- Titolo:
Con Wakamatsu Kousuke non si scherza!
- Fandom:
Kuroko no basket
- Pairing:
Aomine Daiki x Wakamatsu Kousuke
- Rating:
Verde
- Situazione:
Trovare
il rotolo di carta igienica finito, sapendo che il colpevole
è il
vostro lui/lei, che non lo cambia mai!
- Con
Wakamatsu Kousuke non si scherza!
- Se
c’era qualcosa che Wakamatsu trovava davvero fastidioso, era
entrare in bagno e costatare che, per l’ennesima volta, il
rotolo
della carta igienica fosse finito senza che lo sostituissero.
- Chi
poteva essere stato? Ovviamente quella era una domanda retorica
giacché in quella casa c’era solo una persona
capace di una
dimenticanza simile: Aomine
Daiki!
- Tutto
quello era una gran fonte di irritazione per l’ex studente
della
Too Gakuen e situazioni come quelle, gli dimostravano ogni volta
quanto fosse disordinato il suo vecchio kouhai.
- Se
quella fosse stata solamente una casualità, avrebbe
sorvolato sulla
situazione, cosa che avevo fatto la prima volta, ma, dopo aver notato
quante volte si fosse ripetuta, non era più in grado di
ignorare la
sua trascuratezza.
- Come
poteva fargli capire che quando il rotolo si esauriva, doveva
rimpiazzarlo? Non era mica una cosa così difficile da fare?
Avrebbe
solo dovuto aprire un cassetto, mica ci voleva un qualche strana
laurea di cui probabilmente quello stupido non aveva mai sentito
parlare? Daiki era uno scansafatiche colossale da non aver voglia
nemmeno voglia di aprire un comunissimo stipo.
- Erano
quelli i motivi che facevano aumentare la propria ira nei confronti
del ragazzo dai capelli blu.
- Il
comportamento di Aomine era odioso al punto che incominciava a porsi
una domanda: cosa ci aveva trovato in un ragazzo, il cui unico scopo
nella vita sembrava essere quello di fargli saltare i nervi? Il bello
era che nemmeno Kousuke sapeva rispondere a tale quesito.
- Sapeva
che doveva imparare a convivere con quello scansafatiche, ma il suo
carattere gliel'avrebbe impedito. Nulla l’avrebbe fermato dal
fargli un’altra ramanzina, proprio come quelli della loro
adolescenza, ma avrebbe continuato a rinfacciargli i suoi doveri, fin
quanto Daiki non avrebbe capito quali fossero i suoi ruoli in quella
casa: era uno dei suoi compiti in quanto suo fidanzato, no?
- Sapeva
che non fosse facile visto, perché sapeva come l'altro fosse
fatto e
questo non avrebbe dovuto stupirlo, ma aveva pensato che con il
tempo, il vecchio asso del club di basket, sarebbe potuto cambiare in
meglio cosa che però mai era avvenuta.
- Gli
anni erano passati e più il tempo trascorreva e
più si rendeva
conto che nulla avrebbe fatto migliorare quel tipo, ma questo non
significava che voleva risparmiarsi. Aomine poteva anche avere la
testa dura su certe faccende, ma avrebbe avuto pan per
focaccia:“Con
Wakamatsu Kousuke non si scherza!”
- Dopo
essere uscito dal bagno, il biondo, si diresse nell'unica stanza dove
era certo si trovasse il coinquilino: nel soggiorno, disteso sul
divano, a guardare video di Idol.
- Non
è che lo giudicasse per i suoi gusti e nemmeno che alla sua
età
ancora adorasse quella tipologia di artiste, no, a infastidirlo era
tutta altra faccenda. Il fatto era che lo irritava fin dentro l'animo
che guardasse quelle ragazze in sua presenza.
- Ovviamente
Kousuke sapeva che fosse ridicolo essere geloso di cantanti, ma era
più forte di lui provare quell'astio sembrava nutrirsi ogni
volta
che lo trovava davanti alla TV o a sfogliare una di quelle riviste
riviste.
- “Almeno
guardale quando non sono in casa!” urlò nella
propria mentre
avvicinandosi al divano.
- La
situazione peggiorò quando Wakamatsu notò che
l'altro non si fosse
accorto della propria presenza e si lasciò domare dalla
propria
gelosia.“Questo è tropo!”
- Nonostante
sapesse cos'avrebbe potuto comportare, Kousuke non aveva intenzione
di fargliela passare liscia.
- Cercò
di di fretta di recuperare il telecomando per spegnere il televisore
e, quando ci riuscì, si sentì terribilmente
soddisfatto.
- Sapeva
con certezza che di lì a poco Aomine avrebbe reagito
perché, a una
prima occhiata, sembrava a dir poco arrabbiato.
