Che
sia davvero possibile?
«Ma
come no, mamma!»
Naruto
stava piagnucolando, ricordando alla madre che sarebbe stato attento,
non si sarebbe più esposto ai pericoli, che si sarebbe mosso
con la delicatezza di una volpe, proprio come avrebbe dovuto essere;
purtroppo non possedeva proprio il tipico passo felpato, neppure
ottimi riflessi o accortezza nei particolari, quindi le sue erano
praticamente parole al vento.
Da
una settimana chiedeva insistentemente di poter raggiungere il lago,
e per altrettanto tempo Kushina non aveva fatto altro che negargli il
permesso.
«Non
ci penso nemmeno. Pensi di poter essere così fortunato da
essere salvato per ben due volte di seguito, facendo la stessa
stupidaggine?»
«Ma
io...»
«Niente
ma!»
Il
tono imperioso non ammetteva repliche. Ciò che era accaduto
era servito da monito: altro che i lupi, il pericolo maggiore per
Naruto era proprio essere se stesso!
«E
Sasuke?»
Il
silenzio non durò a sufficienza per permetterle di trovare una
risposta ben studiata. Aveva semplicemente parlato di getto.
«Sa
dove abiti adesso. Sa dove trovarti.»
Una
premonizione azzeccata. Da lontano, due figure si stavano
muovendo nella direzione del bambino, il cui viso era ancora
imbronciato. Appena si accorse della loro presenza, corse agitandosi
come un forsennato.
«Sasukeeee!»
Gli
lanciò le braccia al collo, stringendolo forte e togliendogli
il fiato.
«Na...
ru... to...! Lascia... mi, non...!»
«Oh,
scusa scusa scusa! È che sono così contento di vedervi!
Ciao Itachi, come stai?»
Il
maggiore rispose con tono pacato ed un'espressione serena in viso.
«Io
bene, tu piuttosto? Ti vedo in ottima forma.»
I
vanti della volpe arrivavano fino alle orecchie divertite di Kushina,
che stendeva i panni in giardino. I piccoli s'erano messi a giocare
nelle vicinanze, mentre il fratello maggiore aveva raggiunto la
donna, avvertendo la necessità di parlare con lei.
«Buongiorno.
Siamo venuti qui per accertarci della salute di Naruto: fosse stato
per Sasuke, saremmo passati già il giorno dopo l'incidente.
Non lo da a vedere, ma si è affezionato parecchio: neppure con
i vecchi membri del clan era riuscito a legare così. Suo
figlio è straordinario.»
«È
semplicemente se stesso, come è sempre stato. Mi fa piacere
sapere che vi preoccupiate per lui. La ripresa è stata rapida,
ma è capitato si svegliasse in piena notte urlando ed
annaspando: deve essere stato uno shock. È giovane e forte,
sicuramente riuscirà a superare anche queste paure. Potresti
darmi una mano?»
Il
giovane raccolse i lembi del lenzuolo, portandoli alle estremità
del filo steso tra due pali di legno.
Il
bucato svolazzava profumato sopra le loro teste.
«Perché
non passate più spesso? Avrei bisogno di aiuto con un paio di
faccende. Penso farebbe bene pure a tuo fratello venire qui e
trascorrere del tempo con noi.»
Itachi
si fermò un attimo a soppesare quelle parole: avrebbre dovuto
sicuramente dare delle spiegazioni al padre, e sarebbe potuto essere
un potenziale problema. D'altro canto, la sincerità era
d'obbligo, avendo a che fare con il piccolo Sasuke. Avrebbe perso
davvero l'occasione per potersi avvicinare alle volpi? Avrebbe
lasciato volare via una simile opportunità, dopo tutto ciò
che era accaduto decenni addietro? Il primo passo lo aveva fatto
Naruto, decise che avrebbe continuato per quella strada.
«Può
contare su di me, sarà un piacere.»
°
«Ho
sentito che Kushina ha a che fare con gli Ōkami...»
«
Sul
serio? Ma è disgustoso!»
Le
voci della presenza sempre maggiore di lupi in casa di Naruto era
giunta al vicinato. Come una tempesta d'inverno, la notizia sferzò
in pieno volto i membri del clan, portando a maggiore diffidenza e
difficoltà d'interazione.
