Nei
tuoi occhi capisco finalmente chi sei
Il freddo, quello pungente e disarmante, il gelo che penetra nella
pelle e nelle ossa e che non ti fa respirare, non ti lascia in pace.
Non lo fa neanche
quando credi di aver voltato pagina, di non aver più bisogno
di sfogarti piangendo lacrime che ti distruggono lentamente. Ogni
pensiero diventa una lama incandescente e il petto fa male. Fa
dannatamente male, ancora una volta.
Non hai affrontato
quei ricordi, i passi avanti che hai fatto da allora sono ben pochi, ma
preferisci fare finta di nulla.
Ti stringi nelle
spalle un istante prima di riempire l'ennesimo scatolone. La stoffa
delle magliette di Jimmy è profumata: sa di tenerezza, di
dolcezza, di due occhi azzurri sorridenti. Ma il sapore, la sensazione
che ti arriva al cuore è un'altra e ha a che fare con la
disperazione, con il sangue che hai lavato dal pavimento di quella casa
enorme dove avresti vissuto con lui.
Se solo non te lo
avessero portato via.
Il peso che hai in
gola adesso è un macigno tale da riuscire a sopportarlo a
stento.
Dover dire addio alle
sue cose è un altro ostacolo che eri convinta di aver
superato, ora che finalmente la tua vita è pronta per
ricominciare.
Una volta pieno,
sposti lo scatolone nell'angolo vicino al divano e ti butti verso gli
ultimi oggetti che hai portato dal Talon.
Infili la mano
nell'enorme sacchetto di plastica e ne tiri fuori una busta bianca, una
di quelle tanto familiari anni fa, quando scrivevi a tutte le testate
giornalistiche nei dintorni per chiedere la possibilità di
uno stage come reporter. Un altro sogno iniziato e terminato allo
stesso modo.
Basta poco per
comprendere di cosa si tratti realmente e lo capisci al volo quando
leggi la scritta impressa a penna sulla parte posteriore della carta:
"A Clark".
È quella lettera: la
stessa che avevi scritto al tuo migliore amico, dichiarandogli i tuoi
sentimenti. Un pezzo del tuo cuore che gli avevi donato
così, senza pretendere nulla, in un gesto che non ha mai
avuto un risvolto.
Le parole che avevano
fatto soffrire Jimmy, che vi avevano divisi perché, per
quanto puoi negarlo, Clark è sempre stato al primo
posto nella tua vita a causa di un segreto che conoscevi solo tu e che
ti sei sempre impegnata a custodire con affetto. Tu, la sua sola
spalla. La sua amica fidata.
«Hai
conservato davvero quella lettera?».
Sussulti quando senti
una voce femminile giungerti alle orecchie. Quando ti volti, la
fotocopia di te stessa ti sta fissando, in piedi a braccia conserte. Il
suo sguardo è serio, duro. Gli occhi verdi privati della
luce e della spontaneità che ti ha sempre contraddistinta.
Stai fissando
stupefatta una ragazza identica a te, in casa tua. La situazione non ti
sconvolge particolarmente, perché sei abituata a certi
eventi inspiegabili, ma quell'immagine ti mette in soggezione, una
sensazione strana.
«Non sarebbe
ora di buttarla? I tuoi sentimenti per Clark ti hanno portato solo
problemi».
Ancora in ginocchio,
cerchi di comprendere cosa stia succedendo nella tua testa.
Sì, probabilmente, ciò che non sta funzionando
parte da lì. Nulla di strano, dopotutto.
«Okay, se
vuoi farmi credere di essere una persona in carne e ossa e non il
frutto della mia psicologia momentaneamente instabile ti avviso subito
che non funziona».
Sorridi appena e
respiri profondamente perché sai che, a breve, la Chloe che
hai davanti sparirà nel nulla. Tuttavia lei è
ancora lì e ti scruta con un'espressione che trasmette solo
piena convinzione.
«Io non sono
una persona in carne e ossa» ti dice, avvicinandosi appena.