- Non
era cambiato nemmeno da quel punto di vista: rimaneva lo stesso
ragazzo che perdeva le staffe per un nonnulla.
- Il
ragazzo dagli appariscenti capelli blu, con la velocità di
una
pantera, gli fu accanto e con occhi carichi di rabbia
incominciò a
scrutare i suoi.
- “Qui
l'unico che ha il diritto di essere arrabbiato sono io!”
disse fra
sé e sé ricambiando lo sguardo con la stessa
intensità.
- «Ridammi
il telecomando!».
- Ormai
stava per scoppiare ed era certo che niente e nessuno avrebbe potuto
fermalo.
- «Non
te lo darò: hai davvero superato il limite!».
- «Quale
limite?».
- «Ti
dimentichi di sostituire il rotolo della carta igienica, non fai
nemmeno una faccenda domestica ma, anzi, passi tutto il giorno
disteso su questo divano a guardare Idol e mi hai rotto!
Quand'è che
ti darai da fare? Non posso mica pensare alla casa tutto da solo?
Renditi utile anche tu in qualche modo, non so aiutami nelle faccende
o trovati un lavoro».
- Aveva
cercato in tutti i modi di non far trasparire la sua gelosia verso le
Idol, cercando di marcare le altre questioni, ma aveva paura che
Aomine potesse scorgerla in qualche modo.
- «Sul
serio pensi che potrei sottopormi a quelle rotture di colloqui?
Sarebbe una noia colossale!».
- In
verità aveva sempre saputo che lavorare per il vecchio asso
della
Too Gakuen, non fosse fattibile. Era così svogliato che
probabilmente avrebbe bigiato tutto il giorno, esattamente come
faceva ai tempi del club di basket: no! Aomine Daiki non era fatto
per il lavoro, o almeno queste erano le conclusioni di Wakamatsu.
- «Fa
il tuo dovere!».
- Sentiva
lo sguardo dell'altro arsi sempre più pesante. Kousuke
conosceva fin
troppo bene quella sensazione: era l'imponenza dei membri della
generazione dei miracoli che non aveva mai abbandonato il vecchio
cestista.
- Non
aveva paura né di quello sguardo austero e tantomeno delle
parole
che avrebbe pronunciato.
- Il
coinquilino gli afferrò il mento fra le dita della mano e,
con una
leggero movimento, lo avvicinò al proprio.
- «Sai
dire solo questo? Ti rendi conto di quanto tu sia snervante?».
- «Se
tu iniziassi a fare il tuo dovere, non ti snerverei
più!» Quello
fra loro due sembrava un duello all'ultima parola ed era pronto a
tutto per riuscire a ottenere la vittoria. «Trovati un
lavoro,
Aomine ti aiuterà a essere un uomo migliore».
- «Smettila
di scocciarmi!».
- «Così
io ti scoccerei?».
- No,
quel loro bisticcio non era un duello, ma sembrava quasi che stessero
approfittando dell’occasione per filtrare e la cosa in fondo
al
biondo non è che dispiacesse poi tanto, nonostante non
l'avrebbe mai
ammesso alla controparte.
- «Sì!».
Il coinquilino si avvicinò ulteriormente al suo volto, al
punto da
sfiorare quasi le reciproche labbra. «Mi scoccia il tuo modo
di
fare, così come i tuoi rimproveri».
- «Alla
fine sei rimasto lo stesso bastardo delle superiori».
- «Tu
invece sei la solita rottura». Sul volto gli si dipinse uno
di suoi
soliti ghigni e avvicinando all'orecchio sussurrò:
«sai, a me piaci
proprio per questo e lo stesso vale per te».
- L'avrebbe
preso volentieri a sberle se solo non l’avesse baciato con
quella
velocità assurda che lo colse alla sprovvista per l'ennesima
volta.
- Sapeva
che la relazione con Aomine faceva male alla sua pazienza, ma era
come se lui fosse affetto da una bizzarra forma di autolesionismo.
- “Si
può essere più masochisti di
così?” si disse fra sé e sé
ricambiando il bacio di Aomine:“La risposta è
no!”
- Nonostante
il litigio si fosse placato, la prossima volta si sarebbe fatto
valere, perché Wakamatsu Kousuke non si sarebbe mai lasciato
abbattere da quella pantera di nome Aomine Daiki.
- NOTE
- Era
da tanto che non scrivevo una storia per un contest perché
mi
mancava l'ispirazione, ma dopo aver visto il bando di questo contest
non ho resistito alla tentazione perché mi piaceva troppo la
situazione e la trovava adattissima per una storia su questi due
spionaggi.
- La
storia non mi convince appieno e ho cercato di migliorarla senza
però
esserne mai soddisfatta, ma alla fine ho deciso di consegnarla lo
stesso e spero che possa essere di vostro gradimento.
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