and tomorrow?
Nuova one shot scritta in un momento in
cui non avevo idea di come passare il tempo.
Spero che piaccia comunque ^^
Non so perché lo sto facendo.
Non so perché ho deciso di accettare
quel silenzioso ma inequivocabile invito.
Forse, l'ho fatto solo per distrarmi
dalla noia, nulla di più.
Per lui, non provo altro amicizia,
profonda, questo è vero, ma nulla di più: perché mentire?
Sono qui, davanti alla tua stanza, in
attesa di trovare il coraggio di bussare e di cambiare radicalmente
la mia vita.
Perché so già che non sarà nulla
come prima
-Chi è?-
-Sono io- Apre la porta e una luce
flebile mi illumina il volto e lui, davanti a me.
Uno dei miei migliori amici
-Ruki- Il tuo tono è sorpreso, così
come alla tua espressione -Alla fine sei venuto- Sussurra questa
frase, quasi avesse paura che si tratti tutti di un sogno, e di
distruggerlo, con un semplice soffio
-Sì...- Entro nella stanza dopo
che lui mi fa passare. Il mio occhio si sofferma sulla stanza: di
camere così ne avevo viste molte ormai, tutte uguali e tutte
squallide. Meglio, in questo modo, nessuno dei due ricorderà il
luogo dov'è è avvenuto il tutto, saremo più distaccati e forse, un
giorno, dimenticheremo. Mi volto, sentendomi osservato: avverto
l'imbarazzo nello sguardo di Reita, nei suoi gesti, nel suo continuo
gesticolare con le mani...sorrido appena: lo fa sempre quando è
nervoso
-Io...ecco...- Mi
avvicino, con passo sicuro, e gli metto un dito sulle labbra, per
zittirlo
-Non dire nulla-
Reita, scusami, ma
se ti lasciassi parlare tu mi diresti tutto, e io non voglio
So che cosa prova
per me: ultimamente i suoi sguardi sono cambiati, mi tocca per
sbaglio molto più spesso, ed è più gentile...non che non lo sia
mai stato, ma si comporta esattamente come ci si comporta con la
persona che si ama.
Se Reita mi
parlasse, mi direbbe queste parole.
E tutto
diventerebbe spaventosamente reale.
Preferisco vivere
nell'illusione che per entrambi sia solo un'avventura, racchiusa e
tenuta segreta in una città sconosciuta e in un hotel anonimo. È
tutto molto più semplice.
Credo, almeno.
Senza chiedere
nessun permesso, avvicino le mie labbra alle sue, concedendogli la
mia lingua, il mio corpo: ammetto di aver sempre avuto una sorta di
attrazione inspiegabile nei suoi confronti. Fin dalla prima volta che
lo vidi, ho sempre desiderato stare con lui, cedergli tutto me
stesso, così, giusto per provare la sensazione di fare sesso con un
uomo. Mi spaventai la prima volta che provai questo sentimento, ma in
fin dei conti, m resi conto che non c'era nulla di strano e mi
tranquillizzai.
Del resto tu sei
bellissimo, lo sei sempre stato.
Con una mano
accarezzo il tuo petto e la tua pelle, che sotto il mio tocco,
diventa sempre più calda.
Sento il battito
del tuo cuore.
Reita, io credo di
non averlo più, sai?
Accettando di
entrare in questa stanza e prendermi gioco dei tuoi sentimenti,
perché alla fine è quello che sto facendo, io ho venduto l'ultimo
frammento di essenza positiva che avevo dentro di me.
Mi chiedo solo se
tu sai che cosa io provo per te, in realtà.
Mi stacco da te e,
prendendoti per il polso, ti conduco sul letto, sopra di me
-Ruki...io...- Ti
zittisco ancora, questa volta baciandoti con più passione
-Reita, fammi tuo-
La avverto come una sentenza di morte questa frase. Tu mi guardi,
stupito: non credevi che io mi concedessi così velocemente, vero?
Non credevi che avrei accettato? Forse, tutto si sta svolgendo molto
più velocemente di come tu sperassi: lo so e mi dispiace.
Però, cerca di
capirmi, voglio essere la tua puttana solo per una notte, una
maledetta notte. Costruire qualcosa con te non ce la farei, non
perché tu non ne sei capace, ma perché io non ne sono in grado. Non
ho mai avuto la costanza di mantenere un rapporto duraturo,
semplicemente perché dopo un po' mi stanco.
Diventa tutto
monotono.
Credimi, non voglio
che la nostra amicizia diventi monotona.
Tutto si svolge
velocemente, io non ti do il tempo di costruire qualcosa. Il dolore
è stato immenso, ma il piacere che mi hai regalato è stato
infinito: sentire le tue mani sul mio corpo, il tuo membro duro e
caldo muoversi dentro di me continuamente, i tuoi sospiri, i nostri
gemiti...sentirmi chiamare dalla sua voce sensuale durante l'orgasmo,
le tue labbra morbide baciare le mie...
