L'amore non basta
Sono stata velocimma, non trovate?
Il proissimo capitolo arriverà con più calma, ma sempre piuttosto velocemente ;)
Capitolo 19
(dal capitolo scorso)
- Mi raccomando-, le stava dicendo,-
fa' un po' di stretching prima di andare sotto la doccia! E non ti
farebbe male neanche un massaggio...-, disse lui sorridendole dolce,
prima di allontanarsi.
- Certamente, Takumisama, come sempre
sai come coccolarmi.-, disse Akane di spalle, massaggiandosi
leggermente la nuca e il collo, sorridendo maliziosa.
Ranma era appena entrato nell'edificio e Akane era certa che avesse
sentito la sua ultima frase, al contrario del suo istruttore che, del
resto, doveva essere già scappato in auto. Le aveva detto che
stavolta sarebbe dovuto andare via subito dopo la lezione.
Era il momento del suo piano.
Aveva preso in prestito uno dei bikini scandalosi di Nabiki e, anche se
serviva per il piano, ora si sentiva - a buon ragione - sovraesposta
agli occhi del fidanzato -ex, si corresse per l'ennesima volta- mentre
faceva stretching.
- Niente di meglio che sgranchire un po' i muscoli, Tamaki-sama-.
Sentì un vago verso di assenso dal ragazzo che la stava osservando e si sdraiò su un lettino.
- Che ne dici di uno dei tuoi soliti massaggi?-, chiese quasi
innocente. Esitò un attimo prima di slacciare il laccetto a
metà schiena del bikini, decidendo di non toccare quello intorno
al collo: doveva provocare un po' Ranma, ma esporsi maggiormente
l'avrebbe fatta sentire davvero nuda e il piano prevedeva già
che il ragazzo posasse le proprie mani sulla sua schiena... sarebbe
stata sin troppo distratta!
Ranma osservò con il fiato corto la ragazza che amava. Davvero
permetteva a quel damerino di toccarla ogni giorno? Così....
poco vestita?
Si ricordò che questo abbigliamento era una novità, gli
aveva detto Kasumi: Akane aveva per sbaglio preso un costume della
sorella, lasciando a casa il suo, era per questo che lui era lì,
le aveva portato il costume da bagno giusto, ma a quando pareva era in
ritardo.
Si guardò intorno, il damerino non era in vista e lui non voleva
essere sorpreso lì a fissarla in questa situazione, soprattutto
dopo l'incontro in bagno di quel pomeriggio.
Deglutì rumorosamente e si avvicinò alla ragazza, usando
il cuore di ghiaccio. Se doveva toccare la sua pelle bagnata e cercare
di fingersi professionale, perché era meglio che quel tipo si
comportasse in quel modo, doveva prendere delle precauzioni, onde
evitare di andare a fuoco.
Trattenne il fiato e posò le mani sulla schiena nivea di Akane,
la cui prima reazione fu un verso molto simile a uno squittio.
- Oddio, hai delle mani così fredde!-
Ranma allontanò le mani e decise che fosse più semplice
lasciar perdere il cuore di ghiaccio e provare a distrarsi. Del resto
se lei avesse intuito qualcosa o, curiosa, lo avesse guardato e
sorpreso in quella situazione, lo avrebbe distrutto sicuramente.
Poteva farcela, del resto in Cina aveva stretto a sé il corpo
nudo di Akane e non aveva fatto sciocchezze! Certo, lei era appena
morta, quindi lui si sentiva anche piuttosto sotto shock...
Akane si stava divertendo, riusciva a sentire quanto la situazione
stesse imbarazzando il ragazzo e dovette trattenersi dallo scoppiare a
ridere.
Voleva proprio metterlo in imbarazzo, si disse, ma, appena le mani
calde e callose di Ranma si posarono sulla sua pelle, si rese conto che
quella era decisamente un'arma a doppio taglio, mentre si lasciava
scappare un mugolio.
Le mani di Ranma si muovevano delicate, ma con gesti precisi e
vigorosi, dove serviva. Non era la prima volta che le massaggiava la
schiena, quindi sapeva bene quali muscoli era solita sforzare e dove si
accumulava la sua tensione, ma di solito tra la pelle di Akane e le
mani di Ranma, c'erano uno o due strati di tessuto. Ora c'erano solo
poche gocce d'acqua sulla pelle di lei e Ranma stava impazzendo per due
motivi opposti: il contatto con quella pelle e l'idea che Akane
permettesse al suo istruttore di toccarla in questo modo.