«Ma questo non significa che non sia vera. Sono te. Sono il
tuo dolore e la tua frustrazione, sono la rabbia che trattieni da
troppo tempo».
Sollevi lo sguardo,
stavolta senza sapere cosa dire. Sgrani ancora gli occhi, immobile. La
presenza che ti sta davanti non muta affatto espressione, quasi come se
volesse qualcosa da te.
«Come vedi
ho già abbastanza problemi nella mia vita per farmi carico
anche della mia copia super arrabbiata».
Scuoti la testa e
cerchi di tornare alla realtà, ma sai che anche un
pizzicotto non funzionerebbe per risvegliarti dal torpore di quella
sensazione particolare. A causa di ciò, mantieni il
controllo della situazione e la guardia alta.
«Ricordo
quella lettera» continua lei, quasi come se tu non avessi
parlato. Il sorriso amaro le si forma agli angoli della bocca e un
qualcosa di crudele ti trascina via mentre ti parla. «Il tuo
cuore era colmo di amore per la stessa persona che non si è
mai accorta di te. E che adesso ti ha voltato le spalle».
Ti alzi in piedi di
scatto e stringi la busta tra le mani. Percepisci tutto della Chloe di
allora; la sua frustrazione e la delusione che ancora esistono, da
qualche parte nel tuo cuore.
"...
sono la ragazza dei tuoi sogni travestita da migliore amica... ".
Frasi che non hanno
più senso, perché - come avevi spiegato a Oliver
- dell'amore per Clark rimane solo una vecchia cicatrice che non brucia
più, perché poi è arrivato Jimmy e,
con lui, un mondo pieno di cose meravigliose che avete condiviso
insieme.
Butti la lettera alla
rinfusa nello scatolone e ti allontani leggermente dalla ragazza bionda
che ti fissa senza scomporsi.
«Clark
è sempre stato il mio migliore amico, non mi ha voltato le
spalle».
«Oh,
sì che lo ha fatto. Gli hai chiesto una cosa sola e, dopo
tutto quello che hai fatto per lui in questi nove anni, si è
rifiutato. Lo hai implorato e si è voltato dall'altra
parte».
Abbassi lo sguardo,
mentre cerchi di trattenere le lacrime che ti appannano la visuale e
che non ti permettono di riflettere con lucidità.
È successo
da poco e, nonostante tutto, nonostante l'impegno per rimettere a posto
i cocci di un'amicizia andata in frantumi, siete rimasti distanti.
Lo avevi pregato. L'unica cosa che tu
gli abbia mai chiesto; tornare indietro nel tempo con quel maledetto
anello e salvare Jimmy da quel mostro che l'aveva ucciso senza
pietà. Troppo presto, prima di iniziare sul serio la vostra
vita insieme, finalmente da marito e moglie. Ti è stato
strappato via durante quel bacio, quell'ultimo bacio, dopo aver
riscoperto quell'amore ritrovato, le labbra calde di lui sulle tue. Ma
Clark non ha mai avuto intenzione di ascoltare la tua
necessità, a causa delle gravi conseguenze che quell'azione
avrebbe implicato.
«Saresti
stata pronta a morire al suo posto».
La voce della figura
continua a parlare, imperterrita.
Un'altra volta. Ancora e ancora.
«Lui non ha
voluto, nonostante il peso di ciò che ti ha sempre caricato
sulle spalle».
Hai pianto davanti al
tuo amico senza che lui battesse ciglio o che provasse a cambiare idea.
Non aveva neanche pensato a una soluzione, dopotutto.
«E forse
è stata un po' colpa sua se Davis Bloome ha ucciso Jimmy.
Non Doomsday, non il mostro. L'essere
umano Davis Bloome. »
E
poi, di nuovo.
«Clark non
è mai stato in grado di uccidere nessuno, neanche per il
bene collettivo. Questo lo sapevi e per proteggerlo, per proteggere
tutti, hai annullato la tua vita per fuggire con un mostro psicopatico
che avrebbe potuto perdere il controllo in qualsiasi momento. Un mostro
kryptoniano».