Quell'inverno
non fu affatto facile: la scarsità di materie prime, unita
alla minore affluenza, riuscì a ledere lo spirito forte e
tenace di Kushina.
«Mamma,
perché non viene quasi più nessuno?»
Una
domanda spiazzante, posta una gelida sera appesantita da una spessa
coltre di neve silenziosa. La donna sospirò, dando un buffetto
sulla testa al figlio.
«Sasuke
e Itachi vengono a trovarci tutti i giorni: perché ti fai
domande simili?»
«Perché
tu sei sola.»
Non
ebbe il coraggio di ribattere: il punto dolente era stato toccato con
tanta spontaneità da fare quasi male. Rise, tentando di
mascherare una sensazione fastidiosa e profonda, senza dover per
forza turbare il bambino che le stava di fronte.
«Sai
che non sono scemo, anche se ho solo dieci anni certe cose le
capisco.»
Le
orecchiette abbassate, lo sguardo umido di lacrime. Naruto sapeva
esattamente cosa stava succedendo, ma non riusciva a comprendere il
motivo per cui tutto quanto si stava disgregando così, davanti
ai suoi occhi. Aveva sempre avuto un buon rapporto con gli altri
bambini ed i membri... dove stava il problema di base?
«È
perché ci sono loro, vero?»
Negare
l'evidenza sarebbe stato sciocco. La donna scosse il capo,
sorridendogli amaramente.
«Non
sono cose di cui devi preoccuparti. Ora va a dormire, è
tardi.»
Il
discorso cadde così, senza una vera e propria conclusione:
Kushina non si sarebbe certo soffermata a spiegare quanto potesse
essere falso e disorientante il mondo degli adulti, e quanta
meschinità potesse caratterizzarlo. Riordinò la stanza,
concludendo il lavoro di rammendo per la famiglia Haruno; continuando
fino a ora tarda, rifletté su quanto quella famiglia stesse
facendo per lei. Nonostante le dicerie, vere fino a prova contraria,
la madre della piccola Sakura aveva mantenuto ancora dei contatti
molto stretti, raggiungendola volentieri fino a casa. La bambina e
Naruto s'erano avvicinati con il passare delle settimane, e non
mancavano le occasioni per giocare assieme e divertirsi fuori, tra i
cespugli, sugli alberi ed in giardino; l'indomani però,
l'amica avrebbe incontrato la prima volta i due giovani appartenenti
al clan dei lupi, che ormai erano di casa.
Come
sarebbe andata? Riteneva inutile chiedersi una cosa simile, era
stata una sua scelta quella di accoglierli con simpatia, rendendoli
partecipi in una comunità di diversa appartenenza. Si punse il
dito, pensando a quanto la stesse infastidendo ultimamente una parola
simile: "diverso... quanto disprezzo può avere
un'affermazione simile."
«Narutooo!
Ciao!»
Sakura
aveva raggiunto da poco l'amico, correndogli incontro; Mebuki, la
madre, raggiunse Kushina, accomodandosi sulla panca davanti
all'abitazione. Entrambe osservavano attente la figlia avvicinarsi ai
giovani lupi, incuriosita e vivace come sempre. Neppure un momento di
esitazione, e la piccola già s'era presentata, sorridendo ai
due nuovi arrivati che la stavano studiando ancora con una punta di
diffidenza.
«Sai,
non ho mai dato peso alle voci che la gente ha diffuso; ho sempre
ritenuto fossero delle idiozie campate per aria. Nonostante ciò
che le volpi pensano, non ho mai smesso di sostenerti in questa tua
crociata.»
Kushina
osservava la vicina, tentanto di capire il significato nascosto tra
quelle parole. Essendo sempre stata una donna pratica, arrivò
al dunque.
«
Crociata? Io lo definirei un cambiamento radicale piuttosto. Quando
ho avuto modo di parlare con Itachi, il maggiore dei fratelli, ho
esposto il mio pensiero ed il mio obiettivo.»
«Itachi,
ho visto che per voi è sempre un piacere trascorrere del tempo
con noi, e per questo ti ringrazio. Non avrei mai pensato di potermi
trovare un giorno in una situazione simile, forse perché
quando si cresce con delle convinzioni, certe cose ormai si danno per
scontate.»
Kushina
sorride, rivolgendosi al giovane.
«Ho
notato inoltre un cambiamento positivo in Naruto, in Sasuke e persino
in te.»
