Il coraggio di una regina

di Seiyako
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                                           Il coraggio di una regina 


L' angusto carretto mi sballonzola a destra e a sinistra facendomi perdere l' equilibrio. Non posso nemmeno aggrapparmi perché ho le mani legate dietro la schiena. Pensavo che mi avrebbero riservato una carrozza chiusa come quella di mio marito. Ma il disprezzo di questi signori è talmente grande che non hanno voluto riservarmi nemmeno un po' di dignità in queste ultime ore della mia vita. Mi hanno fatta vestire di bianco e sono stata posta su questo misero carro come se fossi la peggiore delle criminali, mi hanno costretta a spogliarmi del mio abito nero perchè nella loro follia era impensabile che rimanessi in lutto per un re. La folla mi si accalca attorno e mi lancia sassi e foglie di verdura. Non fanno altro che berciare: << A morte, a morte la Autrichienne (l'austricagna)>>
E pensare che quello stesso popolo nel 1774 mi aveva onorata come regina. Come sono cambiate le cose dopo soli 19 anni di regno. Se solo ripenso a quante cose ingiuste ho dovuto subire e quante accuse insensate ho dovuto sentire. Il mio pensiero va ai miei figli, che Iddio possa prendersi cura di loro poiché la loro madre sta sfilando tra gli insulti dei cosiddetti rivoluzionari. Arriviamo a Place de la Rèvolution. Mi aiutano a farmi scendere dal carro e mi accompagnano verso la soglia del patibolo. Schiaccio involontariamente il piede del boia e gli porgo prontamente le mie scuse. Noto una scintilla di compassione nei suoi occhi mentre mi lega all' asta della ghigliottina. Mancano pochi minuti alla mia esecuzione. Mi sfilano bruscamente la cuffia dalla testa e i miei capelli bianchi, che una volta erano stati meravigliosamente biondi, escono allo scoperto tra le risa di scherno di quegli straccioni che mi avevano accusata di essere una scialacquatrice. Avevano persino vociferato che avessi detto al popolo affamato: Non avete pane, mangiatevi le brioches. Peccato che quella frase l'abbia pronunciata solamente nella loro fervida immaginazione. Nel frattempo aspetto l'ora della mia condanna, Luigi XVI era stato incatenato su questo aggeggio mostruoso il 21 gennaio scorso e oggi, 16 ottobre 1793, la signora ghigliottina ha deciso di accompagnarmi da lui. Alzo fieramente lo sguardo verso quel branco di incapaci che mi avevano processata: rimangono interdetti. Si aspettavano di vedermi piangere e supplicare. Invece vedono una donna forte e determinata. Hanno capito che la morte non mi spaventa. L' orologio rintocca mezzogiorno, è il momento. Riesco a rivolgere una breve preghiera al Padre Eterno affinché mi possa accogliere nel suo Regno, che sicuramente, è migliore di quello in cui ho vissuto io. Il boia sfila la corda e l' enorme ascia mozza la mia testa tra le grida di gioia degli astanti. Sono stata decapitata ma la mia anima vivrà per sempre come Maria Antonia Giuseppa Giovanna d'Asburgo-Lorena ,ovvero, Maria Antonietta: regina di Francia e Navarra.

 
* Salve, spero che questa piccola shottina su Maria Antonietta vi sia piaciuta, vi consiglio di leggere la trilogia di questa popolare regina: "Il diario proibito di Maria Antonietta", "Il diario perduto di Maria Antonietta" e infine "Le confessioni segrete di Maria Antonietta". Sono delle biografie romanzate sulla vita della sovrana, scritte dall' autrice americana Juliet Grey. È da lì che ho preso spunto per il mio brevissimo racconto. Vi saluto e vi mando un bacione 😘




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