«Stai zitta,
non è così! Io e Clark ci siamo chiariti, non
è come dici tu».
«L'uomo
invulnerabile, il tuo migliore amico, che è fuggito dopo la
morte di Jimmy e ti ha lasciato affrontare tutto da sola? Nel tuo
dolore, completamente sola. Avevi bisogno di averlo accanto a te. Lui
c'era al funerale e non si è avvicinato. Lo hai visto, era
lì».
Non vuoi
più sentire niente di quei pensieri, di quei sentimenti che
ti venivano strappati via dal cuore. Chiudi un attimo le palpebre,
sperando di non dover ascoltare altro, ma è complicato.
Troppo, troppo complicato.
Quando ti volti e
torni a fissarla in viso, noti lo sguardo di pura cattiveria che ti
rivolge.
«Cosa sei,
Chloe? Da piccola, un'insopportabile curiosa ficcanaso. Poi una
giornalista con una carriera buttata al vento per diventare la spalla
mediocre di un eroe, un eroe che non ha il coraggio di fare
ciò che deve essere fatto, facendola pagare a te. Una
contaminata da meteoriti con un potere enorme che la spaventa. Una
vedova che piange ancora i propri errori e quelli altrui».
Muovi appena le
labbra, ma le parole non ti escono. Percepisci il cuore palpitare, la
verità di quelle frasi nel petto, dove sono rimaste fino a
questo momento.
Ma non ti lasci
abbattere, non così. Tocca a te, adesso.
«Cosa vuoi
da me?».
La figura si avvicina,
lasciando tra voi solo pochi centimetri.
No, ti sei sbagliata;
quelli non sono i tuoi occhi. Sono neri, spenti, annullati. E di colpo
capisci il motivo della sua presenza accanto a te, le sue parole.
Lei è la
malvagità che ti istiga a un pensiero fisso, che ti muove
verso la vendetta pura. È la parte di te stessa che hai
sempre accantonato, unita all'arroganza e alla presunzione che hanno
fatto parte di te, una volta.
«Voglio
anticiparti ciò che accadrà a questo mondo, se
non ti allontanerai da Clark Kent. Il tuo rapporto con lui,
già compromesso, gli sarà di peso e non
riuscirà a realizzare il suo destino» afferma lei,
scrutandoti con disprezzo. «Tu sei la voce della sua
coscienza, la sua spalla, il suo cammino. Lo tieni ancorato alla sua
dimensione umana, quella che non gli permette di osare e di accettare
la morte altrui per una salvezza più grande».
Rimani confusa da
quelle parole, seguendo il movimento delle due labbra che si muovono
appena, monotone. Non vi è enfasi in quel tono di voce,
né alcun tipo di sentimento positivo. Il tempo che trascorre
in sua compagnia fa tornare quel ghiaccio, quel freddo al quale ti
sforzi di non cedere. Ti sta distruggendo i bei ricordi con Clark, la
vita che avete condiviso insieme.
«Non
è vero, Clark sarà sempre umano. Lui è
uno di noi».
«Clark non
è un essere umano, è destinato a compiere grandi
imprese su questo pianeta» interviene la copia con calma
raggelante, mentre non riesci a divincolarti dal suo sguardo.
«Finché ci sei tu, Watchtower, lui non
potrà farlo. E la Terra raggiungerà presto la
totale distruzione, perché il Vaso di Pandora
sarà aperto e il Male la governerà interamente.
Lui non potrà fare niente contro Darkseid».
«Come fai a
sapere tutto questo?» le chiedi seria, mentre un senso
d'angoscia si muove nello stomaco fino ad arrivare ai polmoni,
mozzandoti l'ossigeno.