«Scusi?»
«Sei
un ragazzo imperscrutabile, eppure si scorge qualcosa di diverso
adesso. Per te venire qui è molto più che dedicare un
poco di tempo ad un piccolo amico, vero?»
L'Ōkami
non può negare: la donna ha centrato esattamente il punto.
«Non
me ne voglia a male, non l'ho certo fatto in malafede.»
La
volpe gli posa una mano sulla spalla, sorridendogli.
«So
ciò che desideri fare, ed è la stessa cosa che vorrei
pure io: ritrovare un equilibrio, una convivenza pacifica. Naruto e
Sasuke, senza esserne coscienti, hanno già reso possibile ciò;
il nostro compito sarà continuare su questa linea, poter
diffondere speranza e un nuovo clima di serenità.»
Lui
la osserva, indeciso se esternare completamente ciò che gli
occupa la mente. Inspira, sapendo di dover toccare un argomento
difficile.
«Contrariamente
a mio fratello, so esattamente cosa è successo. Non mi sento
di poter dare una colpa precisa: sono arrivato a questa conclusione
dopo parecchio tempo. Io, come mio padre e mia madre prima di me,
sono dell'idea che ciò che è accaduto sia stato un
errore: le innumerevoli vittime non possono essere scordate, e
nemmeno deve essere così. Non riesco a tollerare però
l'idea che ancora adesso quelle stesse persone vengano utilizzate
come capro espiatorio. Se avrà bisogno di qualcuno disposto ad
aiutarla a cambiare il pensiero comune, andare oltre le malelingue,
riappacificare due specie che una volta andavano d'accordo... Io ci
sarò.»
Kushina
tornò al presente sorridendo; espose all'amica il concetto in
maniera breve e coincisa, e le sorrise di rimando.
«Un
gran parlare, per una bestiola di soli 15 anni, no?»
«Quello
stesso giorno, i due fratelli si sono offerti di cooperare nel mio
lavoro e con le faccende, così da dimostrare a chiunque che
non tutti i lupi sono uguali. Certo, più di qualcuno mi ha
voltato le spalle, lo ammetto, ma non mi tange; so che non è
facile ricominciare daccapo, dopo tutto il rancore e l'odio cresciuti
in noi. So con certezza che chi ci è stato vicino, come te e
gli altri, è pronto per poter nuovamente accogliere la
famiglia di Sasuke tra noi.»
Da
lontano Sakura sventolava la manina in segno di richiamo, agitandosi
sui piccoli piedi saltellando. Mebuki la raggiunse, inginocchiandosi
tra i bambini.
«Guarda,
mamma! Itachi ha catturato delle cavallette!»
Naruto
guardava meravigliato la mano del ragazzo, indicandole col dito: uno
degli insetti balzò sulla sua coda, creandogli non poco
solletico. La sventolava, scommettendo su quanto tempo ci avrebbe
messo l'animaletto a saltare via. Sasuke la prese con le dita,
poggiandola a terra.
La
donna osservava divertita interagire quel gruppo eterogeneo, con
molta naturalezza; ad guardarli non si sarebbe mai detto che
provenissero da due luoghi così diversi.
A
qualche metro di distanza, l'attenzione di Kushina si spostò
verso un uomo dalle inconfondibili caratteristiche. Si alzò,
avvicinandosi al nuovo arrivato, e abbassò la guardia quando i
due fratelli si diressero verso quello che si rivelò essere il
loro padre. Un rapido saluto ed un cenno rivolto nella direzione
della donna: non era certo un uomo di molte parole, pensò la
volpe. Incontrandosi a metà strada, lo invitò
cordialmente in casa. Davanti ad una tazza di caffè caldo,
l'uomo prese parola.
«Buongiorno,
sono Kuro
Ōkami Fugaku, padre di Itachi e Sasuke.»
«Piacere,
Reddo Kitsune Kushina, madre di Naruto e padrona di casa. Mi dica
pure: immagino non si tratti di una semplice visita di cortesia.
Qualsiasi sia la questione, non si dia problemi nel conversare
schiettamente.»
L'uomo
poggiò la ceramica sul piattino, sospirando
ed osservando intensamente la donna negli occhi.
«I
miei figli hanno avuto modo di spiegarmi ciò che sta avvenendo
da queste parti. So cosa è successo il giorno in cui il suo
bambino ha rischiato di annegare, come sono a conoscenza di quello
che potrei definire il vostro progetto. Sono venuto qui per
sincerarmi di un paio di cose.»
