I
won't let you drown
Lotti da mesi per cercare di abbattere quel muro che ti sei costruita,
quella diga che non ti permette di guardare ciò che hai
davanti.
I sentimenti fanno
paura; lasciarti andare è l'idea più spaventosa
del mondo. Non puoi abbassare la guardia, mai, ma succede e allora la
diga si rompe all'improvviso e l'acqua sommerge ogni cosa e affoghi in
quel marasma di emozioni che non riesci a controllare.
Cammini
per strada e noti appena le espressioni di chi ti circonda. Le solite
facce, i soliti sorrisi - finti o meno. Ti salutano e allora rispondi
con educazione, quasi come non fossi tu a farlo. In realtà,
lontana anni luce da loro e da chiunque. Persa in una dimensione solo
tua e allora non vedi l'ora di poterti perdere in quella sensazione di
benessere. L'unico posto nel quale ti senti a tuo agio sul serio.
È
tutto fuori posto, nulla di ciò che vedi è casa
tua. Sei sbagliata, lo sai, e allora non capisci perché sei
lì. Il tempo corre, le persone anche. Il ritmo frenetico di
una vita confusionaria, che strappa via in un lampo se e quando vuole.
Le responsabilità ti devastano, gli impegni non ti lasciano
via di fuga.
E poi torna quello
strano senso di angoscia; i singhiozzi partono dal petto e salgono,
salgono finché il nodo ti si blocca in gola e non respiri.
Scoppi a piangere quando perdi il controllo del tuo corpo che inizia a
tremare e tutto ti sembra non avere fine.
"Devi decidere la tua strada
nella vita, Helen. Non puoi continuare a perdere tempo".
Ma non lo
stai facendo davvero, non consapevolmente, perché tutto va
avanti velocemente e non riesci ad afferrare nulla di ciò
che vuoi davvero. Cosa sei, in fondo? Una buona amica, per chi non ti
cerca. Per tutti coloro che hanno sempre un impegno per il quale arrivi
dopo. Una figlia che dà il massimo, persino troppo,
sacrificando se stessa. Una figlia che si sente ancora troppo figlia,
nonostante lo sia poco. Nonostante lo sia per metà.
Un'età
che, invece di sistemare le cose, le ha rese ancora più
complicate. Cosa sei, Helen? Un'adulta, una bambina. No, tu non ti
sentivi bambina neanche quando di anni ne avevi dodici. Un'adulta? Non
ti ci senti neanche adesso che ne hai venticinque e un bel po' di
brutte avventure alle spalle.
Helen, che non sei mai
andata particolarmente bene a scuola per mille motivi, ma hai sempre
combattuto per una rivalsa che non c'è mai stata. La ragazza
complicata, introversa, che non parla mai perché preferisce
stare per i fatti propri.
Tuttavia
nessuno capisce che lo fai per non parlare troppo, visto che, quando
succede, le persone si allontanano colpite da rapporto che va oltre la
superficialità che aspirano.
Per te è
spesso bianco o nero, ma non illudi e allora non pretendi nulla da
nessuno. Ne hai bisogno; la necessità di avere qualcuno sul
quale poter contare ma il non riuscire a farlo. Ringrazi quel muro
ancora una volta.
"Riesci a fare questa cosa, per
favore?".
Sì,
la fai quella cosa. O forse no, perché il tempo passa ancora
e vuoi perderti in quell'altra dimensione, in quella che senti essere
la tua vita vera. Ma la realtà chiama e tu non riesci a
stare al passo. Magari non ce la fai.
Hai lottato tanto,
molte volte senza essertene nemmeno accorta. Attaccata a un passato che
non torna, anche se tutto ciò diventa quasi una colpa.
"Devi pensare ad andare
avanti!".
Rivedi
volti che anni fa erano tutto, ma che adesso non ti rivolgono neanche una
breve occhiata. Fa male, fa ancora tanto male. Lo accetterai mai?
Sei la seconda,
non la migliore. Sei una brava amica, ma non quella adatta alle uscite
improvvisate o ai pettegolezzi. Sei quella che fa piacere chiamare se
gli altri vogliono essere ascoltati.
Sei una
ragazza, ma non quella che chiunque sceglierebbe. Sei una cugina, ma
non una sorella. Sei una studentessa, ma non la più brava.
Sei quella che guarda
ancora i cartoni animati, quella strana, quella uguale a tua madre,
anche se in fondo siete così diverse. Stesso carattere,
stesso temperamento, ma idee opposte in testa.
Sei quella
che piange la sera prima di partire per un viaggio perché
lontana da casa, ma che poi in casa è costretta in una
gabbia.
E quindi, Helen, cosa
sei?
Una figlia
confusa, un'amica mediocre. Una ragazza strana, introversa, disperata.
Un ruolo definito che non hai e che vorresti, forse. Una studentessa
ferma, immobile, persa nell'idea di un'ambizione vaga e astratta.
Cosa sei?
Il nodo
torna a stringerti lo stomaco e, ancora una volta, non respiri. Non
avresti dovuto buttare giù quel muro, ora lo sai e lo
ricostruisci alla velocità della luce nella tua mente.
Non vedrai nulla, ma ti
terrà al sicuro.
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Note
dell'autrice
Una breve spiegazione
trovo sia necessaria. Non so quanti di voi abbiano compreso del tutto
il contenuto di questa oneshot, ma poco importa, perché
secondo me non sarete in pochi. Stasera ho avuto il bisogno di scrivere
dopo uno spiacevole episodio accaduto qualche ora fa e il personaggio
di Helen è apparso dal nulla, con le sue verità e
fragilità. Sinceramente parlando, potrei anche riprenderla
in futuro per qualcosa di più lungo, ma in questo momento ho
voluto darle voce così, per come istintivamente mi chiedeva
di uscire allo scoperto. Grazie mille a chiunque leggerà
queste poche righe che mi hanno aiutato davvero.
Ile
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