«Io sono la
Chloe che ha abbandonato il suo lato più debole e inutile,
quello umano, quello che ti fa soffrire, perché Darkseid mi
ha offerto qualcosa che Clark non ha mai potuto offrirmi. Il tuo
difetto è la tua anima, ancora così
inevitabilmente fragile» spiega, mentre ti rendi conto di non
riconoscere affatto quella figura; di te ha solo l'aspetto.
«Lasciala perdere. Lui ti ruba la prima pagina. Ti ruba la
scena. Per lui sei una barzelletta. Ora due milioni di persone la
pensano come lui. Forse è così. Forse
è questo che sei. Una barzelletta».
Ascolti l'istinto e
dai un calcio allo scatolone, facendolo finire contro il muro. Sta
facendo di tutto per allontanarti da Clark, sta toccando argomenti che
vorresti solo dimenticare. Percepisci quella cattiveria forte e chiara,
adesso. Devi mandarla via.
«Sei una
giornalista, Chloe Sullivan, o lo sei stata. Nel mio mondo la tua
debolezza non è ammessa, finirai per soccombere. E con te,
tutti quanti».
«Adesso
basta, vattene!».
Ti volti, brusca,
lanciandole contro il primo libro che ti capita davanti, sull'ammasso
di cianfrusaglie da catalogare.
La presenza svanisce
improvvisamente, lasciandoti sola nel gelo che ti circonda nuovamente.
«È
permesso?».
Una voca familiare
giunge alle tue orecchie pochi minuti dopo, ma sei ancora troppo scossa
per notarla.
«Ehi,
cos'è successo? È passato un tornado o hai solo
sfogato la tua rabbia in modo bizzarro?».
Ti risvegli in quel
momento e, quando lo fai, Oliver ti sta scrutando in modo strano.
«Ah...
sì, scusa» mormori, appoggiando una mano sulla
testa. «Mi è scivolato qualcosa di mano mentre
trasportavo gli scatoloni e questo è il massimo che sono
riuscita a fare, non avendo un uomo dalle mille risorse a mia
dispozione».
Il miliardario sorride
sornione, gli occhi luminosi che ti sono mancati più di
qualunque altra cosa.
«Sono qui
proprio per questo, infatti. Prevedevo un danno di qualche tipo... ma
non è troppa roba, per essere solo la nostra
base?».
«No, direi
di no. Per ora va bene così».
Ripensi ancora a
quella strana situazione e ti guardi intorno con il timore di vederti
comparire davanti lo stesso involucro di malvagità pronto a
schiacciarti con i tuoi stessi pensieri, ma non c'è nessun
altro nei paraggi.
«Chloe,
tutto bene?».
Annuisci e sospiri,
prendendo tempo. Il tuo fidanzato ti guarda aspettandosi qualcosa e
così cedi.
«Sì,
è che... mi è successa una cosa strana»
cominci, tentando di trovare le parole giuste per non farti prendere
per matta. Impazzire, già, una delle tue più
grandi paure. «Ho visto me stessa. Era la mia rabbia e la mia
cattiveria, tutto ciò che sento davvero, capisci? Mi ha
fatto vedere cosa sarei se lasciassi perdere Clark e la Justice League,
ha rivelato cose di me che pensavo di aver cancellato definitivamente
dalla mia testa e... ».
«Frena,
frena!» esclama Oliver, appoggiandoti le mani sulle spalle.
Cerca di incrociare i miei occhi, lo sguardo fisso su di me, ma con
scarsi risultati. «Mi stai dicendo di aver visto il tuo
fantasma in versione malvagia che ha azzeccato tutto il marasma di
pensieri incasinati di Chloe Sullivan?».
Lui sorride,
sdrammatizzando. Sai com'è, avresti dovuto aspettartelo.
Tuttavia non riesci a evitare di farti contagiare da quello sguardo.
«Sì,
conosceva ogni mia debolezza. Mi ha detto che se continuo a stare al
fianco di Clark, il mondo sarà distrutto da un certo
Darkside. Io gli impedisco di realizzare il suo destino».
