Lunedì.

di BettyLovegood
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#2 - Riunione.
 

Arthur passa tutta la mezz’ora della riunione a scarabocchiare sul taccuino, mentre Uther elenca ai clienti i vantaggi della costruzione del nuovo centro commerciale “Camelot”.
Leon lo osserva, non l’ha mai visto così distratto durante i discorsi di suo padre. E’ sempre stato molto attento ad apprendere l’arte oratoria di Uther. Infondo un giorno sarebbe toccato a lui portare avanti l’azienda.
“L’erede di Camelot”, così lo chiama scherzosamente Gwaine.
“…ed è per questo che ho deciso di lasciare la direzione di questa trattativa al mio primogenito Arthur.”
Uther si volta verso il figlio, il quale dà segni di non aver ascoltato neanche una parola.
Leon gli tira un calcio sotto al tavolo e gli fa segno con la testa di rispondere.
“Ehm … sì, grazie padre”, è tutto quello che dice.
Leon alza gli occhi al cielo, Arthur deve essersene accorto, perché tenta di continuare il discorso con un: “si, ecco, io …”
Cosa cavolo ha questa mattina?
“Arthur permetti una parola?” Leon lo interrompe prima che faccia grossi danni. I cinesi sono clienti importanti per l’azienda, sempre molto gentili, ma guai a chi non li tratta con rispetto.
L’amico annuisce.

“Come socio di Arthur volevo esprimere la nostra gratitudine innanzitutto verso Uther per averci dato fiducia in questo progetto e soprattutto verso i nostri clienti. Sarà un onore lavorare per voi, gǎnxiè nín xuǎnzé wǒmen!(*)”
Leon fa un grosso sorriso, sperando che le sue parole bastino a soddisfare tutti.
Il tizio basso a capotavola annuisce, e accenna un applauso, a cui si aggiungono anche gli altri presenti.
Tira un sospiro di sollievo.
Anche Uther sembra contento, anche se Leon lo vede lanciare uno sguardo torvo al figlio: si prospetta una grossa ramanzina per l’erede di Camelot.
Arthur si avvicina a lui e lo ringrazia.
“Da quando conosci il cinese?” gli chiede.
Leon sorride, “da quando tu ti distrai durante le riunioni importanti?”
Non gli chiede cosa è successo, sa che Arthur non si confida facilmente.
Il biondo sospira. “Lasciamo stare”, è tutto quello che gli dice, poi lo ringrazia ancora per averlo salvato e si dirige verso suo padre, che lo sta aspettando in fondo alla stanza.
Leon lo guarda andare via, chiedendosi cosa potesse essere successo. Poi si ricorda che è lunedì: si volta verso l’entrata dell’ufficio di Arthur e vede la figura di una donna con un tailleur nero e dei vertiginosi tacchi a spillo che sta conversando con la sua segretaria, Gwen.
Oh, Arthur odia i lunedì, anche per quello.
Leon fa segno ad  uno stagista di avvicinarsi e gli chiede di andare a comprare una scatola di ciambelle al cioccolato e di portarla al più presto nell’ufficio di Arthur.
Spera di migliorare l’umore dell’amico, dato che gli si prospetta un pessimo lunedì.


(*)traduzione: "grazie per averci scelto".

 




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