Diabolicamente noi

di shimichan
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41. Precario

 
Zoro ha ventuno anni e sta per morire.
Finalmente scoprirà se ha un posto riservato all’inferno e non ha rimorsi. Giusto qualche rimpianto, perché non vedrà Rufy divenire Re e trarre consolazione dalla propria morte è impossibile.
Non c’è niente di glorioso nel morire per autocombustione.
Alla fine l’alcol ha reso il suo corpo infiammabile, ma lui non ha imparato a tenersi lontano dal fuoco. Anzi.
Le abbraccia i fianchi, si punta su mano e ginocchia, la solleva per il bacino. Vuole abitare nella profondità della sua carne e guarda il fondo dei suoi occhi sperando di essere il benvenuto.
Ci trova un nome dentro. È l’ultima istantanea della sua vita.
Sorride perché è il suo. Zoro.
Poi il buio.
 
 
Zoro ha ventuno anni e sta per morire. Di nuovo. Questa volta, però, è quella buona.
Il tempo a sua disposizione, già precario, si è accorciato ulteriormente.
Il sangue gli infiamma le orecchie rimbombandogli nel cervello. Non ci vorrà molto prima che lo consumi del tutto.
L’ha detto, gliel’ha detto.
Cazzotiamo.
Un unico, ultimo, gemito prima del buio.
Tutta la vergogna che ha provato nella sua vita e in quella precedente non reggono il confronto con quanto sta provando ora, davanti all’espressione inebetita di Robin.
La vede respirare dal naso, recuperare il fiato che l’orgasmo le ha tolto.
Sulle sue labbra si sta già formando un «io» quando Zoro spalanca le proprie.
Le parole escono senza funzione di continuità, insieme a un repertorio di coniugazioni verbali.
«Capisco. Capirei. Capirò! Capisci?!».
Potrebbe consumare tutta l’aria della stanza se Robin non facesse fiorire due mani a tappargli la bocca.
«Se mi avessi lasciato rispondere, te lo avrei detto». È impazzito, o è arrossita?
«Dotto coso?».
«Anch’io».
 
 
Zoro ha ventuno anni e qualche minuto. E non è morto.
Forse l’inferno è davvero pronto ad accoglierlo, ma non ha fretta di accettare l’invito.
Il paradiso che tutti dipingono, invece, l’ha già conosciuto. C’erano nuvole di panna, persone con le ali e un dio che Rufy ha preso a calci in culo. Dubita di essere ben accetto lassù.
Perciò si gode il suo tempo terreno. Al momento sembra quasi una fetta del paradiso vero, quello che nessuno ha mai visto. Quasi.
Manca solo una cosa.
«Posso dirlo a torciciglio?».

 
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