (ossia il 9/8/19), ma poco importa.
Devo dire che quando ho messo questa Ff su Efp ero a dir poco dubbiosa, sia per i personaggi utilizzati, sia per la struttura del testo in sé, che è molto particolare e quindi molto complicata da fare.
Ed effettivamente il fatto che in questi mesi non abbia ricevuto alcuna recensione non dovrebbe far altro che confermarmi ciò che ho appena scritto.
Però rileggendola, devo ammettere di essere molto fiera di questa storia. Insomma, alla fine mi sembra un bel lavoro, soprattutto considerando che l’avevo fatto in fretta e furia per la Yuri&Yaoi’s Week, e poteva venire molto peggio!
Nonostante il minimo successo riscosso da questa Ff, spero davvero che i miei lettori si trovino almeno un pochino d’accordo con me.
Anygay, ci ho provato! Alla prossima!
_Kalika_

 




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