Ora sei accanto a
me.
Osservo il
soffitto, cercando di capire perché lo abbia fatto.
Noia?
Passatempo?
Forse...
Sta di fatto che tu
adesso vorrai delle risposte e io non credo di riuscire a dartele. Ho
sempre condotto una vita meschina, non sono mai stato sincero con me
stesso, tanto meno con gli altri. Non mi sono mai aperto più di
tanto e non ho mai dato occasione a nessuno di conoscermi davvero:
forse perché ho paura che gli altri vedano ciò che sono davvero.
Crudele.
Spietato.
Gioco con le
persone per divertirmi, non contano i loro sentimenti, l'importante è
che io ne esca illeso, non importa se gli altri, alla fine, soffrono.
Non credo di aver mai sofferto davvero...
-Ruki- Mi chiami e
io sono costretto a guardarti: i tuoi occhi sono limpidi. Non ho più
la forza nemmeno per sorridere: è strano. L'ho sempre fatto per
compiacere gli altri. Mi prendi la mano e la baci, chiudendo gli
occhi e perdendoti nel mio profumo (così hai detto prima) e io, non
faccio nulla, resto immobile, ti osservo e mi rendo conto solo in
questo momento che per la prima volta io soffro.
Vedo già i tuoi
occhi quando ti dirò che non ti amo, che per me questa notte non
avuto lo stesso significato che ha avuto per te -Ruki...io....-
-Non dirlo- Scusa,
ma proprio non ce la faccio a non essere egoista.
Tu rimani
perplesso, ti alzi appena e sembri non capire
-Ma, Ruki, che
cosa...- Cerchi di toccarmi il braccio, ma io mi divincolo e mi alzo
dal letto
-Non dirlo- Lo
ripeto e questa volta, il tuo sguardo cambia, come se avessi capito
-Ti prego- Abbasso la testa, i tuoi occhi consapevoli adesso mi
trafiggono il corpo, violentemente
-Che cosa vuoi
dire?-
-Io non provo
quello che provi tu- Silenzio. Nella mia testa invece c'è molto,
troppo rumore.
Caos.
Tu non rispondi.
Che cosa potresti
dirmi?
Ti prego, almeno
insultami! Dimmi che mi odi e che ti faccio schifo
-Perché hai
accettato allora?- Adesso sono io a non rispondere.
Tu scuoti il capo e
ti copri il volto con le mani: ti senti usato, sporco, morto.
E' questo quello
che provi, vero? È questo quello che mi dicevano tutti gli
altri...una volta dopo averli gettati per terra, come giocattoli
rotti.
Il mondo è il mio
parco giochi.
Ti rivesti, in
silenzio. Non mi guardi, fai finta che io non ci sia.
Riesco a vedere i
tuoi occhi però, e quella lacrima che ti sta rigando gli occhi
-Reita, io...-
-No! Zitto, non
dire una sola parola-
-Mi dispiace...-
-Ti dispiace?!-
Adesso mi guardi e i tuoi occhi continuano a piangere e io mi
specchio in quelle lacrime, senza però meritarmelo -Io ti amo, lo
sai e comunque vieni a letto con me sapendo il male che mi provochi?-
Sì.
Io non lo faccio
apposta, credimi, anche io sto soffrendo, non puoi sapere nemmeno
quanto.
Mi passi accanto e
ti avvicini alla porta: te ne stai andando per sempre o solo per
stanotte?
-Me ne vado-
-E' camera tua...-
-E allora? Che ti
importa?- I nostri sguardi si incrociano, forse per l'ultima volta.
Io non cerco di
fermarti, non provo a seguirti, non trovo nemmeno la forza per
parlare.
Quando sento la
porta chiudersi, mi accascio a terra, semplicemente.
Mi guarda, continua a osservarmi. Mi
sorride in modo molto diverso da ieri o da tutti gli altri anni che
hanno preceduto questa sera. Si alza prima degli altri
-Vado a dormire- Mi hai osservato e
io ho capito.
Perché non provare?
Non so perché l'ho fatto.
Non so perché ho deciso di accettare
quel silenzioso ma inequivocabile invito.
Forse, l'ho fatto solo per distrarmi
dalla noia, nulla di più.
Per lui, non provo
altro amicizia, profonda, questo è vero, ma nulla di più: perché
mentire?
Giusto...perché
mentire?
Forse dovevo essere
meno egoista, più sincero con me stesso.
Lui se ne è andato
per stanotte....
E domani?
Finita.
Forse ho fatto Ruki
spietato, ma volevo qualcosa che non finisse con un “e vissero per
sempre felice e contenti”. La vita purtroppo non è sempre così...
grazie per chi ha
letto (se c'è stato ^^ )
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