Kushina
inspirò, tentando di mantenere fermi i nervi. Il suo
temperamento rude e forte era stato messo in un angolo, lasciando il
posto ad una pacatezza controllata e gestita magistralmente; non
sarebbe stato facile come conversare con dei bambini, ma da quel
colloquio sarebbero potute cambiare molte cose. Avere a che fare con
l'attuale rappresentante del Clan dei Lupi, o almeno, di ciò
che era rimasto lì accanto, la stava mettendo alla prova.
Avrebbe parlato con il cuore, così da mostrare ad altri occhi
la propria visione del mondo attuale, e di quello futuro.
«So
cosa sta tentando di fare, e la ammiro per questo. D'altra parte, non
posso fare a meno di pensare che ci possano essere delle
problematiche di non poco conto.»
«Se
lei pensa che abbia coinvolto io i bambini, si sbaglia di grosso: i
suoi figli si sono resi partecipi, e disposti a collaborare, nel
tentativo di portare avanti una diversa visione del mondo, di
cambiare le cose nel loro piccolo. Per l'età che hanno,
ragionano in maniera decisamente matura. Immagino sia merito
dell'educazione che hanno ricevuto.»
Fugaku
si fece scappare un lieve sorriso: l'adulazione velata lo convinse
d'aver a che fare con un oratore sottile e moderato, con cui avrebbe
avuto piacere nel conversare nuovamente. Era consapevole che la donna
aveva colto con precisione il messaggio tra le righe.
«Immagino
si sia fatta non pochi nemici, in questo periodo.»
La
volpe strinse i pugni, continuando a sorridere pacatamente: "mantieni
la calma, ti sta solamente testando."
«Chi
non è in grado di concepire la presenza di due piccoli in un
clan che abitualmente è aperto a razze differenti, non merita
la mia considerazione. Saremo pochi, ma qualcuno non ci ha
abbandonati. La prego di seguirmi.»
Piacevolmente
stuzzicato dalla piega delle cose, l'Ōkami la seguì
in giardino. I figli stavano allegramente conversando, mentre Mebuki
teneva per mano Sasuke; dietro di loro, Itachi, Sakura e Naruto
sorridevano, come fossero fratelli. un gesto incredibilmente
naturale, che palesava fiducia e condivisione.
Una
semplicità tale da spiazzare lo spettatore.
«Non
è poi così difficile, se si apre il cuore a ciò
che ci circonda, non crede?»
Egli
sorrise, sbuffando un poco.
«A
quanto pare, sembra di no. Dunque buon lavoro, e a presto. Mi auguro
tutto ciò possa dare inizio a qualcosa di più grande.»
°
Le
fredde giornate invernali, buie e innevate, lasciarono presto il
posto ad una mite primavera, riscaldata da un sole tiepido e dai
verdi boccioli sui rami nuovamente carichi di tenere foglie.
Naruto
aveva legato indissolubilmente con Sasuke ed Itachi, e spesso pure
Sakura li raggiungeva, passando interi pomeriggi a correre, giocare e
scoprire il mondo. Nuovamente alcuni membri del clan Kitsune si
riavvicinarono a Kushina ed alla famiglia, frequentando volentieri
quell'abitazione che in poco s'era affollata di abitanti di diverse
origini. Ciò che il gruppo delle volpi aveva dimenticato con
il tempo, accecato dal risentimento e dalla paura verso gli Ōkami,
era che più volte aveva accolto a braccia aperte membri di
altre specie: i Nara del clan Aoi Nekoi,
oppure gli Inuzuka tra gli Shiroi Inuii.
Famiglie sempre ben accette.
Una
tradizione tollerante e aperta, oscurata da un incidente che
coinvolse più razze loro malgrado.
Memori
delle proprie origini, e della tolleranza che li caratterizzava da
generazioni, gli abitanti decisero di organizzare una piccola festa
nel tentativo di scacciare la grande tensione accumulata tra gli
abitanti; partecipazione estesa a tutti, compresi i nuovi arrivati.
La notizia giunse rapida a Kushina, che non mancò di avvertire
i suoi ospiti; Naruto entusiasta saltellava ridendo attorno a Sasuke.
«Visto?