Oliver rimane in
silenzio qualche attimo, dubbioso, riflettendo sulle tue frasi.
Soffermi il tuo viso sul suo petto senza volerlo, per nascondergli le
lacrime che minacciano di scivolarti sulle guance da un momento
all'altro.
«Quante
stupidaggini» dice poi, spezzando il silenzio.
«Ascoltami... ognuno di noi sceglie da che parte agire.
Questo l'ho imparato a mie spese. Inizialmente cercavo solo vendetta
verso Lionel Luthor e mi sono macchiato di un crimine che non mi fa
dormire la notte. Ma ci ho riflettuto e sono cambiato. Ho scelto di
fare del bene ogni giorno, senza farmi influenzare da niente e
nessuno».
Ti solleva lo sguardo
con l'indice, riprendendo il suo meraviglioso sorriso.
«Clark ha
bisogno di te. Gli sei sempre stata accanto e, nonostante gli screzi
che ci sono stati fra di voi, non puoi abbandonarlo. E poi ti conosco
troppo bene per sapere che agirai sempre e solo per aiutare il
prossimo. Capito, Watchtower?».
Fai un cenno col capo,
respirando profondamente. Quell'immagine di te stessa ti ha provocato
un susseguirsi di sensazioni sgradevoli alle quali non riesci a dare un
freno.
«Tu credi
che io possa diventare così, un giorno? Che possa arrivare a
detestare te o... Clark?».
Il giovane uomo ride,
poggiando la fronte contro la tua.
«Sarebbe
più facile convincere il nostro kryptoniano preferito a
riposarsi di tanto in tanto, invece di pensare a salvare il mondo
ventiquattr'ore al giorno, ma sai che non accadrà
mai».
Non puoi resistere a
quello sguardo, a quei modi. Agli occhi scuri che si riflettono nei
tuoi, chiari e limpidi. Oliver annulla la distanza tra i vostri volti e
ti bacia piano, lentamente. All'improvviso, ti ritrovi catapultata in
un'altra dimensione. Tu e lui, non esiste altro. La percezione che hai
da un po', quel vuoto che permette al freddo di avvolgerti, quella
mancanza che ti fa star male, si affievolisce con il contatto delle sue
labbra, così morbide e calde.
I fantasmi spariscono,
tutti.
Dentro di te, hai
già deciso.
"Ti
amo".
*******************
Note
dell'autrice
Dunque,
credo che certe note siano d'obbligo! La oneshot è nata per
il contest sul forum di EFP indetto da Shilyss, "Specchi, ombre e
presagi: il doppelgänger" e io ho scelto di descrivere Chloe
nel particolare momento in cui prende maggiore consapevolezza di se
stessa, tanto che il rapporto con Clark subisce una trasformazione che
non si ripara del tutto, incrinato dalla negazione di lui alla sua
richiesta disperata di salvare Jimmy.
Tante
volte vediamo Chloe solare e allegra, l'amica della porta accanto che
piuttosto si fa torturare pur di non tradirlo, reggendo il peso di quel
segreto e, ahimé, rimettendoci spesso e volentieri. Ebbene,
volevo analizzare questa sua psicologia, facendo uscire allo scoperto
quel lato piano di rabbia che vuole farla agire da sola, allontanandola
da Clark. La delusione, l'irritazione. La frustrazione per nove anni
nei quali si è completamente dedicata a lui senza ricevere
nulla in cambio, anzi.
Questa
fanfic si svolge ben dopo la disfatta di Doomsday e la morte di Jimmy:
siamo nella nona stagione inoltrata, dopo che Chloe cerca di
ricostruirsi una vita con Oliver nonostante tutto e, soprattutto,
nonostante il dolore per ciò che è successo e che
l'ha portata ad agire quasi da sola, in modo molto più
brusco e tagliente.
Per
il titolo, invece, ho preso spunto da una canzone dei Negramaro ("Sei")
che trovo ci stia a meraviglia. Grazie a chiunque abbia voglia di
leggere e recensire!
Ile
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