Akane lo sentiva irrigidirsi sempre di più, mentre si rendeva
conto che il massaggio che a volte le faceva Sakura, una delle
assistenti del suo istruttore, non poteva reggere il confronto con le
mani bollenti di Ranma sulla sua pelle.
Si diede dell'idota. Che stava facendo? Lei aveva rinunciato a quel ragazzo, ma ora si permetteva di...
Lasciò andare un mugolio, mentre Ranma scioglieva un nodo
particolarmente fastidioso. In risposta al suo suono, sentì il
ragazzo trattenere il fiato e bloccarsi un attimo prima di ricominciare.
- Basta, per favore! Mi aiuti a...-, chiese senza voltarsi, arrossendo
e porgendo i due laccetti a metà schiena perché venissero
allacciati. Quando le loro dita si sfiorarono in questa operazione
sentì tremare quelle del ragazzo. E allora? Ranma era attratto
da lei. Non era questo il problema, no? No, non lo era.
- Grazie mille, Ranma.-, si rese conto di quel che aveva detto un millisecondo dopo aver pronunciato quelle parole.
Ranma rimase di sasso. Aveva davvero detto il suo nome, non se lo era immaginato.
- A... Akane?-, la sentì sospirare prima di voltarsi verso di lui.
- Che c'è?-, la guardò confuso, prima di portare la mano
destra tra i capelli e piegare leggermente la testa: non riusciva a
capire.
- Quando hai capito che ero io?-, le chiese dopo qualche minuto di silenzio.
Le sbuffò e, prendendo l'asciugamani che aveva accanto, si coprì alzandosi.
- Ho sempre saputo che eri tu. Credi davvero che avrei permesso a qualcuno tutto questo? Non sono una sprovveduta-.
Lui la osservò attentamente mentre arrossiva.
- Però a me l'hai permesso-, constatò.
- Non ho permesso nulla, ok? Era una specie di prova. Una prova per capire quanto potessi fidarmi della tua... confessione-.
Ranma poteva vedere che la ragazza che amava era in evidente
difficoltà, eppure non riusciva a smettere di cercare di capire.
- E se non fossi stato io?-
- Senti, eri tu, sei tu. Sapevo che si trattasse di te. Davvero. Non mi
sarei mai messa in una situazione del genere altrimenti-.
- Già, una situazione come minimo imbarazzante, o anche semplicemente pericolosa. Eppure l'hai fatto!-
La curiosità era bruscamente stata sostituita dalla rabbia: e se davvero non fosse stato lui?
- Come potevi essere sicura che fossi io? Sei una baka, Vita Larga!-
Si alzò per andarsene. Aveva bisogno di calmarsi: sentiva ancora
la morbidezza della sua pelle sotto le dita ed era troppo arrabbiato
per la possibilità che qualcun altro potesse toccarla in quel
modo.
- Bravo, vai via, scappa come sempre! Ti ho appena dimostrato che sei
attratto da me e questo ti terrorizza, vero? Sei un idiota!-
Akane gli dava le spalle, se infatti da un lato si sentiva ancora
accaldata per l'attrazione che le mani di Ranma avevano risvegliato in
lei, dall'altro guardarlo andar via era doloroso, nonostante tutto.
Sentiva che Ranma stava rinunciando definitivamente a lei, rinunciando
a ogni loro possibilità, tutto per orgoglio, ancora. Come aveva
fatto un migliaio di volte prima.
Era così assorta nei suoi pensieri tumultuosi che si accorse del
movimento veloce di Ranma solo quando se lo ritrovò di fronte,
gli occhi blu infuocati e le mani tremanti a stringerle i pugni che
aveva istintivamente alzato come per mettere tra loro della distanza.
- Ora basta!-, quello di lui fu appena un sussurro, ma sembrò scuotere tutto intorno a lei.
Ebbene sì, Akane si è esposta, letteralmente,
parecchio. Sono riuscita a stento a tenere sotto controllo gli ormoni
di questi due, che del resto hanno parecchia attrazione sessuale
repressa. Che ne dirte? Vi confesso che questa scena è quella da
cui ha avuto inizio tutta la storia nella mia mente, quindi spero che
sia venuta bene!
A presto, un bacio!
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