Lo sapevo che prima o poi sarebbe cambiato qualcosa!»
Il
lupetto però non era riuscito a trovare conforto in quelle
parole gioiose. La semplice onestà dell'amica volpe non era
riuscita a cogliere subito il messaggio che la notizia celava con
gravità.
Ci
stanno mettendo alla prova, tutti quanti.
Itachi
avvicinò il fratello, rassicurandolo con una lieve carezza tra
le orecchie tese e nervose.
«L'importante
è che tu sia sempre te stesso, non rinnegare ciò che
sei. Non vergognarti della famiglia a cui appartieni, e cammina
sempre a testa alta.»
Sakura
osservava meravigliata quel giovane così diverso da lei,
eppure saggio e così dolce.
D'un
tratto la porta di casa si spalancò, presentando un Minato
stanco ed esasperato. La moglie fece uscire tutti con una scusa, nel
dubbio di dover affrontare una conversazione per nulla piacevole.
«Sapevo
che sarebbe successo...»
Lei
non capiva, anche se aveva intuito qualche cosa. L'uomo la guardò,
stringendola a sé.
°
Il
clan intero s'era prodigato nei preparativi; l'arrivo della bella
stagione, dopo il rigido inverno, aveva riscaldato gli animi ed
incuriosito i più piccoli. Molti dei bimbi del vicinato
avevano raggiunto il gruppo che si stava dirigendo sull'altipiano
poco oltre l'insieme di case, verde ed illuminato dal sole
rigenerante. Il ruscello lì accanto brillava, smosso dai piedi
nudi dei cuccioli che si stavano rincorrendo in allegria.
Kushina
e Minato presero posto accanto alla famiglia Haruno. Mebuki palesò
la propria positività nel notare così tanta
partecipazione alla venuta degli Ōkami,
e fece notare loro come fosse semplice, per delle creature così
giovani, interagire e divertirsi senza alcuno sforzo. I genitori di
Naruto riconobbero con piacere la presenza di moltissimi coetanei del
figlio.
«Se
fosse così facile anche per noi, cara... Gli adulti non sono
mai stati in grado di essere così diretti, spontanei, sinceri.
Tutto ciò che di buono avevamo, lo abbiamo perso crescendo.
Tutta questa spensieratezza è contagiosa, devo ammetterlo. Mai
avrei creduto che tu saresti stata in grado di creare un simile clima
d'armonia.»
Kushina
sorrise alle parole del marito.
«È
la prima volta che ti sento spendere belle parole per loro. Minato,
chissà cosa è accaduto nella tua testa, nel portarti a
cambiare direzione così.»
«Chi
lo sa.»
A
pochi metri di distanza, Naruto era caduto a terra rovinosamente,
finendo con il sedere sul basso fondale del rio in cui stava giocando
a piedi nudi. Sasuke lo raggiunse impensierito, rimproverandolo sulla
disattenzione dimostrata e la tipica sbadataggine. Itachi corse loro
incontro, da bravo fratello responsabile, tenendo la piccola volpe
per mano e riportandola, zuppa e sorridente, sulla riva. Chi rideva,
chi chiacchierava, chi veniva trasportato in un mondo da sogno dai
fantastici racconti del lupo: ognuno di loro avrebbe portato dentro
di sé un buon ricordo di quei nuovi compaesani.
Poco
dopo Sakura corse incontro alla madre, l'aria preoccupata e il
respiro corto: una reazione che non presagiva nulla di buono. Mebuki
la accolse, sollevandola da terra.
«Mamma,
stanno arrivando!»
Un
nuovo capitolo che sembra volgere al meglio: questo mi sono detta.
Eppure, la storia ha preso la sua piega, portandomi a rivalutare la
conclusione in tre parti. Come al solito, i protagonisti hanno voluto
prendere la propria strada, fregandosene altamente della trama
ahahah! A chi non succede? Grazie a tutti voi che seguite, e a
quelle bellezze che riescono sempre a tirarmi su anche quando non ho
il tempo, la forza, il tempo, l'ispirazione e il tempo per scrivere:
BlueRoar,
Mahlerlucia
e Miryel
:3
Ci
vediamo al prossimo capitolo, l'ultimo giuro! :D Mi auguro di essere
riuscita ad emozionarvi, come è successo a me nello scrivere
questa storia.
-Stefy-
|